Sesto e unico italiano nei primi venti del ranking UCI WorldTour 2021, Sonny Colbrelli è stato uno dei principali protagonisti dell’ultima stagione di ciclismo su strada.

Nell’annata appena conclusa infatti il bresciano classe 1990 si è dimostrato prolifico come mai in carriera portando a casa successi di incredibile valore come quelli ottenuti ai Campionati Europei, ai Campionati Italiani e, soprattutto, alla Parigi-Roubaix, corsa che un atleta del Bel Paese non portava a casa dal lontano 1999.

A 31 anni, dunque, il portacolori della Bahrain-Victorious ha vissuto la sua miglior stagione di sempre passando dall’essere un corridore volenteroso ma spesso a piazzato a uomo in grado di giocarsi le classiche più ambite del panorama internazionale rivaleggiando e battendo i più affermati talenti del pedale.

Per Colbrelli, ragazzo che fin da giovane ha dovuto lavorare e faticare per costruirsi il suo sogno, il 2021 ha permesso di ripagare i tanti sacrifici fatti tanto di recente quanto nelle passate stagioni quando non sempre riusciva ad imporsi con continuità. Con pazienza, determinazione e “fame” però il “Cobra” è riuscito, passo dopo passo, ad entrare di forza nell’élite del pedale finendo per arricchire con pagine bellissime la propria entusiasmante storia a due ruote.

Scopriamola assieme.

Un primo piano del ciclista Sonny Colbrelli

Sonny Colbrelli: gli esordi e una decisione fondamentale

Sonny Colbrelli nasce a Desenzano del Garda il 17 maggio 1990 ma cresce e vive a Casto (Brescia), un piccolo comune della Comunità Montana della Valle Sabbia in cui papà Federico e mamma Fiorelisa, dopo avergli scelto il suo nome in onore del detective del serial TV Miami Vice Sonny Crockett, lo educano insegnandogli principi sani e valori forti.

La bicicletta non occupa inizialmente i pensieri e le giornate del giovane Sonny il quale alle due ruote da giovanissimo preferisce il calcio e lo sci, disciplina questa dove non sfigura affatto. Contrariamente a quanto accade sulle piste però, a scuola il piccolo “Cobra” (soprannome che Sonny eredita da suo cugino, vincitore di un rally Mille Miglia) fatica parecchio.

Lo studio e l’attività sui banchi, infatti, non sono proprio nelle corde del bresciano che, tuttavia, presto può consolarsi pedalando in sella alla sua prima bicicletta, una Alan rossa comprata dai genitori con i punti della spesa.

È dunque su una mountain bike che Corbelli si appassiona alle due ruote e si toglie le prime soddisfazioni della carriera vincendo la prima gara a cui, quasi per scherzo, prende parte. Sorpreso di quest’affermazione non è solo un incredulo Sonny ma anche il pubblico che assiste all’evento, stupito che un ragazzino così “tozzo” riesca ad andare così forte.

Nonostante i chili di troppo però Sonny continua a divertirsi e a provare grandi gioie in bicicletta, a tal punto da decidere di tentare l’avventura su strada, una scelta questa frutto delle imprese realizzate in quegli anni dal “Pirata” Marco Pantani, campione che ha grande presa su di lui.

A incoraggiarlo e supportarlo in questo importante cambiamento è nonno Celestino il quale non solo gli mette a disposizione tutto l’occorrente per le sue corse e per i suoi allenamenti (dalle barrette ai pezzi di ricambio) ma spesso, dopo la scuola, lo porta a girare e a farsi le ossa in pista sull’anello di Dalmine.

Il logo ufficiale del ciclista Sonny Colbrelli

Il logo ufficiale di Sonny Colbrelli.

Papà Federico e mamma Fiorelisa, pur sostenendo la passione del loro pargolo, non ammettono tuttavia che Sonny corra e basta restando per il resto del tempo con le mani in mano. Non provando particolare attrazione per gli studi, Colbrelli inizia quindi ad accompagnare in fabbrica il padre aiutandolo prima con le maniglie e poi con la produzione di tubi.

Finito col lavoro, Sonny non si risparmia e continua parallelamente a coltivare i propri sogni ciclistici fino alla soglia della maggiore età, momento in cui lascia che siano i suoi genitori, una volta per tutte, a decidere quale carriera debba intraprendere.

Costoro, capendo il desiderio e la volontà del figlio di provare a costruirsi un nome nelle due ruote, alla fine scelgono di assecondarne le volontà sportive lasciandolo libero di impegnarsi a tempo pieno nel ciclismo. Qui, dopo le vittorie ottenute a livello giovanile nel Team Vallesabbia Delio Gallina e i consigli ricevuti da Danilo Frapporti, nel 2009 Colbrelli passa tra i dilettanti entrando a far parte di una delle squadre più note del movimento: la Zalf Desiree Fior.

Una foto frontale del 2016  di Sonny Colbrelli

Coi colori bianco-rosso-verdi, archiviato un anno di ambientamento, nel 2010 Colbrelli si mette in luce facendo il pieno di vittorie (su tutte spicca il Giro del Canavese) e considerazione e guadagnandosi, grazie a queste, l’opportunità di “assaggiare” il professionismo con la Colnago-CSF Inox.

L’esperienza, sicuramente istruttiva, viene ripetuta l’anno successivo quando, malgrado le sole due affermazione conseguite, la squadra dei fratelli Reverberi lo testa nuovamente al livello più alto ottenendo quei riscontri utili per farlo sbarcare definitivamente tra i grandi del pedale nel 2012.

I primi anni tra i professionisti e l’esperienza con la Bardiani

Nella stagione del debutto tra i professionisti Colbrelli ottiene diversi buoni risultati (più volte tra i primi dieci al Tour de San Luis, al Tour de Langkawi e al Giro di Danimarca) ma manca l’appuntamento con la vittoria individuale visto che il primo “urrà” arriva grazie al 1° posto ottenuto coi suoi compagni nella cronosquadre del Giro di Padania.

Sfiora il successo alla Coppa Bernocchi chiudendo la classica legnanese al 2° posto, un piazzamento questo a cui Sonny si “abbona” anche nel 2013 come dimostrano le piazze d’onore ottenute al Tour of Almaty, al Giro di Danimarca e alla Volta Limburg.

Durante l’anno però il bresciano dà un’ulteriore conferma di avere numeri importanti terminando al 12° posto la Milano-Sanremo (vinta da Ciolek dopo la sospensione della corsa per neve a Ovada) e finendo 8° nella tappa con arrivo sullo Jafferau al Giro d’Italia, prestazione con cui evidentemente fa capire di non essere solo un velocista.

Il ciclista Sonny Colbrelli durante una gara nel 2016

2014

Conscio di ciò e, soprattutto, grazie a una dieta ferrea che gli permette di eliminare i chili di zavorra che si trascinava con sé, Colbrelli si lancia con rinnovata determinazione nel 2014, stagione nella quale finalmente si sblocca.

Dopo il 6° posto alla Milano-Sanremo e due altri secondi posti al GP Lugano e alla Volta Limburg, a giugno infatti Sonny riesce ad alzare le braccia al cielo conquistando non una ma ben due manifestazioni nell’arco di pochissimi giorni: il 20 giugno fa sua seconda tappa del Giro di Slovenia (davanti a gente del calibro di Michael Matthews), mentre il 24 si impone in una classica di grande tradizione come il Giro dell’Appenino.

Con queste due affermazioni il nativo di Casto si mette definitivamente sulla mappa iniziando a costruirsi un nome e una reputazione, opera questa a cui Sonny lavora anche nel finale di stagione inanellando un fantastico tris di successi al Memorial Marco Pantani, alla Coppa Sabatini e al GP Industria & Commercio di Prato.

Il ciclista Sonny Colbrelli durante una competizione nel 2019

2015

Sulla scia di queste vittorie, nel 2015 Colbrelli cerca di salire ancora di livello ma, sebbene i piazzamenti continuino a non mancare, in termini di soddisfazioni personali non riesce a replicare l’annata precedente.

Solo da agosto in poi, nella seconda parte dell’annata, Sonny riesce a trovare spazio nei primissimi posti degli ordini d’arrivo ottenendo tre successi (GP Beghelli, tappa e classifica generale del Tour du Limusoin) e rivelandosi protagonista nelle ultime corse del calendario italiano.

2016

Deciso a ritrovare una maggiore prolificità, il “Cobra” nel 2016 parte forte fin da subito vincendo a febbraio il GP di Lugano e ottenendo piazzamenti di tutto rispetto nelle grandi classiche del panorama internazionale a cui la sua squadra viene invitata (9° alla Milano-Sanremo, 6° alla Freccia del Brabante e addirittura sul podio, 3°, all’Amstel Gold Race).

Con le tre top ten al Giro d’Italia, il nome di Colbrelli acquisisce sempre più peso e interesse a livello internazionale con diverse squadre che lo mettono nel mirino per rinforzare il proprio organico l’anno successivo e fargli fare il tanto atteso salto nell’UCI WorldTour.

Sonny alla fine, tra le proposte sul tavolo, sceglie quella della neonata Bahrain-Merida, squadra del principe Nasser bin Hamad Al Khalifa dove Sonny approda non prima però di aver messo in bacheca altri sei ottimi successi (2 tappe al Tour du Limousin, una tappa al Tour du Poitou-Charentes, Coppa Agostoni, Coppa Sabatini e Tre Valli Varesine) tra agosto e settembre.

Il ciclista Sonny Colbrelli pedala su una strada con vista lago

Reduce dunque dalla stagione più prolifica di sempre (fino a quel momento), il “Cobra” sbarca nella massima lega del ciclismo professionistico su strada facendo conoscenza con palcoscenici a lui ignoti come quelli di alcune classiche monumento (vedi il Giro delle Fiandre concluso in 10ª piazza), del Tour de France (due sesti posti come miglior risultato) e di altre corse in giro per il mondo come il Grand Prix Cycliste de Québec (10°) e il Tour of Guangxi (due volte settimo).

Complessivamente l’adattamento al livello richiesto dal World Tour non è così traumatico per Sonny che ottiene 32 top ten e, soprattutto, ottiene tre successi di spessore alla Parigi-Nizza, alla Freccia del Brabante e alla Coppa Bernocchi.

2018

L’anno successivo, oltre a vedere l’arrivo in casa della primogenita Vittoria, lo score di Colbrelli migliora leggermente.

Restando sostanzialmente invariati i piazzamenti nei dieci (30) infatti, i successi salgono di numero (5) mentre la distanza dai primi della classe, come testimoniano i sette secondi posti, si assottiglia sempre di più. In particolare Sonny, primo classificato in una tappa sia al Giro di Svizzera che al Dubai Tour, va vicinissimo a centrare il bersaglio al grosso al Tour de France conquistando la piazza d’onore sia nella 2ª che nella 5ª tappa.

Il ciclista Sonny Colbrelli all'arrivo durante una competizione nel 2020

A batterlo, in entrambi i casi, è un Peter Sagan che in quegli anni sta facendo man bassa di maglie verdi alla Grande Boucle, corsa dove nel 2019 Colbrelli si ripresenta con intenzioni bellicose ma non riesce, nonostante le buone volontà, a lasciare il segno.

La stagione non è delle più fortunate per Sonny che si conferma più un piazzato di lusso (29 top ten in stagione) che un vincente (GP Beghelli, tappa al Tour of Oman, tappa e classifica a punti al Giro di Germania i suoi unici trionfi), trend questo che il bresciano, contando sul supporto e sulla fiducia del suo team, vuole provare invertire nel 2020.

L’avvento del Covid-19 però frena le ambizioni del valsabbino il quale, dopo aver festeggiato a marzo la nascita del secondogenito Tomaso, alla ripresa dell’attività stenta a ritrovare il miglior colpo di pedale.

L’unico sigillo stagionale Sonny lo mette alla Route d’Occitanie, una delle poche corse dell’anno dove l’azzurro fornisce una performance incoraggiante facendo sua la seconda tappa. Per il resto, la compressione del calendario e la lunga sospensione non giovano affatto a Colbrelli, corridore però che non difetta di grinta e determinazione, elementi questi che assieme al duro lavoro gli permettono di dare una svolta decisa alla sua carriera l’anno seguente.

Il ciclista italiano Sonny Colbrelli durante una gara nel 2021

Il cambio di passo in un 2021 da sogno

Nel 2021 Colbrelli, dopo una prima parte contraddistinta da una vittoria al Tour de Romandie e diversi buoni piazzamenti nelle classiche (8° alla Milano-Sanremo, 4° alla Gand-Wevelgem), cambia passo a partire dal Giro del Delfinato di maggio.

Qui il bresciano, con tre secondi posti e la vittoria a Saint-Haon-Le-Vieux, incamera nuova fiducia e consapevolezza, armi che poi, parallelamente a una condizione atletica superlativa, in giugno lo portano a trionfare nel Campionato Italiano in linea, gara dove per sua stessa ammissione scatta qualcosa nella sua testa.

Il “nuovo” Colbrelli va quindi all’assalto del Tour de France, manifestazione in cui non vince ma va vicino a sorprendere tutti a Saint-Gaudens dove termina 2°. L’amarezza per il mancato successo alla Grande Boucle viene ampiamente ripagata dai risultati ottenuti nel finale di stagione, periodo in cui Sonny è assoluto mattatore.

Dal 3 settembre al 3 ottobre l’alfiere della Bahrain-Victorious vive un momento d’oro che lo porta a conquistare in serie tappa e generale al Benelux Tour, prova in linea dei Campionati Europei su strada a Trento, Memorial Pantani e, dulcis in fundo, la Parigi-Roubaix.

Un primo piano di Sonny Colbrelli durante una gara nel 2021

Qui in particolare, dopo il 10° posto ottenuto ai Mondiali su strada di Lovanio, Colbrelli (al debutto assoluto nella classica delle pietre) è protagonista di una vera e propria impresa: correndo in maniera magistrale tra pioggia a fango, infatti, il classe 1990 fa sempre corsa di testa e, sul traguardo del velodromo di Roubaix, brucia la sorpresa Florian Vermeersch e il talentuosissimo Mathieu van der Poel riportando un italiano sul tetto dell’Inferno del Nord 22 anni dopo Andrea Tafi (1° nel 1999).

Quest’ultimo risultato storico e le incredibili performance registrate negli ultimi mesi della stagione (la migliore della carriera) cambiano definitivamente la dimensione di Colbrelli che, da piazzato illustre con il vizio del 2° posto, passa a essere un corridore di riferimento per le gare di un giorno, uno in grado di battere con la sua resistenza e la sua versatilità anche i più forti e completi esponenti del movimento.

Dopo tanti anni di fatica, di sacrifici, di notti passate con la fame nello stomaco, Sonny ora è un atleta maturo, privo di qualunque timore reverenziale e pienamente convinto dei propri mezzi: la trasformazione è completa.

Sonny Colbrelli coperto di fango all'arrivo della Parigi Roubaix 2021

Sonny Colbrelli: palmares

2009: La Bolghera, Trofeo Gino Visentini.

2010: Circuito di Paderno di Ponzano Veneto, 3ª tappa Giro Ciclistico Pesca e Nettarina di Romagna Igp, Trofeo Alcide De Gasperi, Gran Premio di San Luigi, Gran Premio Industria del Cuoio e delle Pelli, Gran Premio San Luigi di Sona, Giro del Canavese.

2011: Gran Premio De Nardi, Memorial Guido Zamperoli.

2012: 1ª tappa-2ª semitappa Il Padania (cronosquadre)

2014: 2ª tappa Tour of Slovenia, Giro dell’Appennino, Memorial Marco Pantani, Gran Premio Industria e Commercio di Prato, Coppa Sabatini, Classifica generale Coppa Italia, Classifica giovani Coppa Italia, Ride for Life, Trofeo Andrea Antonelli.

2015: 1ª tappa Tour du Limousin, Classifica generale e classifica giovani Tour du Limousin, Gran Premio Bruno Beghelli, Classifica generale Coppa Italia.

2016: Gran Premio Città di Lugano, 3ª tappa Tour du Limousin, 4ª tappa Tour du Limousin, 5ª tappa Tour du Poitou-Charentes, Coppa Agostoni, Coppa Sabatini, Tre Valli Varesine, Challenge Memorial Alfredo Martini, Classifica generale Trittico Lombardo, Classifica generale Coppa Italia.

2017: 2ª tappa Parigi-Nizza, Freccia del Brabante, Coppa Bernocchi.

2018: 4ª tappa Dubai Tour, 3ª tappa Tour de Suisse, Coppa Bernocchi, Gran Piemonte, 1ª tappa Hammer Sportzone Limburg (Prova a squadre).

2019: 4ª tappa Tour of Oman, 4ª tappa e classifica a punti Deutschland Tour, Gran Premio Bruno Beghelli.

2020: 2ª tappa Route d’Occitanie.

2021: 2ª tappa e classifica a punti Tour de Romandie, 3ª tappa e classifica a punti Critérium du Dauphiné, Campionati italiani prova in linea, 6ª tappa Benelux Tour, Classifica generale Benelux Tour, Campionati europei prova in linea, Memorial Marco Pantani, Parigi-Roubaix, Classifica generale Ciclismo Cup.

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A proposito dell'autore

Ciclista milanese sempre pronto a fiondarsi verso la campagna e il mare, alla ricerca di itinerari poco battuti in cui ristorare corpo e anima. Sulla sua bici da strada ama tanto darsi all’esplorazione lenta quanto sfidare le pendenze delle montagne mitiche, teatro di quelle imprese che hanno acceso in lui una passione vivissima e totale che ogni giorno prova a trasmettere attraverso i suoi scritti.