Qual è stata la salita più veloce di sempre nella storia del ciclismo? Non è semplice rispondere a questo interrogativo ma, considerando esclusivamente i watt di potenza media espressi su un’ascesa percorsa in oltre trenta minuti, non c’è ombra di dubbio: la folle cavalcata del danese Bjarne Riis sulle pendenze di Hautacam al Tour de France 1996.

Bjarne Riis a Hautacam: Epo e 480 watt!

In un’epoca in cui l’utilizzo di sostanze dopanti, su tutte l’Epo, era sfrenato, il capitano della Deutsche Telekom riuscì a percorrere i 17,3 km (pendenza media al 6,8% e dislivello di 1.170 metri) francesi in 34’40”, esprimendo una potenza media di 480 watt.

Riis, soprannominato “Monsieur 60%” a causa del suo altissimo valore di ematocrito (percentuale di volume sanguigno occupata dalla parte corpuscolata, cioè solida del sangue), avrebbe in seguito ammesso di avere assunto doping dal 1993 al 1998, ma la vittoria conclusiva al Tour de France 1996 non gli sarebbe stata cancellata poiché il reato era già caduto in prescrizione al momento della confessione.

Tornando a Hautacam, il 16 luglio 1996 durante la 16ª tappa del Tour de France (video sotto), il marziano di Herning percorse la salita utilizzando rapporti durissimi e tagliò per primo il traguardo davanti a Richard Virenque e Laurent Dufaux per 49″, Luc Leblanc per 54″, Leonardo Piepoli per 57″, Tony Rominger e Jan Ullrich per 1’33”, mentre Miguel Indurain affondò a 2’28”.

Vincenzo Nibali a Hautacam al Tour de France 2014: 3′ in più

Poco tempo dopo rispetto all’epopea di Riis, venne introdotta la soglia di ematocrito al 50% ma, seppur con un leggero calo dei risultati, il doping continuò a imperversare ancora per lungo tempo. Solo in questi ultimi anni, pur essendo ancora presente all’interno del mondo ciclistico, si è vista una riduzione, come confermato dai risultati degli atleti di vertice confrontati con quelli del recente passato.

Al Tour de France 2014, il siciliano Vincenzo Nibali dominò la 18ª tappa tra Pau e Hautacam (video sotto), chiudendo l’ascesa in circa 37’30” davanti a Thibaut Pinot e Rafał Majka rispettivamente di 1’10” e 1’12”.

Non essendo possibile effettuare confronti in situazioni differenti, possiamo comunque notare oggi un netto calo delle prestazioni su qualsiasi salita.

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A proposito dell'autore

Ha gareggiato per diverse stagioni nel mondo dell'atletica leggera come velocista prima di dedicarsi al ciclismo amatoriale. Grande appassionato di storia e di cultura sportiva, ha intrapreso la carriera giornalistica dopo la laurea in Lettere e ha fondato il team dilettantistico Fondocorsa assieme ad alcuni amici. In estate potreste trovarlo su Stelvio e Gavia, ma la salita non è proprio la sua specialità migliore.