Freccia Vallone: storia, percorso e campioni Marco D'Onorio 14 Aprile 2021 Gare La Freccia Vallone (la Flèche Wallonne, in francese) è una delle tre Classiche che compone il Trittico delle Ardenne, insieme alla Amstel Gold Race e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Si piazza nel mezzo nel calendario, il mercoledì seguente la corsa olandese e tre giorni prima della “Doyenne” (Decana). Di quest’ultima, che parte e arriva a Liegi, la Freccia Vallone è definita come la “sorellina”: da qui infatti anche la denominazione di “piccola Liegi-Bastogne-Liegi”, per la somiglianza nel percorso visto che attraversano le stesse zone e il chilometraggio minore. La Freccia Vallone non è infatti una delle cinque Classiche Monumento, ma il livello è molto vicino e in passato ha assunto un ruolo di primissimo piano tra le corse di un giorno. Fa parte attualmente parte dell’UCI World Tour (fu parte del circuito UCI ProTour tra il 2005 e il 2007). In quest’articolo esploreremo la storia della Freccia Vallone, soffermandosi sugli episodi e i corridori che l’hanno resa grande. Alla fine troverete anche l’Albo d’Oro completo con tutti i vincitori. Freccia Vallone: dalla fondazione negli anni ‘30 al Dopoguerra Quasi mezzo secolo dopo la creazione della Liegi-Bastogne-Liegi, Alban Collignon, direttore del quotidiano Les Sports, e i suoi collaboratori Albert Van Laethem e Albert Beving ebbero l’ennesima intuizione. L’idea era quella di una corsa che attraversasse la Vallonia e collegasse la città di Tournai a quella di Liegi. Il progetto prese forma il 13 aprile 1936, Lunedì di Pasqua, il giorno dopo la Parigi-Roubaix. Fu quella la data della prima edizione della Freccia Vallone, con un parterre quasi interamente belga. Vinse Philemon De Meersman, il quale resta ancora oggi il corridore più giovane di sempre a conquistare questa corsa (21 anni e 150 giorni). Gli si avvicinò Eddy Merckx nel 1967, quando entrò nell’albo d’oro a 21 anni e 303 giorni. Eddy Merckx nel 1967. Nelle prime edizioni la Freccia Vallone iniziò ad assumere però un ruolo di primo piano rispetto alla Liegi-Bastogne-Liegi, banalmente perché si svolgevano entrambe nello stesso weekend e la Freccia veniva prima. Un’altra motivazione è che questa corsa era già inclusa nella Challenge Desgrange-Colombo (una competizione a punti la cui classifica si basava su tutte le grandi corse dell’epoca). Così i migliori al mondo nelle corse di un giorno iniziarono a darsi battaglia fin da subito in questa gara, la quale durante la Seconda Guerra si fermò solamente una volta (nel 1940). Tra i vincitori di quel decennio spicca il nome del belga Marcel Kint. L’Aquila Nera conquistò la Freccia Vallone tre volte di fila (1943-1945). Nel 1948 arriva anche il primo successo “straniero”a interrompere il dominio belga dei padroni di casa. È di Fermo Camellini, che vinse da italiano e poche settimane dopo da francese. Fermo era nato infatti a Scandiano (Reggio Emilia), ma emigrò in Francia con la famiglia da bambino e subito dopo la sua prima grande vittoria decise di ottenere la cittadinanza francese. Fermo Camellini nel 1948. Non bisogna però aspettare troppo per far tornare l’Italia al primo gradino del podio. Nel 1950 Fausto Coppi arrivava da un’epica vittoria alla Parigi-Roubaix e l’anno precedente chiuse terzo alla Freccia. Per evitare che gli avversari di casa nel finale, come nella scorsa edizione, possano sfruttare la scia di auto e moto al seguito della corsa, Coppi attacca da lontanissimo. Lo fece a circa 100 km dall’arrivo e nessuno riuscì a riprenderlo. “L’anno scorso mi raggiunsero nella lunga discesa su Liegi, anche grazie all’aiuto di auto e moto, ecco perché ho attaccato da lontano, per mettermi al sicuro nel finale da una simile sceneggiata” dichiarò Coppi alla stampa dopo essere arrivato al traguardo con cinque minuti di vantaggio sul secondo classificato: il distacco più ampio nella storia della Freccia Vallone. Fausto Coppi nel 1950. Le edizioni a seguire furono caratterizzate dai duelli tra Ferdi Kübler e Stan Ockers, con il primo che firmò una doppietta (1951-1952) e il secondo che pareggiò i conti nel 1953 e nel 1955. Lo svizzero arrivò ad un passo dal successo anche nel ‘53 e nel ‘54. Secondi posti che furono appannaggio anche degli italiani: prima con Gino Bartali nel 1951, sempre dietro a Kubler, poi con Sante Ranucci che ottenne il miglior risultato della sua carriera nel 1956 dietro Richard Van Genechten. Il dominio belga Apre il nuovo decennio nel 1960 Pino Cerami. Il siciliano che viveva da tempo in Belgio e da poco aveva preso quella nazionalità giunse alla Freccia Vallone dopo un clamoroso e inaspettato successo sul pavé francese della Parigi-Roubaix. All’età di 38 anni e 12 giorni andò a prendersi in solitaria anche la “piccola Liegi-Bastogne-Liegi”, divenendo ancora oggi il vincitore più anziano di questa corsa. Gli italiani del Belgio lo adottarono, dedicandogli addirittura il Gran Premio Cerami: una corsa in preparazione alle classiche. Pino Cerami nel 1960. A fermare i belgi per due anni furono di nuovo gli italiani: Roberto Poggiali nel 1965, Michele Dancelli nel 1966. Poggiali sconfisse allo sprint Felice Gimondi che da neo-professionista arrivò vicinissimo a un grande risultato. Da neo-professionista infatti, a eccezione di Philemon De Meersman, il primo vincitore, nessuno ha mai vinto la Freccia Vallone. Qualcuno ci è andato peraltro molto vicino. Quella del ‘65 fu anche la gara dell’esordio assoluto di Eddy Merckx che non tardò ad inserire nel suo monumentale palmarès la “sorellina della Liegi”. Il “Cannibale” si ripetè infatti per tre volte alla sua maniera (1967-1970-1972). La più bella fu quella del 1970 quando arrivò alla partenza dopo una bruciante sconfitta alla Liegi-Bastogne-Liegi, dove i fratelli De Vlaeminck (Roger e Eric) lo chiusero scorrettamente in volata, senza l’intervento della giuria. Merckx modificò il suo programma e la settimana successiva alla Freccia fece di tutto per farla pagare ai due. Ci riuscì eccome, vincendo per distacco. I fratelli De Vlaeminck. Nel 1977 non era ancora iniziata la grande rivalità tra Francesco Moser e Giuseppe Saronni, ma in quell’edizione della classica belga ci fu uno dei primi scontri ravvicinati tra i due italiani. Attaccò però Freddy Maertens a ben 47 chilometri dall’arrivo, lasciando le briciole agli altri: al traguardo arrivò da solo trionfante. Lo sprint tra gli inseguitori, a più di tre minuti, lo vinse Moser davanti a Saronni. Pochi giorni dopo diventa però una volata per la vittoria, perché dai risultati del controllo antidoping molti belgi risultarono positivi, tra cui anche Maertens. Così la Freccia Vallone del ‘77 venne assegnata a tavolino a Moser. E Saronni sospirò: “Fosse stato uno sprint per il primo posto sarebbe cambiato tutto”. I numerosi successi azzurri L’Italia, con i suoi 18 trionfi, è la seconda nazione più vittoriosa della Freccia Vallone. Al primo posto c’è il Belgio con 38 vittorie. Nel 1978 e nel 1979 Gianbattista Baronchelli e Giuseppe Saronni si dovettero accontentare della seconda piazza. Ma Giuseppe riuscì a presto a pareggiare i conti con il rivale Moser anche in questa corsa. Giuseppe Saronni nel 1979. Nell’edizione del 1980, quando la rivalità con il corridore trentino esplose, Saronni voleva aggiudicarsi a tutti i costi questa corsa che l’avversario disertava preferendola spesso alla Parigi-Roubaix che si svolge pochi giorni dopo. Giuseppe si mosse nel finale staccando gli altri big, Bernard Hinault su tutti, e riprendendo l’ultimo fuggitivo Sven-Ake Nilsson. Non riuscì a scollarlo dalla sua ruota e così lo battè allo sprint sul rettilineo di Spa. Per il corridore di Novara fu la prima grande vittoria in una corsa di un giorno. Nel 1982 tornò a risuonare l’inno italiano con Mario Beccia, grande sorpresa di quell’edizione. Beccia cadde a 80 km dal traguardo e dolorante vorrebbe ritirarsi, ma il suo direttore sportivo lo incitò a non fermarsi. Mario così continuò e ritrovò la forza per attaccare ancora, solo il norvegese Jostein Willmann lo inseguì. Giunsero da soli in vista del traguardo e allo sprint ebbe la meglio l’azzurro: il successo di una vita. Dopo una parentesi tra cui spiccano le vittorie francesi di Bernard Hinault (1983), Laurent Fignon (1986), Jean-Claude Leclercq (1987), l’Italia tornò a dominare l’albo d’oro della Freccia Vallone. Cinque trionfi consecutivi tra il 1990 e il 1994, conditi da un secondo posto e ben tre terzi posti. Jean-Claude Leclercq. All’inizio del nuovo decennio Moreno Argentin arrivava da una splendida vittoria al Giro delle Fiandre, dopo che tra i nostri l’ultimo a vincere fu Dino Zandegù nel 1967. Altissime erano quindi le aspettative su di lui nella classica vallone e il corridore veneto non le tradì. L’allungo sul Muro di Huy, un durissimo strappo aggiunto alla corsa nel 1985, fu spettacolare e tremendo per gli avversari: nessuno resistette, poteva alzare le braccia al cielo. Argentin replicò l’anno seguente, andando a segno con una fuga solitaria lanciata da lontano. La stessa dinamica con la quale colse il successo nel 1993 Maurizio Fondriest. Un numero andato in scena tra il freddo e il gelo del Nord, la vittoria forse più bella sul piano tecnico per il corridore trentino. Ma prima di Fondriest nel 1992 fu Giorgio Furlan a gioire ad Huy, scattando sull’erta finale mentre gli altri marcavano il favorito Argentin. Ed è proprio quest’ultimo che chiuse la striscia di successi azzurri nel 1994, anticipando sul traguardo gli altri fuggitivi Furlan e Evgenij Berzin. Negli anni seguenti andò in scena la doppietta di Laurent Jalabert e l’Italia tornò a far da protagonista nel 1999 e nel 2000, rispettivamento grazie a Michele Bartoli e Francesco Casagrande. Francesco Casagrande vince l’edizione del 2000. Tante emozioni anche con il tris di Davide Rebellin (2004-2007-2009), dove nel mezzo si piazza la vittoria di Danilo Di Luca nel 2005. Quella del 2004 fu il successo che firmò anche un record straordinario di Rebellin: tra il 18 e il 24 Aprile si aggiudicò Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Inoltre fu l’edizione più veloce di sempre con i suoi 44 km/h, conclusa con Davide che allunga sull’ultimo muro con una facilità impressionante. Con il tris del corridore veneto nel 2009 l’Italia uscì dall’albo d’oro, per lasciar spazio soprattutto alla Spagna e a un corridore in particolare. Alejandro Valverde, il recordman della Freccia Vallone Alejandro Valverde si impose in questa corsa per la prima volta nel 2006 ed era solamente alla sua seconda partecipazione in una classica delle Ardenne. Le seguenti vicende di doping culminate nella Operacion Puerto hanno visto coinvolto anche il corridore murciano. La sanzione per lui è scattata nel 2010, tornando alle corse due anni dopo. Proprio quel biennio dove la Spagna si rese protagonista nella classica belga con Joaquim Rodriguez e Daniel Moreno, rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Joaquim Rodriguez vince l’edizione 2012. Dall’edizione seguente Valverde si scatenò conquistando quattro vittorie consecutive e diventando così il recordman della Freccia Vallone. Un poker fenomenale, condito poi da un secondo posto nel 2018, che insieme a quello del 2007 lo rendono anche il corridore con più podi in questa corsa (sette). Nel 2018 fu infatti battuto da Julian Alaphilippe che si ripetè anche l’anno dopo. Fu quell l’edizione dove anche l’Italia tornò sul podio grazie a Diego Ulissi, terzo. Nella gara caratterizzata dalla Pandemia di Covid-19, corsa insolitamente a fine Settembre, a vincere fu Marc Hirschi con una grande progressione sul Muro di Huy. Alejandro Valverde fa poker di vittore alla Freccia Vallone nel 2017. Photo: BettiniPhoto.net Flèche Wallonne: la prova femminile La Freccia Vallone è la corsa di un giorni femminile più antica, dopo il Trofeo Alfredo Binda in Italia e Emakumeen Euskal Bira in Spagna. La classica belga si svolse per la prima volta nel 1998, anno in cui fu inaugurata sotto le redini di ASO, gli organizzatori del Tour de France. Come le altre classiche si svolge sulle stesse strade della prova maschile, ma su distanza più breve. Allo stesso modo, infatti, la gara termina sul ripido Muro di Huy. La prima a vincere questa corsa fu Fabiana Luperini, capace di ripetersi anche nel 2001 e nel 2002. Un grande tris realizzato dall’unica azzurra che ha vinto la Freccia Vallone. Fabiana Luperini. In seguito arrivarono solo podi: un secondo posto di Marta Bastianelli nel 2008 dietro Marianne Vos, nel 2013 un altro secondo posto di Elisa Longo Borghini sempre dietro l’olandese e un terzo posto l’anno dopo, ancora firmato da Longo Borghini. L’Olanda ha fatto da padrona nell’albo d’oro grazie a Marianne Vos e Anna van der Breggen, con quest’ultima che detiene il record di vittorie con sei successi, per di più consecutivi. Marianne Vos vinse tra il 2007 e il 2013, mancando l’edizione del 2010 e del 2012. La connazionale Anna van der Breggen invece si è imposta per la prima volta nel 2015 e non ha più smesso di vincere. La sua sesta vittoria è arrivata nel 2020, in un’anomala edizione autunnale dovuta alla Pandemia di Covid-19. Quattro giorno dopo aver conquistato il Mondiale, va a vincere anche ad Huy in maglia iridata. Van der Breggen non si è fatta sorprendere dall’attacco di Demi Vollering sulla ripida salita finale. L’ha infatti seguita e quando Vollering ha esaurito le energie negli ultimi metri, l’ha superata alzando le braccia al cielo. Anna Van Der Breggen vince l’edizione 2020. Il punto chiave del percorso Da quando è stato inserito, si è rivelato spesso decisivo ai fini della vittoria o del podio. Stiamo parlando del Muro di Huy, aggiunto nel disegno della corsa nel 1985. Si tratta di una salita di un chilometro e trecento metri con una pendenza media del 9,6% e massima del 26% da ripetere più volte, di solito tre. L’ultimo passaggio è quello che fa da traguardo della gara. La Freccia Vallone è l’unica corsa di un giorno del calendario UCI World Tour, insieme alla Strade Bianche, a terminare su un pendio ripido e questo porta ovviamente a strategie di corsa diverse da altre classiche. La vittoria è raramente decisa prima dell’ultima scalata del Muro. L’ultima volta che il vincitore ha eseguito l’azione decisiva prima del Muro è stato Igor Astarloa nel 2003, il quale aveva centrato la fuga di giornata. Il Muro assume una dimensione religiosa, non solo ciclisticamente parlando, ma anche nel verso senso della parola. È infatti denominato “Cammino delle Cappelle” visto che a bordo strada salendo si incontrano sette cappelle, le quali avvicinano gradualmente alla basilica di Notre-Dame de la Sarte, dove termina la corsa. Igor Astarloa impegnato alla Flèche Wallonne. Freccia Vallone: Albo d’Oro gara maschile Questo è l’Albo d’Oro della corsa maschile della Flèche Wallonne. Dall’anno del suo debutto (1936) la competizione si è sempre disputata, tranne nel 1940 a causa della Seconda Guerra Mondiale. Anno Vincitore Secondo Terzo 1936 Philémon De Meersman Alphonse Verniers Camiel Michielsens 1937 Adolph Braeckeveldt Marcel Kint Albert Perikel 1938 Émile Masson jr. Sylvère Maes Cyrille Dubois 1939 Edmund Delathouwer Hubert Sijen Albert Perikel 1940 edizione non disputata causa Seconda guerra mondiale 1941 Sylvain Grysolle Gustave Van Overloop Jacques Geus 1942 Karel Thijs Frans Bonduel Albert Perikel 1943 Marcel Kint Georges Claes Désiré Keteleer 1944 Marcel Kint Brik Schotte Marcel Quertinmont 1945 Marcel Kint Lucien Vlaemynck André Maelbrancke 1946 Désiré Keteleer René Walschot Edward van Dijck 1947 Ernest Sterckx Maurice Desimpelaere Gustave Van Overloop 1948 Fermo Camellini Brik Schotte Camille Beeckman 1949 Rik Van Steenbergen Edward Peeters Fausto Coppi 1950 Fausto Coppi Raymond Impanis Jan Storms 1951 Ferdi Kübler Gino Bartali Jean Robic 1952 Ferdi Kübler Stan Ockers Raymond Impanis 1953 Stan Ockers Ferdi Kübler Loretto Petrucci 1954 Germain Derycke Ferdi Kübler Jan De Valck 1955 Stan Ockers Alphonse Vandenbrande Stanislas Bober 1956 Richard Van Genechten Sante Ranucci André Vlayen 1957 Raymond Impanis René Privat Victor Wartel 1958 Rik Van Steenbergen Joseph Planckaert Pierre Everaert 1959 Jos Hoevenaers Marcel Janssens Frans Schoubben 1960 Pino Cerami Pierre Beuffeuil Constant Goossens 1961 Willy Vannitsen Jean Graczyk Frans Aerenhouts 1962 Henri De Wolf Pino Cerami Hans Junkermann 1963 Raymond Poulidor Jan Janssen Peter Post 1964 Gilbert Desmet Jan Janssen Peter Post 1965 Roberto Poggiali Felice Gimondi Tom Simpson 1966 Michele Dancelli Lucien Aimar Rudi Altig 1967 Eddy Merckx Peter Post Willy Bocklant 1968 Rik Van Looy José Samyn Jan Janssen 1969 Jos Huysmans Eric De Vlaeminck Eric Leman 1970 Eddy Merckx Georges Pintens Eric De Vlaeminck 1971 Roger De Vlaeminck Frans Verbeeck Joseph Deschoenmaecker 1972 Eddy Merckx Raymond Poulidor Willy Van Neste 1973 André Dierickx Eddy Merckx Frans Verbeeck 1974 Frans Verbeeck Roger De Vlaeminck non assegnato 1975 André Dierickx Frans Verbeeck Eddy Merckx 1976 Joop Zoetemelk Frans Verbeeck Freddy Maertens 1977 Francesco Moser Giuseppe Saronni non assegnato 1978 Michel Laurent Gianbattista Baronchelli Dietrich Thurau 1979 Bernard Hinault Giuseppe Saronni Bernt Johansson 1980 Giuseppe Saronni Sven-Åke Nilsson Bernard Hinault 1981 Daniel Willems Adrie van der Poel Guido Van Calster 1982 Mario Beccia Jostein Wilmann Paul Haghedooren 1983 Bernard Hinault René Bittinger Hubert Seiz 1984 Kim Andersen William Tackaert Heddie Nieuwdorp 1985 Claude Criquielion Moreno Argentin Laurent Fignon 1986 Laurent Fignon Jean-Claude Leclercq Claude Criquielion 1987 Jean-Claude Leclercq Claude Criquielion Rolf Gölz 1988 Rolf Gölz Moreno Argentin Steven Rooks 1989 Claude Criquielion Steven Rooks Wim Van Eynde 1990 Moreno Argentin Jean-Claude Leclercq non assegnato 1991 Moreno Argentin Claude Criquielion Claudio Chiappucci 1992 Giorgio Furlan Gérard Rué Davide Cassani 1993 Maurizio Fondriest Gérard Rué Claudio Chiappucci 1994 Moreno Argentin Giorgio Furlan Evgenij Berzin 1995 Laurent Jalabert Maurizio Fondriest Evgenij Berzin 1996 Lance Armstrong Didier Rous Maurizio Fondriest 1997 Laurent Jalabert Luc Leblanc Alex Zülle 1998 Bo Hamburger Frank Vandenbroucke Alberto Elli 1999 Michele Bartoli Maarten den Bakker Mario Aerts 2000 Francesco Casagrande Rik Verbrugghe Laurent Jalabert 2001 Rik Verbrugghe Ivan Basso Jörg Jaksche 2002 Mario Aerts Unai Etxebarria Michele Bartoli 2003 Igor Astarloa Aitor Osa Aleksandr Šefer 2004 Davide Rebellin Danilo Di Luca Matthias Kessler 2005 Danilo Di Luca Kim Kirchen Davide Rebellin 2006 Alejandro Valverde Samuel Sánchez Karsten Kroon 2007 Davide Rebellin Alejandro Valverde Danilo Di Luca 2008 Kim Kirchen Cadel Evans Damiano Cunego 2009 Davide Rebellin Andy Schleck Damiano Cunego 2010 Cadel Evans Joaquim Rodríguez Alberto Contador 2011 Philippe Gilbert Joaquim Rodríguez Samuel Sánchez 2012 Joaquim Rodríguez Michael Albasini Philippe Gilbert 2013 Daniel Moreno Sergio Henao Carlos Alberto Betancur 2014 Alejandro Valverde Daniel Martin Michał Kwiatkowski 2015 Alejandro Valverde Julian Alaphilippe Michael Albasini 2016 Alejandro Valverde Julian Alaphilippe Daniel Martin 2017 Alejandro Valverde Daniel Martin Dylan Teuns 2018 Julian Alaphilippe Alejandro Valverde Jelle Vanendert 2019 Julian Alaphilippe Jakob Fuglsang Diego Ulissi 2020 Marc Hirschi Benoît Cosnefroy Michael Woods Articolo realizzato con il contributo di Alessio Valsecchi.