Tirreno-Adriatico: storia, percorso e campioni della “Corsa dei Due Mari” Marco D'Onorio 16 Marzo 2021 Gare La primavera arriva ogni anno e la Tirreno-Adriatico ne fa da più di cinquant’anni da affascinante prologo. Denominata anche “Corsa dei Due Mari” per il suo caratteristico percorso che collega il Mar Tirreno all’Adriatico, questa gara a tappe fa da aperitivo anche alle grandi classiche, prima fra tutte, restando in Italia, la Classicissima di Primavera, ovvero la Milano-Sanremo. In quest’articolo ci immergiamo nella storia della competizione ciclistica che più di ogni altra attraversa il centro del Bel Paese, tra imprese, rivalità e aneddoti. In fondo troverete anche l’Albo d’Oro con il podio di ogni edizione. Tirreno-Adriatico: le prime edizioni L’esordio ci fu nel 1966 sotto il nome di “Tre Giorni del Sud” per iniziativa del “Velo Club Forze Sportive Romane” coadiuvato da Franco Mealli, ex-corridore professionista e organizzatore di prestigio di competizioni ciclistiche e non. Giocò un ruolo importante nell’organizzazione dei mondiali del 1955 a Frascati e a Ostuni nel 1976 e delle Olimpiadi di Roma del 1960. Proprio da Roma nel ‘66 venne fissata la partenza della prima edizione della Corsa dei Due Mari con arrivo a Pescara, dopo tre tappe. Già dall’anno successivo la durata della corsa si allungò fino ad arrivare stabilmente alle cinque frazioni. Le prime gare furono appannaggio dei corridori di casa, grazie ai successi, in ordine, di Dino Zandegù, Franco Bitossi, Claudio Michelotto e Carlo Chiappano. Nel 1970 Antoon Houbrechts, pur senza vincere nessuna tappa, interruppe il dominio italiano. Italo Zilioli, secondo quell’anno, si vendicò nell’edizione successiva prendendo subito la maglia blu (quella di leader della classifica generale) senza mai mollarla. Il traguardo di Italo Zilioli. Il dominio di Roger De Vlaeminck Nel 1972 cominciò una striscia di vittorie fenomenali che diedero vita al record di successi nella Tirreno-Adriatico di Roger De Vlaeminck. Un record tuttora imbattuto di sei vittorie, per di più consecutive. “Il Gitano di Eeklo”, così è soprannominato il corridore belga, dominò gli anni Settanta con grande facilità imponendosi sulle salite del centro-Italia e nella classica cronometro finale di San Benedetto del Tronto, che ancora oggi fa da epilogo alla corsa. Considerato da molti il più forte di sempre nelle corse di un giorno, De Vlaeminck riteneva la Tirreno-Adriatico un’ottima preparazione alle Classiche del Nord. Un percorso a misura per lui, che era un corridore completo capace di vincere su tanti terreni e trasformare i diversi scenari a suo favore. È quello che fece in diverse occasioni nella Corsa dei Due Mari dove riuscì a opporsi più volte anche ai suoi rivali belgi. Frans Verbeeck e Eddy Merckx restarono per esempio sul secondo gradino del podio rispettivamente nel 1973 e il 1976. Alle spalle di De Vlaeminck, nell’ultima edizione che il belga vinse, giunsero Francesco Moser e Giuseppe Saronni. La Tirreno-Adriatico era pronta a diventare il teatro della storica rivalità tra i due corridori italiani. Il duello tra Moser e Saronni. La sfida Moser-Saronni Sul finire degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta i due si spartirono due vittorie a testa nella Corsa dei Due Mari: Giuseppe Saronni vinse le edizioni del 1978 e del 1982, Francesco Moser quelle del 1980 e 1981. Il 1978 è l’anno della nascita del duello tra i due e la prima sfida è proprio quella nella Tirreno-Adriatico. Saronni vinse la prima tappa, una cronometro individuale con partenza da Santa Marinella e arrivo a Santa Severa, vicino il litorale romano. Fu il leader della corsa fino all’ultima frazione, un successo che lo lanciò definitivamente verso i Grandi Giri e le Classiche. Moser si riscattò due mesi dopo con la vittoria del Giro d’Italia, dove Saronni vinse le sue prime tre tappe in un Grande Giro, e negli anni successivi con i due trionfi consecutivi. La doppietta di Saronni arrivò nel 1982, dopo aver battuto Gerrie Knetemann e Greg LeMond, rispettivamente secondo e terzo. L’Italia restò sul gradino più alto del podio anche l’anno seguente con Roberto Visentini e nel 1986 con Luciano Rabottini. Per quest’ultimo fu il successo più prestigioso in carriera e vinse in seguito a una fuga “bidone” nella prima tappa, vestendo la maglia blu fino alla fine. Luciano Rabottini. Dagli anni Novanta a oggi Il nuovo decennio si aprì con il bis di Tony Rominger, già vincitore nel 1989. Furono dieci anni in cui l’Italia fece di nuovo da protagonista nella corsa. Cinque successi di fila tra il 1993 e il 1997, chiudendo con il podio interamente azzurro nel 1999 con, in ordine, Michele Bartoli, Davide Rebellin, Stefano Garzelli. Anche con l’inizio del nuovo millennio restano i corridori italiani a lottare per la vittoria finale, tra Filippo Pozzato (2003) e Paolo Bettini (2004). Quest’ultimo vinse per soli cinque secondi su Oscar Freire, il quale ottenne il suo riscatto l’anno dopo ai danni di Alessandro Petacchi. Anche il velocista italiano ebbe però presto “vendetta” sul basco, conquistando la Milano-Sanremo la settimana successiva. La vittoria tornò nelle mani di un corridore completo nel 2008 con Fabian Cancellara. Quella fu una delle tante stagioni superlative dello svizzero, che prima della Tirreno-Adriatico fece sua la Strade Bianche e dopo la Milano-Sanremo, un secondo posto nella Parigi-Roubaix e due medaglie alle Olimpiadi di Tokyo: oro a cronometro, bronzo nella prova in linea. Fabian Cancellara. Nelle edizioni seguenti della Corsa dei Due Mari ancora tanta Italia con Michele Scarponi e Stefano Garzelli che si scambiarono il primo e il secondo gradino del podio nel 2009 e nel 2010. In quest’ultimo anno fu introdotto un nuovo trofeo da assegnare al vincitore della corsa: il Tridente di Nettuno, dio romano del mare. Divenne presto il simbolo di questa corsa, grazie anche alle scene enfatizzate prima della premiazione: una barca della Guardia Costiera lo porta fuori dall’acqua per consegnarlo nelle mani degli organizzatori, fino alla consegna ufficiale al trionfatore della gara. Vincenzo Nibali è il primo ad alzare due volte il Tridente, grazie ai due successi consecutivi nel 2012 e nel 2013. Quest’ultimo è l’anno della consacrazione per Nibali: prima da “Squalo dello stretto di Messina” diventa “Squalo dei Due Mari” e poi domina il Giro d’Italia. Sono sempre di più i nomi altisonanti che scandiscono l’albo d’oro della Tirreno-Adriatico: Alberto Contador, Nairo Quintana, Greg Van Avermaet, Michal Kwiatkowski, Primož Roglič. Fino ad arrivare all’affermazione di Simon Yates nel 2020, avvenuta a settembre a causa dell’emergenza sanitaria. Il traguardo di Simon Yates dell’edizione 2020. L’edizione 2021 Tirreno-Adriatico L’edizione 2021 della Tirreno-Adriatico resterà impressa negli annali. Ogni tappa ha regalato spettacolo ed emozioni, come non succedeva da tempo. Tutto all’insegna della straordinaria impronta che la nuova generazione sta imprimendo al ciclismo. Età media dei vincitori delle sette tappe? 25 anni. Si è partiti dal lungomare toscano, precisamente a Lido di Camaiore, sede di partenza e di arrivo della prima tappa. A imporsi in volata è stato Wout van Aert. Il belga ha confermato la sua solidità anche negli sprint battendo velocisti puri Caleb Ewan e Fernardo Gaviria, rispettivamente secondo e terzo. La seconda frazione è più impegnativa, visto lo strappo finale che precede il traguardo di Chiusdino. È una volata all’insù e a vincerla è uno specialista di questo genere di arrivi: Julian Alaphilippe. Il campione del mondo brucia van Aert, ma per poco non viene superato da Mathieu van der Poel, il quale ha lanciato il proprio sprint troppo tardi. Il giorno dopo il corridore olandese della Alpecin Fenix non sbaglia i tempi e domina lo sprint, dopo un breve tratto in pendenza a Gualdo Tadino. La vistosa esultanza di Mathieu parla da sola: è definitivamente pronto a entrare a gamba tesa nel mondo del ciclismo su strada. Lui che la settimana precedente ha stupito tutti domando la Strade Bianche. Wout van Aert è di nuovo sul podio, questa volta secondo, con la maglia blu di leader della classifica generale sulle spalle. La quarta tappa è quella decisiva per le sorti della classifica generale. Nel finale si scala l’ascesa abruzzese di Prati di Tivo e l’allungo al quale nessuno resiste è quello di Tadej Pogačar. Lo sloveno attacca a metà salita e il tentativo di Simon Yates di riprenderlo è vano. Il vincitore del Tour de France 2020 si prende la tappa e strappa la maglia a Wout van Aert, il quale se l’è comunque cavata benissimo chiudendo con soli 45 secondi di ritardo e con gli altri scalatori. La quinta frazione è quella dei muri marchigiani con arrivo a Castelfidardo. Mathieu van der Poel firma un numero straordinario lasciando il gruppo quando mancano 53 chilometri alla conclusione. Una fuga solitaria che arriva ad avere tre minuti di vantaggio, quando Pogacar decide di partire per incrementare il proprio guadagno nella generale e per poco non riprende van der Poel. Nella sesta tappa pianeggiante il gruppo se la prende comoda e lascia ampio spazio alla fuga di giornata. A spuntarla tra i fuggitivi allo sprint è il danese Mads Wurtz Schmidt. La Corsa dei Due Mari si chiude come al solito con la cronometro individuale di San Benedetto del Tronto, dove impressiona ancora Wout van Aert. Il corridore della Jumbo-Visma si conferma tra i migliori in assoluto anche nelle prove contro il tempo, sconfiggendo Stefan Kung (Campione europeo) e Filippo Ganna (Campione del mondo). Ad alzare il Tritone, il trofeo del vincitore finale, è quindi Tadej Pogacar davanti a Wout van Aert e Mikel Landa. Il percorso: un epilogo unico per la Corsa dei Due Mari Fin dalle prime edizioni la Tirreno-Adriatico si è chiusa con la cronometro individuale di San Benedetto del Tronto. Un tracciato quasi privo di curve nel quale gli specialisti delle prove contro il tempo possono sviluppare grande potenza. La pedana di partenza è di solito posta in viale Tamerici (Riva sud) da dove si procede verso Porto d’Ascoli lungo il mare. Da Piazza Salvo d’Acquisto (cronometraggio intermedio, km 4,7) si prosegue ancora circa 750 m prima di risalire fino a San Benedetto del Tronto dove la corsa termina sul traguardo tradizionale di viale Buozzi. Negli ultimi 2,5 km, interamente rettilinei, si risale il suggestivo lungomare. Tirreno-Adriatico: l’Albo d’Oro Anno Vincitore Secondo Terzo 1966 Dino Zandegù Vito Taccone Rolf Maurer 1967 Franco Bitossi Carmine Preziosi Vito Taccone 1968 Claudio Michelotto Italo Zilioli Rudi Altig 1969 Carlo Chiappano Albert Van Vlierberghe Giuseppe Fezzardi 1970 Antoon Houbrechts Italo Zilioli Felice Gimondi 1971 Italo Zilioli Georges Pintens Marcello Bergamo 1972 Roger De Vlaeminck Josef Fuchs Tomas Pettersson 1973 Roger De Vlaeminck Frans Verbeeck Gösta Pettersson 1974 Roger De Vlaeminck Knut Knudsen Simone Fraccaro 1975 Roger De Vlaeminck Knut Knudsen Wladimiro Panizza 1976 Roger De Vlaeminck Eddy Merckx Gianbattista Baronchelli 1977 Roger De Vlaeminck Francesco Moser Giuseppe Saronni 1978 Giuseppe Saronni Knut Knudsen Francesco Moser 1979 Knut Knudsen Giuseppe Saronni Giovanni Battaglin 1980 Francesco Moser Alfons De Wolf Dante Morandi 1981 Francesco Moser Raniero Gradi Marino Amadori 1982 Giuseppe Saronni Gerrie Knetemann Greg LeMond 1983 Roberto Visentini Gerrie Knetemann Francesco Moser 1984 Tommy Prim Erich Mächler Roberto Visentini 1985 Joop Zoetemelk Acácio da Silva Stefan Mutter 1986 Luciano Rabottini Francesco Moser Giuseppe Petito 1987 Rolf Sørensen Giuseppe Calcaterra Tony Rominger 1988 Erich Mächler Tony Rominger Rolf Sørensen 1989 Tony Rominger Rolf Gölz Charly Mottet 1990 Tony Rominger Zenon Jaskuła Gilles Delion 1991 Herminio Díaz Zabala Federico Ghiotto Raúl Alcalá 1992 Rolf Sørensen Raúl Alcalá Fabian Jeker 1993 Maurizio Fondriest ” Andrei Tchmil Stefano Della Santa 1994 Giorgio Furlan Evgenij Berzin Stefano Colagè 1995 Stefano Colagè Maurizio Fondriest Dmitrij Konyšev 1996 Francesco Casagrande Oleksandr Hončenkov Gianluca Pianegonda 1997 Roberto Petito Gianluca Pianegonda Beat Zberg 1998 Rolf Järmann Franco Ballerini Jens Heppner 1999 Michele Bartoli Davide Rebellin Stefano Garzelli 2000 Abraham Olano Jan Hruška Juan Carlos Domínguez 2001 Davide Rebellin Gabriele Colombo Michael Boogerd 2002 Erik Dekker Danilo Di Luca Óscar Freire 2003 Filippo Pozzato Danilo Di Luca Ruggero Marzoli 2004 Paolo Bettini Óscar Freire Erik Zabel 2005 Óscar Freire Alessandro Petacchi Fabrizio Guidi 2006 Thomas Dekker Jörg Jaksche Alessandro Ballan 2007 Andreas Klöden Kim Kirchen Aleksandr Vinokurov 2008 Fabian Cancellara Enrico Gasparotto Thomas Löfkvist 2009 Michele Scarponi Stefano Garzelli Andreas Klöden 2010 Stefano Garzelli Michele Scarponi Cadel Evans 2011 Cadel Evans Robert Gesink Michele Scarponi 2012 Vincenzo Nibali Chris Horner Roman Kreuziger 2013 Vincenzo Nibali Chris Froome Alberto Contador 2014 Alberto Contador Nairo Quintana Roman Kreuziger 2015 Nairo Quintana Bauke Mollema Rigoberto Urán 2016 Greg Van Avermaet Peter Sagan Bob Jungels 2017 Nairo Quintana Rohan Dennis Thibaut Pinot 2018 Michał Kwiatkowski Damiano Caruso Geraint Thomas 2019 Primož Roglič Adam Yates Jakob Fuglsang 2020 Simon Yates Geraint Thomas Rafał Majka 2021 Tadej Pogačar Wout van Aert Mikel Landa Articolo realizzato con il contributo di Alessio Valsecchi.