La Randonnée delle Dolomiti: 25 e 26 maggio 2019 Cinzia Vecchi 18 Luglio 2019 Eventi Lo scorso 25 e 26 maggio si è svolta la quarta e ultima prova de I Magnifici Quattro, la Randonnée delle Dolomiti da 600 chilometri, il brevetto con il chilometraggio più lungo e impegnativo da portare a termine entro il tempo massimo di 40 ore. Per chi si fosse perso la mie cronache delle altre tre prove le può recuperare seguendo questi link: Randonnée del Lago di Garda 2019, Randonnée Fiumi e Laghi 2019 e Randonnée della Valsugana 2019. Al pari delle altre tre prove, la partenza della Randonnée delle Dolomiti era fissata da Montorio Veronese per le ore 5:00 di sabato 25 maggio 2019. I giorni precedenti la randonnée, considerato che il percorso si sviluppava in larga parte tra le Dolomiti bellunesi e la Val Pusteria, ci hanno visti dediti allo studio delle previsioni meteo. Sebbene non fosse previsto un tempo pessimo come i precedenti fine settimana di maggio, la probabilità di pioggia nelle zone di montagna risultava particolarmente elevata. E così, anche per questa ultima prova abbiamo dovuto approntare l’abbigliamento anti pioggia nonché qualche capo invernale per la notte considerato che, in Val Pusteria, le temperature erano previste piuttosto basse. L’organizzazione di SportVerona, in ragione della lunga distanza della prova, metteva a disposizione dei partecipanti un servizio di bagdrop, ovvero ognuno di noi partecipanti poteva predisporre una borsa contenente un cambio, un sacco a pelo ecc. e l’organizzazione avrebbe provveduto a trasportarla al km 300, esattamente a metà percorso, a Villabassa, ove il Comune aveva messo a disposizione la Palestra Comunale per potere riposare qualche ora e fare una doccia calda. Questo servizio ci ha permesso di partire con le biciclette leggermente meno pesanti delle precedenti prove. Già dal venerdì sera, 24 maggio, eravamo a Montorio Veronese per la consegna degli zaini ed il ritiro delle carte di viaggio. Alle ore 4:30 di sabato 25 maggio eravamo già pronti per partire, i saluti con gli amici randagi, qualche scambio di battute su dove avremmo preso la pioggia, le foto di rito e arrivavano le ore 5:00 e prendeva il via questa pedalata di 600 km. Il tempo risultava assai variabile, nuvole alternate a schiarite, e correvano via i primi 73 km in direzione Vicenza. Senza particolari asperità e con passo sostenuto arrivavamo a Dueville, presso Cicli Rossi, ove era posto il primo punto di controllo. Una veloce colazione e via di nuovo a pedalare in direzione Bassano del Grappa. Il cielo si faceva decisamente più minaccioso e giunti a Bassano si scatenava il temporale. Un provvidenziale sottopasso ci dava la possibilità di sostare per indossare l’abbigliamento anti pioggia. Ripartivamo procedendo con estrema attenzione considerata la pioggia battente. Percorrevamo per alcuni km la ciclabile della Valsugana per poi affrontare, sempre sotto la pioggia e una fitta coltre di nubi basse, le Scale di Primolano. Un vero peccato avere affrontato questa salita con il brutto tempo e non avere potuto ammirare la bellezza dei luoghi. Giunti a Feltre, al km 155, la pioggia accennava a diminuire sino a cessare completamente. Qui era posto il secondo controllo, presso la pizzeria “Alla Bella Napoli”. Ed è stata l’occasione per una sosta un po’ più prolungata per tentare di asciugare gli indumenti bagnati e recuperare le forze chi con un panino, chi con una pizza e chi con un piatto di pasta. Una volta ripartiti il tempo si metteva decisamente al bello, usciva il sole e iniziava pure a fare caldo. Seguendo praticamente il corso del fiume Piave pedalavamo in leggera salita e transitavamo per Belluno e Ponte nelle Alpi. A Ponte nelle Alpi un guasto meccanico a un compagno di viaggio arrestava la nostra marcia. Il nostro gruppetto di sei “randagi” si divideva, in tre si recavano dal meccanico e in tre proseguivamo per Tai di Cadore con l’accordo che ci saremmo ritrovati al punto di controllo. Superato Longarone, e il pensiero di tutti andava al tragico 9 ottobre 1963 del Disastro del Vajont, la strada cominciava a salire con più decisione e a mostrare lo straordinario scenario delle dolomiti bellunesi: eravamo entrati nel Cadore. A Tai di Cadore, al km 240, facevamo apporre il quarto timbro sulla carta di viaggio ed era anche l’occasione, nell’attesa che sopraggiungessero gli altri tre compagni di viaggio, per una merenda ristoratrice: panino e coca cola. Ricomposto il gruppo ripartivamo percorrendo la ciclabile delle Dolomiti accompagnati dalle vette ancora imbiancate dalla neve caduta nei giorni precedenti. La cornice unica delle vette dolomitiche, tra tutte il monte Pelmo e l’Antelao, rendono questa ciclabile una delle più spettacolari e sulla quale vale la pena pedalare. Intorno alle 20:00 giungevamo a Cortina e il tempo cambiava repentinamente. Poche pedalate sulla salita del Passo Cimabanche e ricominciava a piovere e calava, pure, la temperatura. Avevamo davanti 14 chilometri di salita, tutta pedalabile, ma il pensiero correva alla lunga discesa verso Dobbiaco e al freddo che, inevitabilmente, avremmo patito. In silenzio, vuoi anche perché nel frattempo era calato il buio e avevamo acceso le luci, raggiungevamo il passo Cimabanche. Affrontavamo la discesa verso Dobbiaco tutti insieme e con molta cautela. Giunti a Dobbiaco in breve eravamo a Villabassa, presso la Palestra Comunale. Erano circa le 22:25. Recuperavamo i nostri zaini, una veloce doccia, ci cambiavamo indossando indumenti più pesanti (la temperatura non superava i 6 gradi) e, finalmente, ci concedevamo una pizza e una birra. Intorno alla mezzanotte eravamo nuovamente presso la palestra, qui decidevamo di riposare almeno due/tre ore. Alle ore 3 della mattina decidevamo di ripartire. Percorrevamo la statale della Pusteria sino a Brunico ove ci immettevamo sulla ciclabile della Pusteria sino a Bressanone. Qui facevamo apporre il sesto timbro sulla carta di viaggio e ripartivamo alla ricerca di un bar dove fare colazione. Percorrendo un tratto della winestrasse, tra i vigneti, arrivavamo al Lago di Caldaro. Qui una veloce sosta per togliere gli indumenti pesanti e indossare, nuovamente, la tenuta estiva. Lasciata la winestrasse ci dirigevamo verso Trento e la Val d’Adige, con la sua bellissima ciclabile. A Faedo, presso il Bicigrill Bike Break, era posto il settimo controllo. I chilometri percorsi erano già 452. La stanchezza si faceva sentire così come il bisogno di un piatto di pasta, giusto per fornirci le energie necessarie per percorrere gli ultimi 150 km. Una volta ripartiti si proseguiva per la val d’Adige verso Loppio, al Bicigrill Duchi’s, dove era situato l’ottavo controllo. Nei pressi di Ala, al km 530, la stanchezza coglieva anche il mio ciclocomputer la cui batteria si esauriva definitivamente! Mentre procedevamo verso il controllo di Rivoli Veronese incontravamo due “randagi” fermi a lato strada: un guasto meccanico rischiava di compromettere la randonnée di Roberta. Nella migliore tradizione dei randonneur ci fermavamo e Leo, in un qualche modo, riusciva a porvi rimedio consentendo a Roberta di ripartire. Il gruppo aumentava, così, di due unità. Poco prima di Rivoli ci attendeva l’ultima asperità: una salita di pochi chilometri ma piuttosto fastidiosa, con punte anche al 10% che, dopo 560 km, risultano alquanto ostiche per le gambe! A Rivoli, presso il Caffè Marconi, facevamo apporre il nono timbro sulla carta di viaggio. Mancavano solo 40 km al termine. Ripartivamo tutti insieme, in assoluta tranquillità, ormai era fatta. Tra strade secondarie e ciclabili arrivavamo a Verona e, dopo pochi chilometri, a Montorio Veronese. L’ultima prova dei “I Magnifici Quattro” era conclusa: 600 km percorsi in 38 ore e 52 minuti, tra pioggia, sole, freddo e guasti meccanici. Ma questa randonnée è stata, soprattutto, l’ultimo brevetto che ci occorreva per potere partecipare alla Parigi Brest Parigi, insomma il primo obbiettivo di stagione è stato centrato. L’iscrizione alla PBP è stata perfezionata. Ora non rimane che continuare a pedalare per non farci trovare impreparati il 18 agosto 2019 quando prenderà il via la più famosa randonnée al mondo: la Parigi Brest Parigi, 1200 km per 12.000 d+. Nell’attesa di raccontarvi questo grande evento, nelle prossime settimane, vi porterò a pedalare sulle strade della mia regione con alcuni interessanti itinerari tra pianura, collina ed Appennino. Al link seguente il percorso della randonnée sino al km 530, non completo perché purtroppo verso la fine il Garmin mi ha abbandonata.