illustrazioni di Cecilia TurchelliIl passo Giau in bdc: consigli, mappe e tracce GPS scaricabili Michele Malfatti 11 Settembre 2017 Cicloturismo Il Passo Giau è una salita famosa per tutti i cicloturisti. È un valico alpino situato nelle Dolomiti, in Veneto e si trova in provincia di Belluno. Mette in comunicazione Cortina d’Ampezzo con la Val Fiorentina. Si trova in una zona molto panoramica da dove si possono ammirare numerose vette come la Marmolada, le Tofane, il Cristallo, il Sella, la Croda de Lago. Da che parte si scala il Giau? Il passo Giau si può raggiungere da due versanti: da Selva di Cadore o da Cortina d’Ampezzo, entrambe in Veneto. In questo articolo vi porterò alla scoperta della salita dal Passo Giau da Selva di Cadore. Sul Giau correva il confine tra Serenissima e Impero d’Austria, oggi è meta ambita da ciclisti di tutto il mondo. Dove si trova Selva di Cadore Selva di Cadore si trova in Veneto, in provincia di Belluno. È situata in Val Fiorentina, nell’alto Agordino ed è una importante situazione turistica sia estiva che invernale. Per raggiungere il punto di partenza ci sono diverse soluzioni. Dall’autostrada A22 Brennero Modena si esce a Bolzano Nord quindi si prende la SS 241 fino Vigo di Fassa, quindi la SS 48 direzione Canazei dove si prende la SS641 dove si percorre il passo Fedaia e si scende a Caprile per poi prendere la SP20 fino a Selva di Cadore. Da Venezia, Treviso e Padova si prende l’A27 direzione Strada Statale 51 di Alemagna/SS51, quindi si prosegue sulla SP251 direzione Selva di Cadore. Il Passo Giau si trova in provincia di Belluno, nel cuore delle Dolomiti, e si può salire da Selva di Cadore o da Cortina. Dati riepilogativi della salita in bdc da Selva di Cadore Partenza Selva di Cadore 1.314 m Arrivo Passo Giau 2.236 m Dislivello 922 m Lunghezza 9,8 km Pendenza Media 9,1 % Pendenza Massima 16 % Consigli: dato il traffico veicolare presente e l’esposizione al sole vi consiglio di affrontare la salita partendo al mattino presto o nel tardo pomeriggio. Vista la quota che si raggiunge, il mio suggerimento è di portare con voi l’abbigliamento adeguato come una mantella e guanti lunghi, manicotti e gambali. La salita al Giau da Selva di Cadore ha una pendenza media del 9,1% Attenzione però alla massima, ci sono rampe al 16%!. Dati riepilogativi della salita in bdc da Cortina d’Ampezzo Partenza Cortina d’Ampezzo 1.205 m Arrivo Passo Giau 2.236 m Dislivello 1.031 m Lunghezza 15,8 km Pendenza Media 6,6 % Pendenza Massima 12,5 % Il Giau collega l’Agordino e lo Zoldano con Cortina, è aperto tutto l’anno anche se d’inverno c’è spesso neve e pericolo valanghe. La salita al Passo Giau in bdc Prima di affrontare la salita mi sono documentato su internet sul versante da affrontare e quindi ho deciso di affrontarlo da Selva di Cadore. In alternativa è possibile partire dalla vicina Colle Santa Lucia. Ho preparato la traccia GPS sul pc e quindi l’ho scaricata sul GPS. Sono partito presto da Arco di Trento sul lago di Garda, dove abito, e sono giunto a Selva di Cadore, punto di partenza. Ho percorso la strada pensando alle volte che ho visto la salita in televisione durante il Giro d’Italia, immaginando il panorama che mi attendeva. Sono giunto a Selva dove ho parcheggiato la macchina nel centro cittadino e dopo aver preparato la bici e acceso il GPS sono partito. La prima parte della salita al Giau la si percorre pedalando tra boschi e baite di legno. Dopo i primi colpi di pedale ho notato subito le indicazioni per il famoso Giau. Uscendo dal paese ho affrontato un tratto pianeggiante dove ho attraversato la località di Piegna quindi ho proseguito sempre in leggera salita per poi notare sulla destra il cartello stradale con le indicazioni per il Passo. Ho tenuto la destra e immediatamente ho cambiato rapporto inserendo quello più agile della cassetta, pronto per affrontare la salita. Mi sono fermato solo il tempo per fare una foto al cartello, sono partito e dopo un breve tratto ho notato a destra il cartello che indica la località Bacalin con le indicazioni per l’azienda agricola che produce e vende prodotti caseari locali. Proseguendo ho scorto sul bordo destro il cartello che indica l’apertura del passo Giau. Ho scattato alcune foto e sono ripartito cercando di salire agilmente, misurando le forze per affrontare i km, il dislivello e i 29 tornanti. Ho affrontato un tratto di strada di circa 1 km con pendenza a doppia cifra, variabile tra il 12 e il 13%. Mi sono ritrovato a pedalare in una valle stretta a forma di V immersa nel bosco con un torrente che divide la valle in due parti, il torrente Codalonga. Salendo si attraversa il torrente due volte e si superano diverse gallerie paramassi in cui d’estate, si può godere di un po’ di fresco. Sono giunto ai primi due tornanti ravvicinati tra di loro e quindi dopo un tratto in salita ho attraversato il ponte sul torrente, verso il terzo tornante. Qui mi sono venute in mente le immagini del Giro d’Italia delle tappe di montagna con la scalata al passo Giau. Continuando ho percorso un tratto che costeggia il versante della stretta valletta ricoperta di abeti e cinquanta metri dopo il quarto tornante ho notato a destra il cartello che indica -7,5 km all’arrivo. Ho proseguito cercando di pedalare agile e di salire contando le curve e ammirando il panorama circostante. Salendo ho pensato alla fatica dei ciclisti professionisti nell’affrontare le salite durante il Giro, ascese che solitamente vengono inserite nelle ultima settimana prima di giungere all’arrivo finale. Proseguendo sono riuscito a recuperare un po’ di fiato tra la sesta e la settima svolta così da affrontare i restanti chilometri a testa alta. Pedalando rimango inebriato dal profumo di bosco che mi ha accompagnato per un bel tratto di salita e dall’aria frizzante che nelle giornate di caldo aiuta a non surriscaldarsi troppo. Ho attraversato nuovamente il torrente Codalonga e quindi ho notato dopo l’ottavo tornante il cartello che indica -6,5 km all’arrivo. Terminato il bosco si staglia davanti a noi l’Averau: scendere dalla bici per una foto è quasi d’obbligo! Continuando sulla SP638 ho costeggiato il versante ad ovest della valle e in breve tempo ho scalato il decimo tornante, dove ho trovato il cartello di presenza di galleria. Pochi colpi di pedale e mi sono trovato a pedalare al fresco della galleria lunga purtroppo solo 36 metri. Ho cercato di salire senza forzare la gamba e concentrato sull’obiettivo della giornata, facendo così ho superato un lungo rettilineo con pendenza costate e con calma e concentrazione sono giunto al tornante successivo, che ho scalato senza problemi come il seguente. Sono uscito dal bosco e ho iniziato a pedalare tra prati verdi, rocce e alcune baite molto caratteristiche. Mi sono fermato per ammirare le casette realizzate con cura e nel minimo dettaglio e tutte completamente in legno. Ho contato le curve e fino al sedicesimo ho trovato tornanti vicini tra di loro con pendenza abbastanza abbordabile. Nel proseguire ho superato la seconda galleria, lunga 186 metri, dove ho apprezzato l’aria frizzante anche se per un breve tratto. Sono uscito e dopo un tornante e un tratto con pendenza costante ho visto il cartello con la scritta -3,5 chilometri alla vetta. Poco prima del diciannovesimo tornante, a destra ho notato una fontana, l’unica fino a questo punto della salita. Mi sono fermato per riempire la borraccia e anche per guardami attorno e ammirare il panorama. La sosta mi ha permesso di riprendere fiato per affrontare gli ultimi chilometri per raggiungere il Giau. Precaricare la traccia GPS sul proprio dispositivo aiuta a gestire lo sforzo per arrivare fino al traguardo. Continuando ho attraversato la località di Fedare da dove sono riuscito a vedere la meta della giornata; all’inizio pensavo fosse un miraggio poi ho controllato sul GPS e ho visto che in effetti era realtà. Mi sono rincuorato e sono ripartito per affrontare i restanti 2,5 km. Ho inserito il rapporto più agile e ho proseguito pedalando tra verdi prati e massi bianchi sullo sfondo di un bellissimo cielo blu. Con il panorama circostante ho continuato agilmente la mia salita. Ho trovato alla mia sinistra poco prima del ventiseiesimo tornante un albergo. Agilmente sono giunto al ventinovesimo tornante, l’ultimo della salita, e alla mia sinistra ho notato le vette dell’Averau e del Nuvolau. Sono arrivato al passo Giau, che soddisfazione! Sono sceso dalla bici e ho fatto la solita foto di rito davanti al cartello stradale, quindi ho raggiunto il bar lì vicino. Bevendo il caffè all’aperto ho potuto ammirare l’imponente panorama sulla Croda del Lago quindi una serie di vette a perdita d’occhio: dalla muraglia dei Lastoni di Formin, al Cristallo, alle Tofane, al Sella, alla Marmolada e alle Pale di San Martino, un panorama che lascia a bocca aperta. Scendendo l’altra versante, verso Cortina d’Ampezzo, si incrocia la strada che sale al passo Falzarego, dando la possibilità di compiere un impegnativo anello tra le Dolomiti. I ciclisti che non si accontentano del panorama possono scendere verso Cortina per risalire il Falzarego e tornare così a Selva di Cadore. Un po’ di storia: il Passo Giau al Giro d’Italia Il passo Giau è una delle mete più ambite dai ciclisti di tutto il mondo. È stato la cima Coppi del Giro d’Italia, ovvero il punto quotato più alto mai raggiunto nella corsa rosa, due volte: 1973 e 2011. Venne inserito per la prima volta nel 1973 nella tappa Andalo-Auronzo di Cadore, con vittoria di giornata dello spagnolo José Manuel Fuente e maglia rosa e vincitore del Giro sulle spalle del belga Eddy Merckx. Dopo 16 anni, nel 1989, nella quattordicesima tappa Misurina-Kurfar/Corvara, si transitò ancora sul passo. La vittoria di tappa fu dell’italiano Flavio Giupponi, maglia rosa di giornata e vincitore del Giro il francese Laurent Fignon. Il 5 Giugno 1992 nella Bassano del Grappa-Kurfar/Corvara ci fu la vittoria dell’italiano Franco Vona. Il leader della classifica generale era lo spagnolo Miguel Indurain, vincitore finale della corsa rosa. Nel 2007 nella quindicesima tappa Trento-Tre cime di Lavaredo si transitò sul Giau, con vittoria di tappa dell’italiano Riccardo Riccò mentre il leader della classifica generale e vincitore del Giro d’Italia era l’italiano Danilo Di Luca. L’anno dopo, nel 2008, nella tappa Arabba-Passo di Fedaia arrivò la vittoria di tappa dell’italiano Emanuele Sella. Vincitore di giornata e della maglia rosa lo spagnolo Alberto Contador. Contador è stato protagonista degli ultimi passaggi del Giro sul Giau: nella foto nel 2011 con la maglia rosa. Tre anni dopo nel 2011, nella frazione Conegliano-Rifugio Gardeccia, si transitò sul Passo Giau con vittoria di tappa dello spagnolo Mikel Nieve. Vincitore del Giro fu lo spagnolo Alberto Contador, vittoria poi passata sulle spalle di Michele Scarponi dopo la squalifica dello spagnolo per positività all’antidoping. L’anno successivo, nel 2012, nella diciassettesima tappa Pfalzen/Falzes-Cortina d’Ampezzo la tappa fu vinta dallo spagnolo Joaquim Rodriguez. Maglia rosa sulle spalle dello spagnolo. Corsa rosa vinta dal canadese Ryder Hesjedal. Nel 2013 nella tappa Schlanders/Silandro-Rifugio Auronzo la tappa fu vinta dall’italiano Vincenzo Nibali, vincitore anche del Giro d’Italia. Nel 2016 la carovana rosa transitò sul passo Giau nella tappa Farra d’Alpago-Kufar/Corvara con vittoria di tappa del colombiano Esteban Chaves e maglia rosa sulle spalle dell’olandese Steven Kruijswijk. Vincitore del Giro fu l’italiano Vincenzo Nibali. Il passo Giau è una delle salite della granfondo di ciclismo Maratona dles Dolomites, manifestazione di grande successo che negli ultimi anni ha visto la partecipazione di circa 10.000 corridori. Mappa e traccia GPX da scaricare Durante la salita al passo Giau ho registrato la traccia con il mio dispositivo GPS e l’ho caricata nella pagina di BiciLive.it su Gpsies.com. Da qui potete consultare la mappa e scaricare l’itinerario nel formato a voi più congeniale.