CST – ovvero Cheng Shin Tire (www.csttires.eu) – è un’azienda taiwanese con più di 20 mila dipendenti ed è distribuita in 150 paesi. Produce pneumatici di ogni tipo ed è uno dei più grandi produttori di coperture per biciclette. Abbiamo in test il Tirent, un modello da gravel da 42 mm disponibile al prezzo di 55 euro.

Vediamo come si è comportato nel test rimandandovi all’articolo di presentazione del pneumatico per bici gravel CST Tirent per le sue specifiche tecniche.

Pronti?

Foto dello pneumatico gravel CST Tirent in test

Pneumatico gravel CST Tirent, caratteristiche tecniche in pillole

  • Pneumatico Tubeless Ready
  • Misure 700X42C pieghevole
  • ETRTO: 40-622
  • TPI (fili per pollice carcassa): 60
  • Doppia mescola
  • Tecnologia EPS (Exceptional Puncture Safety) con strato di materiale antiforatura sotto al battistrada
  • Peso rilevato: 560 grammi (dichiarati 510 g)
  • Prezzo: 55 euro

 

Il copertone CST Tirent in test

Ho montato gli pneumatici CST Tirent Tubeless Ready 700X42C sulla mia gravel prima con camere d’aria, poi trasformandoli in tubeless e successivamente montando al loro interno il Technomousse Red Poison, un inserto per la protezione del cerchio che già avevamo testato in versione mountain bike (cliccate oltre per leggere il test dei modelli Technomousse Green Constrictor e Red Poison da MTB).

Il montaggio dei Tirent da 42 mm è stato semplice su un cerchio con canale interno di 25 mm. Il pneumatico risulta piuttosto rotondo come profilo e a livello estetico la banda laterale in “para” chiamata da CST “coffee wall” è molto gradevole.

Foto dello pneumatico gravel CST Tirent in test visto da sopra

Il disegno del battistrada è molto fitto ed è caratterizzato da tre zone principali: una centrale con tacchetti a cuneo per la scorrevolezza e la direzionalità, una intermedia con tacchetti piccoli con un disegno a cuneo e a “x” che senza interruzione arrivano alla fila esterna con tacchetti leggermente più ampi, disposti su una fila obliqua e dotati di un intaglio (in inglese si chiama “sipe”) che serve a far lavorare meglio il tassello in curva.

Questo particolare design è stato studiato per ridurre gli attriti ma allo stesso tempo offrire un grip ottimale in tutte le condizioni di fondi compatti e percorsi veloci.

Foto dello pneumatico gravel CST Tirent in test visto di lato con fango

La prova sul campo

Ho utilizzato il CST Tirent per quattro mesi, passando dalle camere d’aria al tubeless e infine unendo anche gli inserti. Ho sperimentato diverse pressioni di utilizzo fino a gravitare tra il 2,7/2,5 bar con tubeless per la guida fuoristrada (peso circa 71 kg vestito in “assetto gravel”), mentre le ho alzate leggermente nei giri con molto asfalto e abbassate invece quando ho montato gli inserti.

Come vedete, la pressione ideale cambia molto in base ai sistemi che si usano, al peso del rider, ai percorsi e allo stile di guida.

A mio avviso, il Tirent montato tubeless offre il massimo delle performance sia per quanto riguarda il grip, la scorrevolezza ma anche la dissipazione delle vibrazioni, difatti la carcassa resistente e la tecnologia EPS, ovvero lo strato strato in poliestere ricoperto in gomma inserito tra la carcassa e il battistrada, riesce ad attutire piuttosto bene le piccole sconnessioni del terreno, dello sterrato e dei fondi compatti come l’asfalto pieno di crepe o pietrisco, così come il ciottolato fitto di alcune strade di città o campagna.

Ho trovato un’elevata direzionalità sull’anteriore nei cambi di appoggio, specie nei single track nei boschi, con una buona sensazione di sicurezza in curva se ci si ricorda di inclinare la bici in stile mountain bike, di modo da far lavorare i tasselli laterali.

Foto dello pneumatico gravel CST Tirent in test visto da davanti

Quando le velocità si alzano, al posteriore la scorrevolezza è ben avvertibile e allo stesso tempo il grip in frenata e in curva è su livelli molto buoni, parlando sempre di fondi da compatti a leggermente smossi.

In più di un paio di occasioni l’ho provato su fondi umidi e soffici e pur non essendo nato per quello, il CST Tirent dà sicurezza e risulta prevedibile.

Anche per quanto riguarda la trazione in salita, il grip è buono se si gioca un po’ con le pressioni. È proprio qui che l’inserto viene in aiuto permettendo di scendere di pressione, aumentando il grip ma evitando stallonamenti in curva e botte al cerchio su sassi o radici.

Sull’asfalto, la sezione piuttosto generosa e il profilo rotondo permettono di affrontare tornanti e curve in velocità senza mai aver paura che la gomma “scappi via”. La sezione da 42 mm è quella a mio avviso ottimale per avere un buon compromesso tra asfalto e scorrevolezza e sterrato e grip.

Nei quattro mesi di test non ho mai bucato, ho constatato solo una leggera diminuzione della pressione con il sistema tubeless nei primi periodi di assestamento della gomma, fenomeno che comunque si è ridotto e può essere imputabile anche a piccole perdite del nastro sul cerchio o dalla valvola.

Il consumo è nella media, in tutta la prova il copertone non ha subìto tagli o deformazioni.

Foto dello pneumatico gravel CST Tirent in test visto di tre quarti

Conclusioni

Il CST Tirent si è dimostrato un buon prodotto per un utilizzo gravel a tutto tondo, dall’asfalto ai single track con fondi compatti e veloci. Abbinando la scorrevolezza con il grip e la resistenza alle forature, il prezzo adeguato e il look giusto, è uno pneumatico che ci sentiamo di consigliare all’utilizzatore che non cerca la leggerezza assoluta ma l’affidabilità e il comfort.

Per maggiori informazioni visita il sito web di CST.

Se siete interessati ai prodotti gravel di Chen Shin Tire, abbiamo parlato anche dello pneumatico CST Pika.

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A proposito dell'autore

Sono cresciuto sulle due ruote: BMX, motocross, le prime MTB negli anni 80. Dal 2007 ho gareggiato per 10 anni nel downhill e nell'enduro in tutta Italia. Dal 2013 al 2019 ho lavorato con la scuola MTB Gravity School anche a Whistler, in Canada. Sono istruttore Federale FCI e Guida Nazionale MTB. Ho visto nascere BiciLive.it nel 2013 e ora mi occupo di MTB, ebike ed eMTB. La bici è il mio pane quotidiano!