Foto di Matteo CappèVelodromo Vigorelli: nuova era a Milano? Matteo Cappè 18 Maggio 2015 Bike News Velodromo Vigorelli, tempio del ciclismo su pista, teatro di sfide tra pistard e record dell’ora, dopo le sue mille vicissitudini e il suo lungo e forzato letargo, forse, avrà una nuova era Non ero mai stato al Vigorelli, ne ho sempre sentito parlare, quando sentivo il suo nome o leggevo la parola v-i-g-o-r-e-l-l-i, sentivo il desiderio di andare a vederlo… Eccolo qui, “il Vigorelli” Ricevo l’invito dell’evento Vigo Cross dei ragazzi del Comitato Velodromo Vigorelli, l’occasione per vedere il velodromo la mia prima volta è arrivata, prendo la macchina fotografica e vado. Si trova in via Arona 19 a Milano, è qui dal 1935. Dall’esterno sembra un piccolo stadio, incastrato tra una struttura grande quasi come tutto il velodromo (che attualmente ospita la Coop) e da condomini milanesi a due passi dalla futuristica e spaziale struttura del MiCo, il Centro Congressi di Milano. Entro senza sapere di preciso dove sia il vero ingresso, seguo un ragazzino vestito da prof ed entro… trovo subito delle targhe appese alle pareti: una targa commemora Antonio Maspes (il pluricampione del mondo con ben 7 titoli mondiali N.d.a) e ben due che ricordano il concerto degli intramontabili The Beatles, sì, il concerto del ‘65 si svolse proprio qui. Mi infilo in un sotto passaggio, leggo “ingresso alla pista” e vado. Un sotto passaggio stretto, che passa proprio sotto il velodromo e nella mia testa frullano immagini di gladiatori della vecchia Roma che dai seminterrati salivano al Colosseo per sfidarsi… Salgo e davanti a me capeggia gigante la scritta MAPEI, (la storica azienda chimica milanese, sponsor di una delle più forti squadre ciclistiche della seconda metà degli anni ’90 N.d.a.) stampata sul parquet della pista che, come un volto vissuto, si è arreso all’inesorabile scorrere del tempo abbandonato da chi avrebbe dovuto accudirlo e preservarlo. Dietro di me tutto il tempio del ciclismo e un campo da football ricoperto da erba sintetica. Eccolo qui, “il Vigorelli”. Mi guardo intorno e vedo tutta la pista in parquet, provo ad immaginare queste tribune, adesso deserte, affollate di gente che esulta dopo un record dell’ora, provo a seguire con l’occhio la linea della pista come se seguissi un pistard che “vola” su quelle assi di legno… Un gruppetto di ciclisti sta facendo il sopralluogo per il Vigo Cross, la “garetta” in stile criterium per la quale ho ricevuto l’invito. Il tracciato entra ed esce dal velodromo e attraversa solo di traverso la pista, chissà che emozione poter mettere le ruote su quel legno, anche se di traverso. Tra me e la pista tanta erbetta sintetica sotto un cielo di un bell’azzurro intenso, gruppetti di persone che “bivaccano” qua e là con una birretta in mano o semplicemente aspettano di fare il tifo per l’amico o il fidanzato-ciclista che hanno accompagnato. Per certi versi sembra una scena già vista in uno dei tanti parchi urbani di Milano, qui però è diverso: le persone e il gruppetto di ciclisti che si sono ritrovati il 16 maggio 2015 per questo evento, sanno che è un’occasione importante, non è la classica garetta. È, a quanto pare, l’inizio della nuova era del leggendario velodromo Vigorelli… E come in un tempio c’è chi pare inchinarsi di fronte a questo monumeto entrato nel mito. Un po’ di storia del Velodromo Vigorelli, ci sta dai… La fine dell’800 e i primissimi anni del ‘900 portò a Milano un gran fermento, in termini di ciclismo, quello vero, quello che ha fatto la storia. Alcune “classiche” ebbero inizio proprio in quel periodo, come la Milano-Torino, la Milano-Sanremo e il Giro d’Italia. Sempre nella Milano dei primi del ‘900 sorgeva il Palazzo dello Sport VI Febbraio, un impianto polivalente, usato per esposizioni, competizioni sportive e spettacoli. Era un impianto da far invidia a strutture moderne che fu attivo fino agli anni ’70: poteva contenere 18.000 persone e aveva una pista in legno che poteva essere smontata e rimontata, come pure le sue tribune. Nel 1935 ebbe inizio la sua storia. Giuseppe Vigorelli, un industriale del tempo, è il papà del velodromo milanese. Ex corridore su pista e assessore all’epoca attuò l’opera che negli anni successivi fu teatro di vere imprese passate alla storia. Luogo di condivisione, di “incontri” e di sfide, il Vigorelli nei suoi primi decenni attirò ciclisti non solo milanesi e dei dintorni, ma iniziò a far parlare di sé anche fuori dai confini. La sua pista in parquet era ritenuta scorrevole, veloce e ci volle poco per entrare nella leggenda. Fausto Coppi nel ’42 fece il suo di record dell’ora (45,871km), ma non fu solo un record di velocità, il Vigorelli era danneggiato dai bombardamenti, ma questo non fermò il mitico Coppi… storie d’altri tempi, sì, non bastarono neppure le bombe. Adesso le “bombe” servono ad altro e di certo non ti fanno diventare leggenda. L’elenco dei record è lungo e vi consiglio di visitare il sito vigorelli.eu o vigorelli.org per scoprire cosa ha fatto grande questo velodromo leggendario. Ma il Vigorelli non fu solo sede di eventi ciclistici, è proprio qui che si esibirono The Beatles, nel concerto del ’65. Questo anfiteatro, malinconico e rabbioso come un gladiatore legato ad un pesante catenaccio, ne ha vissute di storie e se potesse essere liberato tornerebbe a ringhiare e farsi sentire con tutta la sua forza. Velodromo Vigorelli: cosa è successo? Record dell’ora e sede dell’arrivo del Giro… poi la guerra, le bombe e la sua prima fase di declino. Nel ’44 fu in parte distrutto e ricostruito l’anno dopo. Dal lì proseguirono le attività che portarono sempre più il Vigorelli ad aumentare la sua aurea di “arena leggendaria”, una pista ellittica che a detta di molti rasenta la perfezione per la velocità che si riesce a raggiungere (chissà se l’ingegnere che la costruì basò i progetti sul rapporto aureo come i templi greci, come ad esempio il Partenone N.d.a.). Poi? Nel ’75 fu chiuso e riaperto circa 10 anni dopo, per poi finire sotto la neve dell’85. Povero Vigorelli, la sua tettoia crollò sotto l’abbondante nevicata di quell’anno. Che nevicata, io ero bambino e fu una gioia, per il Vigorelli e i suoi “follower” una tragedia. Successivamente venne ricostruito ma lasciato in uno stato di abbandono e poca considerazione. Ristrutturato, ma sempre chiuso per mancanza di fondi ed interesse, riapre grazie ad un cospicuo investimento del gruppo Mapei nel 1997 e l’anno successivo vede nuovamente un grande evento ciclistico. Nel frattempo però è diventato sede di incontri di football americano. Nel 2000 il velodromo viene dedicato ad Antonio Maspes e poi giungiamo ai giorni nostri. Determinati come pistard, forse ce l’hanno fatta Il Comitato Velodromo Vigorelli è l’unione di più gruppi di persone che tengono al velodromo Vigorelli, gli vogliono bene, sono consapevoli della sua importanza, lo ri-vogliono. VeloClub Turbolento, ChainGang Rotafixa, Gruppo Rivolgiamo Vigorelli, Sport Club Genova, tutti hanno contributo con devoto impegno a spezzare il catenaccio che avrebbe portato il Vigorelli ad un destino senza gloria e senza dignità. Fortuna che l’anima del Velodromo Vigorelli non si è mai spenta, l’entusiasmo e la voglia di “splendore” sono rimasti forti in un gruppo di veri-ciclisti che negli ultimi anni hanno fatto di tutto per non lasciare che “Il Vigorelli” venisse smantellato, ridotto ad una porzione da museo. I gruppi sopra citati non hanno mai mollato e la loro determinazione, pari a quella di un pistard a caccia del suo record dell’ora, ha portato finalmente ad una nuova era. VigoCross è un evento simbolico, l’inizio della nuova era del Vigorelli, è stato organizzato dal Comitato Velodromo Vigorelli, Officine Sfera, Cashbah Cicloclub e la Stazione delle Biciclette, con il patrocinio del Comune di Milano. L’incarico per il restauro della pista e di tutta l’infrastruttura (naturalmente anche la tettoia deve essere ripristinata, N.d.a.) è da poco stata affidata al CONI, i lavori partiranno ad ottobre 2015 e i primi risultati si dovranno vedere a primavera 2016 con il restauro della tettoia, della pista e le infrastrutture minime. Sarà la nuova era del Velodromo Vigorelli? Vogliamo essere ottimisti e lasciamo dei puntini di sospensione dandoci appuntamento alla prossima primavera per un aggiornamento… Fonti Alcune informazioni per scrivere questo articolo sono state tratte dai siti vigorelli.org (che fu realizzato da “Chaingang Rotafixa S.p.A.“) e vigorelli.eu curato del Comitato Velodromo Vigorelli, il gruppo di persone che sta portando avanti con tenacia e passione tutte le attività per cercare che il Velodromo Vigorelli abbia la sua Nuova Era. Ringrazio Filippo Cauz per avermi dato informazioni sulla storia e sullo stato attuale.