Parigi-Roubaix: storia, percorso e campioni Emanuele Peri 15 Marzo 2018 Gare In questo articolo andremo a parlare della Parigi-Roubaix, conosciuta come l'”Inferno del Nord“. È una delle cinque classiche monumento insieme a Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia. La Regina delle Classiche si svolge da sempre, ogni anno, la seconda domenica di aprile, una settimana dopo la Ronde, nel nord della Francia al confine con il Belgio. Tratteremo la storia, il percorso lastricato e soprattutto i campioni che hanno reso celebre la Parigi-Roubaix, dai coraggiosi del 1896 all’ultimo trionfo di Greg Van Avermaet lo scorso anno, passando per gli anni tra le due guerre, l’era di Roger De Vlaeminck, i tre successi di Francesco Moser, le ultime vittorie italiane e le sfide tra Tom Boonen e Fabian Cancellara. In fondo all’articolo troverete anche l’Albo d’Oro dei vincitori e i dettagli su alcuni tratti epici in pavè della Roubaix come la Foresta di Arenberg o il Carrefour de l’Arbre. Il tratto di pavé nella Foresta di Arenberg, uno dei tratti più spettacolari della Parigi-Roubaix. Parigi-Roubaix dalla fondazione al primo stop della Grande Guerra Nel 1895 Theodore Vienne e Maurice Perez decisero di costruire un velodromo nei pressi della cittadina di Roubaix e l’anno successivo, per onorare la nuova struttura, si ebbe l’idea di organizzare una corsa che collegasse la capitale Parigi proprio con la pista. Louis Minart, capo-redattore del giornale sportivo Le Velò, diede il suo appoggio. Andò a esaminare il percorso proprio il direttore, Victor Breyer che manifestò pubblicamente il suo dissenso affermando che la corsa fosse solo un “progetto diabolico” e che sarebbe estremamente pericoloso per i corridori. Tuttavia Breyer cambiò idea e Vienne e Perez organizzarono la corsa il giorno di Pasqua, per un totale di oltre 300 chilometri. Il vincitore fu un tedesco, Josef Fischer, e solo in quattro arrivarono entro un’ora dal vincitore. L’anno successivo i francesi, arrabbiati per la vittoria straniera nel 1896, riposero tutte le speranze in Maurice Garin (che sei anni dopo fu vincitore del primo Tour de France). Il corridore di casa non tradì le aspettative e riuscì addirittura a bissare il successo nel 1898. Fino al 1914 le vittorie furono tutte francesi con Lucien Lesna, Hippolyte Aucouturier e Charles Crupelandt che trionfarono due volte a testa. Solo il belga Cyril Van Hauwaert nel 1907 e il lussemburghese François Faber nel 1913 riuscirono a mettere le ruote davanti a quelle dei nostri cugini d’oltralpe. In questi anni però gli occhi furono tutti per Octave Lapize, primo corridore a vincere per tre volte consecutive la Parigi-Roubaix (1909,1910 e 1911). Dopo aver realizzato il velodromo di Roubaix, T. Vienne e M. Perez idearono una corsa per raggiungerlo da Parigi. Ad eccezione di alcune edizioni, l’arrivo è ancora fissato nel velodromo (in foto la vittoria nel 2017 di G.Van Avermaet). Il periodo tra le due Guerre Mondiali Il soprannome della corsa “Inferno del nord” deriva probabilmente dalle condizioni del percorso subito dopo la Prima Guerra Mondiale, quando un sopralluogo evidenziò i danni dei bombardamenti. La Roubaix riprese, dopo uno stop dal ’14 al ’18, nel 1919 con un itinerario diverso: il velodromo era infatti inutilizzabile. In questi anni vinsero soprattutto corridori belgi. La concomitanza con il Giro delle Fiandre li trovava sempre in ottime condizioni, quindici vittorie in ventuno edizioni della corsa li poneva come primi rivali dei corridori di casa. Il plurivincitore in questo ventennio fu Gaston Rebry, il primo “Mr.Roubaix”, come venne soprannominato. Il belga vinse tre volte la manifestazione, nel 1931, 1934 e 1935. Da ricordare in questi anni è la prima vittoria italiana nella Regina delle Classiche, Giulio “Jules” Rossi, di Parma ma emigrato in Francia fin da piccolo, nel 1937 regalò all’allora Regno il primo successo. La corsa si interruppe nel 1940 ed ebbe uno stop di tre anni, in quanto il territorio venne occupato dalle truppe tedesche. Le difficoltà del pavé spesso vengono accentuate dalla pioggia che lo rende scivoloso e dal fango che si deposita sulla bicicletta. Dopoguerra : le tre vittorie italiane alla Parigi-Roubaix Sebbene il secondo conflitto mondiale fosse ancora in corso, l’organizzazione riprese la Parigi-Roubaix nel 1943 e vide la vittoria di Marcel Kint, secondo nell’ultima edizione vinta da Emile Masson Jr. Fino al 1948 solo il francese Paul Maye interruppe, nel 1945, la trafila di vittorie belghe, tra cui quelle di Georges Claes (1946-47) e Rik Van Steenberghen (1948), vincitore in questi anni anche di tre campionati del mondo, una Milano-Sanremo e due Fiandre, prima di ripetersi nuovamente alla Roubaix nel 1952. Per tre edizioni consecutive la vittoria andò a corridori italiani, prima Serse Coppi, fratello di Fausto, in ex-aequo con Andrè Mahè nel 1949, poi lo stesso Campionissimo l’anno successivo, e infine nel 1951 Antonio Bevilacqua avanti a Louison Bobet. Il francese tuttavia si vendicò della sconfitta nel 1956 quando giunse al Velodromo davanti al belga Alfred De Bruyne, vincitore l’anno successivo. Negli anni ’50 da ricordare anche i due secondi posti di Fausto Coppi nel ’52 e ’55, che ebbe un gran feeling con la corsa francese, e quello di Donato Piazza nel ’53. https://www.youtube.com/watch?v=R3Uf4OKYqzs Il dominio belga tra ’60 e ’70: Van Looy, Merckx e De Vlaeminck Dopo la tripletta italiana ha avuto inizio una nuova storia nella Parigi-Roubaix, i nostri infatti per un po’ di anni hanno dovuto soccombere allo strapotere dei belgi, capaci di vincere dal 1952 al 1977 ben 17 volte su 22. In questo periodo si sono susseguiti numerosi corridori di primo piano nella scena internazionale, il primo fu sicuramente Rik Van Looy, vincitore dell’Inferno del Nord per ben 3 volte (1961, 1962, 1965) e capace di salire sul podio per altrettante edizioni. Van Looy fu dominatore di tutte le corse di un giorno dell’epoca, vinse due volte la maglia iridata, e si aggiudicò tutte e cinque le classiche monumento, primato condiviso con Eddy Merckx e Roger De Vlaeminck. I fiamminghi sono sempre stati grandi protagonisti tra il fango e la polvere della Roubaix. Proprio questi due furono il ricambio generazionale belga post-Van Looy : il Cannibale trionfò al Velodromo di Roubaix per tre volte (1968, 1970, 1973) e iniziò una sfida epica con il connazionale che riuscì a far sua la corsa per ben quattro volte, il primo a riuscire a tale impresa. Roger De Vlaeminck vinse nel 1972, 1974, 1975 e 1977, arrivò quattro volte secondo e una volta sul gradino più basso del podio. Viene ricordato con il soprannome di “Monsieur Roubaix” per i suoi piazzamenti mai raggiunti da nessun’altro. In questi anni di totale dominio fiammingo, siamo però riusciti una volta a trionfare, e chi poteva essere se non Felice Gimondi che per anni ha dovuto subire la forza del Cannibale e company? Il bergamasco della Bianchi vinse con più di quattro minuti di vantaggio sul secondo classificato. Tra il ’68 e il ’77 è praticamente una sfida tra Merckx e De Vlaeminck: 3 vittorie del Cannibale e 4 per il nuovo “Mister Roubaix”. La tripletta di Moser e gli anni ’80 A mettere il bastone tra le ruote dei belgi siamo sempre noi: De Vlaeminck già sognava il quinto successo nel 1978 ma dovette arrendersi a un sorprendente Francesco Moser che lo sopravanzò di quasi due minuti. L’anno successivo la sfida tra l’italiano e il fiammingo si ripropose e per la seconda volta fu lo “sceriffo” trentino della Sanson ad alzare le braccia al cielo, stavolta con un distacco minore, solo 40 secondi. Ma non finì la serie di successi: anche nel 1980, gara caratterizzata da condizioni meteorologiche avverse, Moser arrivò solo a Roubaix, sfruttando anche la foratura e poi il ritiro del rivale più pericoloso. La sfortuna con la quinta vittoria non risparmiò De Vlaeminck nemmeno l’anno successivo, ma questa volta non fu l’italiano a batterlo, bensì il francese Bernard Hinault. Moser arrivò terzo. Dopo aver vinto 3 edizioni consecutive, nel 1981 Moser viene battuto allo sprint da Hinault e dal “gitano di Eklo” De Vlaeminck. Il campione d’oltralpe Hinault aveva sempre manifestato antipatia per la corsa, diceva infatti di correrla solo per piacere allo sponsor che credeva che una corsa del genere non potesse mancare nel suo palmarès. Dopo la vittoria il francese disse “Questa corsa è una porcheria, non la farò mai più”. Nel resto del decennio si susseguirono diversi vincitori, Jan Raas e Hennie Kuiper fissarono nel 1982 e ’83 la doppietta olandese, nel 1984 e ’86 ci furono i due successi di Sean Kelly, mentre nel 1985 la vittoria di Marc Madiot, attuale direttore sportivo della FDJ. Dal 1987 al 1990 furono tutti trionfi belgi con Eric Vanderaerden, Dirk Demol, Jean-Marie Wampers ed Eddy Planckaert. Negli anni Ottanta c’è spazio anche per la doppietta (e un terzo posto) dell’irlandese Sean Kelly. Gli anni ’90, ultimi successi azzurri L’ultimo decennio del 1900 inizia sotto il tricolore francese che si aggiudica le prime tre edizioni con Marc Madiot (1991) e Gilbert Duclos Lassalle (1992-1993) e successivamente nel 1997, con l’ultimo successo transalpino, firmato Frédéric Guesdon. Così come al Fiandre, questi furono gli anni di Johan Museeuw, e proprio come alla Ronde anche la Roubaix venne vinta tre volte dal leone (1996, 2000 e 2002). Le coincidenze con la sorella belga non sono però finite, perché il campione fiammingo dovette anche qui scontrarsi con gli anni d’oro dell’Italia al nord. Nel 1995 ci pensò il compianto Franco Ballerini che si impose davanti ad Andrei Tchmil, vincitore l’anno precedente, staccandolo di quasi due minuti. Nel 1998 tornò ancora “il Ballero” a tagliare il traguardo a braccia alzate nel velodromo, anticipando il nostro Andrea Tafi di ben 4 minuti e 16 secondi. https://www.youtube.com/watch?v=StQvIkxN9pU L’anno successivo, l’ultimo del millennio, vide invece la vittoria proprio di quel Tafi che nulla poté al compagno di nazionale nel ’98. Fu una passerella, troppo forte il toscano per Wilfried Peeters e Tom Steels, rispettivamente secondo e terzo all’arrivo. Però quelli di Ballerini e Tafi, per nostra sfortuna, furono gli ultimi per i nostri colori alla Roubaix, dopo 18 anni non siamo infatti ancora riusciti a trovare un corridore in grado di battere gli specialisti delle pietre. Con Gianni Moscon e Matteo Trentin potremo però scoprire le nostre carte. Le ultime sfide del nuovo millennio Come detto precedentemente, dominatore in questi anni delle corse del nord fu Johan Museeuw. Il 2000 inizia dunque così come era finito lo scorso millennio, ovvero con un suo trionfo che si ripeté nel 2002. In questi primi anni del 21esimo secolo gli avversari principali furono Servain Knaven (2001), Peter Van Petegem (2003), Magnus Backstaed (2004). Nel 2005 invece ci fu l’inizio di una nuova era destinata a concludersi solo lo scorso anno: furono infatti gli anni di Tom Boonen. “Tommeke” vinse la sua prima Parigi-Roubaix in volata, dove sfruttò le sue doti di velocista, davanti a George Hincapie e Juan Antonio Flecha poi si ritrovò ad affrontare il suo più grande rivale Fabian Cancellara con cui iniziò una sfida lunga un decennio. Nell’Inferno del Nord lo svizzero Fabian Cancellara ottiene 2 vittorie e un secondo posto. Nel 2006 fu proprio lo svizzero a trionfare sul belga, mentre nel 2008 e nel 2009 Boonen si riprese la rivincita, prima su Cancellara e il nostro Ballan in volata e l’anno successivo su Filippo Pozzato sfruttando anche l’assenza del rivale più quotato. La risposta della “Locomotiva di Berna” non si fece attendere e nel 2010 tornò trionfante al velodromo attaccando in pianura a 50 chilometri dall’arrivo, sorprendendo tutti a quasi 60 km/h. Nel 2012 Tom Boonen entrò nella storia: fece sua la quarta Parigi-Roubaix eguagliando il record di De Vlaeminck e fu il primo ad aggiudicarsi per due volte la doppietta Fiandre-Roubaix. Il belga fece la stessa azione del rivale due anni prima, attaccò a 52 km dal Velodromo, erano i segni di un’eterna sfida dove tutto era concesso. Nel 2012 Tom “Tornado” Boonen entra nella leggenda: dopo 52 km di fuga vince per la quarta volta la Roubaix segnando la seconda doppietta Fiandre-Roubaix. Il 2013 non vide il record di Tom ma il terzo e ultimo successo di Cancellara che anticipò in volata Sep Vanmarcke e l’anno successivo dovette accontentarsi del terzo posto dietro Niki Terpstra e John Degenkolb, vincitore nel 2015. Il 2016 vide il grande ritorno ad altissimi livelli di Tom Boonen, fu l’ultimo anno del rivale svizzero, che chiuse però cadendo due volte sulle pietre dell'”Inferno del Nord”. Tuttavia il belga non riuscì, probabilmente per un’ingenuità, a far sua la quinta vittoria che lo avrebbe portato al primo posto della classifica di tutti i tempi. Nella volata dell’edizione 2016 della Parigi-Roubaix infatti il successo andò a Matthew Hayman che anticipò proprio Boonen e Ian Stannard. Nel 2017 c’è stata invece la vittoria di Greg Van Avermaet, campione olimpico a Rio 2016 e nel 2018 il trionfo assoluto in solitaria del campione del mondo Peter Sagan in volata sull’unico superstite della fuga di giornata, Silvan Diller. Nel 2019 si corona ancora Le Roi Philippe Gilbert, giunto alla quarta Classica Monumento della sua carriera: nel palmarès manca soltanto la Milano-Sanremo. Il belga in volata sconfigge il tedesco Nils Politt, mentre terzo giunge il compagno di squadra e conterraneo Yves Lampaert. Le mitiche docce che hanno lavato fango e polvere ai più grandi campioni del ciclismo. Le nazioni e gli atleti più vittoriosi alla Parigi-Roubaix I plurivincitori della corsa non potevano che essere i belgi, che, nonostante non siano i padroni di casa, trovano nelle pietre il loro terreno ideale. Guidano dunque la classifica con 56 vittorie in 115 edizioni, seguiti molto staccati dalla Francia (28) e ancor di più dall’Italia (13). Fuori dal podio troviamo l’Olanda con 6 successi e la Svizzera con 4 grazie ai trionfi di Cancellara. A pari merito Australia, Germania e Irlanda con due vittorie e infine Lussemburgo, Svezia e Ucraina fermi a uno. Siamo un po’ di parte ma tra le caricature apparse sui social ufficiali della Parigi Roubaix, manca quella del campione nostrano Francesco Moser, vincitore di ben 3 edizioni. Il percorso della Parigi-Roubaix La Parigi-Roubaix negli anni ha vissuto momenti difficili. La caratteristica principale di questa durissima corsa è il pavé, che si trova per circa 50 dei 250 chilometri complessivi in diversi settori lungo il percorso. Già prima della seconda guerra mondiale era iniziato l’ammodernamento delle strade, con i tratti in pavé che venivano sempre più sostituiti con l’asfalto e con la corsa che si andava sempre più appiattendosi. Nel 1966 la corsa cambiò luogo di partenza, ci si spostò a Chantilly con il percorso che si sposta verso est alla ricerca di nuovi settori in lastricato. Due anni dopo entrò a far parte della corsa la leggendaria Foresta di Arenberg. La Trouèe d’Arenberg è uno dei tratti più duri della Roubaix, condivide le cinque stelle di difficoltà con soli altri due settori. Sono 2.400 metri caratterizzati da un selciato in cattivo stato e dal passaggio nell’umido bosco, è uno dei momenti più caldi della corsa sebbene si trovi a circa 80 chilometri dall’arrivo. Gli altri due tratti epici a cinque stelle sono quello del Mons en Pevele, 3 km di durissimo pavè e quello del Carrefour de L’Arbre: questo settore è quasi tutto un falsopiano in salita e i due chilometri in lastricato irregolare presentano anche numerose curve spesso pericolose. Il posizionamento a soli 17,5 chilometri dal traguardo lo rende il settore più decisivo ai fini del risultato. Nell’edizione 2018 il percorso prevede 257 chilometri da Compiègne al velodromo di Roubaix con 54,5 km totali sul pavé divisi in 29 diversi settori. Il percorso negli anni ha subito alcune variazioni, come lo spostamento della partenza da Parigi e l’aggiunta di alcune tratti di pavé. Nel 2018 sono previsti 29 settori e 54,5 km di pavé per un totale di 257 km di corsa. L’Albo d’oro della Parigi-Roubaix Tom Boonen e Roger De Vlaeminck, con quattro vittorie a testa, guidano la classifica di successi individuali. Rincorrono, pur non potendo più tornare al velodromo, Lapiz, Rebry, Van Looy, Merckx, Moser, Cancellara e Museeuw. Ben in 11 hanno vinto due volte a Roubaix, tra i quali il nostro Franco Ballerini. Ecco l’albo d’oro completo della Parigi-Roubaix: Anno Vincitore Secondo Terzo 1896 Josef Fischer Charles Meyer Maurice Garin 1897 Maurice Garin Mathieu Cordang Michel Frédérick 1898 Maurice Garin Auguste Stephane Edouard Wattelier 1899 Albert Champion Paul Bor Ambroise Garin 1900 Emile Bouhours Josef Fischer Maurice Garin 1901 Lucien Lesna Ambroise Garin Lucien Itsweire 1902 Lucien Lesna Edouard Wattelier Ambroise Garin 1903 Hippolyte Aucouturier Claude Chapperon Louis Trousselier 1904 Hippolyte Aucouturier César Garin Lucien Pothier 1905 Louis Trousselier René Pottier Henri Cornet 1906 Henri Cornet Marcel Cadolle René Pottier 1907 Georges Passerieu Cyrille Van Hauwaert Louis Trousselier 1908 Cyrille Van Hauwaert Georges Lorgeou François Faber 1909 Octave Lapize Louis Trousselier Jules Masselis 1910 Octave Lapize Cyrille Van Hauwaert Eugène Christophe 1911 Octave Lapize Alphonse Charpiot Cyrille Van Hauwaert 1912 Charles Crupelandt Gustave Garrigou Maurice Leturgie 1913 François Faber Charles Deruyter Charles Crupelandt 1914 Charles Crupelandt Louis Luguet Louis Mottiat 1915-18 non disputate a causa della prima guerra mondiale 1919 Henri Pelissier Philippe Thys Honoré Barthélémy 1920 Paul Deman Eugène Christophe Lucien Buysse 1921 Henri Pelissier Francis Pelissier Léon Scieur 1922 Albert Dejonghe Jean Rossius Émile Masson Sr. 1923 Henri Suter René Vermandel Félix Sellier 1924 Jules Van Hevel Maurice Ville Félix Sellier 1925 Félix Sellier Pietro Bestetti Jules Van Hevel 1926 Julien Delbecque Gustaaf Van Slembrouck Gaston Rebry 1927 Georges Ronsse Joseph Curtel Charles Pelissier 1928 André Leducq Georges Ronsse Charles Meunier 1929 Charles Meunier Georges Ronsse Aimé Deolet 1930 Julien Vervaecke Jean Maréchal Antonin Magne 1931 Gaston Rebry Charles Pelissier Emile Decroix 1932 Romain Gijssels Georges Ronsse Herbert Sieronski 1933 Sylvère Maes Julien Vervaecke Léon Le Calvez 1934 Gaston Rebry Jean Wauters Frans Bonduel 1935 Gaston Rebry André Leducq Jean Aerts 1936 Georges Speicher Romain Maes Gaston Rebry 1937 Jules Rossi Albert Hendrickx Noël Declercq 1938 Lucien Storme Louis Hardiquest Marcel Van Houtte 1939 Émile Masson Jr. Marcel Kint Roger Lapebie 1940-42 non disputate a causa della seconda guerra mondiale 1943 Marcel Kint Jules Lowie Louis Thiétard 1944 Maurice Desimpelaere Jules Rossi Louis Thiétard 1945 Paul Maye Lucien Teisseire Kléber Piot 1946 Georges Claes Louis Gauthier Lucien Vlaemynck 1947 Georges Claes Adolf Verschueren Louis Thiétard 1948 Rik Van Steenbergen Emile Idée Georges Claes 1949 Serse Coppi & André Mahé Frans Leenen 1950 Fausto Coppi Maurice Diot Fiorenzo Magni 1951 Antonio Bevilacqua Louison Bobet Rik Van Steenbergen 1952 Rik Van Steenbergen Fausto Coppi André Mahé 1953 Germain Derycke Donato Piazza Wout Wagtmans 1954 Raymond Impanis Stan Ockers Marcel Rijckaert 1955 Jean Forestier Fausto Coppi Louison Bobet 1956 Louison Bobet Alfred De Bruyne Jean Forestier 1957 Alfred De Bruyne Rik Van Steenbergen Léon Van Daele 1958 Léon Van Daele Miguel Poblet Rik Van Looy 1959 Noël Foré Gilbert Desmet Marcel Janssens 1960 Pino Cerami Tino Sabbadini Miguel Poblet 1961 Rik Van Looy Marcel Janssens René Vanderveken 1962 Rik Van Looy Emile Daems Frans Schoubben 1963 Emile Daems Rik Van Looy Jan Janssen 1964 Peter Post Benoni Beheyt Yvo Molenaers 1965 Rik Van Looy Edward Sels Willy Vannitsen 1966 Felice Gimondi Jan Janssen Gustaaf De Smet 1967 Jan Janssen Rik Van Looy Rudi Altig 1968 Eddy Merckx Herman Van Springel Walter Godefroot 1969 Walter Godefroot Eddy Merckx Willy Vekemans 1970 Eddy Merckx Roger De Vlaeminck Eric Leman 1971 Roger Rosiers Herman Van Springel Marino Basso 1972 Roger De Vlaeminck André Dierickx Barry Hoban 1973 Eddy Merckx Walter Godefroot Roger Rosiers 1974 Roger De Vlaeminck Francesco Moser Marc Demeyer 1975 Roger De Vlaeminck Eddy Merckx André Dierickx 1976 Marc Demeyer Francesco Moser Roger De Vlaeminck 1977 Roger De Vlaeminck Willy Teirlinck Freddy Maertens 1978 Francesco Moser Roger De Vlaeminck Jan Raas 1979 Francesco Moser Roger De Vlaeminck Hennie Kuiper 1980 Francesco Moser Gilbert Duclos-Lassalle Dietrich Thurau 1981 Bernard Hinault Roger De Vlaeminck Francesco Moser 1982 Jan Raas Yvon Bertin Gregor Braun 1983 Hennie Kuiper Gilbert Duclos-Lassalle Francesco Moser 1984 Sean Kelly Rudy Rogiers Alain Bondue 1985 Marc Madiot Bruno Wojtinek Sean Kelly 1986 Sean Kelly Rudy Dhaenens Adrie van der Poel 1987 Eric Vanderaerden Patrick Versluys Rudy Dhaenens 1988 Dirk Demol Thomas Wegmüller Laurent Fignon 1989 Jean-Marie Wampers Dirk De Wolf Edwig Van Hooydonck 1990 Eddy Planckaert Steve Bauer Edwig Van Hooydonck 1991 Marc Madiot Jean-Claude Colotti Carlo Bomans 1992 Gilbert Duclos-Lassalle Olaf Ludwig Johan Capiot 1993 Gilbert Duclos-Lassalle Franco Ballerini Olaf Ludwig 1994 Andrej Čmil Fabio Baldato Franco Ballerini 1995 Franco Ballerini Andrej Čmil Johan Museeuw 1996 Johan Museeuw Gianluca Bortolami Andrea Tafi 1997 Frédéric Guesdon Jo Planckaert Johan Museeuw 1998 Franco Ballerini Andrea Tafi Wilfried Peeters 1999 Andrea Tafi Wilfried Peeters Tom Steels 2000 Johan Museeuw Peter Van Petegem Erik Zabel 2001 Servais Knaven Johan Museeuw Romans Vainsteins 2002 Johan Museeuw Steffen Wesemann Tom Boonen 2003 Peter Van Petegem Dario Pieri Vjačeslav Ekimov 2004 Magnus Bäckstedt Tristan Hoffman Roger Hammond 2005 Tom Boonen George Hincapie Juan Antonio Flecha 2006 Fabian Cancellara Tom Boonen Alessandro Ballan 2007 Stuart O’Grady Juan Antonio Flecha Steffen Wesemann 2008 Tom Boonen Fabian Cancellara Alessandro Ballan 2009 Tom Boonen Filippo Pozzato Thor Hushovd 2010 Fabian Cancellara Thor Hushovd Juan Antonio Flecha 2011 Johan Vansummeren Fabian Cancellara Maarten Tjallingii 2012 Tom Boonen Sébastien Turgot Alessandro Ballan 2013 Fabian Cancellara Sep Vanmarcke Niki Terpstra 2014 Niki Terpstra John Degenkolb Fabian Cancellara 2015 John Degenkolb Zdeněk Štybar Greg Van Avermaet 2016 Mathew Hayman Tom Boonen Ian Stannard 2017 Greg Van Avermaet Zdeněk Štybar Sebastian Langeveld 2018 Peter Sagan Silvan Dillier Niki Terpstra 2019 Philippe Gilbert Nils Politt Yves Lampaert Parigi-Roubaix: le fonti ufficiali Si può consultare il sito ufficiale della Parigi-Roubaix per ulteriori informazioni sulla storia, sul percorso e sui campioni che hanno reso celebre la corsa, ricordandovi la speciale ottava Granfondo dedicata agli amatori in programma il 7 aprile 2018.