Abbiamo messo alla prova la Van Rysel Aerolight RCR Pro Replica, una bici da corsa dal prezzo di listino di 8.999,99 euro.

Il marchio Van Rysel, nato nel 2019, in fiammingo vuol dire “da Lilla” che è la città sede di Decathlon nelle fiandre francesi.

Abbiamo anche la news sull’abbigliamento invernale Van Rysel.

Van Rysel Aerolight RCR Pro Replica, caratteristiche tecniche

La bici si chiama Replica perché questa è esattamente la bici in dotazione al team francese Decathlon Ag2R La Mondiale con licenza UCI World Tour.

Si tratta quindi di una delle biciclette più attese della stagione 2024 per la novità che rappresenta l’ingresso del brand Decathlon come main sponsor del Team World Tour.

Nello specifico abbiamo, come dice il nome, una bici aero leggera che asseconda le richieste di atleti e meccanici nel fatto di volere una bici versatile, un solo modello che permetta regolazioni più immediate sia come assetto che come manutenzione.

La Van Rysel Aerolight RCR è sviluppata in collaborazione con ONERA, l’ufficio nazionale francese di studi e ricerche aerospaziali. La progettazione ha raggiunto livelli altissimi utilizzando la fluidodinamica computazionale (CFD) e i test in galleria del vento su ben 15 configurazioni differenti.

Inoltre, tramite la tecnologia della tomoscopia laser è stato possibile visualizzare il flusso dell’aria e analizzare le varie sezioni del telaio esposte al vento.

L’ottimizzazione delle performance non coinvolge solo l’aerodinamica ma come ben sappiamo anche il peso e la rigidità, agendo sulla tipologia delle fibre di carbonio, la lavorazione e il lay-up, cioè i diversi orientamenti specifici per le varie zone del telaio.

Van Rysel ha scelto di proporre la bici con due lay-up differenti per fascia e prezzo: RCR con fibre di carbonio Alto Modulo e RCR Pro con fibre ancora più performanti. Per dare un’idea dei pesi, per il Pro siamo a 790 grammi per il telaio verniciato taglia M e 387 grammi per la forcella.

Allestimento

Per le considerazioni a ruote ferme partiamo dall’allestimento. Il telaio della RCR PRO Aerolight in prova, nella colorazione del Team, è equipaggiato con gruppo Shimano Dura Ace Di2 12 velocità con guarnitura 52-36 dotata di sensore di potenza Shimano e cassetta 11-34.

I freni a disco idraulici hanno pinze direct mount e rotori di diametro 160 mm all’anteriore e 140 mm al posteriore.

Il manubrio è Combo di Deda, dedicato per Van Rysel, differenziato in base alle taglie: per la taglia M ha larghezza 400 mm e lunghezza attacco 100 mm, tutto in fibra di carbonio.

Il reggisella è anch’esso in carbonio, un Van Rysel RCR che sorregge la sella Fizik Vento Argo 00.

Completano l’allestimento le ruote full carbon Swiss Side Hadron² Ultimate 500 con profilo da 50 mm e i copertoncini Continental Grand Prix 5000 S Tubeless Ready 700x28c.

Il peso da noi rilevato per la bici che stiamo vedendo è di 7,20 kg, in taglia M e senza pedali, con camere d’aria.

Le taglie disponibili sono 6 dalla XS alla XL ed il prezzo, come detto in apertura, è di 8.999,99 euro.

Scheda tecnica in pillole

  • Telaio: RCR Pro, peso 790 g verniciato la taglia M (forcella 380 g).
  • Gruppo: Shimano Dura Ace Di2 12 velocità, guarnitura 52-36 con sensore di potenza Shimano e cassetta 11-34.
  • Freni a disco idraulici: Shimano Dura Ace rotori diametro 160 mm all’anteriore e 140 mm al posteriore.
  • Manubrio: Deda Combo in fibra di carbonio dedicato per Van Rysel, per la taglia M larghezza 400, lunghezza
  • attacco 100 mm, drop 120 mm e reach 75 mm.
  • Reggisella: Van Rysel RCR in carbonio offset -15mm
  • Sella: Fizik Vento Argo 00
  • Ruote: Swiss Side Hadron² Ultimate 500 full carbon con profilo da 50 mm, larghezza canale interno 20mm,
  • cuscinetti SINC ceramica, mozzi DT Arc 180.
  • Gomme: Continental Grand Prix 5000 S Tubeless Ready 700x28c.
  • Peso rilevato da me: 7,20 kg, in taglia M e senza pedali.
  • Taglie disponibili: 6, dalla XS alla XL
  • Prezzo di listino: 8.999,99 euro

Estetica

L’aspetto estetico è da bici moderna, con sezioni e profili differenziati tra avantreno e zona posteriore. Il davanti è tendenzialmente più muscoloso con il tubo sterzo corto, 147 mm, e dalle forme massicce, aggressivo e compatto, come del resto tutta la zona frontale della bicicletta.

Il cockpit Combo Deda con piega e attacco integrati permette il passaggio cavi invisibile. La forcella ha steli simmetrici assottigliati e schiacciati, stretti vicino al tubo sterzo e allargati verso l’esterno avvicinandosi al mozzo.

Nella zona di interfaccia con l’obliquo c’è una sorta di carenatura, funzionale sia all’aerodinamica quanto all’estetica.
Il tubo orizzontale, schiacciato, parte più largo sul davanti nei pressi dello sterzo, per rastremarsi andando verso il reggisella.

Il tubo obliquo è squadrato, abbondante ma non gigantesco ed ha sezione tronca al posteriore. Qui si nota subito il marchio Van Rysel che stacca in bianco sulla livrea lucida che sfuma tra il grigio scuro ed il nero.

La RCR adotta profili aerodinamici troncati che disturbano il meno possibile il flusso d’aria riducendo le turbolenze.
Nella zona inferiore, la scatola del movimento centrale è stata allargata per aumentare la rigidità e migliorare di conseguenza il trasferimento di potenza.

Scorrendo verso il posteriore si nota il carro con foderi decisamente ribassati, dropped, tipico dei telai moderni, che migliorano come detto la flessibilità verticale. Questo consente di dissipare le vibrazioni della strada e assicurare la trazione della ruota posteriore, ottimizzando il trasferimento della potenza e le accelerazioni grazie anche alla rigidità laterale.

Particolare il profilo alare orizzontale nella parte alta che richiama i piani di coda degli aerei. I foderi bassi non sono enormi, nemmeno nei pressi della scatola del movimento centrale.

Il passaggio ruota è ampio, così come quello tra ruota e forcella, che permette di montare pneumatici fino a 32 mm di sezione.

Il piantone è schiacciato verso il movimento centrale ad accogliere la ruota posteriore, così da accorciare il carro 410 mm e l’interasse complessivo 986 mm, ad esaltare la reattività.

Inoltre, presenta un fazzoletto di rinforzo in prossimità della giunzione con la tubazione orizzontale, per alloggiare la chiusura del reggisella.

Anche il reggisella è stato sottoposto allo studio dei flussi, con sezione in bella continuità estetica con il tubo sella per perturbare il meno possibile i flussi aerodinamici.

Le finiture sono sobrie e ben curate, la verniciatura è impreziosita da alcuni dettagli in bianco come la vistosa scritta Van Rysel sul tubo obliquo già citata e sul fodero basso.

Parentesi leve freno orientate verso l’interno: soluzione che porta vantaggi in termini aerodinamici riducendo la superficie frontale del ciclista e migliorando la penetrazione nell’aria. Questo perché, impugnando la parte superiore e appoggiando gli avambracci sulla curva manubrio, il busto assume un assetto parallelo al terreno.

Ne giovano anche sicurezza e guidabilità della bici. Infatti, viene assecondata la naturale posizione delle braccia, con i gomiti flessi, così da ottenere un migliore assorbimento delle vibrazioni e maggiore rilassatezza del busto e del collo. Inoltre, in salita, la postura con i gomiti leggermente piegati favorisce un torace più aperto, migliorando la respirazione.

Geometrie, esposizione reggisella

La geometria è da gara, finalizzata a una posizione bassa e aerodinamica.
Le caratteristiche corsaiole che portano a caricare per bene il peso sul davanti vedono un reach da 388 mm ed uno stack contenuto da 546 mm.

È possibile agire su quattro spessori sotto l’attacco che offrono una regolazione complessiva di 20 mm. Il tubo sterzo abbastanza ridotto, 147 mm, invoglia già un assetto discretamente ribassato.

Il tubo piantone con angolo di 73,5 gradi porta ad assumere una posizione non estrema, abbandonata ormai anche dai professionisti. Ci si trova comunque posizionati in verticale sul movimento centrale per garantire la prontezza della bici ai rilanci e agli scatti. Anche l’angolo di sterzo a 73 gradi non è esasperato.

La lunghezza dell’attacco, 100 mm, non costringe a stare sdraiati ma permette una postura più rialzata soprattutto quando non si è a tutta ma pedalando più tranquilli.

Il tubo sella consente una buona esposizione del reggisella nonostante il tubo orizzontale abbia uno sloping appena accennato. Questa maggiore libertà di flessione del reggisella stesso aggiunge comfort, già di buon livello per una bici così rigida.

Nelle mie uscite fino a sei ore non ho avuto alcun fastidio a collo e spalle. Il merito è anche delle ruote Swiss Side Hadron² Ultimate 500 e delle coperture Continental Grand Prix 5000 S da 28.

Una configurazione completamente tubeless (e non tubeless ready con camera d’aria) aumenterebbe ancor più lo smorzamento delle vibrazioni trasmette dalla strada. Pressione consigliata tra 4.00 e 6.50 bar, io ho usato 5 bar.

La posizione in sella è risultata ottimale per il mio fisico e le mie misure, certo aggressiva ma tutto sommato comoda e soprattutto bilanciata e ben centrata: è pur sempre una bici da performance che porta a un assetto aerodinamico.
Vale la pena soffermarci su alcuni componenti che giocano un ruolo fondamentale nelle prestazioni e nel comfort e dunque sul giudizio complessivo della Aerolight RCR Pro, li vediamo nel prossimo paragrafo.

Il manubrio integrato Deda VR Combo è stato sviluppato insieme dagli ingegneri Van Rysel e Deda, per ottimizzare prestazioni aerodinamiche e rapporto rigidità/peso.

Come accennato, il cockpit in fibra di carbonio è differenziato in base alle taglie, larghezza 400 mm e lunghezza attacco 100 mm per la taglia M.

Presenta una barra orizzontale piatta e ampia (5 cm) ed è svasato avvicinandosi all’attacco per favorire la presa delle mani.

Le ruote Hadron² 500 Ultimate in carbonio sono prodotte dalla svizzera Swiss Side che ha esperienza anche in F1 ed è partner tecnico del Team per i test aerodinamici, sia in galleria del vento che su strada.

L’altezza del profilo è di 50 mm mentre la larghezza interna del canale è 20 mm. I Mozzi DT Arc 180 hanno cuscinetti in ceramica per ottimizzare la scorrevolezza. Il peso dichiarato per la coppia di ruote è di 1.470 grammi.

Il montaggio avviene tramite perni passanti con standard ormai consolidato, 12 x 100 mm anteriore e 12 x 142 mm al posteriore. C’è la doppia possibilità di utilizzo, copertoncini o tubeless.

La sella è di Fizik, la Vento Argo 00, con short nose dal design arrotondato. È la versione più leggera della gamma Argo, con carro e telaio in fibra di carbonio e un’imbottitura in polimero EVA.

La coda leggermente rialzata e la superficie ruvida impediscono scivolamenti all’indietro, sia in salita che in pianura.

Ho riscontrato l’appoggio ottimale della zona posteriore, mentre il canale allungato permette di scaricare le pressioni nelle zone laterali dell’anteriore e nella sezione centrale.

Nello specifico questa sella ha larghezza 140 mm ma c’è anche da 150 e lunghezza 265 mm. Il peso dichiarato da fizik è di soli 134 grammi.

Salita

Cominciamo le nostre considerazioni dinamiche dalla salita. Sulle rampe al 12-14% la rigidezza della RCR e delle ruote invogliano a forzare il ritmo. Alzandomi sui pedali non ho notato nessun cenno di flessione, né nella zona inferiore né del manubrio.

Anche sul pedalato, le Swiss Side Hadron² Ultimate 500 si confermano estremamente piacevoli, per scorrevolezza ma anche in termini di risposta alle accelerazioni, con una flessione laterale impercettibile.

Il carro non trasmette alcun segnale di nervosismo e la leggera flessibilità verticale contribuisce a filtrare le vibrazioni trasmesse dalla strada migliorando il comfort e mantenendo la ruota posteriore sempre ben aderente all’asfalto e in trazione.

Il manubrio integrato Combo Deda ha la barra piatta sagomata. Ho trovato ottimale la presa alta, non c’è discontinuità della linea dei polsi che possa portare ad affaticamento o risentimenti alle mani. La presa è confortevole sia salendo su tratti pedalabili in tranquillità che in piena spinta, seduti sulla sella quando si tira con le braccia.

Il gruppo Shimano Dura Ace Di2 non ha bisogno di presentazioni, posso solo confermare l’affidabilità della cambiata anche sotto sforzo, con il consueto “zzz” elettronico che tanto piace a noi stradisti.

Le combinazioni di rapporti offerte dalla guarnitura 52-36 e dalla cassetta 11-34 mi hanno fatto sentire a mio agio anche su dislivelli importanti, offrendo una gamma che consente di andare ovunque.

C’è l’app Shimano che permette di personalizzare la cambiata secondo i propri gusti e di usufruire di ulteriori funzionalità. Sempre utile il power meter per impostare in modo scientifico i propri allenamenti e i lavori specifici.

Pianura

In pianura la guida è incredibile per feeling e immediatezza della risposta: la RCR Pro è reattiva al colpo di pedale grazie alla rigidità della zona movimento centrale e del manubrio Deda. Proprio per questa caratteristica di supporto fa sì che soprattutto l’avantreno sia impegnativo a livello fisico per chi non è abituato a un mezzo di questo carattere corsaiolo e sui nostri asfalti rovinati.

In pedalata si ha la bella sensazione di essere centrati sulla bici senza la preoccupazione che l’anteriore risulti troppo leggero. I risultati sono comfort, stabilità e rapidità nei cambi di direzione.

La scorrevolezza è appagante, è facile mantenere velocità di crociera anche sopra i 35 km/h. La RCR è pronta quando le chiedi di rilanciare, con il retrotreno che resta ben aderente all’asfalto ma diventa allo stesso tempo incredibilmente leggero e la bici ti “spara” in avanti. Davvero una bella sensazione.

Tutto ciò mantenendo l’equilibrio, ovvero il carro posteriore non diventa mai scorbutico, non saltella e non trasferisce in modo fastidioso le sollecitazioni dal terreno. Quindi il comfort è buono, sempre considerando che è una bici da competizione.

Le ruote Swiss Side hanno profilo arrotondato, come suggeriscono gli studi aerodinamici, e il canale interno da 20 mm consente un’ottimale impronta a terra delle gomme, per migliorare comfort e grip. Ho apprezzato per tenuta e fiducia all’anteriore e trazione al posteriore i copertoncini Continental Grand Prix 5000 S da 28 mm.

L’anteriore è rigido, come dicevo, ma non estremo, quindi la bici è reattiva ma mantiene un’ottima guidabilità e cambi di direzione pronti, ad esempio quando c’è la necessità di schivare una buca in sicurezza.

La lunghezza dell’attacco manubrio 100 mm non obbliga a stare lunghi e bassi se non lo si vuole o non sia ha una flessibilità da atleta. Anche l’apertura del piantone di 73,5° non costringe a posture estreme.

Con le mani in presa sulle leve, quando si spinge da seduti o in piedi sui pedali nei rilanci l’ergonomia delle impugnature si è rivelata ottimale per le mie mani. Presa comoda e sicura, con le dita che raggiungono facilmente i comandi del cambio e i freni.

Ho trovato molto confortevole la transizione tra manopole leve e piega manubrio: quando si “mena” in pianura e si tiene un assetto bello ribassato, infatti, consente un ottimo appoggio a polsi e avanbracci.

Il drop ridotto rende facile cambiare la presa spostando le mani in posizione bassa. Aspetto comfort: il cockpit non trasmette vibrazioni eccessive nemmeno su asfalto rovinato.

Discesa

In discesa la Van Rysel mi ricorda subito la sua anima da gara, bisogna darsi tempo per prenderci confidenza: è molto agile e maneggevole nei cambi di direzione, con un’ottima precisione di guida, sia in ingresso che in percorrenza di curva grazie al carro corto 410 mm e all’interasse contenuto 986 mm.

La geometria della RCR consente un assetto bilanciato che trasmette un buon feeling: sono sempre stato a mio agio indipendentemente dalla velocità nelle varie curve. Sicuramente lo stack ridotto e l’assetto ribassato danno un grosso contributo alla sensazione di essere ben caricato sull’anteriore, si sente la bici e si ottimizza la fluidità della guida.

Il baricentro è ribassato, così la RCR non va in crisi nemmeno quando si piega e si percorrono curve strette, senza avvertire il minimo segnale di alleggerimento dell’avantreno che possa incrinare la fiducia.

Le ruote Swiss Side Hadron² Ultimate 500 non si imbizzarriscono mai, soprattutto l’anteriore non sobbalza, non vibra e non si scompone nemmeno in percorrenza di curva ad alte velocità. Il profilo da 50 mm richiede una certa esperienza in caso di vento laterale, ma niente che non si possa superare caricando bene l’avantreno.

I copertoncini Continental GP 5000 TR completano l’opera, garantendo il giusto grip all’anteriore anche a bici piegata, permettendo di tenere la linea impostata in totale fiducia.

L’anteriore rigido è aiutato dallo sterzo preciso e dalla forcella full carbon. Nonostante l’anima racing, la bici non trasmette vibrazioni anomale ed è permissiva anche in caso di correzioni, senza diventare scorbutica nemmeno nelle discese più tortuose e tecniche.

All’uscita di curva conferma il comportamento riscontrato in salita ed in pianura, assicurando una pronta accelerazione ed una facilità di rilancio da bici top.

Infine, elogio all’impianto frenante Shimano, con rotori di diametro differenziato, 160 mm anteriore e 140 mm posteriore: ottima scelta per garantire prestazioni e sicurezza anche nelle discese più tecniche e impegnative. Le leve sono facili da raggiungere e le frenate potenti e modulabili danno la sensazione di avere tutto sotto controllo. Zero rumori o fischi quando si pinza, anche in caso di bagnato.

La Van Rysel Aerolight RCR Pro Replica: una bici pronta allo scatto!

Conclusioni

La Van Rysel Aerolight RCR Pro Replica è davvero una bici all-rounder, come versatilità dei percorsi che può affrontare e sui quali si è dimostrata a suo agio: dalle pendenze più accentuate ai saliscendi e, perché no, ai tratti in pianura.

Sottolineo però che questa caratteristica di versatilità, appunto, non vuol dire che sia una bici comoda, facile, endurance. Essendo una bici da professionisti richiede abilità di guida e allenamento per apprezzarla appieno, ma anche abitudine fisica a mantenere assetti richiesti da un mezzo orientato alle performance.

Contestualizzata in questo ambito, ne ho apprezzato anche le qualità di comfort e di feeling di guida. Nonostante la straordinaria reattività e prontezza al colpo di pedale si è dimostrata molto equilibrata, con il retrotreno che non è mai a disagio né nervoso, garantendo alla ruota posteriore di essere sempre ben aderente all’asfalto.

Pur non avendo una super flessibilità, non ho avvertito dolori a schiena, collo, avanbracci nemmeno dopo le uscite più lunghe di 6 ore.
Le sue qualità ne fanno la bici ideale per chi è alla ricerca di un mezzo versatile, che si cimenti nelle competizioni o meno.

L’allestimento che ho provato è davvero super. Dato il prezzo di listino, praticamente 9.000 euro, rappresenta sicuramente una versione molto appetibile per un ciclista evoluto con un budget generoso; si tratta comunque di un prezzo che tuttavia è più contenuto rispetto ai modelli di pari fascia dei principali brand.

La Van Rysel Aerolight RCR Pro Replica è proposta con una ampia gamma di allestimenti e conseguenti prezzi, così da soddisfare sia chi cerca il top in termini di componenti ma anche chi ha un budget più limitato. Inoltre, i prezzi sono più contenuti se si opta per il telaio con layup standard, non Pro. Le bici sono acquistabili nei negozi o direttamente sul sito Decathlon.

Per maggiori informazioni visita il sito Van Rysel.

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Foto action realizzate da Gianluca Muratore, qui la sua pagina IG.

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A proposito dell'autore

Ingegnere, fondatore di CyclingON.com e collaboratore di riviste e testate web del settore. 40 anni in bici, dall’agonismo al cicloturismo. Sempre e costantemente affascinato e innamorato del mezzo tecnico. Tester curioso e appassionato di tutte le tipologie di due ruote a pedali: bdc, gravel, mtb, e-bike. Creatore di contenuti, altrettanto curioso e appassionato, di innovazione, design, aspetti scientifici e mentali. La bici attiva un’affannata respirazione, un sospiro d’amore.