Peter Sagan, lo slovacco della Tinkoff, conquista la sua prima classica monumento. Ecco il video del suo arrivo rock’n’roll. Secondo, lo svizzero Cancellara.

Il Paterberg, 360 metri tutti in pavé, pendenza media, 12,9%, punte al 20,3%. Mancano poco più di 13 km all’arrivo. E Peter Sagan, dopo una gara tutta condotta all’attacco, da grande campione, decide che è il momento di andare a prendersi il Giro delle Fiandre edizione numero 100.

Peter era stato cauto fin lì, pur giocando all’attacco. Sull’ultimo muro, mentre il belga Sep Vanmarcke (Lotto NL Jumbo) si alza sui pedali, Sagan mette il turbo da seduto. Il duello è di quelli all’ultimo sangue, ma è Sagan a logorare Vanmarcke. Negli ultimi cento metri lo stacca e lo abbatte. Una dimostrazione di straordinaria potenza e supremazia. Di un ciclista che sa finalmente quale è la sua forza. E come dosarla. Quando dare gas, quando aspettare.

In questa edizione del Giro delle Fiandre Sagan ha finalmente dimostrato di aver imparato a controllare il suo immenso talento. Quanto lo abbiamo aspettato? Quante volte Peter Sagan è arrivato “solo” secondo? Non questa volta. Glielo si legge negli occhi mentre la sua progressione devasta e sbaraglia la concorrenza.

Sopraggiunge solo Fabian Cancellara, uno di casa. Lo svizzero della Trek-Segafredo cerca di rientrare e andare a riprendersi quella che da sempre considera come una delle sue “due” gare (l’altra è la Parigi-Roubaix, se ne parlerà tra qualche giorno). Ma non c’è niente da fare.

Contro un Peter Sagan così, nemmeno Spartacus Cancellara, l’eroe dalle mille cicatrici, può nulla. Lo slovacco campione del mondo, è imprendibile. Cancellara tenta un folle recupero assieme a Vanmarcke, ma è inutile. Anche in due non lo riprendono. È il suo giorno.

Così gli ultimi chilometri dopo il Paterberg si trasformano in una passerella rock n’ roll. Quella di Peter Sagan. E ve la riproponiamo tutta. Lo show che lo slovacco aspettava da tempo (secondo posto nel 2013, alle spalle proprio di Cancellara, who else?). Il distacco, stavolta, è tutto in favore di Peter. Ed è netto: 25 secondi. Per Cancellara e Vanmarcke è game over.

Negli ultimi 50 metri, la gioia di Sagan esplode. Pedala felice a braccia alzate, incitando la folla come un calciatore sotto la curva. E che cosa altro è dopo tutto questo guascone slovacco di appena 26 anni?

Guardate questo video, e riguardatelo. Non ci si stanca mai.

È uno spot per tutto il ciclismo. Una festa.

Secondo (a 25”) arriva Cancellara, dicevamo. Accolto da applausi scroscianti: qui ha vinto 3 volte e lo amano. Terzo, a 27” Vanmarcke. Ma le luci sono tutte per lui, per il campione del mondo, il ragazzo di Zilina con la luce negli occhi e i capelli perennemente spettinati. Peter Sagan.

Grazie Peter, grazie di averci fatto emozionare e ricordare che vincer e divertire posso diventare la stessa cosa.
Appuntamento domenica prossima. All’Inferno del Nord. Chissà che tu non possa trasformalo in paradiso. Parigi-Roubaix, conto alla rovescia iniziato.

ORDINE DI ARRIVO:
1. Peter Sagan (Slk, Tinkoff) in 6h10’42”
2. Cancellara (Svi) a 25″
3. Vanmarcke (Bel) a 27″
4. Kristoff (Nor) a 48″
5. Rowe (Gbr)
6. van Baarle (Ola)
7. Erviti (Spa)
8. Stybar (R. Cec.)
9. Claeys (Bel)
10. Terpstra (Ola)

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A proposito dell'autore

Classe '72, scrittore, giornalista, blogger: le sue "Confessioni di un ciclista pericoloso" sono uno dei blog più letti dai ciclisti milanesi. È stato direttore editoriale di Bike Channel, il primo canale dedicato al ciclismo in onda su Sky ed è autore di 2 libri: "Il carattere del ciclista" (Utet 2016, in uscita nel 2017 anche in Olanda) e "Ma chi te lo fa fare – Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita" (Fabbri 2014). Socio di UpCyle, il primo bike cafè restaurant d’Italia, soffre di una dipendenza conclamata per le salite alpine sopra i 2000 metri.