Era un po’ di tempo che gli appassionati di ciclismo ci chiedevano di scriverla, e oggi abbiamo deciso di accontentarli.

Sulle pagine di strada.bicilive.it pubblichiamo finalmente la biografia di Christopher Froome, ciclista del Team Sky, vincitore della “tripla corona”: un Giro d’Italia (2018), quattro Tour de France (2013, 2015, 2016, 2017) e una Vuelta di Spagna (2017).

Salite in sella e ripercorriamo insieme la sua vita sportiva…

Chris Froome con il nuovo kit sky 2019

Chris Froome presenta la nuova divisa del Team Sky 2019 direttamente dal suo profilo instagram @chrisfroome

La storia di Chris Froome

Christopher “Chris” Froome nasce a Nairobi, in Kenia, il 20 maggio 1985 da genitori britannici.

Chris trascorse la sua infanzia e la prima adolescenza nello Stato africano prima di trasferirsi a quindici anni in Sudafrica, dove iniziò a dare i primi colpi ai pedali. Da dilettante scelse di correre per la nazionale keniota, partecipando anche ai campionati del mondo under 23 nel 2006 e nel 2007. Passò a difendere i colori britannici soltanto nel 2008.

I primi passi nel professionismo: 2007-2009

Il passaggio al professionismo avvenne tramite una piccola squadra di licenza sudafricana nel 2007, il Team Konica Minolta, in cui Chris dimostrò discrete qualità.
Vinse due corse, una di queste in Italia al Giro delle Regioni, anticipando corridori di pari età quali Rui Costa, Ben Hermans e Bauke Mollema. La seconda vittoria invece arrivò in una tappa di una corsa di seconda fascia come il Tour of Japan.

L’anno successivo decise di cambiare squadra e di andare a vivere in Europa. Passò al team Barloworld di categoria Continental sotto la direzione del DS italiano Claudio Corti, con il quale instaurò fin da subito un buonissimo rapporto.

In questa stagione Chris Froome iniziò a sperimentare il circuito World Tour, presentandosi al via di corse di primissimo livello come la Parigi-Roubaix, l’Amstel Gold Race, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Tour de France, la corsa in assoluto da lui più amata.

Non riuscì a portare a casa nemmeno una vittoria, a eccezione di qualche piazzamento in corse minori. Dimostrò però un gran feeling con le cronometro, riuscendo a entrare nella top-15 di una prova contro il tempo proprio al Tour de France.

Nel 2009 Claudio Corti decise di far debuttare il 24enne Chris Froome al Giro d’Italia. Froome si mise in luce nella 14esima tappa, ovvero quando riuscì ad arrivare sesto nella dura frazione di Sestola vinta da Simon Gerrans.

Tuttavia non fu un anno positivo per il corridore britannico, vinse una tappa al Giro del Capo (1.2), ma non riuscì a ripetersi nell’arco della stagione, concludendo la sua attività nel Team Barloworld, con un solo successo in due anni.

Chris Froome appena passato al team Barloworld

La svolta al Team Sky: i primi anni e l’esplosione

Nel 2010 venne ingaggiato dal Team Sky Procycling, uno squadrone britannico destinato a dominare la scena del ciclismo internazionale per un lungo periodo.

Anche questa però fu una stagione altamente negativa per Chris Froome: egli venne infatti squalificato nel corso della 19esima tappa del Giro d’Italia, per un traino in salita. Unica nota di merito, il secondo posto a cronometro nel campionato britannico.

La carriera del ciclista Sky sembra ormai improntata a stagioni di assoluto anonimato, ma proprio nel momento più difficile egli si scopre scalatore sopraffino e corridore di corse a tappe.

Nel 2011, dopo una prima parte di annata ancora segnata da prestazioni negative, partecipò alla Vuelta di Spagna senza alcuna ambizione, se non quella di provare a essere riconfermato per la stagione successiva.

Con il quinto posto dell’arrivo in salita alla Covatilla e il secondo nella tappa successiva a cronometro, Chris Froome indossò la maglia di leader della classifica generale per un giorno, dimostrando di poter combattere per la vittoria finale per tutta la corsa.

Tuttavia tra sé e la vittoria del primo Grande Giro si pose Juan Josè Cobo, che riuscì a mantenere, fino a Madrid, 13 secondi di vantaggio sul britannico.

Froome fu così costretto ad accontentarsi del secondo posto e di una vittoria di tappa a Pena Cabarga, ma con la certezza di essere confermato al Team Sky.

Viste le ottime qualità di passista-scalatore di Chris, la squadra decise di portarlo al Tour de France come ultimo uomo di Bradley Wiggins, il favorito numero uno per la maglia gialla 2012 visti anche i tanti chilometri a cronometro.

Fu un’edizione della Grand Boucle molto movimentata e ricca di contrasti. Froome infatti dimostrò per tutta la corsa di essere molto più forte del suo compagno, arrivando addirittura a staccarlo nella tappa della Planche des Belles Filles, dove trionfò in solitaria e in quella di La Toussuire.

Egli fu più volte fermato dai cosiddetti “ordini di scuderia” e costretto a rinunciare a degli attacchi in favore del suo compagno, che tuttavia a Parigi giunse al primo posto con 3’21” proprio su Froome e con oltre 6 minuti sul terzo classificato, Vincenzo Nibali.

A fine stagione ritentò la rincorsa al primato della Vuelta di Spagna: le stanchezze accumulate lo relegarono al quarto posto della classifica generale.

Chris Froome durante la Vuelta di Spagna nel 2011

Il primo successo al Tour e il dominio Sky

Nel 2013, con Wiggins alle prese con il Giro d’Italia (che vinse Nibali), Chris Froome poté dedicarsi totalmente alla preparazione del Tour de France.
Vinse a febbraio il Giro dell’Oman, giunse secondo alla Tirreno-Adriatico con tappa vinta ai Prati di Tivo, vinse ancora al Giro di Romandia e al Criterium del Delfinato.

Arrivò dunque al Tour con una condizione strabiliante e con nove successi in cinque mesi, che gli permisero già alla prima settimana di indossare la Maglia Gialla grazie alla vittoria di AX 3 Domaines.

Da lì in poi fu una vera e propria passerella, con da contorno la memorabile ma discussa vittoria al Mont Ventoux, quando staccò Alberto Contador con un’altissima frequenza di pedalata (da molti ritenuta sospettabile) e un’altra cronometro.

Fu il primo dei quattro Tour de France vinti e l’inizio di una nuova epoca del ciclismo: quella del dominio del Team Sky e del suo poco emozionante stile, fatto di calcoli, numeri e cardiofrequenzimetri.

Quello del 2014 fu un anno segnato dalla sfortuna: cadde rovinosamente al Tour (poi vinto da Vincenzo Nibali) nella storica tappa del pavé, dove fu costretto al ritiro e ingaggiò una memorabile sfida con Contador, che ebbe la meglio alla Vuelta di Spagna, dove arrivò secondo alle spalle proprio del rivale.

Chris Froome durante la Mont Ventoux nel 2013

L’anno successivo Chris Froome tornò alla carica: rivinse nuovamente le corse di preparazione al Tour (Ruta del Sol e Giro del Delfinato), presentandosi alla rassegna francese al massimo della sua condizione.

Sfruttando le difficoltà di Nibali e Nairo Quintana nella tappa del vento olandese, alla terza frazione con arrivo sul Muro di Huy, il britannico conquistò la maglia gialla.

Il simbolo del comando non fu mai a rischio, ma grazie allo strapotere Sky nella crono-squadre e al capolavoro di Froome alla Pierre Saint Martin, le speranze degli avversari si fecero presto vane. Solo nel finale cedette qualche colpo, tuttavia il vantaggio accumulato lo tenne al sicuro dagli attacchi di Nairo Quintana, secondo a Parigi con 1’12” di ritardo.

Anche nel 2016 lo stesso copione: corse di preparazione dominate (Herald Sun Tour, Giro del Delfinato), e Tour de France senza rivali in grado di scalfirlo.

Alla Grand Boucle fu capace di vincere in discesa a Bagneres de Luchon, di accumulare vantaggio in pianura a Montpellier e di dominare nella cronoscalata di Megeve, riuscendo a mettere tra sé e il secondo in classifica, Romain Bardet, oltre quattro minuti a Parigi.

Tentò la doppietta Tour-Vuelta, ma uno straordinario Nairo Quintana fu in grado di strappargli la tanto agognata maglia rossa di leader.

Chris Froome dopo la vittoria del tour de france 2016

La Tripla Corona: Tour-Vuelta-Giro

Tra il 2017 e il 2018 si completa il capolavoro di Chris Froome, l’unico della storia in grado di vincere consecutivamente il Tour de France, la Vuelta di Spagna e il Giro d’Italia.

A luglio 2017, dopo una prima parte di stagione non esaltante, arrivò al Tour de France con una condizione ancora da definire, anche in ottica doppietta Tour-Vuelta.

Anche però non vincendo nessuna tappa, a eccezione delle prime tappe dedicate ai velocisti e due in cui Fabio Aru indossò la maglia gialla, ebbe sempre tra le mani il simbolo del primato, portato fino a Parigi con 54 secondi di vantaggio su Rigoberto Uran.

Chris Froome puntò tutte le sue energie sulla Vuelta, corsa in cui si è sempre esaltato ma che non era mai riuscito a conquistare. Grazie alla cronosquadre della prima tappa e al terzo posto ad Andorra nella terza frazione, il britannico conquistò la maglia rossa, più volte messa alla prova da uno straordinario Vincenzo Nibali, ma indossata fino alla fine della corsa. Ben due vittorie di tappa alla Cumbre del Sol e nella crono di Logrono crearono un margine di sicurezza tra lui e il siciliano.

L’inverno 2017-18 fu segnato dallo “scandalo salbutamolo“: Chris Froome fu infatti trovato positivo al farmaco anti-asma in una delle tappe della corsa spagnola, assunto in quantità superiori a quelle consentite dal regolamento UCI.

La decisione dell’UCI ha però assolto il corridore e gli ha permesso di partecipare al Giro d’Italia 2018.

Dopo un inizio difficile alla corsa rosa con una caduta nella ricognizione della prova contro il tempo di Gerusalemme e le difficoltà su Etna e Gran Sasso, Froome accese la luce nella tappa del Monte Zoncolan, conquistando la durissima montagna friulana come un vero scalatore.

La corsa letteralmente esplose nella 19esima tappa, quando Froome, quarto in classifica, fece saltare il banco attaccando a 80 chilometri dal traguardo in solitaria. Vinse la frazione con oltre 3 minuti sugli avversari diretti (Yates in maglia rosa sprofondò) e indossò per la prima volta in carriera la maglia rosa. La passerella di Roma fu lo scenario per l’incoronamento di uno dei corridori più forti di sempre.

In estate provò anche la conquista del quinto Tour de France, ma fu costretto ad accontentarsi del terzo posto, con Geraint Thomas, suo compagno, in grado di stravincere la Grand Boucle 2018.

Il 2019 del Keniano Bianco è stato invece ricco di sfortune: dopo un inizio non brillantissimo, una caduta nella ricognizione della cronometro del Criterium del Delfinato lo ha messo fuori gioco per l’intera stagione, dovendo rinunciare così al sogno della cinquina gialla.

Chris Froome durante il giro d'italia 2018

Palmarès di Chris Froome

2018: Classifica generale Giro d’Italia, 14° e 19° tappa al Giro d’Italia.

2017: Classifica generale Tour de France, classifica generale Vuelta di Spagna, 9° e 16° tappa alla Vuelta di Spagna.

2016: Classifica generale Herald Sun Tour, tappa Herald Sun Tour, tappa Giro di Romandia, classifica generale Giro del Delfinato, tappa Giro del Delfinato, classifica generale Tour de France, 8° e 18° tappa Tour de France, 1°, 11° e 19° tappa Vuelta di Spagna.

2015: Classifica generale Ruta del Sol, tappa Ruta del Sol, tappa Giro di Romandia, classifica generale Giro del Delfinato, 8° e 9° tappa Giro del Delfinato, Classifica generale e miglior scalatore Tour de France, 10° tappa Tour de France.

2014: Classifica generale Tour of Oman, tappa Tour of Oman, classifica generale Giro di Romandia, tappa Giro di Romandia, classifica generale Giro del Delfinato, 1° e 2° tappa Giro del Delfinato.

2013: Classifica generale e tappa Tour of Oman, tappa Tirreno Adriatico, Classifica generale e tappa Criterium International, classifica generale e tappa Giro di Romandia, classifica generale e tappa Giro del Delfinato, classifica generale e 8°, 15°, 17° tappa Tour de France.

2012: 7° tappa Tour de France.

2011: 17° tappa Vuelta di Spagna.

2009: Tappa Giro del Capo.

2007: Tappa Giro delle Regioni, tappa Tour of Japan.

Piazzamenti di rilievo di Chris Froome

2018: Quarto al Tour of the Alps, terzo al Tour de France.

2017: Quarto al Giro del Delfinato, terzo ai mondiali a cronometro individuale e a squadre.

2016: Terzo ai Giochi Olimpici di Rio a cronometro, secondo alla Vuelta di Spagna.

2015: Terzo al Giro di Romandia.

2014: Secondo alla Vuelta di Spagna.

2013: Secondo alla Tirreno Adriatico, terzo ai mondiali a cronometro.

2012: Quarto al Giro del Delfinato, secondo al Tour de France, terzo ai Giochi Olimpici a cronometro, quarto alla Vuelta di Spagna.

2011: Secondo alla Vuelta di Spagna, terzo al Tour of Beijing.

2010: Secondo ai Campionati inglesi a cronometro, quinto ai Giochi del Commonwealth a cronometro.

2008: Secondo al Giro del Capo, terzo al Giro del Trentino.

Formazioni

2010-oggi: Team Sky
2008-2009: Team Barloworld
2007: Team Konica Minolta

Maggiori rivali

Vincenzo Nibali, Alberto Contador, Nairo Quintana, Tom Dumoulin.

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A proposito dell'autore

Ama scrivere fin da quando era piccolo e questo lo ha portato a raccontare storie sul suo sport preferito, il ciclismo. Un'attività fisica che prova anche a praticare sia per piacere sia soprattutto per capire le difficoltà, le fatiche ma anche le gioie e i successi dei campioni che ogni giorno ci emozionano sulle strade.