“A volte mi chiedo cosa sto facendo al mio corpo seguendo un calendario così intenso.”

Il ciclista Wout van Aert non scende mai dal sellino e non solo per allenarsi, ma per gareggiare sia sul fango sia sull’asfalto. Ha dominato una disciplina che è “religione” nel suo Paese, il ciclocross, e nel 2020 è arrivata anche la definitiva consacrazione nel ciclismo su strada con delle prestazioni superlative.

Senza mai dimenticare che Wout, insieme a Mathieu van der Poel, è il protagonista della rivalità più accesa dell’ultimo decennio.

Andiamo a conoscerlo meglio…

Wout Van Aert all'arrivo di una gara

La storia di Wout van Aert

Wout van Aert nasce ad Herentals, un comune belga nelle Fiandre, il 15 Settembre 1994.

I genitori sono entrambi di origine olandese, trasferiti in Belgio per motivi di lavoro. Le radici olandesi sono evidenti anche dall’ortografia del cognome di van Aert. Il prefisso “van” nel cognome è infatti scritto con una lettera minuscola, invece di una lettera maiuscola, come è usuale in Belgio.

La bicicletta era uno strumento di uso quotidiano in famiglia, ma solo Jos van Aert (cugino del padre di Wout) ne fece un lavoro divenendo ciclista professionista nel 1988.

Vestì, in successione, la maglia della Hitachi, PDM-Concorde, Festina-Lotus e Collstrop, con la cui squadra si ritirò nel 1994. Proprio in quell’anno, come abbiamo già detto, nasce il protagonista di questa biografia e non tarda a ripercorrere le gesta di Jos sentendone i racconti.

Inoltre di Herentals, la cittadina d’origine di van Aert, è nativo anche Rik van Looy, due volte Campione del mondo su strada e primo corridore di sempre a vincere tutte e cinque le Monumento. Anche l’ombra di un campione del genere cresciuto tra le stesse strade ha spinto Wout a gareggiare in sella a una bicicletta.

Un vecchio scatto del ciclista Rik Van Looy

Uno scatto di Rik Van Looy.

Da qui le prime esperienze tra gli juniores nel ciclocross con la Telenet-Fidea nella stagione 2010-11. Una prima annata spesa ad ambientarsi in questo nuovo mondo che lo attraeva e non poco.

Il primo pensiero all’epoca era ovviamente divertirsi, ma lo spirito competitivo di Wout emerse fin dalle prime pedalate. Si ritrovava a gareggiare con ragazzini più grandi di lui e nonostante questo, l’abilità nel guidare la bici e nel destreggiarsi tra i tanti percorsi sul fango era già evidente.

Infatti nella stagione successiva 2011-12 cominciarono ad arrivare i primi risultati.

Van Aert sale sul secondo gradino del podio in due grandi occasioni: prima nei Campionati belgi e poi nel Mondiale, diventando quindi vice-campione del mondo nella categoria juniores. Davanti a lui, come già visto in altre occasioni durante la stagione, giunge Mathieu van der Poel. È l’inizio di una rivalità destinata ad accendersi sempre più negli anni, prima sul fango e poi sulla strada.

L’obiettivo di van Aert è scalare le gerarchie nel ciclocross e così nel 2013 passa tra i dilettanti con grandi aspettative.

Le previsioni vengono rispettate: vince il Superprestige U23, conquista un secondo posto nella classifica generale della Coppa del Mondo e arriva terzo nel Mondiale dietro a Mike Teunissen e Wietse Bosmans. Una gara che comunque l’aveva visto protagonista fino alle ultime battute, ma Wout doveva solo prendere meglio le misure nella nuova categoria.

Infatti nell’edizione successiva del Campionato del mondo ottiene la sua vendetta. Lascia indietro prima van der Poel e poi il connazionale Michael Vanthourenhout, alzando le braccia al cielo sul traguardo di Hoogerheide: è il suo primo titolo mondiale.

Wout Van Aert in testa ad una gara

Il salto tra i professionisti

Dalla stagione 2014-15 Wout van Aert firma da professionista con la Crelan-Vastgoedservice, l’attuale Pauwels Sauces-Bingoal, squadra belga continental.

Continua a dedicarsi esclusivamente al ciclocross e il primo successo arriva sul percorso del Koppenbergcross sorprendo Sven Nys. Non è più solo una giovane promessa, van Aert sta diventando sempre più una solida affermazione.

La Coppa del Mondo dominata insieme a van der Poel, anche lui passato quell’anno tra i pro’, è l’ennesima conferma che il Belgio ha una nuova stella per uno degli sport nazionali, il ciclocross.

È con questa consapevolezza che Wout regna nell’annata successiva: conclude venti gare di fila e taglia per primo il traguardo quattordici volte.

Quella serie si interruppe a causa di un’influenza intestinale, ma subito dopo continuò a prendersi tutto quello che c’era da prendere.

Prima il Campionato belga, poi la generale di Coppa del Mondo e infine il Mondiale dopo un entusiasmante duello con Lars van der Haar sul percorso di Heusden-Zolder. Come se non bastasse, sul finire della stagione, ha aggiunto anche la vittoria finale del Superprestige.

Wout Van Aert con la bici in spalla durante una gara di ciclocross

Così facendo van Aert ha realizzato il grande slam del ciclocross: vittoria assoluta nelle tre più importanti competizione a tappe e vittoria nei campionati nazionali e mondiali. È il secondo ciclista della storia a riuscirci, dopo Sven Nys nella stagione 2004-2005.

L’anno successivo riesce di nuovo a confermarsi, difendendo il titolo mondiale e belga.

Dopo l’inverno dedicato al ciclocross comincia a dedicarsi di più anche alla strada, partecipando a diverse gare in Belgio, evitando così lunghe trasferte. Nella prologo a cronometro del Baloise Tour arriva il primo successo tra i pro’. Van Aert sorprende tutti battendo Tony Martin, pluricampione del mondo delle prove contro il tempo.

Continua a fare bene su strada anche nella stagione seguente, caratterizzata ancora dalla vittoria nella Coppa del Mondo di ciclocross e il titolo difeso nel Mondiale. Quest’ultimo è arrivato in una gara rimasta nella memoria anche per le tre forature di Mathieu van der Poel.

Conserva l’iride anche nell’edizione successiva a Valkenburg, conquistando un tris memorabile. In quella stessa stagione, nel 2018, sono arrivati i primi piazzamenti importanti sull’asfalto.

Wout Van Aert durante una gara di ciclocross

Debutta alla Strade Bianche tagliando il traguardo in terza posizione, stesso copione nell’edizione successiva della corsa senese,

Nel resto della primavera si è confermato e spiccano un nono posto al Giro delle Fiandre e un tredicesimo posto alla Parigi-Roubaix.

La stagione si conclude con la vittoria nella generale del Tour of Denmark e la medaglia di bronzo al Campionato europeo di Glasgow. Un terzo gradino del podio conquistato con i denti allo sprint finale vinto da Matteo Trentin. Al secondo posto non poteva che esserci van der Poel, il duello si ripete anche su strada.

Wout van Aert è ormai lanciato a piena velocità verso grandi risultati e il 2019 ne è la conferma. Firma con la Jumbo-Visma e l’alternanza tra ciclocross e asfalto sembra rivitalizzarlo a ogni gara.

Il belga riesce a raggiungere il giusto compromesso tra le due discipline, senza spremersi troppo durante l’inverno sul fango.

Tra gli ottimi risultati ottenuti alla Strade Bianche (terzo), alla Milano-Sanremo (sesto) e all’E3 BinckBank Classic (secondo), arriva anche la prima vittoria nel World Tour.

Il Giro del Delfinato fa da teatro a questo importante traguardo per Wout, il quale domina la classifica a punti della corsa a tappe francese vincendo due tappe e salendo sul podio in altre due.

Wout Van Aert apre le braccia all'arrivo di una gara

Stravince nei Campionati belgi a cronometro e si prende un terzo posto nella prova in linea. Un bel biglietto da visita per il suo primo Tour de France.

Passata la prima tappa, arriva già la vittoria per van Aert che insieme alla sua squadra si mangia letteralmente la cronosquadre sulla strade di Bruxelles.

Sul traguardo di Colmar si arrende solo a Peter Sagan in volata, accarezzando il primo trionfo in linea sulle strade della Grande Boucle.

Wout ha ormai la vittoria nel mirino ed a tutti è chiaro che è in grado di giocarsela con i velocisti puri. Nella volata che conclude la decima tappa non c’è specialista che tenga e la faccia incredula di Elia Viviani sul traguardo di Albi dice tutto: un dominatore del fango arrivato a comandare in volata al Tour.

Tre giorni dopo accade il peggio.

Nella tredicesima tappa Pau-Pau a cronometro, Wout sta facendo segnare il miglior tempo ad ogni intermedio, quando poco prima dell’arrivo stringe troppo una curva sbattendo contro le transenne. Un bruttissimo incidente che gli procura una ferita profonda alla gamba al quale seguono due interventi chirurgici e mesi di riabilitazione.

Uno stop improvviso in un momento magico per van Aert. “Poteva essere la fine della mia carriera” afferma in diverse interviste.

Il recupero è lungo, ma la determinazione di Wout vince e i medici gli danno l’ok per tornare ad allenarsi in autunno.

Sceglie di fare il suo ritorno nella competizione clou della stagione di ciclocross: il Mondiale. Risultato? Un quarto posto che vale tantissimo. Un’iniezione di fiducia per la stagione 2020 su strada che lo aspetta.

Wout Van Aert alla fine di una corsa

2020: la definitiva conferma nel ciclismo su strada

La carriera di Wout van Aert sull’asfalto riparte dalle strade di casa in Belgio nella Omloop Het Nieuwsblad, sfiorando la top ten con un undicesimo posto.

Ma i suoi progetti e obiettivi per la stagione vengono tagliati. Questa volta non per un infortunio, bensì per una pandemia che sta investendo il mondo. Il ciclismo, lo sport e non solo si fermano. Wout è costretto di nuovo a mettere in “stand by” la sua carriera.

Dopo lunghi mesi l’UCI ufficializza un nuovo calendario con inizio il primo di Agosto e van Aert vuole esserci fin da subito. Vola in Italia dove si svolgono le prime corse World Tour di una stagione rattoppata.

Il corridore belga le domina letteralmente, portando a casa la sua prima Classica Monumento, la Milano-Sanremo, dopo una volata mozzafiato con Julian Alaphilippe e rivendicando i suoi precedenti piazzamenti alla Strade Bianche.

Questa volta sugli sterrati senesi non c’è rivale che tenga, può finalmente alzare le braccia al cielo in Piazza del Campo.

Prima di partecipare al Tour de France, prende il via al Giro del Delfinato e alla cronometro dei campionati belgi. Risultati? Una tappa e una classifica a punti vinta e il titolo belga contro il tempo difeso alla grandissima.

Wout Van Aert apre le braccia all'arrivo di una gara

Il Tour de France lo aspetta e lui non delude affatto.

È protagonista in ogni tappa, o per giocarsi la vittoria o per aiutare la squadra e proteggere il suo capitano, Primož Roglič (maglia gialla dalla nona alla diciannovesima tappa). Negli arrivi in volata è sempre vicino al successo: due tappe vinte, due terzi posti ed un quarto e sesto posto a fare da contorno. Protagonista negli sprint, ma al tempo stesso anche sulle salite dimostrandosi un gregario di spessore.

Dopo un Tour corso all’impazzata tutti si attendevano un calo di rendimento di van Aert. Il belga stupisce ancora una volta il mondo intero, chiudendo la stagione con altre quattro corse che l’hanno visto sempre sfiorare la vittoria.

Nel Mondiale di Imola arriva secondo in entrambe le prove, sia contro il tempo, sia in linea. Prima si trova davanti il padrone di casa Filippo Ganna, poi Julian Alaphilippe rivendica il secondo posto della Strade Bianche.

Dopodiché van Aert torna in patria partecipando alla Gent-Wevelgem, dove sembra essere solamente una sfida tra lui e van der Poel. Invece i due finiscono per studiarsi troppo e lasciare andare gli altri: ottavo il belga, nono l’olandese.

Il duello si ripete una settimana dopo, in un teatro di gara ben più importante. Siamo sulle strade del Giro delle Fiandre, l’università del ciclismo mondiale, e qui è davvero una sfida solo tra loro due. Sui muri in pavé nessuno riesce a staccare l’altro e così arrivano a giocarsela allo sprint. La spunta al fotofinish Mathieu van der Poel che pareggia i conti con il belga: una classica Monumento per uno.

Il duello è pronto per ripartire nella stagione 2021!

Wout Van Aert sotto sforzo durante una corsa

Wout van Aert: Palmarès

2020: DVV Trofee Lille – Krawatencross, X2O Trofee Herentals, UCI World Cup Dendermonde, Strade Bianche, Milano-Sanremo, 1ª tappa Giro del Delfinato, Classifica a punti Giro del Delfinato, Campione belga a cronometro, 5ª tappa Tour de France, 7ª tappa Tour de France.

2019: Cyclo-cross La Meziere, UCI World Cup Pontchâteau, 4ª tappa Giro del Delfinato, 5ª tappa Giro del Delfinato, Classifica a punti Giro del Delfinato, Campione belga a cronometro, 2ª tappa Tour de France, 10ª tappa Tour de France.

2018: Campione belga di ciclocross, UCI World Championships Valkenburg, Kermiscross Ardooie, Brico Cross Bredene, 2ª tappa Giro della Danimarca, Classifica generale Giro della Danimarca.

2017: Coppa del Mondo di ciclocross, DVV Verzekeringen Trofee, Campione belga di ciclocross, UCI World Cup Fiuggi, Campione del mondo di ciclocross, Internationale Sluitingsprijs Oostmalle, Kermiscross, Telenet Superprestige Boom, Telenet Superprestige Gavere, UCI World Cup Zeven, UCI World Cup Namur, Bingoalcyclocross, Ronde van Limburg, Grand Prix Cerami.

2016: Campione belga di ciclocross, UCI World Championships Heusden-Zolder, G.P. Stad Eeklo, Bpost Bank Trofee, Coppa del Mondo di ciclocross, Superprestige,UCI World Cup Las Vegas, UCI World Cup Iowa, DVV verzekeringen trofee – Hotondcross, DVV verzekeringen trofee – Koppenbergcross, DVV verzekeringen trofee – Cyclocross Essen, Prologo Baloise Belgium Tour, Schaal Sels.

2015: Bpost Bank Trofee – G.P. Sven Nys, Kasteelcross Zonnebeke, G.P. Stad Eeklo, UCI World Cup Las Vegas, Bpost bank trofee – Ronse, Superprestige Zonhoven, Superprestige Gavere, Superprestige Spa-Francorchamps, Bpost bank trofee – Noordvlees Van Gool Essen, Bpost bank trofee – Flandriencross Hamme, Bpost bank trofee – Scheldecross Antwerpen.

A proposito dell'autore

Da sempre convive con quella malattia cronica che lo fa appassionare a qualsiasi sport guarda. La magia del ciclismo l'ha stregato lentamente ma in modo irrevocabile. Sia in sella pedalando verso l'alto, sia dal divano guardando ogni corsa. Poi è arrivata la penna per narrare una delle discipline che più si presta al racconto, uno degli sport più letterari.