La primavera arriva ogni anno e la Tirreno-Adriatico ne fa da più di cinquant’anni da affascinante prologo. Denominata anche “Corsa dei Due Mari” per il suo caratteristico percorso che collega il Mar Tirreno all’Adriatico, questa gara a tappe fa da aperitivo anche alle grandi classiche, prima fra tutte, restando in Italia, la Classicissima di Primavera, ovvero la Milano-Sanremo.

In quest’articolo ci immergiamo nella storia della competizione ciclistica che più di ogni altra attraversa il centro del Bel Paese, tra imprese, rivalità e aneddoti.

In fondo troverete anche l’Albo d’Oro con il podio di ogni edizione.

Uno scatto durante la corsa Tirreno-Adriatico 2020

Tirreno-Adriatico: le prime edizioni

L’esordio ci fu nel 1966 sotto il nome di “Tre Giorni del Sud” per iniziativa del “Velo Club Forze Sportive Romane” coadiuvato da Franco Mealli, ex-corridore professionista e organizzatore di prestigio di competizioni ciclistiche e non.

Giocò un ruolo importante nell’organizzazione dei mondiali del 1955 a Frascati e a Ostuni nel 1976 e delle Olimpiadi di Roma del 1960. Proprio da Roma nel ‘66 venne fissata la partenza della prima edizione della Corsa dei Due Mari con arrivo a Pescara, dopo tre tappe. Già dall’anno successivo la durata della corsa si allungò fino ad arrivare stabilmente alle cinque frazioni.

Le prime gare furono appannaggio dei corridori di casa, grazie ai successi, in ordine, di Dino Zandegù, Franco Bitossi, Claudio Michelotto e Carlo Chiappano. Nel 1970 Antoon Houbrechts, pur senza vincere nessuna tappa, interruppe il dominio italiano. Italo Zilioli, secondo quell’anno, si vendicò nell’edizione successiva prendendo subito la maglia blu (quella di leader della classifica generale) senza mai mollarla.

Il traguardo di Italo Zilioli nella vecchia edizione della Tirreno-Adriatico

Il traguardo di Italo Zilioli.

Il dominio di Roger De Vlaeminck

Nel 1972 cominciò una striscia di vittorie fenomenali che diedero vita al record di successi nella Tirreno-Adriatico di Roger De Vlaeminck. Un record tuttora imbattuto di sei vittorie, per di più consecutive. “Il Gitano di Eeklo”, così è soprannominato il corridore belga, dominò gli anni Settanta con grande facilità imponendosi sulle salite del centro-Italia e nella classica cronometro finale di San Benedetto del Tronto, che ancora oggi fa da epilogo alla corsa.

Considerato da molti il più forte di sempre nelle corse di un giorno, De Vlaeminck riteneva la Tirreno-Adriatico un’ottima preparazione alle Classiche del Nord. Un percorso a misura per lui, che era un corridore completo capace di vincere su tanti terreni e trasformare i diversi scenari a suo favore.

È quello che fece in diverse occasioni nella Corsa dei Due Mari dove riuscì a opporsi più volte anche ai suoi rivali belgi. Frans Verbeeck e Eddy Merckx restarono per esempio sul secondo gradino del podio rispettivamente nel 1973 e il 1976.

Alle spalle di De Vlaeminck, nell’ultima edizione che il belga vinse, giunsero Francesco Moser e Giuseppe Saronni. La Tirreno-Adriatico era pronta a diventare il teatro della storica rivalità tra i due corridori italiani.

Uno scatto storico del duello Moser contro Saronni durante la Tirreno-Adriatico

Il duello tra Moser e Saronni.

La sfida Moser-Saronni

Sul finire degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta i due si spartirono due vittorie a testa nella Corsa dei Due Mari: Giuseppe Saronni vinse le edizioni del 1978 e del 1982, Francesco Moser quelle del 1980 e 1981.

Il 1978 è l’anno della nascita del duello tra i due e la prima sfida è proprio quella nella Tirreno-Adriatico. Saronni vinse la prima tappa, una cronometro individuale con partenza da Santa Marinella e arrivo a Santa Severa, vicino il litorale romano. Fu il leader della corsa fino all’ultima frazione, un successo che lo lanciò definitivamente verso i Grandi Giri e le Classiche.

Moser si riscattò due mesi dopo con la vittoria del Giro d’Italia, dove Saronni vinse le sue prime tre tappe in un Grande Giro, e negli anni successivi con i due trionfi consecutivi.

La doppietta di Saronni arrivò nel 1982, dopo aver battuto Gerrie Knetemann e Greg LeMond, rispettivamente secondo e terzo.

L’Italia restò sul gradino più alto del podio anche l’anno seguente con Roberto Visentini e nel 1986 con Luciano Rabottini. Per quest’ultimo fu il successo più prestigioso in carriera e vinse in seguito a una fuga “bidone” nella prima tappa, vestendo la maglia blu fino alla fine.

Uno scatto di Luciano Rabottini durante una vecchia edizione della Tirreno-Adriatico

Luciano Rabottini.

Dagli anni Novanta a oggi

Il nuovo decennio si aprì con il bis di Tony Rominger, già vincitore nel 1989. Furono dieci anni in cui l’Italia fece di nuovo da protagonista nella corsa.

Cinque successi di fila tra il 1993 e il 1997, chiudendo con il podio interamente azzurro nel 1999 con, in ordine, Michele Bartoli, Davide Rebellin, Stefano Garzelli.

Anche con l’inizio del nuovo millennio restano i corridori italiani a lottare per la vittoria finale, tra Filippo Pozzato (2003) e Paolo Bettini (2004). Quest’ultimo vinse per soli cinque secondi su Oscar Freire, il quale ottenne il suo riscatto l’anno dopo ai danni di Alessandro Petacchi.

Anche il velocista italiano ebbe però presto “vendetta” sul basco, conquistando la Milano-Sanremo la settimana successiva.

La vittoria tornò nelle mani di un corridore completo nel 2008 con Fabian Cancellara. Quella fu una delle tante stagioni superlative dello svizzero, che prima della Tirreno-Adriatico fece sua la Strade Bianche e dopo la Milano-Sanremo, un secondo posto nella Parigi-Roubaix e due medaglie alle Olimpiadi di Tokyo: oro a cronometro, bronzo nella prova in linea.

Fabian Cancellara.

Fabian Cancellara.

Nelle edizioni seguenti della Corsa dei Due Mari ancora tanta Italia con Michele Scarponi e Stefano Garzelli che si scambiarono il primo e il secondo gradino del podio nel 2009 e nel 2010.

In quest’ultimo anno fu introdotto un nuovo trofeo da assegnare al vincitore della corsa: il Tridente di Nettuno, dio romano del mare. Divenne presto il simbolo di questa corsa, grazie anche alle scene enfatizzate prima della premiazione: una barca della Guardia Costiera lo porta fuori dall’acqua per consegnarlo nelle mani degli organizzatori, fino alla consegna ufficiale al trionfatore della gara.

Vincenzo Nibali è il primo ad alzare due volte il Tridente, grazie ai due successi consecutivi nel 2012 e nel 2013. Quest’ultimo è l’anno della consacrazione per Nibali: prima da “Squalo dello stretto di Messina” diventa “Squalo dei Due Mari” e poi domina il Giro d’Italia.

Sono sempre di più i nomi altisonanti che scandiscono l’albo d’oro della Tirreno-Adriatico: Alberto Contador, Nairo Quintana, Greg Van Avermaet, Michal Kwiatkowski, Primož Roglič. Fino ad arrivare all’affermazione di Simon Yates nel 2020, avvenuta a settembre a causa dell’emergenza sanitaria.

Il traguardo di Simon Yates nell'edizione 2020 della Tirreno-Adriatico

Il traguardo di Simon Yates dell’edizione 2020.

L’edizione 2021 Tirreno-Adriatico

L’edizione 2021 della Tirreno-Adriatico resterà impressa negli annali. Ogni tappa ha regalato spettacolo ed emozioni, come non succedeva da tempo. Tutto all’insegna della straordinaria impronta che la nuova generazione sta imprimendo al ciclismo.

Età media dei vincitori delle sette tappe? 25 anni.

Si è partiti dal lungomare toscano, precisamente a Lido di Camaiore, sede di partenza e di arrivo della prima tappa. A imporsi in volata è stato Wout van Aert. Il belga ha confermato la sua solidità anche negli sprint battendo velocisti puri Caleb Ewan e Fernardo Gaviria, rispettivamente secondo e terzo.

La seconda frazione è più impegnativa, visto lo strappo finale che precede il traguardo di Chiusdino. È una volata all’insù e a vincerla è uno specialista di questo genere di arrivi: Julian Alaphilippe. Il campione del mondo brucia van Aert, ma per poco non viene superato da Mathieu van der Poel, il quale ha lanciato il proprio sprint troppo tardi.

Il giorno dopo il corridore olandese della Alpecin Fenix non sbaglia i tempi e domina lo sprint, dopo un breve tratto in pendenza a Gualdo Tadino. La vistosa esultanza di Mathieu parla da sola: è definitivamente pronto a entrare a gamba tesa nel mondo del ciclismo su strada. Lui che la settimana precedente ha stupito tutti domando la Strade Bianche. Wout van Aert è di nuovo sul podio, questa volta secondo, con la maglia blu di leader della classifica generale sulle spalle.

La quarta tappa è quella decisiva per le sorti della classifica generale. Nel finale si scala l’ascesa abruzzese di Prati di Tivo e l’allungo al quale nessuno resiste è quello di Tadej Pogačar. Lo sloveno attacca a metà salita e il tentativo di Simon Yates di riprenderlo è vano. Il vincitore del Tour de France 2020 si prende la tappa e strappa la maglia a Wout van Aert, il quale se l’è comunque cavata benissimo chiudendo con soli 45 secondi di ritardo e con gli altri scalatori.

La quinta frazione è quella dei muri marchigiani con arrivo a Castelfidardo. Mathieu van der Poel firma un numero straordinario lasciando il gruppo quando mancano 53 chilometri alla conclusione. Una fuga solitaria che arriva ad avere tre minuti di vantaggio, quando Pogacar decide di partire per incrementare il proprio guadagno nella generale e per poco non riprende van der Poel.

Nella sesta tappa pianeggiante il gruppo se la prende comoda e lascia ampio spazio alla fuga di giornata. A spuntarla tra i fuggitivi allo sprint è il danese Mads Wurtz Schmidt.

La Corsa dei Due Mari si chiude come al solito con la cronometro individuale di San Benedetto del Tronto, dove impressiona ancora Wout van Aert. Il corridore della Jumbo-Visma si conferma tra i migliori in assoluto anche nelle prove contro il tempo, sconfiggendo Stefan Kung (Campione europeo) e Filippo Ganna (Campione del mondo).

Ad alzare il Tritone, il trofeo del vincitore finale, è quindi Tadej Pogacar davanti a Wout van Aert e Mikel Landa.

Il percorso: un epilogo unico per la Corsa dei Due Mari

Fin dalle prime edizioni la Tirreno-Adriatico si è chiusa con la cronometro individuale di San Benedetto del Tronto. Un tracciato quasi privo di curve nel quale gli specialisti delle prove contro il tempo possono sviluppare grande potenza.

La pedana di partenza è di solito posta in viale Tamerici (Riva sud) da dove si procede verso Porto d’Ascoli lungo il mare.

Da Piazza Salvo d’Acquisto (cronometraggio intermedio, km 4,7) si prosegue ancora circa 750 m prima di risalire fino a San Benedetto del Tronto dove la corsa termina sul traguardo tradizionale di viale Buozzi.

Negli ultimi 2,5 km, interamente rettilinei, si risale il suggestivo lungomare.

Tirreno-Adriatico: l’Albo d’Oro

Anno Vincitore Secondo Terzo
1966 Bandiera Italia Dino Zandegù Bandiera Italia Vito Taccone Bandiera Svizzera Rolf Maurer
1967 Bandiera Italia Franco Bitossi Bandiera Italia Carmine Preziosi Bandiera Italia Vito Taccone
1968 Bandiera Italia Claudio Michelotto Bandiera Italia Italo Zilioli Bandiera Germania Rudi Altig
1969 Bandiera Italia Carlo Chiappano Bandiera Belgio Albert Van Vlierberghe Bandiera Italia Giuseppe Fezzardi
1970 Bandiera Belgio Antoon Houbrechts Bandiera Italia Italo Zilioli Bandiera Italia Felice Gimondi
1971 Bandiera Italia Italo Zilioli Bandiera Belgio Georges Pintens Bandiera Italia Marcello Bergamo
1972 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Svizzera Josef Fuchs Bandiera Svezia Tomas Pettersson
1973 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Belgio Frans Verbeeck Bandiera Svezia Gösta Pettersson
1974 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Norvegia Knut Knudsen Bandiera Italia Simone Fraccaro
1975 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Norvegia Knut Knudsen Bandiera Italia Wladimiro Panizza
1976 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Belgio Eddy Merckx Bandiera Italia Gianbattista Baronchelli
1977 Bandiera Belgio Roger De Vlaeminck Bandiera Italia Francesco Moser Bandiera Italia Giuseppe Saronni
1978 Bandiera Italia Giuseppe Saronni Bandiera Norvegia Knut Knudsen Bandiera Italia Francesco Moser
1979 Bandiera Norvegia Knut Knudsen Bandiera Italia Giuseppe Saronni Bandiera Italia Giovanni Battaglin
1980 Bandiera Italia Francesco Moser Bandiera Belgio Alfons De Wolf Bandiera Italia Dante Morandi
1981 Bandiera Italia Francesco Moser Bandiera Italia Raniero Gradi Bandiera Italia Marino Amadori
1982 Bandiera Italia Giuseppe Saronni bandiera olanda Gerrie Knetemann Bandiera Stati Uniti Greg LeMond
1983 Bandiera Italia Roberto Visentini bandiera olanda Gerrie Knetemann Bandiera Italia Francesco Moser
1984 Bandiera Svezia Tommy Prim Bandiera Svizzera Erich Mächler Bandiera Italia Roberto Visentini
1985 bandiera olanda Joop Zoetemelk Bandiera Portogallo Acácio da Silva Bandiera Svizzera Stefan Mutter
1986 Bandiera Italia Luciano Rabottini Bandiera Italia Francesco Moser Bandiera Italia Giuseppe Petito
1987 Danimarca Rolf Sørensen Bandiera Italia Giuseppe Calcaterra Bandiera Svizzera Tony Rominger
1988 Bandiera Svizzera Erich Mächler Bandiera Svizzera Tony Rominger Danimarca Rolf Sørensen
1989 Bandiera Svizzera Tony Rominger Bandiera Germania Rolf Gölz Bandiera Francia Charly Mottet
1990 Bandiera Svizzera Tony Rominger Bandiera Polonia Zenon Jaskuła Bandiera Francia Gilles Delion
1991 Bandiera Spagna Herminio Díaz Zabala Bandiera Italia Federico Ghiotto Bandiera Messico Raúl Alcalá
1992 Danimarca Rolf Sørensen Bandiera Messico Raúl Alcalá Bandiera Svizzera Fabian Jeker
1993 Bandiera Italia Maurizio Fondriest Bandiera Moldavia ” Andrei Tchmil Bandiera Italia Stefano Della Santa
1994 Bandiera Italia Giorgio Furlan Bandiera Russia Evgenij Berzin Bandiera Italia Stefano Colagè
1995 Bandiera Italia Stefano Colagè Bandiera Italia Maurizio Fondriest Bandiera Russia Dmitrij Konyšev
1996 Bandiera Italia Francesco Casagrande Bandiera Russia Oleksandr Hončenkov Bandiera Italia Gianluca Pianegonda
1997 Bandiera Italia Roberto Petito Bandiera Italia Gianluca Pianegonda Bandiera Svizzera Beat Zberg
1998 Bandiera Svizzera Rolf Järmann Bandiera Italia Franco Ballerini Bandiera Germania Jens Heppner
1999 Bandiera Italia Michele Bartoli Bandiera Italia Davide Rebellin Bandiera Italia Stefano Garzelli
2000 Bandiera Spagna Abraham Olano Repubblica Ceca Jan Hruška Bandiera Spagna Juan Carlos Domínguez
2001 Bandiera Italia Davide Rebellin Bandiera Italia Gabriele Colombo bandiera olanda Michael Boogerd
2002 bandiera olanda Erik Dekker Bandiera Italia Danilo Di Luca Bandiera Spagna Óscar Freire
2003 Bandiera Italia Filippo Pozzato Bandiera Italia Danilo Di Luca Bandiera Italia Ruggero Marzoli
2004 Bandiera Italia Paolo Bettini Bandiera Spagna Óscar Freire Bandiera Germania Erik Zabel
2005 Bandiera Spagna Óscar Freire Bandiera Italia Alessandro Petacchi Bandiera Italia Fabrizio Guidi
2006 bandiera olanda Thomas Dekker Bandiera Germania Jörg Jaksche Bandiera Italia Alessandro Ballan
2007 Bandiera Germania Andreas Klöden Lussemburgo Kim Kirchen Bandiera Kazakhistan Aleksandr Vinokurov
2008 Bandiera Svizzera Fabian Cancellara Bandiera Italia Enrico Gasparotto Bandiera Svezia Thomas Löfkvist
2009 Bandiera Italia Michele Scarponi Bandiera Italia Stefano Garzelli Bandiera Germania Andreas Klöden
2010 Bandiera Italia Stefano Garzelli Bandiera Italia Michele Scarponi Bandiera Australia Cadel Evans
2011 Bandiera Australia Cadel Evans bandiera olanda Robert Gesink Bandiera Italia Michele Scarponi
2012 Bandiera Italia Vincenzo Nibali Bandiera Stati Uniti Chris Horner Repubblica Ceca Roman Kreuziger
2013 Bandiera Italia Vincenzo Nibali inghilterra Chris Froome Bandiera Spagna Alberto Contador
2014 Bandiera Spagna Alberto Contador Bandiera Colombia Nairo Quintana Repubblica Ceca Roman Kreuziger
2015 Bandiera Colombia Nairo Quintana bandiera olanda Bauke Mollema Bandiera Colombia Rigoberto Urán
2016 Bandiera Belgio Greg Van Avermaet Slovacchia Peter Sagan Lussemburgo Bob Jungels
2017 Bandiera Colombia Nairo Quintana Bandiera Australia Rohan Dennis Bandiera Francia Thibaut Pinot
2018 Bandiera Polonia Michał Kwiatkowski Bandiera Italia Damiano Caruso Inghilterra Geraint Thomas
2019 Bandiera Slovenia Primož Roglič Inghilterra Adam Yates Danimarca Jakob Fuglsang
2020 Inghilterra Simon Yates Inghilterra Geraint Thomas Bandiera Polonia Rafał Majka
2021 Bandiera Slovenia Tadej Pogačar Bandiera Belgio Wout van Aert Bandiera Spagna Mikel Landa

Articolo realizzato con il contributo di Alessio Valsecchi.

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A proposito dell'autore

Da sempre convive con quella malattia cronica che lo fa appassionare a qualsiasi sport guarda. La magia del ciclismo l'ha stregato lentamente ma in modo irrevocabile. Sia in sella pedalando verso l'alto, sia dal divano guardando ogni corsa. Poi è arrivata la penna per narrare una delle discipline che più si presta al racconto, uno degli sport più letterari.