Domenica 5 aprile 2021 è stato il giorno di Pasqua in tutto il mondo. Per gli appassionati di ciclismo questa data ha coinciso con il Giro delle Fiandre o, per meglio dire, con la Ronde Van Vlaanderen.

De Ronde (il giro), più semplicemente, in Belgio è un evento che si accosta molto a quello cristiano. Non è un caso se Fabian Cancellara, tre volte vincitore di questa corsa, una volta disse “Il Fiandre è il giorno di Natale in Belgio”.

E come in tutti i giorni di Natale ovviamente non può non mancare il regalo.

I ciclisti pro Mathieu van der Poel e Kasper Asgreen sprintano per la vittoria al Giro delle Fiandre 2021

Mathieu van der Poel e Kasper Asgreen sprintano per la vittoria al Giro delle Fiandre 2021.

I regali del De Ronde 2021

Tralasciando per un attimo il dono che si è fatto il campione nazionale su strada danese Kasper Asgreen battendo allo sprint Mathieu van der Poel e conquistando la sua prima classica monumento, oppure quello di Annemiek van Vleuten, la campionessa europea giunta sul traguardo di Oudenaarde in solitaria, ci sono altri regali, un po’ inaspettati, che hanno sconvolto quasi tutti gli appassionati di questo sport.

Già perché l’assurda squalifica dello svizzero Michael Schär, corridore dell’AG2R Citroen, e dell’italiana Letizia Borghesi, in forza al team Aromitalia – Basso Bikes – Vaiano, ha lasciato tutti a bocca aperta: squalificati e multati per aver gettato una borraccia per strada, senza rispettare l’apposita Green Zone che l’UCI ha istituito per evitare di inquinare l’ambiente.

Il nuovo regolamento infatti è entrato in vigore dal 1° aprile e prevede alcuni punti fissi lungo il percorso dove del personale raccoglie appositamente tutti i rifiuti degli atleti.

Che sia questa la soluzione migliore per incentivare i ciclisti a rispettare di più l’ambiente?

Potrebbe sicuramente essere valida in quanto spesso si vedono corridori lanciare borracce o gel per strada, ma crediamo che bisogna differenziare quanto avvenuto domenica a opera di Michael Schär o di Letizia Borghesi da altri episodi.

Il vincitore del Giro delle Fiandre 2021 Kasper Asgreen

Il vincitore del Giro delle Fiandre 2021 Kasper Asgreen.

Forse il principio dell’UCI – la Union Cycliste Internationale – è corretto perché tutti, dai comuni cittadini alle grandi istituzioni, stanno facendo enormi sforzi per garantire alle prossime generazioni un mondo più pulito, ma forse è anche vero che il modo di applicare queste regole andrebbe un attimo rivisto.

Le regole sono regole, non si discute: devono essere rispettate. I gesti che abbiamo visto fare ai due atleti che sono stati squalificati però erano ben altra cosa di un gettare la borraccia in un prato, in un bosco o al di fuori della carreggiata fregandosene del mondo e dell’inquinamento.

Anzi, è stato esattamente l’opposto. Michael Schär ha infatti lanciato la sua borraccia in prossimità di un gruppo di tifosi, appostatosi lì per assistere al Giro delle Fiandre e veder passare i propri beniamini – il video lo potete trovare facilmente su internet. Lo stesso dicasi per Letizia Borghesi, che ha gettato la sua verso alcune persone presenti a bordo strada.

È questo il famoso “inquinamento ambientale” che l’UCI vuole evitare? Ma soprattutto, possiamo dire che questo gesto contribuisce a rendere più inquinato il nostro mondo?

Non crediamo.

La ciclista pro Annemiek van Vleuten arriva sul traguardo del Giro delle Fiandre 2021 in solitaria

Annemiek van Vleuten arriva sul traguardo della Ronde in solitaria.

Perché i bambini iniziano a pedalare?

Tutti noi, tutti noi appassionati di ciclismo siamo sempre andati alle gare con un duplice scopo: andare a vedere i nostri idoli e tifare per loro (e magari per scattargli qualche foto) e provare a fare incetta di borracce, veri e propri cimeli.

Ricordo che da bambino mio nonno mi portava lungo le strade dove passava il Giro d’Italia per assistere al passaggio della carovana e la maggior parte delle persone assiepate lungo il percorso non pensava ad altro che alla situazione di gara (in genere i più esperti e navigati) e a recuperare una borraccia da qualche professionista (bambini, ragazzi e non solo).

Poter tornare da una corsa stringendo in mano una borraccia era una sensazione incredibile, che ti faceva sentire quasi come un generale al ritorno in patria dopo una campagna fruttuosa e vincente.

E allora perché squalificare e multare questi gesti che, fatti consciamente per regalare attimi di gioia a bambini e adulti, rendono più bello e più umano il ciclismo?

Michael Schär pedala in sella alla sua bici con la maglia del team AG2R Citroen

Michael Schär pedala in sella alla sua bici con la maglia del team AG2R Citroen.

Michael Schär passerà alla storia per essere il primo corridore a essere squalificato per aver fatto rotolare la sua borraccia a bordo strada per regalarla a un tifoso, esattamente nel giorno di Natale belga. Questa punizione, spera l’UCI, sarà da monito per tutti gli altri ciclisti che penseranno di consegnare una borraccia a un bambino appostato a bordo strada in trepidante attesa di ricevere un ricordo tangibile della corsa.

E allora ecco che nessuno sognerà più andare alle gare per provare a tornare a casa vittorioso con una borraccia in mano, ma forse preferirà rimanere a casa sul divano a guardare la corsa in televisione, privando le manifestazioni della sua presenza, privando il mondo del ciclismo di un tifoso e privando gli atleti di supporto e incitamenti.

A tal proposito è intervenuto lo stesso Michael Schär che su Instagram ha pubblicato un post indirizzato direttamente all’UCI. Il titolo è emblematico: “Perché i bambini iniziano a pedalare?”

La risposta dell’elvetico è legata a un ricordo del Tour de France 1997, quando lui e sua sorella vennero portati nel zona del Giura dai propri genitori per assistere al passaggio del “Peloton”. Rimasto impressionato dalla velocità di quel mondo, Michael da quel momento decise che sarebbe diventato un ciclista professionista: “Da quel momento sono stato guidato da un sogno”.

Ma cosa ha spinto veramente il ragazzo svizzero a perseguire il suo nuovo sogno? Una semplice borraccia: “Quel piccolo pezzo di plastica ha creato in me una dipendenza totale dal ciclismo. Ogni giorno portavo con orgoglio quella borraccia gialla con me, ogni giorno”.

Ora i ruoli si sono invertiti e Michael Schär vuole essere fonte di ispirazione per i più piccoli. E quale modo migliore di regalare una borraccia a un giovane appassionato? “Ora sono uno di quei professionisti che passa tra gli spettatori e nei momenti calmi di corsa tengo sempre la borraccia vuota finché non vedo dei ragazzi a bordo strada, poi la lancio delicatamente dove possono recuperarla in totale sicurezza”.

Michael Schär posa con una bambina a cui ha regalato una borraccia

Michael Schär posa con una bambina a cui ha regalato una borraccia.

“Questi sono i momenti per cui amo questo sport e nessuno potrà mai toglierceli” conclude Schär, parlando a nome di tutti i corridori professionisti e ricordando all’UCI che “siamo lo sport più avvicinabile del mondo, in cui dai borracce lungo il percorso. È semplicemente il ciclismo”.

Siamo completamente d’accordo con lui e le sue parole.

A battersi contro questa nuova regola è anche Letizia Borghesi che al termine della Ronde con un post su Instagram afferma di aver sbagliato: “Ho sbagliato per quanto è successo, ma il gesto che ho fatto mi è venuto in automatico”.

Il fatto di gettare una borraccia fuori dalle apposite zone istituite dall’UCI e la conseguente squalifica (e la multa) fanno però sembrare i due atleti dei veri e propri “criminali”, mentre “ci sono cose ben più gravi da punire”.

Letizia è insomma dello stesso avviso di Michael: “Le borracce non inquinano perché vengono raccolte dai bambini o dai tifosi che le collezionano, penso che vedere il sorriso di un bambino quando prende una borraccia a bordo strada non abbia prezzo”.

La partenza della corsa femminile al Giro delle Fiandre 2021

La partenza della corsa femminile al Giro delle Fiandre 2021.

Conclusioni

E quindi ok il rispetto delle regole, ok la voglia di vedere un mondo più pulito e meno inquinato, ok la volontà di punire chi trasgredisce, ma pensiamo che ci sia un limite a ogni cosa, anche a tutto quello a cui abbiamo assistito domenica. Perseguire chi lancia borracce laddove non c’è nessuna persona a bordo strada, è giusto, non lo nego, ma squalificare chi le “porge” ai tifosi forse no.

Questo è il mondo del ciclismo, in continuo movimento, con il suo nuovo regolamento e le sue nuove idee. Piaccia o non piaccia, è così.

Forse però sarebbe meglio differenziare i casi che si presentano ai giudici durante la corsa, discernendo tra episodi “accettabili”, e quindi non condannabili (come quelli di Michael Schär e di Letizia Borghesi), ed episodi che sono di “cattivo esempio” per chi assiste alla corsa e vede delle borracce gettate al vento in zone senza pubblico.

Gli sforzi e l’impegno messi in campo dall’UCI per un mondo più pulito vanno sicuramente lodati, ma a nostro parere l’applicazione delle regole andrebbe rivista.

Altrimenti si corre il rischio che in un futuro, nemmeno non troppo lontano, ci lamenteremo per i ragazzi che non si avvicineranno a questo sport, uno sport che trova la forza nella sua accessibilità e che piace alla gente perché è semplice, perché passa sulle strade sotto casa e perché gli atleti sono “uomini comuni” prima che professionisti.

Ecco, non vorrei quindi che tra qualche anno, forse tra qualche mese, a causa di regolamenti che complicano questo fantastico mondo del ciclismo saremo qui a rimpiangere i tempi passati in cui si vedevano corridori donare una borraccia al pubblico, ma soprattutto c’erano più bambini e più sorrisi ad attendere il passaggio della corsa.

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A proposito dell'autore

Un giovane comasco con il cuore diviso tra mountain bike, che pratica per diletto nel tempo libero, e la corsa su strada, che ama seguire in TV e dal vivo. La passione per la prima nasce per amore della natura, la seconda grazie ad un nonno tifoso sfegatato del Pirata.