Test componenti Redshift ShockStop: attacco manubrio e reggisella ammortizzati, manubrio Kitchen Sink System Claudio Riotti 18 Luglio 2024 Test Sempre più spesso qui sul nostro portale strada.bicilive.it parliamo del mondo del gravel biking data la sua continua espansione. La gravel ormai presenta diverse sfaccettature ma resta il miglior compromesso per poter pedalare su sterrate, gippabili e single track ma anche fare lunghe uscite su strada. Se vuoi capirne di più ti consigliamo di leggere il nostro tutorial “10 consigli per iniziare con la gravel“. In questo test abbiamo messo alla prova una “combo” interessante, si tratta di ben 3+3 prodotti dell’azienda americana Redshift, nata a Brooklin nel 2013, che rappresentano nel loro insieme un upgrade davvero elevato verso il comfort su qualsiasi bici gravel vengano installati. Stiamo parlando di: reggisella ammortizzato Redshift ShockStop PRO Endurance attacco manubrio ammortizzato Redshift ShockStop Suspension Stem Kitchen Sink Handlebar System: manubrio gravel, nastro manubrio Cruise Control Really Long Tape, manopole Cruise Control Drop Bar Grips (Top Grip and Drop Grip), borsa speciale Kitchen Sink Handlebar Bag Vediamoli uno a uno con le caratteristiche e le impressioni nell’utilizzo, per arrivare poi alle conclusioni finali che comprendono tutto il sistema nel suo insieme. Reggisella ammortizzato Redshift ShockStop PRO Endurance Abbiamo già presentato il reggisella ammortizzato Redshift ShockStop PRO Endurance, si tratta di una nuova versione “Endurance” più leggera del modello precedente nato nel 2019. Il prodotto ha 35 mm di sospensione regolabile, funziona con un sistema parallelogramma unito all’utilizzo di elastomeri e due molle, pesa 455 grammi rilevati nella versione da 280 mm e costa 324,99 euro. Esiste anche una versione PRO Race che pesa ancora meno, 380 grammi e costa 349,99 euro. La scala graduata posteriore permette di riposizionare il reggisella nella stessa posizione qualora dovessimo effettuare delle regolazioni. Lo ShockStop PRO Endurance che ho testato è la versione da 280 mm, quindi più leggera di quella più lunga da 350 mm disponibile su richiesta. Il diametro del tubo è di 27.2 mm ma Redshift propone anche una serie di shims, spessori, che permettono di adattarlo a quasi tutti i diametri dei telai in commercio. A riguardo delle tipologie di bici, l’azienda lo propone per gravel, strada e anche mountain bike front. Le piccole viti per stringere il morsetto della sella necessitano di una chiave a brugola lunga. Caratteristiche tecniche Materiale: alluminio 6061 T6 35 mm di sospensione regolabile Diametro: 27.2 mm – disponibili spessori (shims) per adattarlo a 30.4 mm, 30.9 mm, 31.6 mm, 31.8 mm Due lunghezze disponibili: 280 mm e 350 mm Offset di 7 mm Offset al 25% di travel: 12 mm Pesi: 280 mm: 455 grammi rilevati (dichiarati 455) – versione 350mm: 502 grammi Elastomeri intercambiabili: due presenti nel reggisella e uno in più nella confezione Geometria del parallelogramma ottimizzata per la massima risposta Peso massimo consentito: 110 kg Compatibilità carrelli sella: 7 mm tondi & 7×9 mm ovali Parafanghino rimovibile magnetico Prezzo: 324,99 euro Impressioni di guida Il reggisella ammortizzato è un componente che aumenta radicalmente il comfort di guida ma per forza di cose varia l’altezza della sella mentre funziona. Va da sé che se siete dei pedalatori “precisini” e non transigete su questo punto, non è il prodotto che fa per voi. Nel mio caso, a seguito di una messa in sella effettuata dal biomeccanico a inizio anno e dopo aver trovato il setting ideale per la mia Cinelli Zydeco, ero titubante sull’utilizzo di un reggisella ammortizzato proprio per questo motivo. In realtà, se regolato adeguatamente, lo ShockStop PRO Endurance funziona (e quindi si abbassa) in maniera inavvertibile, andando a sfruttare invece tutta la sua corsa di 35 mm solo quando si prendono buche o si sorpassano grosse asperità come sassi e radici. Ovviamente c’è differenza rispetto a un reggisella fisso: come in tutte le cose “diverse” ci va fatta un po’ l’abitudine. I puristi potrebbero obiettare che lo ShockStop crea delle dispersioni di potenza durante la spinta in pedalata ma sinceramente, utilizzando la gravel per divertimento e per esplorare zone nuove, non ho velleità agonistiche e di prestazione. Anzi, in tutte le ultime uscite mi ritrovo a pedalare delle sezioni dissestate stando seduto mentre gli altri che sono con me fermano i pedali e si alzano dalla sella per attutire le vibrazioni, quindi ho anche un vantaggio in termini di pedalata e mantenimento della velocità. Il piccolo parafanghino magnetico serve per proteggere il leveraggio da fango e detriti. Di reggisella ammortizzati ne esistono di molte tipologie e negli anni ne ho provati diversi su bici gravel e urban. Lo ShockStop PRO Endurance si piazza in cima alla classifica per l’ottima fattura, la grande sensibilità, la possibilità di personalizzazione e in generale il comfort dato dall’assorbimento delle asperità sia piccole che di dimensioni maggiori. Una cosa che ho particolarmente apprezzato è che non dà contraccolpi e non si avverte nessun fine corsa né alla massima escursione né al massimo allungamento, come invece spesso capita con altri prodotti. Ecco cosa c’è all’interno del reggisella Redshift PRO Endurance: due elastomeri intercambiabili e due molle. Se proprio vogliamo trovare una pecca, il fatto che bisogni estrarlo per poter regolare il precarico della molla e/o effettuare il cambio delle molle/elastomeri non è proprio comodissimo ma si tratta di un’operazione che si fa poco spesso, perché una volta trovato il feeling giusto consiglio di restare su quello. Nel mio caso mi sono trovato al meglio con un’impostazione abbastanza sostenuta, ovvero con i due elastomeri rossi e il precarico al massimo. Il rapporto qualità prezzo, rispetto ad altri prodotti simili, è buono perché la fattura e il funzionamento sono impeccabili. A sinistra il “tappo” per regolare il precarico e a destra lo “shim” o adattatore per la mia misura di tubo sella. Chiaramente il peso è elevato rispetto a un reggisella normale, si arriva anche al doppio del peso di un reggisella fisso in carbonio, ma una volta provato credo che quei 200 grammi in più passino in secondo piano, specie se siete ciclisti che cercano la massima comodità o avete problemi alla schiena o al collo. Attacco manubrio ammortizzato Redshift ShockStop Suspension Stem Ecco un altro elemento che fa la differenza: avete problemi di formicolii alle mani o al collo durante le uscite più lunghe in gravel? Il Redshift ShockStop Suspension Stem trasforma la bici, la fa diventare una “front suspended” e all’improvviso le radici e le strade ciottolate non danno più fastidio. Il funzionamento dell’RSSS (abbrevio per comodità) è basato sull’utilizzo di due elastomeri inseriti in un corpo anteriore dove è fissato il manubrio. Questa parte è vincolata al corpo posteriore tramite uno snodo che permette 20 mm di escursione. Lo stem e gli elastomeri al suo interno, più gli altri tre intercambiabili e, in rosso e con una vite, l’estrattore degli elastomeri. Gli elastomeri sono intercambiabili, ci sono 5 durezze diverse da combinare assieme e quindi il “feel” dell’RSSS è personalizzabile. Il prezzo è di 219,99 euro nella versione normale e 289,99 euro nella versione PRO che è più leggera del 15% e utilizza viti in titanio. Il modello testato da 80 mm pesa sulla nostra bilancia 259 grammi. Caratteristiche tecniche Materiale: alluminio 6061 T6 Lunghezze disponibili: +/-6° in 80, 90, 100, 110, 120 mm Versione high rise: +30° in 80 mm e100 mm (solo per tubo sterzo 1 1/8″) 20 mm di sospensione con durezza regolabile 5 durezze di elastomeri disponibili Diametro clamp: 31.8 mm Per forcelle standard 1-1/8″ (28.6 mm) o oversize 1-1/4″ (31.8mm) Peso massimo consentito del rider: 135 kg Peso attacco manubrio: 80 mm: 256 g +/- 6° (in test, rilevati 259 g), 90 mm: 266 g +/-6°, 100 mm: 278 g +/-6°- 110 mm: 290 g +/-6° – 120 mm: 302 g +/-6° – 80 mm +30°: 256 g, 100 mm +30°: 278 g Prezzo: 219 euro Impressioni di guida Il RSSS è stato il primo componente di Redshift che ho montato, senza cambiare nessun’altra cosa sulla mia Cinelli, ed è stato già “illuminante” su quanto possa fare un componente di questo tipo in un punto così cruciale come lo sterzo. Come per il reggisella ammortizzato, in passato ho già provato altri prodotti ma non di questa qualità e fascia di prezzo. Sinceramente non pensavo aumentasse così tanto il comfort di guida, sono rimasto stupito fin dal primissimo giro. Le piccole imperfezioni dell’asfalto, i tombini, le radici, il ciottolato, le buche delle strade sterrate, tutto viene “fagocitato” dall’RSSS con il risultato di poter pedalare più a lungo e soprattutto più in sicurezza nei tratti offroad sconnessi. Questo anche perché il RSSS permette di mantenere meglio le traiettorie impostate rispetto a un setup normale. Le sconnessioni in rapida successione, quelle più fastidiose, vengono smorzate senza effetto “rimbalzo” con grande efficacia. Naturalmente l’effetto si sente maggiormente in presa alta e bassa mentre con le mani vicino all’attacco manubrio lo stem lavora meno perché si crea meno leva. Al momento per me sono solo vantaggi perché qui l’aggravio di peso è di circa 100/110 grammi rispetto a un attacco manubrio normale delle stesse dimensioni. Anche per lo stem ammortizzato il prezzo è alto ma la qualità e lo studio dietro a un prodotto del genere si pagano volentieri quando poi le vibrazioni del pavè e delle radici diventano un ricordo lontano. La longevità del prodotto è già confermata da altre recensioni che si trovano sul web (addirittura dopo 8 anni di utilizzo gli elastomeri sono ancora integri nel video di Elessar), ovviamente noi proseguiamo con il test e se ci fosse qualsiasi variazione andremo ad aggiornare questo articolo. Infine, nella confezione troviamo due elastomeri già montati e altri 3 da poter scambiare tra loro in modo da sperimentare le varie durezze e feeling diversi. Io, dopo un primo periodo di rodaggio necessario a far adattare e “smollare” gli elastomeri stessi, mi sono trovato bene con quelli già pre-montati ma nei prossimi mesi proverò anche gli altri. Il manubrio Redshift Kitchen Sink visto frontalmente: da notare il rise di 20 mm e il flare molto accentuato. Kitchen Sink Handlebar System Non potevamo tralasciare l’upgrade anche del “sistema manubrio” nel nostro test di componenti Redshift. Questo comprende il manubrio gravel Kitchen Sink, il nastro manubrio Cruise Control Really Long Tape, le manopole Cruise Control Drop Bar Grips (Top Grip and Drop Grip) e la borsa speciale Kitchen Sink Handlebar Bag. Ovviamente tutto è acquistabile separatamente ma volevo provare l’esperienza completa per capire quanto un sistema creato per funzionare nel suo insieme può influire sulla guida. A riguardo del manubrio vi suggerisco la lettura del nostro tutorial come scegliere il manubrio gravel per capire di più i vari termini utilizzati. Ho scelto quindi il manubrio gravel Kitchen Sink Handlebar con larghezza da 50 cm tra le quattro proposte, passando da un 42 cm della mia Cinelli. Il prezzo del solo manubrio è di 164,99 euro. Se non si utilizza la borsetta apposita (ma sarebbe un peccato da quanto è comoda), l’appendice può essere nastrata e usata come impugnatura stile “crono” o per fissare altri componenti come luci, gps o telefono. Caratteristiche tecniche manubrio Materiale: alluminio 6061 T6 Larghezze disponibili: 44 cm, 47 cm, 50 cm, 53 cm Diametro clamp: 31.8 mm Sweep: 7° Drop flare: 25° Drop: 110 mm Rise: 20 mm Reach: Reach 70 mm, 68 mm, 65 mm, 62 mm Peso manubrio in test 50 cm: 501 grammi Prezzo: 164,99 euro Pesi e prezzi componenti aggiuntivi Kitchen Sink Handlebar System Per le specifiche degli altri componenti vi rimando al sito ufficiale Redshift di cui trovate il link a fine articolo. Parliamo quindi di pesi e prezzi: nastro manubrio Cruise Control Really Long Tape: 315 cm – 114 grammi – 44,90 euro manopole Cruise Control Top Grips: 97 grammi – 44,99 euro manopole Cruise Control Drop Grips Drop: 140 grammi – 44,99 euro borsetta Kitchen Sink Handlebar Bag + attacco Garmin: 139 grammi – 99,98 euro (solo borsa 74,99 euro) Le Top Grips sono dotate di adesivo per fissarle al manubrio, inoltre Redshift fornisce un nastro telato per fermare prima i cavi e poi le manopole prima di nastrare il tutto. Installazione Se il montaggio degli altri due componenti non ha richiesto particolari doti da esperti del “fai da te”, qui vi suggerisco di visionare con attenzione i vari video tutorial presenti sul canale Redshift o di rivolgervi al vostro meccanico di fiducia. Questo perché le manopole Cruise Control Top Grips vanno montate con cura e con la giusta angolazione usando gli sticker biadesivi presenti nella confezione, dopodiché va montato il nastro manubrio a coprirle, il tutto posizionando i cavi dei freni e le leve dei comandi alla giusta angolazione e lasciando spazio per le Drop Grips che alla fine vanno istallate a pressione e si bloccano grazie a un expander. Il lavoro di installazione ha richiesto cura, precisione e pazienza. Diciamo che tutta l’installazione può essere fatta in un paio d’ore se avete già esperienza con queste operazioni e conoscete le vostre preferenze di guida, altrimenti prendetevi qualche ora in più per fare anche qualche prova su strada prima di nastrare il manubrio perché le varie inclinazioni e posizioni poi non si possono più cambiare (se non rifacendo il lavoro da capo!). Impressioni di guida Alla fine, se avete eseguito tutto con cura sarete soddisfatti del vostro lavoro. Alla prima vera uscita in gravel potrete capire quanto un manubrio più largo e con più flare possa aiutare nella guida sullo sconnesso e in discesa. Serve indubbiamente un primo periodo di adattamento: nel mio caso, passando da un 42 cm a un 50 cm, il manubrio sembrava davvero troppo largo. Ora, dopo alcuni mesi, come per gli altri componenti montati non tornerei più indietro. Con il sistema completo ideato da Redshift ho trovato più spazio sul manubrio, più comfort ed ergonomia. Nelle varie prese ho avuto meno fastidi e problemi di grip alle mani perché il nastro ha un’ottima capacità di assorbire sudore e vibrazioni. Le manopole Top Grips restano nascoste sotto al nastro ma sono super comode, creano una superficie ampia e permettono diverse tipologie di appoggio delle mani. Le Drop Grips, quelle sulle estremità, sono altrettanto comode ma per sfruttarle al meglio dovrei tagliare un paio di centimetri di manubrio perché così, impugnandole correttamente, non arrivo alle leve dei freni con il dito indice. Infine, la ciliegina sulla torta è la borsetta Kitchen Sink Handlebar Bag che è super stabile, estremamente capiente e davvero molto comoda per riporre barrette, cibo, chiavi, powerbank, camera d’aria, gilet, scaldacollo e altro ancora. Il sistema a soffietto amplia la capacità della borsa di quasi il doppio del volume! Ha quattro punti di attacco in velcro, due zip nastrate per chiuderla, una zip inferiore che permette di espanderla e una taschina interna sotto al “coperchio” dotata anch’essa di zip. La parte superiore si chiude automaticamente grazie a due magneti, quindi anche se ci si dimentica di tirare le zip non si rischia di perdere gli oggetti contenuti. Al di sopra del “coperchio” trova spazio un supporto in plastica con attacco per Garmin (disponibile anche per Wahoo) che funziona bene ed è stabile anche con un supporto per telefono e smartphone applicati. Conclusioni Complice la primavera e l’estate, ho incontrato tantissimi ciclisti in questi mesi di test. Tutti guardavano con attenzione il manubrio e la borsetta perché attirano lo sguardo, senza notare gli altri componenti. Gli amici che però hanno fatto un breve giro sulla mia gravel montata con i prodotti Redshift e sono rimasti molto colpiti da quanto questi cambino la guida e aumentino il comfort. Io stesso, ad ogni pedalata, comprendo e vedo le differenze rispetto a chi non li ha, e ad essere sincero il solo pensiero di dover tornare un giorno a pedalare su una gravel completamente rigida mi mette i brividi… Scherzi a parte, nell’insieme si tratta di prodotti davvero ben concepiti e realizzati, chiaramente di una fascia di prezzo alta ma la qualità si paga volentieri specie se è accompagnata da un ottimo smorzamento delle vibrazioni e da un aumento del piacere nel pedalare la nostra bici, che sia gravel, da corsa o anche una MTB front. Solo il peso maggiorato rispetto a componenti classici risulta un elemento che può essere visto come negativo dai “grammomaniaci”, ma questa categoria nel gravel sembra essere meno presente. Segnaliamo infine che l’azienda propone un’offerta sulla “combo” reggisella e attacco assieme con un prezzo che varia dai 444 ai 626 euro a seconda dei modelli scelti. Per maggiori informazioni sui prodotti dell’azienda di Brooklin visita il sito ufficiale Redshift Sports. Sperando che questo test vi sia stato utile, vi consigliamo di fare un giro anche sulla nostra pagina Instagram e sulla nostra pagina Facebook oltre che sul nostro canale Youtube dove trovate molti video-test. 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