Illustrazioni di Cecilia TurchelliAlla scoperta della ciclabile da Torbole sul Garda a Sarche Michele Malfatti 20 Gennaio 2019 Cicloturismo La ciclabile Torbole sul Garda Sarche si sviluppa nel Garda Trentino e nella Valle dei Laghi. È un percorso ideale per famiglie e anche per ciclisti poco allenati: è completamente asfaltata e ben curata. Il punto di partenza è Torbole sul Garda, una bellissima cittadina a ridosso dell’omonimo lago. Per raggiungere il punto di partenza una volta usciti dal casello di Rovereto Sud dell’autostrada A22 Brennero Modena si seguono le indicazioni per il lago di Garda. Raggiunto il paese di Nago si scende in direzione Torbole sul Garda. Pista ciclabile Torbole sul Garda-Sarche La ciclo pedonale Torbole-Sarche parte dalle sponde settentrionali del lago di Garda, il più grande lago d’Italia e raggiunge l’abitato di Sarche nella valle del Sarca. Il punto di partenza di questo giro è la foce del fiume Sarca, dove confluiscono la pista ciclabile Torbole-Riva del Garda e quella che arriva da Rovereto. Mi reco spesso a Torbole perché è una bella cittadina affacciata sul “Benaco”, che è il nome antico del lago di Garda. È il luogo ideale per praticare gli sport outdoor soprattutto legati all’acqua come la vela, il windsurf, il kitesurf e ultimamente anche il SUP (stand up paddle). Tutto ciò è possibile per la presenza di un prezioso vento detto “ora del Garda” che soffia forte da sud verso nord dalla tarda mattinata fino a sera. Seguo i cartelli per Sarche e mi dirigo verso nord, verso la prima tappa della pedalata, la cittadina di Arco. Pedalo rilassato e cullato dal rumore dell’acqua del fiume Sarca che scorre e in alcuni tratti rimango inebriato dal profumo dei fiori di sambuco che cresce spontaneo lungo le sue rive. La ciclabile è protetta e riservata solo alle biciclette e ai pedoni, così posso ammirare il panorama che mi circonda. Il mio sguardo, come sempre, è rapito dai meleti e dai vigneti e dalle vette oltre i 2000 metri che circondano la valle. L’itinerario è completamente pianeggiante e in circa 5 chilometri arrivo ad Arco, la mia città. Attraverso il centro come sempre guardo ammirato il castello che sovrasta la città e da cui si ha una vista davvero suggestiva su tutta l’intera “busa”. Prendo un caffè nella piazza principale e noto quanta gente è vestita da montagna e quante bici ci sono nelle varie rastrelliere: d’altronde Arco è la capitale dell’outdoor. Sono in via Segantini, scendo e spingo la bici. Camminando mi godo il centro cittadino e posso contare i negozi di arrampicata sportiva che ci sono. Arrivato alla gelateria Tarifa saluto Marco, il proprietario e perdo il conto dei negozi, vabbè prenderò nota nei prossimi giorni, meglio un buon gelato. Cono noce e pistacchio, mi siedo sulla panchina fuori e alcuni biker mi chiedono della mia bici, ho un mezzo che si inserisce nel nuovo segmento molto in voga delle bici gravel, allestita da viaggio. Davanti al manubrio ho collocato le minibutterfly, una piccola prolunga dove poter collocare il GPS o le luci creata da Viaggiatori a pedali e la frame bag, una borsa da telaio fatta da Basic Design Movement. Al termine della via riprendo il tracciato della ciclo pedonale in corrispondenza del ponte sul fiume Sarca. Proseguo per circa 500 metri e prima di imboccare la passerella ciclo pedonale mi fermo davanti alla parete d’arrampicata sportiva del Rock Master e già mi vedo a fine agosto, quando ci sarà l’evento, con il naso all’insù ed ammirare i climber sfidarsi sulle diverse vie. Sono sull’altra sponda del Sarca e pedalo sempre in direzione nord. Pochi colpi di pedale e mi ritrovo nel verde, dove le viti la fanno da padrone. Vengo rapito dallo scorrere delle acque del fiume e mi soffermo ad ammirare le pareti verticali dei “colodri”, una palestra d’arrampicata a cielo aperto. Sono in località Moleta, dove trovo un bar e una bellissima area di sosta attrezzata con tavoli e panchine. Mi fermo per riempire la borraccia di acqua fresca e riparto. Quattro chilometri completamente pianeggianti e il primo tratto di ciclabile termina. M’immetto sulla strada comunale, attraverso la piccola frazione di Ceniga quindi dopo un tratto rettilineo sono a Dro. Attraverso il centro abitato e seguo le indicazioni per la pista ciclabile. Finiscono le case e pedalo tra alcuni campi di prugne. Fino ad alcuni anni fa questo paese era famoso per la produzione di una particolare susina ideale per l’essiccazione. Proseguo e trovo i cartelli di pericolo difatti trovo la squadra di manutentori che stanno tagliando l’erba. Saluto e ringrazio del lavoro che fanno. Lungo l’itinerario che conduce a Sarche trovo sulla sinistra un bici grill costruito sotto un’enorme masso. Non mi fermo altrimenti se bevessi ancora un caffè non riuscirei più a dormire la notte, mi fermerò al rientro verso casa. Da questo punto in poi lo scenario cambia, passo dai vigneti alle rocce, difatti mi trovo a pedalare nelle “marocche” un’ampia distesa di sassi di origine post glaciale formatasi circa 200.000 anni fa durante le fasi di ritiro dei ghiacciati. Proseguo e penso alla storia geologica della valle e come le glaciazioni hanno dato forma alla valle dove abito. Cambio rapporto e salgo fino a giungere all’ex centrale di Fies, ora una fabbrica d’arte e un centro per la promozione della cultura. Mi fermo sul muretto antistante l’edificio ed ascolto il rumore del fiume Sarca, guardando le rocce levigate nel corso degli anni. Fino a questo punto la ciclabile non presenta particolari difficoltà. Dopo Fies inizia un breve tratto cementato in forte pendenza e quindi una serie di saliscendi immersi nello scenario che considero lunare. Con calma e tranquillità attraverso l’abitato di Pietramurata e magicamente mi ritrovo ancora tra i vigneti. Quando pedalo in questa zona penso al Vino Santo doc che si ricava dall’uva nosiola, un vitigno autoctono e che viene prodotto solo in questa parte del trentino, la valle dei Laghi. Riprendo a costeggiare il fiume Sarca e in pochi minuti sono alla fine della pista ciclabile a Sarche. Alcune note sulla ciclabile Torbole sul Garda-Sarche L’intero itinerario è lungo circa 44 chilometri con un dislivello di circa 300 metri. Si parte dai 65 metri di Torbole sul Garda per arrivare ai 276 metri di Sarche. Si percorre la Valle del Sarca che è attraversata dal fiume Sarca che nasce dall’Adamello vicino a Madonna di Campiglio in Trentino. Cosa fare lungo la ciclabile Questa ciclabile si sviluppa nel Garda Trentino soprattutto nella Valle del Sarca e nella Valle dei Laghi. Oltre alla pista ciclabile nel Garda Trentino potete cimentarvi in percorsi in mtb molto belli che vanno da percorsi semplici adatti alle famiglie al cross country, fino all’enduro e al downhill. Avete la possibilità di affrontare percorsi in bici da corsa e salite famose come il passo Santa Barbara o la “ponale” a Riva del Garda. Se amate l’acqua siete nel posto giusto per poter provare l’emozione di cavalcare le onde del lago di Garda con il windsurf, in barca a vela con il kitesurf o con il sup. Torbole sul Garda è affacciata sul lago e fu in passato un paesino di pescatori. Vi consiglio di scattare una foto al porticciolo, l’angolo più caratteristico del paese, così come alla Vecchia Dogana e a Casa Beust. La cittadina lacustre viene menzionata dal poeta tedesco Goethe che descrisse i venti della zona come una meraviglia della natura e uno spettacolo incantevole. Nella piazza principale trovate una targa a ricordo del passaggio di Goethe. Ad Arco potete salire fino al castello per poter ammirare tutta la “busa” da una diversa angolazione. Se avete tempo potete fare un giro all’interno del Parco Arciducale, un museo botanico vivente dove trovate specie provenienti da tutto il mondo. A nord oltre l’abitato di Dro merita una sosta nelle “marocche” per scattare una foto con sfondo quasi “lunare” e vi consiglio di bere un bicchiere di vino santo direttamente nelle cantine dei pochi produttori.