Intervista a cuore aperto a Davide Cassani. Tra Pantani, Nibali, 4 coca-cole e la voglia di restare bambino

Davide è una persona speciale. Quando parla del suo sport puoi ancora vedergli brillare gli occhi. Lo “Shining” lo chiamano. Già, la “luccicanza” per la bicicletta. Non tutti ce l’hanno. Davide, Commissario Tecnico della Nazionale di ciclismo, ex telecronista RAI, ex professionista su strada, ce l’ha. Potete starne certi.

È una serata di inizio marzo, sono già le dieci e mezza, siamo seduti comodi da Upcycle, Bike Café nel cuore di Milano. Davide è in giro dalla mattina, ha già bevuto 4 coca-cole, zero alcol, ma non appare stanco.

Domani deve tornare al suo lavoro, certo: selezionare ciclisti migliori per la nazionale, pianificare la stagione, capire come farli andare più forte. Eppure non si sottrae, anzi è curioso.

Le domande che gli faccio lo accendono. Presto mi accorgo che non saranno mai abbastanza. Quest’uomo potrebbe parlare di ciclismo per tutta la notte.

Ha fatto il corridore, anni Ottanta e primi Novanta, ha fatto il commentatore per la Rai, al fianco di Adriano De Zan, Auro Bulbarelli e infine Pancani.

E oggi?

Oggi è diventato Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo su strada. Un percorso impressionante, a cuore aperto, del ciclismo. Come pochi, forse, nessun altro.

Parliamo di Vincenzo Nibali, di Tour de France, di Marco Pantani, di mondiali di calcio e di mondiali di ciclismo.

Di tifosi lungo le strade e di appassionati davanti alla tv. Gli chiedo del suo mestiere, della sua vita e di come ancora oggi, appena può, inforchi una bici e corra a perdifiato ritrovando il bambino che è in lui. Mi dice che niente è più bello di sentire l’aria in faccia o avvertire i raggi di sole sulle gambe a inizio primavera.

Ed è proprio lì che mi accorgo che sta il bello di Davide Cassani. Essere rimasto uno di noi.

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A proposito dell'autore

Classe '72, scrittore, giornalista, blogger: le sue "Confessioni di un ciclista pericoloso" sono uno dei blog più letti dai ciclisti milanesi. È stato direttore editoriale di Bike Channel, il primo canale dedicato al ciclismo in onda su Sky ed è autore di 2 libri: "Il carattere del ciclista" (Utet 2016, in uscita nel 2017 anche in Olanda) e "Ma chi te lo fa fare – Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita" (Fabbri 2014). Socio di UpCyle, il primo bike cafè restaurant d’Italia, soffre di una dipendenza conclamata per le salite alpine sopra i 2000 metri.