Giro d’Italia 2016, prima settimana: 10 cose a ruota libera Giacomo Pellizzari 16 Maggio 2016 Brainstorming Dalla generosità di Ulissi alla pioggia del Chianti, passando per i 58 kg di Gianluca Brambilla. È finita la prima settimana del Giro d’Italia. Per strada.bicilive.it ho scelto di analizzare questo Giro d’Italia 2016, edizione 99, a settimane. Nella fattispecie, il giorno del riposo. Diamoci dunque questo appuntamento. Penso che sia il momento migliore, quello a bocce ferme, per scrivere qualcosa di ragionato e non avventato, senza rincorrere gli eventi. Il Giro è una corsa veloce, le cose succedono live ogni giorno, ogni minuto. Appena credi di aver capito qualcosa, badabam! Ne succede un’altra che capovolge tutto. Non esiste criterio per analizzare questa corsa. Tanto vale lasciarsi guidare dalla suggestioni. E in una settimana ce ne sono tante. In questa prima, dalla partenza in terra olandese alla crono del Chianti bagnato di ieri, io ne ho contate 10. Eccole. In ordine rigorosamente sparso. Continua a seguire i nostri aggiornamenti sui risultati del Giro d’Italia 2016. [Update gennaio 2020]: Ti interessa il Giro d’Italia? Abbiamo pubblicato sul nostro sito un approfondito articolo dedicato alla sua prossima edizione: clicca oltre per leggere del Giro d’Italia 2020. 1 – Diego Ulissi La sua vittoria nella 4ª tappa, da Catanzaro a Praia a Mare, la prima in terra italiana, è bellissima. Una fuga, partita a 8 km dal traguardo e tenuta fino alla fine. Da solo. La cosa più bella? Credeva che lo riprendessero e si è voltato cento volte negli ultimi cento metri. Tenero e spontaneo. Qualità sempre più rare. Un giovane che va oltre il compitino. Emozionando ed emozionandosi. Teniamocelo stretto. Generoso. 2 – Vincenzo Nibali A Controlla tutto bene, concentrato e serio. Poi, quando meno te lo aspetti, cede rovinosamente. Leggi: scatto nella salita a Roccaraso. Un attacco scellerato, che ha il solo effetto di fare imbufalire la maglia rosa Tom Dumoulin, che allunga il vantaggio in classifica di 21”. Una provocazione? Un errore? Di fatto una scelta incauta. Il DS dell’Astana, Martinelli, si prende tutte le colpe. Ma un leader – e la sua ammiraglia – queste leggerezze non le possono commettere. A Nibali ogni tanto capitano (Ammiraglia alla Vuelta 2015). Incauto. 3 – Vincenzo Nibali B Lo Squalo, da grande campione, si rifà nella crono del Chianti. Che era, se non decisiva, sicuramente la tappa più importante della prima settimana. Sotto il diluvio, Vincenzo riesce a rosicchiare tutto il vantaggio che Valverde aveva su di lui, fino a scavalcarlo, se pur di poco, in classifica generale. Si commuove all’arrivo pensando al giovane ciclistino messinese, Rosario Costa, morto a soli 14 anni sulle sue strade ieri. Una tragedia. Vincenzo è tattico e umano. Due momenti di questa prima settimana: il viso emozionato di Brambilla con il segno dei bacio ricevuto durante le premiazioni e il momento di difficoltà di Nibali nella salita verso Roccaraso. 4- La gente di Sulmona 7ª tappa, si va da Sulmona a Foligno, la partenza è un bagno di folla inaspettato. Sembra che tutti gli abruzzesi si siano dati appuntamento qui, magari senza sapere nulla di ciclismo. E il bello è proprio questo. Uno spettacolo. Il Giro è ancora capace di incuriosire e stupire le viscere della gente. Consiglio personale: ripartire da qui, da queste cose, per ridare al Giro il fascino che merita. O vogliamo essere superati dal Tour di California? 5- La gamba di Greipel Il suo polpaccio e i suoi adduttori hanno fatto il giro del web. Una foto, quella della gamba del velocista tedesco vincitore di 2 tappe a questo Giro, diventata virale. Segnale di come i social siano più rapidi dell’occhio umano a catturare i momenti simbolo. La gamba di Greipel è metafora più di ogni altra cosa di che cosa voglia dire essere oggi un velocista. Per tacere – andatevele a vedere su Google – delle cosce dei pistard. Culturista. 6 – Gianluca Brambilla 58 kg. Peso piuma con il mito di Pantani nel cuore. Che meraviglia. Non durerà, ma la sua commozione sul palco di Arezzo con la maglia rosa che gli va gigante ha fatto, anche lei, il giro dei social. Per non parlare dei segni di rossetto sulle guance il giorno dopo. Le miss hanno dovuto abbassarsi di trenta centimetri almeno per baciarlo. Nella crono del Chianti, inadatta a lui, ha tenuto il primato, per un solo, simbolico, secondo. Contro ogni pronostico. Lui e i suoi 58 kg contro tutti. Commovente. 7 – Ilnur Zakarin Stantuffa come un pazzo, avrebbe la crono in mano, ma poi cade. Non una, tre volte. Dimostrazione di come in bici non basti pestare sui pedali in apnea, non bastino i muscoli, i watt, la galleria del vento e altre diavolerie. La bici, a volte la devi solo saper saper “pilotare”. E hai detto niente. Sfigato o inesperto? La Carovana del Giro è stata accolta in ogni città dall’entusiasmo del pubblico. 8 -La pioggia Finora è quasi sempre stato bel tempo. Nelle ultime due tappe è arrivata, invece, la pioggia. Quella maledetta. Nella crono del Chianti ha presentato il conto. Chi è partito senza bagnato ha avuto un vantaggio notevole. Chi ha preso l’acqua poteva solo evitare di cadere. Per alcuni è stato un pattinare sotto la grandine (Zakarin). Per altri una prova di grande controllo della bici e sangue freddo (Nibali e Brambilla). Questa incertezza rende bello e imprevedibile questo sport: se va male, non puoi prendertela con l’arbitro. Imprevedibile. 9 – Marcel Kittel Voto: 4. Lo dico subito. Non vieni al Giro per vincere due tappe, e poi saluti tutti dicendo che sei stanco. Ricordo un indomito Cavendish al Giro d’Italia del 2013 arrivare in fondo a ogni tappa, anche a un’ora dal primo, sotto la neve, alle Tre Cime di Lavaredo. Non dica almeno che ha fatto il Giro d’Italia. Risibile. 10 – Il Chianti e la Toscana Non che abbiano bisogno del ciclismo per farsi conoscere. Ma certi scorci e soprattutto certi arrivi nei centri storici (sto parlando di Arezzo, ma anche di Siena alla Strade Bianche), sono davvero il non plus ultra del nostro paese. Se poi ci si aggiunge anche il fango e la polvere degli sterrati, il tutto raggiunge un sapore antico e da cavalieri. Secondo consiglio per ridare appeal al Giro D’Italia. Da paura. Ci vediamo tra 7 giorni.