Il 2021 è un anno che in casa Lapierre (www.lapierrebikes.com) non potevano non segnare col circoletto rosso.

Settantacinque anni fa infatti, esattamente nel 1946, Gaston Lapierre apriva a Digione il primo negozio-officina di bicilette col suo nome, dando il via in questo modo a quello che poi, consolidandosi anno dopo anno, è diventato uno dei marchi storici del settore in Francia.

È dunque un’annata particolare quella che stanno vivendo in Borgogna, terra dove, per festeggiare nel modo più opportuno la ricorrenza, hanno deciso di fare le cose in grande e lanciare, durante l’ultimo Tour de France, un elegante kit celebrativo composto da maglia e pantaloncini in tiratura limitata disegnati e realizzati dal noto brand italiano Alé Cycling.

Questa divisa ad hoc, il cui abbinamento cromatico è stato studiato nei minimi dettagli, rappresenta alla perfezione la raffinatezza estetica di Lapierre, uno dei caratteri distintivi dell’azienda francese alla pari del suo sguardo avanguardista e della sua attenzione all’innovazione tecnologica.

Il negozio storico di Lapierre aperto nel 1946

Lo storico negozio di Lapierre aperto nel 1946.

Pur passando di padre in figlio (Jacky e Gilles Lapierre hanno ereditato l’attività dal padre avvicendandosi tra di loro negli anni ’90) e nonostante sia stato acquisito dall’olandese Accell Group nel 1996, il marchio francese infatti ha sempre cercato di anticipare i tempi e leggere prima degli altri le tendenze del mercato mettendo a disposizione di atleti e appassionati soluzioni e bici mai viste.

Questo approccio ha permesso a Lapierre di posizionarsi come leader nel settore mountain bike a metà anni ’80, mostrando prima di tutti di aver capito le potenzialità di un fenomeno che negli anni avvenire avrebbe preso piede in maniera massiccia su larga scala.

Sulla scia degli investimenti fatti per la MTB (Lapierre ha sponsorizzato con convinzione numerose squadre a partire dal 1988), il brand francese ha poi ampliato la propria offerta rivolgendo la sua attenzione al settore strada, una scelta questa che si è rivelata particolarmente azzeccata.

Foto del 2000 in cui i corridori del team Francais Des Jeux utilizzavano bici Lapierre

Nel 2002 infatti è arrivato l’accordo con la squadra professionistica Française des Jeux, un sodalizio tutt’ora attivo che nel corso delle stagioni, attraverso i feedback degli atleti e gli studi tecnologici poi approntati in fabbrica, ha portato ampie soddisfazioni a entrambe le parti.

Da un lato, i ragazzi di Marc Madiot sono riusciti a raggiugere risultati di primissimo livello (vittorie di tappa a Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta Espana; successi in classiche monumento come Milano-Sanremo e Giro di Lombardia) facendosi strada nel competitivo mondo dell’UCI World Tour, dall’altro l’azienda ha arricchito il proprio know-how tramutando così in realtà progetti sempre più complessi e biciclette sempre più performanti.

Le innovazioni introdotte per migliorare i modelli su asfalto (su tutte la tecnologia in carbonio leggero LP 0.9C nel 2003 e il telaio monoscocca in carbonio X-Lite II nel 2008) hanno dunque accompagnato nel tempo quelle ideate per confermarsi punto di riferimento assoluto nel campo delle ruote grasse.

Quest’ultimo obiettivo è stato inseguito attraverso la realizzazione dei sistemi di sospensioni posteriore FPS (2001) e FPS2 (2005), del primo ammortizzatore posteriore ad azionamento elettronico e:i Shock prodotto con il supporto di RockShox, della piattaforma di sospensioni OST (2007) e della sua evoluzione OST +.

A questa missione si è poi affiancata, nel corso degli anni duemila, l’ambizione di allargare ulteriormente la propria sfera di interesse. Con quest’intento Lapierre nel 2003 ha fatto capolino nel mercato gravity, sviluppando prototipi rivolti al freeride e downhill.

Lo storico modello mtb pieghevole Lapierre Passport Foldable del 2006

La Passport Foldable del 2006.

Nel 2006, in occasione del 60° anniversario dalla nascita, ha dato vita alla sua prima mountain bike pieghevole (la Passport), mentre tra il 2008 e il 2013 si è concentrata sulla produzione di city-bike ed e-bike lanciando nel primo caso le gamme Velib (in collaborazione con con JCDecaux), Sitandgo! e Startandgo! e nel secondo caso la linea di mountain bike elettriche Overvolt (poi ampliata nel 2015).

Tutto il lavoro svolto nella fabbrica di Digione (dove ogni bicicletta viene assemblata a mano da tecnici esperti) nel corso dei decenni è stato poi sostenuto e accompagnato da una corposa opera di marketing e comunicazione, lavoro che ha permesso a Lapierre di ampliare la propria produzione arrivando a esportare i propri articoli in cinque continenti e divenendo così un brand globale e affermato.

Uno scatto del 2014 con un membro del team Groupama FDJ in sella ad una Lapierre

Per ottenere questo prestigioso posizionamento sul mercato, Lapierre ovviamente si è avvalsa anche di testimonial d’eccezione fra i quali spicca il 10 volte campione mondiale Nicolas Vouilloz, al momento ancora alle prese col doppio ruolo di atleta e sviluppatore dei modelli off road del marchio francese.

Attraverso il suo contribuito e quello fornito dai corridori del team Groupama-FDJ per quel che riguarda la strada, oggi Lapierre (distribuito in Italia da Releven) è tra i brand in circolazione più attenti allo sviluppo tecnologico e, continuando a fare della ricerca e dello sguardo al futuro i propri fiori all’occhiello, resta un marchio in costante evoluzione, desideroso di fornire sempre ai propri clienti prodotti d’alta gamma ed esteticamente accattivanti.

Per informazioni sui prodotti Lapierre consigliamo ai nostri lettori di visitare il sito ufficiale del brand francese o il sito internet ufficiale Releven.

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A proposito dell'autore

Ciclista milanese sempre pronto a fiondarsi verso la campagna e il mare, alla ricerca di itinerari poco battuti in cui ristorare corpo e anima. Sulla sua bici da strada ama tanto darsi all’esplorazione lenta quanto sfidare le pendenze delle montagne mitiche, teatro di quelle imprese che hanno acceso in lui una passione vivissima e totale che ogni giorno prova a trasmettere attraverso i suoi scritti.