Nuova vita per il museo del ciclismo Madonna del Ghisallo Elvezio Sciallis 20 Marzo 2017 Bike News Sono definitivamente passati i tempi più bui per il museo del ciclismo Madonna del Ghisallo che, da sabato 4 marzo, ha riaperto le porte dopo la chiusura per la stagione invernale, proponendo fin da subito importanti novità e varie iniziative per i mesi a venire. Un segno di buona salute è già il nuovo orario di apertura, che non farà più distinzione fra le stagioni: il museo del ciclismo potrà essere visitato tutti i giorni, dalle 9,30 alle 17,30 fino al 3 novembre. Sparisce quindi anche il giorno di chiusura del lunedì: otto ore quotidiane a disposizione di tutti i curiosi intenzionati ad ammirare una delle più preziose collezioni di cimeli ciclistici esistenti al mondo. Il museo è meta di numerosi cicloamatori e nel nostro portale trovate un itinerario ad anello che sale al Ghisallo da Onno. Il Santuario della Madonna del Ghisallo è meta di numerosi ciclisti che ora potranno visitare il museo tutti i giorni grazie ai nuovi orari in vigore da marzo. Cimeli che hanno cominciato ad accumularsi prima nel Santuario della Madonna del Ghisallo, a partire da quel fatidico 1949 nel quale la Beata Vergine Maria del Ghisallo fu decretata patrona dei ciclisti italiani, e Gino Bartali e Fausto Coppi portarono la fiaccola benedetta dal Papa lungo l’ultimo tratto della staffetta da Roma fino alla chiesa che si erge a pochi metri dal valico del colle del Ghisallo, nel comune di Magreglio, provincia di Como. All’esterno del museo sono presenti i busti di Coppi e Bartali che nel 1949 portarono al Santuario della Madonna del Ghisallo la fiaccola benedetta dal Papa. Colle che molti ciclisti conoscono fin troppo bene per il sudore versato lungo la salita, in particolare se si vuole seguire il precorso dei professionisti che inizia da Bellagio. Nel corso dei decenni seguenti molti campioni e appassionati arricchirono la collezione con una serie di oggetti che hanno fatto la storia delle due ruote: da diverse biciclette vincitrici di gare e giri fino alla imponente collezione di maglie rosa, ma anche gialle e iridate, passando per borracce, attrezzature, fotografie e sculture. Nello spazio museale campeggia l’imponente collezione di maglie storiche indossate da più grandi ciclisti delle varie epoche. Impossibile, con il passare del tempo, conservare tutte le donazioni nel Santuario e così nacque l’idea di un museo del ciclismo, fortemente voluto da Fiorenzo Magni (uno dei ciclisti italiani più forti e famosi degli anni Quaranta e Cinquanta, soprannominato il Leone delle Fiandre, e primo Presidente della Fondazione legata al museo) e inaugurato nel 2006 in occasione del Giro di Lombardia. Tre piani in cui si cammina a spasso per gli anni, rivivendo le gesta e i momenti più importanti della storia della bicicletta attraverso una raccolta multimediale che integra la raccolta dei cimeli. Le scarse entrate e le ingenti spese sembravano aver messo in ginocchio il museo del ciclismo nel 2013 ma ora la situazione è migliorata: la direttrice Carola Gentilini prospetta infatti un futuro che, ancora fra qualche fatica, promette bene, e gli sponsor hanno confermato il loro supporto. Solo per citarne alcune, all’interno del museo del ciclismo sono esposte le biciclette usate da Coppi, Bartalim Merckx, e Francesco Moser. Non è ancora possibile permettersi dei dipendenti fissi e diventa quindi indispensabile l’aiuto dei volontari, ma la nuova stagione museale si apre all’insegna di una mostra temporanea che ha già riscosso grande interesse al Palazzo del Monferrato (AL) durante la scorsa estate. Il museo del ciclismo ospiterà infatti, dall’11 marzo al 28 maggio 2017 la mostra “Alessandria città delle biciclette”, una rassegna storica contenente alcuni oggetti di importanza fondamentale, quale per esempio il velocipede Draisienne. A questo evento ne faranno seguito altri, fra i quali spicca una mostra sui primi cento anni del Giro d’Italia. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale, mentre per rimanere aggiornati su ogni iniziativa vi invitiamo a recarvi sulla pagina Facebook del museo del ciclismo.