Come misurare altezza e arretramento sella bici da corsa: dai metodi biomeccanici più avanzati ai sistemi empirici di una volta

La misurazione di altezza e arretramento sella è un momento decisivo per chiunque voglia ottenere una posizione confortevole e una pedalata performante. Dopo il nostro articolo su tutto ciò che bisogna sapere sulla sella di una bici da corsa, andiamo dunque a scoprire che cosa siano e come si misurino questi due importantissimi parametri.

Misurazione altezza e arretramento sella

Adesso andremo ad analizzare i metodi di misurazione dell’altezza e dell’arretramento sella più in voga, ma ricordatevi che ognuno di noi possiede caratteristiche diverse e, dunque, non è detto che un sistema funzioni ugualmente per tutti.

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Altezza sella: come si misura?

L’altezza della sella consiste nella distanza interposta fra il centro del movimento centrale e il centro anatomico del sellino. Il centro anatomico è la zona in cui la larghezza della sella misura 72 millimetri.

Da un punto di vista scientifico, il primo metodo fu apportato dagli scienziati americani Hamley e Thomas nel 1967, in seguito confermato dai connazionali Nordeen e Cavanagh nel 1975.

Questa teoria si fonda sulla potenza espressa in relazione al dispendio di energie, in cui la misura del cavallo viene moltiplicata per 1.07 (inizialmente da 1.06 a 1.09) e, alla fine, viene sottratta la lunghezza della pedivella al prodotto ottenuto.

Negli anni successivi, entrarono in gioco il “Metodo Hinault” e il “Metodo LeMond”, derivanti dagli studi portati avanti dai plurivincitori al Tour de France nonché fieri avversari Bernard Hinault e Greg LeMond.

Tenendo conto dell’uso di pedivelle da 170 millimetri, secondo LeMond bisogna moltiplicare la misura del cavallo per un coefficiente di 0.883, mentre per Hinault si deve moltiplicare la misura del cavallo per 0.885. Quindi, il risultato finale è molto simile. In caso di pedivelle da 175 millimetri, si dovranno sottrarre quei cinque millimetri in più al prodotto conclusivo, così come in caso di pedivelle da 172,5 millimetri dovremo togliere 2,5 millimetri.

Partendo da queste basi, lo studioso americano Andrew L. Pruitt ha definito l’altezza ideale della sella quando la flessione del ginocchio con pedale orizzontale ha un valore di 150° – 155°.

Nell’opera “High-Tech Cycling” (The science of riding faster) a cura di Edmund R. Burke (PhD Editor, University of Colorado, seconda edizione), il capitolo (terzo) “Body Positioning of Cycling” è in parte dedicato proprio alla storia delle teorie scientifiche riguardanti l’altezza della sella ed è stato scritto dagli stessi Pruitt e Burke.

In queste pagine potrete approfondire dettagliatamente altre vostre curiosità.

Sotto il profilo empirico, il metodo più impiegato riguarda la posizione di equilibrio con l’appoggio della punta dei piedi a terra. Chi, soprattutto da bambino, non lo ha mai provato?

In alternativa, qualcuno potrebbe tentare il sistema della pedalata all’indietro con appoggio del tallone sul pedale. Questa opzione prevede la posizione ottimale della sella nel momento in cui il tallone si accomoda sul pedale con la gamba totalmente distesa, dopo avere compiuto una pedalata all’indietro.

Noi vi sconsigliamo però di utilizzare i metodi empirici poiché l’altezza del sellino risulterà ben inferiore rispetto ai metodi scientifici, non consentendovi quindi di raggiungere la massima efficienza di pedalata possibile.

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Arretramento sella: come si misura?

L’arretramento della sella consiste nella distanza interposta tra la linea verticale immaginaria che inizia dal centro del movimento centrale e la fascia posteriore del sellino.

Ricordatevi di realizzare la ricerca di questo parametro soltanto dopo avere regolato la posizione delle tacchette delle scarpe e avere scelto la giusta larghezza della sella poiché, se una di queste ultime due componenti dovesse essere in seguito variata, bisognerebbe calcolare nuovamente l’arretramento.

Il metodo del filo a piombo, detto anche KOPS, è il più impiegato per la misurazione dell’arretramento sella, pur non avendo alcuna validità scientifica.

Mantenendo pedivelle a 90° e pedali in posizione orizzontale, dovrete porre un filo a piombo qualche millimetro più indietro rispetto alla punta del ginocchio, creando una verticale che passi per il centro dell’asse del pedale. Secondo questa teoria, così facendo, non ci sarebbe alcuna dispersione energetica lungo la pedalata, ma – ripetiamo – non è mai stato pubblicato uno studio scientifico a conferma di ciò.

Il metodo della video analisi consiste invece nella ripresa video laterale del ciclista durante la pedalata che, attraverso un software in grado di elaborare i dati angolari, verrà analizzata in modo da trovare la posizione ideale per il baricentro.

Infine, un gruppo di scienziati ha inventato il metodo del test dinamico-dinamometrico, basato sulla valutazione dell’efficienza della pedalata del corridore con spostamenti millimetrici della sella; il ciclista deve salire su un simulatore biomeccanico, che permette lo spostamento del sellino durante la pedalata, fornendo così la posizione migliore a seconda dei dati ottenuti.

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A proposito dell'autore

Ha gareggiato per diverse stagioni nel mondo dell'atletica leggera come velocista prima di dedicarsi al ciclismo amatoriale. Grande appassionato di storia e di cultura sportiva, ha intrapreso la carriera giornalistica dopo la laurea in Lettere e ha fondato il team dilettantistico Fondocorsa assieme ad alcuni amici. In estate potreste trovarlo su Stelvio e Gavia, ma la salita non è proprio la sua specialità migliore.