Eddy Merckx: la biografia del ciclista più vincente di sempre Emanuele Peri 22 Ottobre 2019 Gare Il 17 giugno 1945, negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, il più grande conflitto mai combattuto dall’uomo, nasce il più grande ciclista della storia, Eddy Merckx a Meensel-Kiezegem, in quel Belgio che aveva vissuto l’occupazione nazista forse come simbolo di rinascita di una nazione che doveva ricostruirsi dopo anni di sofferenze e distruzione. Il “Cannibale” è ancora oggi forgiato di questo titolo in quanto può vantare di essere il corridore più vincente di sempre: professionista dal 1965 al 1978 tra i suoi successi ricordiamo i 5 Tour de France, i 5 Giri d’Italia, una Vuelta di Spagna, 3 Campionati del Mondo e 19 Classiche Monumento, oltre a più 500 vittorie in altre corse del calendario. A differenza dei corridori odierni che si specializzano su particolari corse del calendario in base alle caratteristiche fisiche che li contraddistinguono, Eddy Merckx e i corridori della sua epoca erano molto più polivalenti, in grado di giocarsi la vittoria tanto in salita quanto in volata e a cronometro. In questo articolo a lui dedicato andremo a raccontare la biografia, i successi, gli aneddoti e le frasi che hanno reso grande Eddy Merckx non solo come atleta ma anche come uomo e grande personaggio di cronaca. Un racconto attraverso la sua vita tra gli alti e i bassi della sua carriera, delle sue rivalità con lo scomparso Felice Gimondi e il francese Raymond Poulidor, senza i quali la storia del Cannibale non sarebbe stata così epica. La Biografia di Eddy Merckx Come detto precedentemente “Eddy”, all’anagrafe Edouard Louis Joseph Merckx, nasce a Meensel-Kiezegem, nel Brabante belga, il 17 giugno del 1945 da Jules Merckx e Jenny Pittomvils. Fin da piccolo egli dimostrò particolare vicinanza allo sport, praticando nei suoi primi anni il calcio, il pugilato e il ciclismo, che scelse definitivamente all’età di 16 anni quando acquisì la licenza per correre con il team Ever Kerkhoek Sportif da dilettante, volendo seguire il suo mito d’infanzia tragicamente scomparso in un incidente, Stan Ockers. Nei suo primi anni da ciclista dimostrò subito di essere il più forte della sua categoria, portando a casa 51 vittorie tra strada e pista oltre al titolo nazionale. Prima di passare professionista Eddy Merckx stupisce ancora gli appassionati facendo suo anche il Campionato Mondiale nella prova in linea dei dilettanti a Sallanches. Il più grande ciclista da bambino Eddy Merckx. Il passaggio nel professionismo e le prime vittorie di Eddy Merckx Neanche ventenne, nell’aprile del 1965, Eddy Merckx viene scelto dalla Solo-Superia del celebre Rik Van Looy per passare nel mondo dei professionisti, mondo che non spaventa il giovane belga e sarà capace di conquistare in pochissimo tempo. Al suo primo anno da pro, riuscì a vincere ben 9 corse anche se di secondo piano, in quanto le gerarchie della squadra erano molto rigide. A complicare le cose, il grande Van Looy aveva designato come suo successore un proprio gregario al quale consegnò una vittoria di tappa al Tour e inoltre il servizio militare, obbligatorio in Belgio, aveva reso la strada del “Cannibale” in salita. Consapevole delle proprie capacità e sentitosi chiuso nella squadra in cui militava, nel 1966 passò alla Pegeout di Gaston Plaud, dove si mise subito in mostra conquistando la prima delle sette Milano-Sanremo. Si dice che mamma Jenny svenne davanti al televisore vedendo il proprio figlio trionfare in volata contro campioni come Vittorio Adorni, Felice Gimondi e il rivale Van Looy in una corsa così importante come la “Classicissima”. Una delle prime vittorie alla Milano-Sanremo 1966 di Eddy Merckx. Ma sarà solo il primo dei tantissimi successi che faranno saltare gli appassionati dalle sedie, nel giro di pochi anni anche mamma Jenny si abituerà ai successi di Eddy. I suoi rivali da quel momento iniziarono a guardarlo con occhi diversi: proprio Gimondi, che era ormai entrato nell’olimpo del ciclismo vincendo il Tour, lo sfidò in un bellissimo testa a testa al Giro di Lombardia 1966, dove però il belga fu costretto a soccombere alla maggiore esperienza del corridore bergamasco che correva sulle strade di casa. Nel 1967 Eddy Merckx bissò il successo alla Sanremo mettendo dietro di sé ben tre italiani: Bitossi, Motta e Gimondi. In aprile conquisto la Gand-Wevelgem e la Freccia Vallone, suscitando però il sospetto che il belga fosse un corridore adatto soltanto alle corse di un giorno e non alle gare a tappe di tre settimane. Al Giro d’Italia dello stesso anno dimostrò invece grandissima abilità anche in salita, vincendo sul duro arrivo del Blockhaus sulla Majella. In quella corsa rosa riuscì a vincere anche in volata a Lido degli Estensi e soltanto una bronchite lo mise fuori dalla lotta per la Maglia Rosa, terminando la rassegna in nona posizione, ma suscitando tra gli appassionati una certa curiosità per gli anni avvenire. A fine anno a soli ventidue anni Eddy Merckx diventa Campione del Mondo a Heerlen in volata dopo una lunga fuga partita dopo soli 4 chilometri dall’inizio della corsa nella quale il belga fu abile a riassorbire i tentativi di allungo e a resistere al ritorno di Jan Janssen. Eddy Merckx diventa Campione del Mondo a Heerlen a soli ventidue anni nel 1967. Le stagioni alla Faema e il caso doping: Giro e Tour Nel 1968 il nuovo patron della Faema, Vincenzo Giacotto, volle a tutti i costi il neo campione del mondo Eddy Merckx per trasformarlo in un grande corridore capace di vincere anche le grandi corse a tappe, affiancato dall’esperto Vittorio Adorni. Nei primi mesi alla formazione milanese sfuggì il tris alla Classica di Primavera, ma fece sua la mitica Parigi-Roubaix, mostrando, da buon belga, grande affinità anche con il pavé sconnesso della monumento francese. A maggio Eddy Merckx partì per il Giro d’Italia 1968 e non tradì le aspettative: vinse quattro frazioni, indossando la Maglia Rosa per 13 giorni e facendo sua la corsa nell’ultima frazione di Napoli con 5 minuti sul compagno Adorni, secondo nella generale davanti a Gimondi, terzo a oltre 9 minuti. Secondo lo stesso “Cannibale”, la tappa con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo fu una delle vittorie più belle di Eddy Merckx: egli già in Maglia Rosa, non aspettò i duri 7 chilometri di ascesa, ma salutò tutti molto prima. Recuperò 16 uomini che si trovavano avanti oltre 10 minuti in soli 12 chilometri e andò a tagliare il traguardo con le braccia al cielo, improntando nella testa degli appassionati di ciclismo quelle pedalate epiche che non rivedremo mai più con nessun altro corridore. Eddy Merckx partecipa al Giro d’Italia 1968 indossando la Maglia Rosa per 13 giorni. Il 1969 comincia con il tris alla Milano-Sanremo, record nella quale il corridore belga andrà a eguagliare Fausto Coppi attaccando sul Poggio e svolgendo la discesa verso via Roma prendendosi molti rischi. Merckx terminò la Classicissima tagliando il traguardo con 12″ su Roger de Vlaeminck. Oltre alla prima monumento della stagione, Eddy Merckx si aggiudica anche il Giro delle Fiandre, con oltre 5 minuti su Gimondi e 8 su Basso dopo una fuga solitaria di 70 chilometri sotto il vento e la pioggia del nord, e la Liegi-Bastogne-Liegi grazie a un perfetto gioco di squadra che portò due corridori della Faema nelle prime due posizioni. Si presentava così all’inizio del Giro d’Italia con i favori del pronostico ma non tutto andò come sperato: il “Cannibale”, in maglia rosa a Savona, fu escluso dalla competizione dopo essere risultato positivo a un controllo anti-doping, più precisamente a un anfetaminico. Famosissima la scena con Sergio Zavoli, telecronista RAI, che va a intervistare Merckx in lacrime nella camera d’albergo che afferma di essere innocente e di non aver mai assunto sostanze dopanti. Il caso fece molto scalpore e si rischiò l’incidente diplomatico tra Italia e Belgio, con quest’ultimo che dichiarava che il suo campione fosse caduto vittima di un complotto per favorire corridori italiani. Tutta la stampa prese le difese di Eddy Merckx, il quale dichiarò l’irregolarità dei controlli che si svolsero senza la presenza di uno dei membri del team. Eddy Merckx escluso dal giro d’italia dopo essere risultato positivo a un controllo anti-doping. Il fenomeno comunque non si fa scoraggiare troppo e in luglio si presenta al via del Tour de France 1969, corsa che dominò con una grinta mai vista prima: divenne leader della maglia gialla alla seconda frazione e la tenne fino a Parigi per venti giorni. Vinse la Grand Boucle con 17’54” sul secondo classificato, stabilì il record di scalata del Galibier, e fece sua anche maglia a Pois, maglia Verde e Combinata. Proprio in questo Tour nacque il soprannome “Cannibale”, dopo una discussione tra il corridore Christian Raymond e la figlia. Il ciclista francese dopo aver detto alla figlia dodicenne “Non ci lascia nemmeno le briciole”, si sentì rispondere “Ma allora questo Merckx è proprio un cannibale”. Nel 1970 si realizza una delle più belle imprese di Eddy Merckx: la doppietta Giro-Tour, impresa fino a quel momento riuscita soltanto a Fausto Coppi e Jacques Anquetil. Inizialmente egli non volle partecipare alla Corsa Rosa per l’incidente dell’anno prima, ma il suo amore per l’Italia e le pressioni del team milanese gli fecero cambiare idea. Alla Grand Boucle conquistò la maglia gialla nella prima tappa, un prologo e la tenne fino alla fine per tutti e 21 i giorni. Al Giro fece sue 3 frazioni, al Tour ben 8. 1971-76: gli anni alla Molteni di Eddy Merckx Nel 1971 Eddy Merckx decise di trasferirsi alla Molteni, squadra di Arcore in cui militerà per ben sei anni. Nonostante un ottima prima parte di stagione che gli valsero la quarta Milano-Sanremo e la seconda Liegi-Bastogne-Liegi, non partecipò al Giro, andando direttamente al Tour. Le prime nove tappe andarono come di consueto con Merckx in giallo a dominare la corsa, la decima invece rischiò di far saltare tutto: a causa di una caduta e due forature dovette cedere la maglia di leader a Joop Zoetemelk. Nei giorni successivi andò a oltre 9 minuti dal leader, ma il campione rialzò la testa e con una fuga di 250 chilometri riuscì a riavvicinarsi nella classifica generale al nuovo leader, Luis Ocana. Lo spagnolo però fu vittima di una caduta che lo mandò in coma per qualche giorno e fu costretto ad abbandonare la corsa, riconsegnando la Gialla a Eddy Merckx che andò a vincere il suo secondo Tour de France. Nel finale di stagione sull’impegnativo circuito di Mendrisio fece suo anche il secondo Campionato del Mondo 1971, dopo una fuga di 50 km con il rivale di sempre Felice Gimondi, costretto a soccombere al Cannibale nella volata finale. A ottobre conquistò anche la Classica Monumento che gli mancava, il Giro di Lombardia, chiudendo l’annata con 54 successi, record di vittorie stagionali di sempre. Eddy Merckx vince il secondo Campionato del Mondo nel 1971. Il 1972 è un altro completo dominio di Eddy Merckx, capace di conquistare la quinta Sanremo, la terza Liegi, il terzo Giro, il terzo Tour e il secondo Lombardia. Alla corsa rosa se la vide principalmente con il grande scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente: lo spagnolo inflisse una cocente sconfitta al belga nella tappa del Blockhaus ma nulla poté contro lo strapotere di Merckx nella cronometro di Forte dei Marmi e sull’inedito arrivo dello Jafferau. In Francia non ci fu storia con il “Cannibale” in Maglia Gialla con oltre 10 minuti su Gimondi e Poulidor. Al mondiale di Gap venne però sconfitto dalla nazionale italiana con Basso neo campione del mondo e Franco Bitossi secondo. Convinto dai premi forniti dagli organizzatori, Eddy Merckx nel 1973 partecipa per la prima alla Vuelta di Spagna dopo aver conquistato la quarta Liegi e la seconda Roubaix. Alla corsa spagnola il grande rivale fu Ocana, ma lo scalatore non fu favorito dal percorso poco montagnoso della manifestazione e fu costretto alla seconda posizione dietro il Cannibale, diventando il terzo ciclista dopo Anquetil e Gimondi ad assicurarsi tutti e tre i Grandi Giri. Partecipò anche al Giro dove vinse 6 frazioni e la quarta Maglia Rosa, dominando la corsa nonostante il grande parterre della corsa. Felice Gimondi dopo l’ennesimo smacco subìto dal belga in Italia si presentò al Mondiale di Barcellona e riuscì a vendicarsi diventando Campione del Mondo allo sprint anticipando tre corridori tra i quali Eddy Merckx. A ottobre il Cannibale fece suo il terzo Lombardia consecutivo. Eddy Merckx nel 1973 partecipa per la prima alla Vuelta di Spagna. Nel 1974 dimostrò ancora di essere più forte, fu infatti il primo a centrare la tripletta Giro-Tour-Mondiale. In primavera Merckx non conquistò nessuna classica e solo per poco riuscì ad aggiudicarsi la corsa rosa: giunse a Milano con soli 12 secondi sul neoprofessionista Gianbattista Baronchelli, ovvero il minor margine di sempre tra il primo e il secondo al Giro d’Italia. Furono tuttavia gli ultimi successi di Merckx nei grandi giri: chiuse con 5 Giri, 5 Tour e una Vuelta. Aggiudicandosi per la terza volta il mondiale andò a eguagliare il record di Alfredo Binda e Rik Van Steenberger sconfiggendo in volata Raymond Poulidor. La stagione 1975 portò a Eddy Merckx la sesta Milano-Sanremo (battendo sul finale Francesco Moser), il secondo Fiandre e la quinta Liegi ma fu costretto a saltare Giro e Vuelta per infortunio. Partecipò allora al Tour cercando il sesto successo, mai riuscito prima d’ora a nessun corridore, ma il belga in maglia gialla andò in crisi nella durissima tappa con arrivo a Pra Loup e fu costretto a cedere il simbolo del primato al francese Thevènet che poi andò a vincere quella edizione della Grand Boucle. L’ultima stagione alla Molteni, nel 1976, viene ricordata solo per il sesto successo alla Sanremo e l’incredibile ottavo posto in generale al Giro d’Italia vinto per la terza volta in carriera dal suo rivale di sempre Felice Gimondi. Al termine della corsa fu celebre la frase di Merckx nei confronti del bergamasco: “Senza Gimondi mi sarei divertito meno, e vincere sarebbe stato più facile”. Gli ultimi anni di Eddy Merckx Gli ultimi due anni, il primo alla Fiat France e il secondo al Team C&A furono ricchi di delusioni, pochissime le vittorie e di poco prestigio, così Eddy Merckx, il 19 marzo del 1978, decise di correre la sua ultima gara, la Omloop Van het Waasland, chiudendo la carriera poco più che trentatreenne e con 525 successi tra i professionisti. Dopo il ritiro dalle corse Eddy, tre anni dopo il suo ritiro, ha fondato un’azienda produttrice di biciclette, la Eddy Merckx Cycles a Meise, vicino Bruxelles che fin da subito ha avuto un’importante risonanza a livello internazionale: in pochi anni infatti è entrato nel giro del professionismo sponsorizzando team come la Kelme, la Lotto, la Telekom e la Quickstep. Tra il 1986 e il 1996 il “Cannibale” ha guidato i campioni della nazionale belga come direttore sportivo per le prove olimpiche e mondiali su strada, ottenendo ben due maglie iridate con Rudy Dhaenens nel 1990 e con Johan Museeuw nel 1996. A livello mediatico invece è stato insignito come “barone” dal re del Belgio Alberto II nel 1996: fu il primo sportivo della nazione a essere forgiato di questo importante titolo nobiliare. Palmarès di Eddy Merckx (vittorie principali) 1966: Milano-Sanremo, Bruxelles-Meulebeke 1967: Milano-Sanremo, Gand-Wevelgem, Freccia Vallone, 2 tappe Giro d’Italia, Campionato del Mondo 1968: Parigi-Roubaix, Giro d’Italia con 4 tappe, Tre Valli Varesine, Giro di Sardegna, Volta Catalunya 1969: Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi, 4 tappe Giro d’Italia, Tour de France con 6 tappe, Campionato Europeo pista (americana) 1970: Parigi-Nizza, Gand-Wevelgem, Parigi-Roubaix, Freccia Vallone, Giro d’Italia con 3 tappe, Tour de France con 8 tappe 1971: Parigi-Nizza, Milano-Sanremo, Omloop Het Volk, Liegi-Bastogne-Liegi, Tour de France con 4 tappe, Campionato del Mondo, Giro di Lombardia 1972: Milano-Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi, Freccia Vallone, Giro d’Italia con 4 tappe, Tour de France con 6 tappe, Giro di Lombardia, Record dell’Ora 1973: Omloop Het Volk, Gand-Wevelgem, Amstel Gold Race, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi, Vuelta di Spagna con 6 tappe, Giro d’Italia con 6 tappe, Parigi-Bruxelles 1974: Giro d’Italia con 2 tappe, Giro di Svizzera, Tour de France con 8 tappe, Campionato del Mondo 1975: Milano-Sanremo, Amstel Gold Race, Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi, due tappe Tour de France, Campionato Europeo pista (Omnium) 1976: Milano-Sanremo, tappa Tirreno-Adriatico 1977: Tour of Mediterraneen, tappa Parigi-Nizza, tappa Giro di Svizzera, Campionato Europeo pista (americana) Formazioni 1965: Solo 1966-1967: Peugeot 1968-1969: Faema 1970: Faemino 1971-1976: Molteni 1977: Fiat France 1978: C&A