illustrazioni di Cecilia TurchelliDolomites bike day: mappe e consigli su come affrontarlo Michele Malfatti 22 Agosto 2017 Cicloturismo La Dolomites bike day è una giornata in cui si possono percorrere tre passi alpini in tranquillità, proprio perché chiusi al traffico veicolare a motore. È nata nel 2017 e ho voluto provare il percorso la settimana prima della data prestabilita. Il giro avviene in senso orario e i passi che si affrontano sono il passo Campolongo, quindi il passo Falzarego per concludere con il passo Valparola. 52 km per un dislivello di 1.370 metri pedalando in uno scenario unico. Partenza e arrivo da La Villa, in Val Badia. Impossibile non girarsi per godere del panorama delle Dolomiti, come salendo da La Villa in Badia verso il Campolongo. Dove si trova La Villa La Villa si trova in Val Badia in Alto Adige. Per raggiungere il punto di partenza si percorre l’autostrada A22 Brennero-Modena direzione Nord, uscita a Chiusa-Val Gardena. Alla rotonda si prosegue sulla SS242 in direzione Val Gardena quindi si seguono le indicazioni per il Passo Gardena, per poi scendere in Val Badia. A Corvara si svolta a sinistra e si seguono le indicazioni per La Villa. Altra soluzione è di percorrere l’autostrada A22 Brennero-Modena direzione Nord, uscita a Bressanone. Alla rotonda si seguono le indicazioni per la Val Pusteria. A San Lorenzo di Sebato si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Badia e risalendola si arriva a La Villa, punto di partenza. La partenza del Dolomites Bike Day è situata a La Villa in Badia, nel cuore delle Dolomiti e il percorso si snoda tra Alto Adige e Bellunese. Tabella dati riepilogativi del Dolomites bike day Partenza La Villa 1.483 m Arrivo La Villa 1.483 m Dislivello totale 1.370 m Lunghezza 52 km Consigli: dato il traffico veicolare presente lungo il percorso vi consiglio di mantenervi a destra e di moderare la velocità in discesa. Vista la quota che si raggiunge il mio consiglio è di portare con voi l’abbigliamento adeguato alla quota come uno spolverino guanti lunghi, manicotti e gambali. Il Dolomites Bike Day richiede un buon allenamento: 52 km per 1.370 m di dislivello. Affrontare la Dolomites bike day in bdc Sono partito da La Villa, caratteristica località della Val Badia. Dopo aver parcheggiato la macchina ho scaricato la bici. Ho agganciato la ruota anteriore e l’ho serrata per bene quindi ho chiuso il freno. Dopo queste prime operazioni ho sistemato il mio GPS sul supporto collocato sul manubrio. Mi sono vestito con cura senza lasciare niente al caso. Ho acceso lo strumento GPS e dopo aver verificato la copertura satellitare ho cercato nella memoria la traccia creata a tavolino pronto per seguirla. Finita questa operazione ho iniziato la bella pedalata. Sono uscito dal parcheggio e mi sono immesso sulla SS42 seguendo le indicazioni stradali in direzione Corvara. La prima salita, quella verso il passo Campolongo, è la più facile ed è utile per scaldare la gamba. La strada è abbastanza trafficata, essendo l’unica che porta in Val Badia, quindi mi sono tenuto sempre a destra. Per fortuna i km sono solo 4,5 quindi abbastanza in fretta ho attraversato la frazione di Funtanacia e di Verda per poi giungere a Corvara. Mi sono fermato proprio all’inizio del paese per ammirare il panorama e le montagne che circondano la valle, uno spettacolo. Ho poi seguito il cartello stradale per il passo Campolongo, il primo passo di giornata. Attraversando il paese noto sulla destra una fontana dove mi fermo a riempire la borraccia. Ho già percorso la strada per il passo svariate volte quindi, conoscendola bene, sono salito agilmente senza forzare. Mi sono fermato per scattare qualche foto sopra il paese dopo aver affrontato alcuni tornanti. Sono giunto al passo Campolongo dove ho scattato la foto di rito al cartello, passando poi dall’Alto Adige al Veneto. Ho indossato la mantellina e ho iniziato la discesa verso Arabba. Scendendo ho percorso diversi tornanti e alcuni tratti rettilinei dove ho lasciato andare la bici, prestando sempre attenzione al traffico veicolare e alla strada. Ho attraversato la piccola frazione di Varda quindi sono arrivato al paese di Arabba. Raggiunta Arabba, si pedala nella valle agordina seguendo le indicazioni per il Passo Falzarego e Cortina. Mi sono fermato allo stop e sono entrato nella rotonda seguendo le indicazioni per il Passo Falzarego, secondo “gran premio della montagna” (GPM) della giornata. Dopo la svolta ho iniziato una bella discesa su strada larga con asfalto ben tenuto e ho attraversato alcune piccole frazioni. Alternando tratti in discesa a tratti pianeggianti sono giunto a Pieve di Livinallongo. Ho attraversato l’abitato con attenzione e alla fine del paese ho trovato a lato strada un parcheggio. Ho notato dalla mappa installata sul GPS la presenza di una fontana quindi mi sono fermato. Riempendo la borraccia di acqua fresca scorgo dietro al campanile della chiesa lo spettacolare gruppo montuoso del Sella. Da ricordare che qui si sono svolti alcuni tra i più cruenti episodi di combattimenti durante la prima guerra mondiale per il possesso della cima di Col di Lana, cima situata proprio sopra l’abitato. Nella parte iniziale del Falzarego si riesce a scorgere la vetta più alta delle Dolomiti: la Marmolada. Ho ripreso a pedalare immettendomi sulla strada principale. Continuando in leggera discesa ho notato a destra il cartello di Andraz, dove inizia la salita al passo Falzarego. Ho affrontato i primi tornanti e da subito mi sono accorto che la strada sale costante, senza particolari pendenze. Ad ogni curva ho notato la presenza di un cippo stradale con il numero progressivo e la relativa quota. Proseguendo ho affrontato curve e tratti rettilinei fino a giungere in località Pian di Falzarego a quota 1935 m, dove poco prima della curva a sinistra ho trovato una fontana da cui sgorga acqua freschissima. Ho riempito nuovamente la borraccia e ho ripreso la salita verso il passo. Il conteggio dei tornanti e della quota è segnato su delle pietre a bordo strada mentre sono numerose le gallerie da affrontare. Sono salito con calma e mi sono trovato ad affrontare una galleria aperta, quindi un tratto all’aperto e il tornante numero 14, che ho percorso in galleria, molto caratteristico. Ho controllato sul mio GPS: mancano solo 3 tornanti e circa 1 chilometro. Al passo ho scattato la foto al cartello stradale e mi sono fermato a prendere un caffè al bar. Risalito in bici, alla rotonda ho seguito i cartelli per il passo Valparola, ultima scalata della giornata. Pedalando ho notato a sinistra una bellissima chiesetta mentre a destra la funivia Lagazuoi che conduce al Rifugio Lagazuoi a 2.752 m di quota. Ho iniziato la salita senza fretta, e dopo un primo tratto in leggera salita ho notato l’aumentare della pendenza quindi ho cambiato rapporto inserendone uno più agile. Sono rimasto sbalordito dal panorama circostante ma soprattutto dalla costruzione della strada che passa in una valletta dove a destra si trova il gruppo del Lagazuoi mentre a sinistra il Sass de Stria. Arrivati in cima al Falzarego il grosso della fatica è superato e il selfie è d’obbligo! Sono giunto al passo Valparola e ho scattato la classica foto al cartello stradale. Mi sono fermato come rapito dalla bellezza del luogo e ho pensato al valore che questo luogo ebbe durante la prima guerra mondiale. Mi sono informato sulla storia del luogo e avevo ragione, il Valparola era il confine tra l’Italia e l’impero austro-ungarico e a difesa di questa zona venne costruito un forte, il Tre Sassi, in parte distrutto durante il conflitto. Ora il Tre Sassi ospita il museo della Grande Guerra. Mi sono vestito indossando lo spolverino e ho iniziato la discesa. Ho notato a sinistra il piccolo lago di Valparola e subito dopo sempre sul lato sinistro il Rifugio Passo Valparola. Scendendo ho percorso 4 tornanti ampi e ben disegnati quindi ho affrontato un tratto rettilineo che costeggia il versante della montagna. Ho visto il cartello stradale sul lato destro che indica il passaggio dal Veneto all’Alto Adige. Manca poco all’arrivo ho pennellato le ultime curve per poi scendere e affrontare un tratto in leggera discesa. L’ultimo passo, il Valparola, è quasi una formalità: godetevi il panorama sulle Dolomiti e poi la discesa verso San Cassiano e la Badia. Ho attraversato alcune frazioni per poi giungere a San Cassiano in Val Badia. Ho attraversato questa località dove mi sono fermato su una panchina per ammirare il panorama e per riempire l’ultima borraccia della giornata di acqua fresca. Sono risalito in bici e uscendo dal paese ho ripreso a scendere. In pochi minuti sono giunto a La Villa, da dove sono partito al mattino. Una bella esperienza, tre passi come questi si sentono nelle gambe ma è un giro abbastanza semplice, adatto a chiunque abbia un po’ di allenamento. Se volete provarlo anche voi, qui sotto trovate la mappa con la traccia GPS scaricabile in diversi formati. Buone pedalate!