Andare in bici, gli effetti della cannabis Riccardo Tempo 25 Febbraio 2016 Wiki Bike Quali sono gli effetti della cannabis sulla salute di una persona? Che cosa accade a un ciclista sotto gli effetti di questa sostanza? Ma, innanzitutto, che cos’è la cannabis? Un recente studio pubblicato dall’International Journal of Legal Medicine ha dichiarato come l’uso della cannabis da parte di consumatori abituali non influenzi particolarmente le prestazioni delle suddette persone in sella a una bicicletta, anche sotto l’effetto di dosi piuttosto corpose. Il test è stato svolto su 14 persone, di cui 12 uomini e 2 donne. Prima di passare a conclusioni affrettate, andiamo a scoprire che cosa sia realmente la cannabis e quali siano i suoi effetti collaterali. Abbiamo scelto come fonte di riferimento l’opera: “Il doping e le sostanze dopanti” di Fausto Bartolini, Maria Grazia Giovannini e Domenico E. Pellegrini-Giampietro con il contributo di professionisti del settore (Maya Idee Edizioni, febbraio 2012). Il capitolo sette, intitolato: “Le club drugs e i cannabinoidi” è stato scritto dalla professoressa Emanuela Masini, professore ordinario di Farmacologia al Dipartimento di Farmacologia Preclinica e Clinica all’Università degli Studi di Firenze e dirigente medico U.O. Tossicologia Medica all’Azienda ospedaliero universitaria Careggi a Firenze e dal medico chirurgo Ilaria Pacileo, specializzanda in Tossicologia Medica all’Università degli Studi di Firenze. Che cos’è la cannabis? Vi riportiamo la spiegazione delle dottoresse (pag. 162): “La Cannabis sativa è una pianta erbacea annuale che cresce spontaneamente in tutte le zone a clima temperato e tropicale. 〈…〉 La pianta “Cannabis sativa” varietà “indica” contiene una moltitudine di costituenti chimici; fino a oggi ne sono stati individuati circa 400. 〈…〉 Esistono varie preparazioni di cannabis: la marijuana deriva dalla pianta essiccata; contiene foglie, sommità fiorite, semi e steli. L’hashish, invece, si ottiene separando la resina contenuta nelle sommità fiorite dal resto della pianta. 〈…〉 I cannabinoidi compaiono nella categoria S8, Cannabinoidi, della lista proibita della WADA.” La WADA (World Anti-Doping Agency), massimo organismo internazionale per la lotta contro il doping nello sport, ha inserito i cannabinoidi tra le sostanze proibite nella propria lista anche per il 2016. A sinistra delle efflorescenze essiccate di marijuana e a destra un pezzo di hashish Effetti collaterali della cannabis Nel paragrafo denominato: “Azioni farmacologiche dei cannabinoidi“, le due studiose spiegano gli effetti di queste sostanze, su cui vi riportiamo qualche stralcio: “Sia i cannabinoidi che i composti di sintesi sono sostanze altamente lipofile in grado di attraversare le membrane cellulari, ma è la modalità di assunzione a essere determinante per lo sviluppo dell’effetto. La via preferita è quella inalatoria perché permette un maggiore e più rapido assorbimento dei principi attivi. 〈…〉 Nel giro di pochi minuti si possono percepire gli effetti soggettivi e oggettivi; la massima concentrazione nel sistema nervoso centrale viene raggiunta entro 15 minuti e coincide con l’apice degli effetti psichici e fisici. Per la loro natura lipofila i cannabinoidi si accumulano nel tessuto adiposo, da cui vengono rilasciati lentamente; l’emivita tessutale è di circa sette giorni e per l’eliminazione di una singola dose possono essere necessari anche 30 giorni. 〈…〉 I principi attivi contenuti nei cannabinoidi naturali (cannabis, marijuana, hashish) come pure i cannabinoidi di sintesi (THC) e i cannabinomimetici (JWH018, JWH073 e HU-210) producono una varietà di azioni farmacologiche: 1) aumento della sintesi delle catecolamine, 2) alterazione della ricaptazione sinaptica della noradrenalina e della seratonina a livello ipotalamico, 3) alterazione della dopamina e del GABA, rispettivamente nello striato e nella corteccia cerebrale, 4) diminuzione dose-dipendente della sintesi e 5) liberazione di acetilcolina soprattutto a livello ippocampale. Queste alterazioni a livello dei neurotrasmettitori cerebrali si traducono in una modificazione dello stato di coscienza, con euforia e rilassamento, e della percezione spazio-temporale, tipica della disinibizione psicologica cui è associata una disinibizione comportamentale. 〈…〉 Struttura molecolare del THC (foto credit Ronhjones via Wikimedia Commons) Che cosa succede a uno sportivo sotto l’effetto della cannabis? Nel capitoletto: “Uso dei cannabinoidi nello sport“, apprendiamo che: “〈…〉 sebbene gli effetti acuti dei derivati della cannabis siano deleteri per la performance atletica, questo non è un deterrente per il loro uso. I cannabinoidi alterano le capacità di coordinazione tra lo stimolo visivo e le attività manuali, come pure la precisione nelle risposte motorie; anche l’alterata percezione del tempo e dello spazio, che sembrano muoversi più lentamente, si ripercuote sulla performance sportiva. Si ha difficoltà nella concentrazione e tachicardia, inizialmente dovuta a una diminuzione del tono vagale, deleteria per gli sport di resistenza. I cannabinoidi inducono un aumento nell’attività metabolica come conseguenza dei cambiamenti della ventilazione polmonare; sebbene inducano broncodilatazione per almeno 60 minuti, questo fatto non fornisce un vantaggio all’atleta, dal momento che è già presente una broncodilatazione da esercizio; un uso eccessivo dei derivati della cannabis è associato a una broncopatia cronica ostruttiva. La sindrome amotivazionale rimane uno dei punti più controversi conseguenti all’uso dei derivati della cannabis e le implicazioni sulla performance atletica sono chiare. L’apatia, l’alterazione nelle capacità di giudizio, la mancanza di ambizione e l’incapacità di condurre a termine un progetto caratterizzano la sindrome amotivazionale. L’evidenza di una chiara relazione causa-effetto non è stata accettata da molti ricercatori, che ammettono la comparsa di tali sintomi complessi solamente in individui suscettibili. 〈…〉 Altri studi scientifici sulla cannabis Il 4 giugno 2008, la rivista “New Scientist” ha pubblicato uno studio del professor Murat Yücel della University of Melbourne (Australia), secondo cui un utilizzo a lungo termine causerebbe gravi danni all’ippocampo (zona cerebrale che regola memoria ed emozioni) e all’amigdala (zona del cervello che gestisce la paura). Nel primo caso, il volume diminuirebbe del 12%, mentre nel secondo del 7,1% (test su fumatori abituali per più di 10 anni). Infine, diverse ricerche (su tutte quella della National Academy of Sciences of the USA) hanno evidenziato problemi ancor più seri per chi inizi a farne uso sin dall’adolescenza, con danni irreversibili per la sfera dell’apprendimento e complicazioni nell’attività neurale in varie zone cerebrali. Conclusioni Vi sconsigliamo vivamente di utilizzare qualsiasi tipo di droga e vi consigliamo con altrettanta forza di praticare lo sport (qualunque sia il vostro livello) in modo sano e pulito. Gli effetti della cannabis, dopo aver letto questo articolo, dovrebbero ora esservi più chiari. I sintomi, sia a breve sia a lungo termine, sono molto gravi e salire su una bicicletta dopo averne assunto una dose potrebbe mettere a repentaglio la vostra vita e quella di altre persone.