Il passo Duron in bdc: consigli e tracce GPS scaricabili Michele Malfatti 18 Aprile 2018 Cicloturismo In questo articolo vi porto alla scoperta del passo Durone (Duron). È una bella salita da affrontare quando si decide di trascorre alcuni giorni nelle Giudicarie, la zona che si trova a cavallo tra la valle del Sarca e la Val Rendena che conduce alla famosa cittadina di Madonna di Campiglio. Due sono i versanti per raggiungere il passo, uno molto pedalabile che è quello che descriverò mentre l’altro versante ha alcuni tratti che si fanno sentire nella gambe. Da che parte si scala il passo Duron? Per salire al passo Duron ci sono due salite che portano in vetta. I punti di partenza sono questi: Ponte Arche e Bolbeno nelle Giudicare, in provincia di Trento. In questo articolo vi porterò alla scoperta della salita al passo Durone partendo da Ponte Arche (TN). Il passo del Durone si trova tra la valle del Sarca e la Val Rendena, non distante da Trento e dal lago di Garda. Dove si trova Ponte Arche Ponte Arche è un comune italiano che si trova nella provincia di Trento. Per raggiungere il punto di partenza ci sono diverse soluzioni. Dall’autostrada A22 Brennero Modena si prende l’uscita di Trento Centro quindi si seguono le indicazioni per Madonna di Campiglio. Ponte Arche si trova ad alcuni chilometri di distanza dal centro termale di Comano. Dall’autostrada A4 Milano Venezia l’uscita consigliata è Brescia Est. Alla rotonda si seguono le indicazioni per Salò quindi si seguono i cartelli per Madonna di Campiglio. A Tione di Trento si seguono le indicazioni per Trento. Ponte Arche si trova sulla strada che da Tione conduce a Trento. Dati riepilogativi della salita in bdc da Ponte Arche Partenza Ponte Arche 406 m slm Arrivo Passo Duron 1.000 m slm Dislivello 594 m Lunghezza 10,3 km Pendenza Media 5.8 % Pendenza Massima 7.8 % Dati riepilogativi della salita in bdc da Tione di Trento Partenza Tione 500 m slm Arrivo Passo Duron 1.000 m slm Dislivello 500 m Lunghezza 7,5 km Pendenza Media 7 % Pendenza Massima 12 % Consigli: la strada è poco trafficata con asfalto ben tenuto. Nel periodo estivo vi consiglio di affrontare la salita partendo al mattino presto o nel tardo pomeriggio. Per rientrare al punto di partenza il mio suggerimento è di indossare una mantellina. La salita al Passo Durone da Ponte Arche è abbastanza semplice, con pendenze che non superano il 7,8%. Impegnativa invece dal versante di Tione di Trento (7% la pendenza media, 12% la massima). La salita al Passo Durone in bdc Il Durone è considerata una bella salita da fare in bici da corsa. Ci salgo svariate volte durante la stagione perché mi permette di raggiungere la zona della Val Rendena evitando le gallerie che ci sono nel tratto tra Ponte Arche e Tione. Descrizione della salita da Ponte Arche Per affrontare il passo Duron arrivo in macchina fino all’abitato di Ponte Arche, che dista circa 30 minuti di macchina da Arco, dove abito. Preparo la bici, accendo il GPS dove ho caricato la traccia della salita, azzero i dati e imbocco la strada statale 237. Inizio con calma e arrivo a una rotonda dove trovo subito i cartelli stradali con le indicazioni per il passo. Sulla destra si nota “castel Restor”, uno dei tanti castelli che dominavano le valli trentine. Pedalo tranquillo tra case e alcuni negozi quindi svolto a destra per la salita che inizia subito. Cambio rapporto e inizio l’ascesa. Conosco bene la salita, ormai ho perso il conto di quante volte l’ho affrontata sia da questo che dall’altro lato e sono una l’opposto dell’altra. Questa è pedalabile e affrontabile da tutti con un bel panorama, l’altra ha tratti duri ed è quasi tutta nel bosco, con poco panorama. Proseguo la salita, sono fortunato perché oggi è una bella giornata di sole, non fa troppo caldo ed è quindi il clima ideale per una bella pedalata. Affronto subito un paio di tornanti che mi fanno salire di quota, poi un lungo tratto in leggera salita tra campi coltivati ad ortaggi. Mi fermo a bordo strada per scattare alcune foto e così controllo il GPS. Sono al secondo chilometro e a 510 metri di quota quindi mi mancano circa 8 km e 500 metri di dislivello. Facendo due conti e dividendo i chilometri per il dislivello totale ne risulta che la pendenza media è del 6%, quindi una salita molto pedalabile. Attraverso la piccola frazione di Comighello e noto sulla destra, al limite tra il prato e il bosco i resti di castel Restor, su un promontorio. Mi guardo attorno e a destra vedo sull’altro versante della valle il castello di Stenico, un bellissimo maniero da visitare. Tra prati e boschi ecco ergersi una croce monumentale. Penso alla storia della mia regione, del Trentino, e del ruolo che hanno avuto i castelli durante il periodo medioevale. La strada sale costante e in pochi minuti raggiungo la piccola frazione di Santa Croce dove sul bordo sinistro trovo una fontana. Accosto, cambio l’acqua alla borraccia e mi fermo a scambiare due chiacchiere con due signori del luogo che mi raccontano che la strada è molto frequentata da ciclisti che provengono da tutta Europa. Controllo il GPS e vedo che i chilometri e il dislivello aumentano. Tuttavia salgo senza far fatica, questo grazie ai tanti chilometri che ho nelle gambe dovuti al mio lavoro di cartografo. Attraverso alcuni piccoli nuclei di case e trovo a lato strada i cartelli delle grandi salite del Trentino. Su ogni cartello trovo i chilometri che ho percorso dal punto di partenza, quanti chilometri mancano all’arrivo, la quota e la pendenza media del prossimo chilometro che affronterò. I dati riportati sono molto utili ai ciclisti che affrontano una salita. Mentre pedalo penso a quanti passi e chilometri ho percorso fino a questo punto e sono contento di fare un lavoro che non mi pensa per niente, anzi: macino chilometri su chilometri rilevando dati GPS, ideando percorsi in bici da corsa, mountain bike o trekking. Il mio slogan è “#lavorounapassione” e mi rendo conto di essere molto fortunato. Il rettilineo finale in cima al passo del Durone in Trentino. Arrivo ad un bivio dove svolto a destra seguendo il cartello stradale per il Durone e in questo punto abbandono la SP5 per prendere la SP222. Fino a questo punto non ho incontrato nessun ciclista e le macchine le posso contare sulle dita di una mano. Con calma avanzo, affronto un paio di tornanti belli ampi che mi permettono di vedere la valle sottostante e riesco a scorgere gran parte della strada che ho percorso fino a questo punto. Manca davvero poco alla conclusione della salita. Affronto l’ultimo rettilineo tra i prati verdi e il bosco. Trovo alla mia sinistra un ristorante bar e dopo circa 500 metri alla mia destra c’è il cartello con la scritta del passo Durone, assieme al cartello delle grandi salite del Trentino. Ho concluso la scalata e come sempre mi sono divertito a pedalare in questa bella giornata di lavoro. Una curiosità: il cartello a bordo strada indica una quota di 1.000 metri mentre quello delle salite del Trentino 1.010 metri… mistero. 1.000 o 1.010 m? I cartelli presenti riportano 2 valore differenti anche se in generale la segnaletica posta dalla Provincia di Trento è precisa e molto utile per i ciclisti che affrontano le tante salite del trentino. Un po’ di storia: il passo Duron al Giro d’Italia La prima volta che il passo Duron venne affrontato nel giro d’Italia fu nel 1989 nella sedicesima tappa, la Trento-Santa Caterina Valfurva, tappa purtroppo non disputata a causa della neve. Maglia rosa e vincitore del giro fu il francese Laurent Fignon. Dopo 10 anni nel 1999 si ritorna ad affrontare il Duron nella ventesima tappa, la Predazzo-Madonna di Campiglio. Frazione vinta da Marco Pantani. Vincitore della corsa rosa a Milano fu l’italiano Ivan Gotti.