In un mondo che sembra ormai “ingrassare” sempre di più, troviamo nuove mode e nuove tendenze che stanno, nel loro piccolo, rivoluzionando quello che è il mondo del ciclismo, sia fuoristrada che su strada

 

Ph credit ©Niner

 

Se da un lato abbiamo l’avvento delle fat bike, mtb con ruote da 4″ che non si fermano neanche sulla neve, dall’altro lato abbiamo l’introduzione di nuove gomme bici da corsa di dimensioni maggiori rispetto a quelle tradizionali, gomme dalla sezione generosa (fino a 38mm) che sembrano aver conquistato sia il mondo dei pro sia quello degli amatori. Ma cosa sta dietro a questo nuovo trend? Abbiamo posto qualche domanda ai tecnici delle principali case costruttrici di coperture per scoprire qualcosa di più oltre alla semplice sezione.

Solo una questione di marketing?

Come ogni novità nel mondo della bici, mi capita spesso di pensare che dietro ad un’apparente rivoluzione tecnologica ci sia solamente una grossa mossa di marketing. Da qui la curiosità di scoprire qualcosa di più e comprendere quali siano davvero i vantaggi di queste scelte.

La prima domanda riguarda appunto i reali vantaggi di queste gomme bici da strada dalla sezione generosa. Il direttore generale dello sviluppo gomme Specialized, Wolf Vorm Walde, è stato molto esauriente e ha racchiuso in pieno quello che Vittoria, Hutchinson e Michelin hanno poi ribadito. “Le gomme fat provengono dal mondo amatoriale americano, quello che è abituato ai grandi viaggi o alle uscite domenicali e che non si ferma al solo asfalto, andando ad esplorare anche tratti di sterrato”. Numerosi test in laboratorio e sul campo hanno fatto capire in seguito che una sezione maggiore, l’utilizzo di un profilo del cerchio abbinato ad hoc, una pressione di lavoro più bassa e le mescole performanti come quelle dei tubolari da gara moderni, potevano portare benefici anche al mondo degli agonisti.

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Questione di feeling

Con le bici super leggere e super rigide del giorno d’oggi serviva migliorare quello che era il feeling di guida ed il comfort.

E questi pneumatici lo fanno in pieno, surclassando i classici battistrada come quelli da 19mm. Se confrontiamo l’attrito generato dalle coperture fat possiamo vedere come è incredibilmente inferiore, anche lavorando a pressioni molto più basse. La guidabilità poi è stata migliorata consentendo di avere bici meno nervose e più “generose”, che perdonano gli errori. Se poi pensiamo alla maggiore resistenza alle forature, i vantaggi sono apprezzabili da qualsiasi utilizzatore indistintamente, dal professionista all’amatore.

Ho chiesto poi quali fossero le tecnologie adottate su questa novità, cercando di capire se le aziende hanno solamente trasposto le loro tecniche costruttive “gonfiandole” di qualche millimetro. Nicholas di Michelin è stato molto chiaro, spiegandomi che queste nuove sezioni hanno richiesto una progettazione a parte, in grado di lavorare al meglio con pressioni di utilizzo molto basse e carcasse completamente differenti dalle gomme tradizionali. Al contrario, l’utilizzo delle mescole morbide da gara, unito al minor attrito di rotolamento, ha consentito di produrre gomme super performanti ma durature. Hutchinson ha poi accolto a braccia aperte questa scelta, cosciente del fatto che la tecnologia tubeless si sposa alla grande con le fat tyres.

2013-Specialized-roubaix-turbo-espoir-road-tires01

Nuova era tecnologica del ciclismo?

Quindi questo trend è destinato a evolversi ancora? A detta di tutti sembra proprio di sì. Per la maggioranza dei tecnici siamo solamente agli albori di una tecnologia capace di dare ancora molto al mondo del ciclismo. Aziende come Specialized hanno puntato subito sulle misure “larghe”, facendo utilizzare ai propri atleti gomme con sezione fino a 26mm quando ancora la totalità del gruppo andava su coperture tradizionali da 22mm. La sfida iniziale, oltre a quella tecnologica, è stata quindi riuscire a imporre questa scelta al mondo dei pro. Una volta fatto capire ai più forti pedalatori del mondo i reali vantaggi delle fat, non c’è voluto molto a far utilizzare anche all’amatore medio queste gomme. Se uniamo i nuovi cerchi dalla sezione ampia, i freni a disco ed i telai super performanti di ultima generazione con le gomme fat, vediamo come il mondo del ciclismo è pronto per una nuova era tecnologica.

Se lo sviluppo è cominciato appena 2-3 anni fa e la messa in commercio dei primi modelli performanti è appena iniziata, non possiamo che avere grandi aspettative.

Chris Wolff rides the Niner Bikes RLT9 in Colorado

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Tutti hanno quindi parlato dei possibili sviluppi e del margine di miglioramento, ma nessuno dei tecnici si è sbottonato e ha fatto reali previsioni sui prodotti, limitandosi ad accennarmi solo qualche indizio e niente di più. Come sappiamo bene, il mondo del ciclismo, come la quasi totalità dell’industria, custodisce gelosamente i propri segreti. Per fortuna non parliamo di qualcosa in anteprima, bensì di un “prodotto” che possiamo già utilizzare ed apprezzare.

Non vi rimane che montare un paio di Fat tyres sulla vostra bici e cominciare a saggiarne ogni vantaggio, andando anche oltre quelli che sono i classici confini delle strade asfaltate.

 

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A proposito dell'autore

Andrea Ziliani è un appassionato di ciclismo a tutto tondo. Corre su strada dalle categorie giovanili e da qualche anno anche in enduro. Appassionato di motori, fotografia ed ogni cosa che riguarda la meccanica e la velocità.