Per i ciclisti lombardi pedalare sulla salita del Ghisallo con il santuario della Madonna protettrice dei ciclisti è quasi un rito che va compiuto possibilmente una volta all’anno. Si tratta di una scalata non troppo impegnativa, ideale anche per i principianti che dopo aver pedalato sulle ciclabili vicine a Milano vogliono testare la gamba in salita.

Nel giro che vi proponiamo abbiamo affrontato la salita da Bellagio, il versante più classico, lungo il percorso frequentato anche dai professionisti durante il Giro di Lombardia. Abbiamo creato un itinerario ad anello di circa 30 km.

Siamo partiti da Onno, vicino a Lecco, così da arrivare all’inizio della salita con le gambe già calde ma, trattandosi di un giro ad anello, potete partire da dove volete.

arrivo al santuario della Madonna del Ghisallo

Dove si trova Onno

Onno è una frazione di Oliveto Lario in provincia di Lecco e si trova in riva al lago di Como. La si raggiunge in pochi chilometri da Lecco oppure, arrivando da Milano, la strada più comoda è la SS36 del Lago di Como e dello Spluga con uscita a Civate, per poi seguire per Valmadrera e Bellagio.

mappa del giro ad anello nel Triangolo Lariano

Dati riepilogativi del giro Onno – Bellagio – Ghisallo

Il giro si sviluppa nel cosiddetto Triangolo Lariano e misura 33 chilometri circa per un dislivello complessivo di 796 metri.

La maggior parte del dislivello lo si supera nella salita del Ghisallo che dai 283 m slm di Bellagio porta ai 754 m slm del piazzale dove sono situati il santuario e il Museo del Ciclismo.

Questa ha una pendenza media del 5,5% circa ma, escludendo il tratto centrale di piano, la pendenza media sale al 9% circa.

altimetria della salita al Ghisallo da Bellagio

Giro ad anello in bici nel Triangolo Lariano

Il Triangolo Lariano è l’area compresa tra i due rami del lago di Como e le province di Lecco e Como. La zona vanta numerosi itinerari cicloturistici in cui si possono alternare salite di varie difficoltà a tratti più pianeggianti, godendo sempre di magnifici scorci sul lago.

Quello che vi proponiamo è un giro abbastanza semplice ma che comunque richiede un minimo di allenamento per poter affrontare la salita del Ghisallo senza affanno.

Durante i weekend estivi il lago di Como è molto frequentato, sia per prendere il sole e fare il bagno nelle tante spiaggette, sia dai motociclisti e turisti in generale che amano percorrere in lungo e in largo le strade dell’area. Il consiglio è, se ne avete la possibilità, di evitare questo itinerario nei fine settimana estivi e approfittare delle temperature rese miti dall’influenza del lago per percorrerlo in primavera o in autunno o, addirittura, anche in inverno.

museo del ciclismo del Ghisallo

Descrizionie dell’itinerario

Abbiamo affrontato il percorso in un bel weekend soleggiato di giugno: strade e parcheggi erano molto affollati. Per comodità siamo partiti nei pressi di Onno, parcheggiando in uno dei tanti spiazzi a bordo della carreggiata qualche chilometro prima del paese. Volendo, nel centro di Onno è presente un parcheggio a pagamento.

Allacciato il caschetto e acceso il GPS siamo partiti in direzione Bellagio. La strada costeggia il lago e, vista la stagione, dobbiamo fare attenzione alle numerose macchine presenti e alle persone che si recano ai bagni del lungolago.

La strada non è molto larga e faticano a passare contemporaneamente due macchine e un ciclista. Se non siete da soli proseguite in fila indiana, lo dice il codice della strada e in questi contesti scatenereste solamente continue suonate di clacson.

partenza in bicicletta da Onno verso Bellagio

Dopo pochi chilometri si supera prima il centro abitato di Vassena e poi quello di Limonta. Insieme ad Onno, questi sono i tre paesi del comune di Oliveto Lario.
La strada non è mai né rettilinea né pianeggiante ma prevede continui facili saliscendi che costituiscono un ottimo riscaldamento. Per buona parte del tragitto si pedala all’ombra della rigogliosa vegetazione e frequenti scorci sulla parte settentrionale del lago e le cime svizzere appagano l’occhio.

Entrati nel territorio del comune di Bellagio la strada sale un po’ e ci consente di raggiungere Visgnola. Una brevissima discesa ci porta a una rotonda: la prima uscita conduce al centro storico di Bellagio mentre la seconda reca le indicazioni per Civenna, Magreglio, San Primo e Ghisallo.

Se avete voglia di mondanità o acquistare Mozzarella Cheese a peso d’oro, la vostra uscita è la prima; se volete una benedizione dalla Madonna protettrice dei ciclisti allora l’uscita è la seconda!

Se non ci siete mai stati, Bellagio merita comunque una visita anche se la vocazione turistica è molto forte. Dalla rotonda, il centro storico e il punto dove il lago si divide nei famosi due rami distano circa 2 chilometri e soprattutto 100 metri di dislivello.

le pendenza massima della salita al Ghisallo

La salita alla Madonna del Ghisallo

Tornando al percorso originale, appena imboccata la rotonda la strada comincia subito a salire. La parte più impegnativa è proprio quella iniziale e dopo pochi metri, nei pressi di una fontanella, un cartello indica la pendenza: 14%.

Per i primi 3 chilometri di salita la pendenza non scende mai sotto il 9%, con alcuni brevi tratti dove appunto si raggiunte il 14%. La strada, larga e in ottime condizioni, forma diversi tornanti che permettono di rifiatare per qualche secondo.

Quasi al termine di questo impegnativo tratto, nei pressi del ristorante La Busciona, è presente un piccolo belvedere: vale la pena fermarsi, sotto di noi la punta del triangolo lariano con Bellagio che divide il lago in due, mentre il ramo principale si protrae verso nord, con le rive puntellate di decine di paesi, da Varenna a Menaggio, e i picchi delle Alpi che lo sormontano.

panorama di Bellagio dalla salita del Ghisallo

Appagati dallo stupendo paesaggio continuiamo la salita che si fa pian piano più facile: la pendenza scende gradualmente fino al 6% e, a circa 4 km dalla rotonda, la strada si fa pianeggiante.

Per oltre 2 chilometri si pedala in falsopiano, tra la ricca vegetazione della zona. Nei pressi di Guello un bivio permette di deviare verso San Primo e affrontare la cosiddetta variante del “Superghisallo”; noi continuiamo sulla strada principale che nel successivo chilometro è in discesa.

In base al nostro stato di forma possiamo approfittare di questo tratto per recuperare le forze in vista dello strappo finale oppure farlo a tutta in cerca della “prestazione”.

Arrivati al centro abitato di Civenna consigliamo ai cicloamatori che raggiungono questa zona per la prima volta un’altra piccola sosta panoramica: un piccolo giardino pubblico offre una splendida terrazza sul ramo di Lecco sovrastato dalla Grigna, dal Resegone e, sull’altro lato, dai corni di Canzo.

Quel ramo del lago Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi…
In questo frangente la citazione manzoniana è d’obbligo!

panorama-lago-como-lecco-civenna

Risaliti in sella, attraversiamo il centro abitato di Civenna pronti ad affrontare gli ultimi 1.800 metri di salita. Questo tratto finale è meno duro di quello iniziale anche se, terminata una serie di tornanti, si affronta una rampa in cui la pendenza raggiunge il 10%.

Prossimi alla cima, sulla sinistra, l’evidente sagoma del campanile del Santuario della Madonna del Ghisallo ci indica il punto più alto del nostro percorso e da lì in poi non affronteremo altri tratti in salita.

Nel 1949, grazie all’iniziativa del parroco di Magreglio don Ermelindo Viganò, la Madonna del Ghisallo è stata eletta Patrona dei Ciclisti Italiani da Papa Pio XII.

selfie nei pressi della Madonna del Ghisallo

All’interno del santuario sono presenti numerosi cimeli della storia del ciclismo mentre nel piazzale antistante trovano spazio le statue di Coppi, Bartali e altri celebri corridori.

Sul lato opposto è inoltre aperto il Museo del Ciclismo. Disposto su tre piani, al suo interno si trovano biciclette, maglie e altri cimeli appartenuti ai grandi campioni del ciclismo e donati al Santuario.

statua di Coppi sul Ghisallo

Terminata la breve visita al santuario e al museo, mettiamo uno smanicato antivento e rimontiamo in sella per affrontare il tratto finale, quello più facile: superato Magreglio ci aspettano infatti 8 km di discesa su una strada larga e in ottime condizioni. Prima di arrivare ad Asso, sulla destra si incrocia il bivio che porta a Sormano e al suo famoso (e terribile) muro.

Lasciato il centro storico di Asso sulla destra, al primo bivio giriamo a sinistra seguendo le indicazioni Lecco-Bellagio, Valbrona e Onno. Dopo aver pedalato in falsopiano per circa 3 chilometri, rimane l’ultimo tratto: una discesa ripida e tecnica che ci riporta direttamente a Onno. La strada è un po’ stretta ma in buone condizioni e anche in questo caso regala incantevoli vedute sul lago e sulla Grigna.

panorama del Lago di Como durante un giro in bicicletta

Varianti e percorsi cicloturistici nell’area del Triangolo Lariano

Il Triangolo Lariano è costellato di strade e gli itinerari simili o le varianti in cui inserire la salita del Ghisallo sono innumerevoli. Ovviamente questo itinerario si presta ad essere percorso anche nel senso inverso, un po’ più facile in quanto le pendenze più impegnative vengono affrontate in discesa.

L’itinerario può essere allungato di una quindicina di chilometri verso sud raggiungendo Canzo e il lago di Pusiano.

Come già scritto sopra, chi ricerca un itinerario più impegnativo può cimentarsi nel Superghisallo (9,4 km al 7% di media) o affrontare la salita del Muro di Sormano per poi pedalare lungo il ramo comasco del lago.

La salita al Ghisallo tra i professionisti: Giro d’Italia e Lombardia

La salita è stata spesso protagonista sia al Giro d’Italia sia al Lombardia. La prima volta che la Carovana Rosa è transitata sul Ghisallo era il 1919 e fu Costante Girardengo a transitare per primo e poi a vincere il Giro.

Nella Classica delle foglie morte il Ghisallo è stato inserito dall’edizione numero 15 e, come accaduto anche nella passata edizione, verrà percorso anche nell’edizione 2018 del Giro di Lombardia, prima del Muro di Sormano e dell’arrivo a Como. Il giorno successivo alla gara dei professionisti, per gli amatori viene organizzata una granfondo che in parte ne riprende il percorso.

Il record ufficiale di salita appartiene a Paolo Bettini che nella classica monumento del 2005 impiegò 19’30”.

A proposito dell'autore

Alle pendici del Nevegal ha imparato ad andare in mtb per poi trasferirsi in città: prima a Roma dove ha avviato un'attività di bike tour (@gigiBicicletta) e ora pedala per Milano