L’Eroica, una splendida corsa dal sapore antico Roberto Peia 10 Ottobre 2015 Eventi Il racconto di Roberto Peia sull’edizione 2015 dell’Eroica, l’evento toscano che si corre su vecchie bici d’epoca Gaiole in Chianti, 4 ottobre 2015: Eccomi di nuovo qui alla cara vecchia Eroica. La pedalata che si corre sulle strade bianche del Senese dal 1992 su vecchie bici d’epoca, ammesse solo se costruite prima del 1987, con leve del cambio sul tubo obliquo, cavi esterni e cerchi a basso profilo, pedali con gabbiette e cinghietti (severamente vietato lo sgancio rapido! tranne che per i pedali Cinelli M71). Tutti i partecipanti indossano vecchi indumenti: maglie di lana, calzoni alla zuava, caschetti di cuoio. Anche i ristori hanno qualcosa di “vecchio”: niente barrette e integratori, ma cibi antichi come la ribollita o la finocchiona e, of course, per chi lo regga, tanto Chianti! L’aggettivo vecchio quindi ricorre spesso e per me quest’anno ha un significato diverso perché affronterò il percorso da sessantenne, consapevole che farò un po’ più di fatica, ma confortato dal fatto che a questa edizione siano iscritti anche due ottantaquattrenni! Questo inconfutabile mio dato anagrafico mi ha fatto propendere per il percorso di 135 km: l’anno scorso avevo fatto il lungo – 209 km – ed ero arrivato al traguardo esausto. Ma oggi c’è anche il nuovo. Ora si sono aggregati a questa bella avventura nuovi partner e sponsor, alcuni storici come Bianchi, Brooks, Santini, nomi che hanno fatto la storia del ciclismo. E l’Eroica ha abbracciato nuovi orizzonti. Infatti si sono già tenute l’Eroica Britannia, l’Eroica Japan e l’Eroica Hispania. Sono in cantiere l’Eroica Sud Africa e quella in America Latina. Tutte però con il medesimo denominatore: strade bianche e fatica, bici storiche … e buon vino! Ciò non stupisce perché l’Eroica ha sempre avuto una dimensione internazionale. I ciclisti “vintage”, quest’anno ben 6149 al via, arrivano da tutti i continenti, per l’esattezza da 66 Paesi: Afghanistan, Albania, Algeria, Andorra, Angola, Antigua e Barbuda, Aruba, Australia, Austria, Azerbaigian, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Croazia, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Eritrea, Estonia, Francia, Georgia, Germania, Giappone, Grecia, Guernsey, Irlanda, Isole Cayman, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Messico, Moldavia, Monaco, Nuova Caledonia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Pakistan, Palau, Polonia, Portogallo, Qatar, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, San Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Swaziland, Tunisia, Turchia e USA. L’Eroica è ormai pure un incredibile fenomeno mediatico con 120 giornalisti, fotografi e videomaker accreditati e, sotto quest’aspetto, è seconda solo al Giro d’Italia. Non a caso se ne parla in tutto il mondo, su testate specializzate e non: in questi giorni sono apparsi servizi e resoconti sul New York Times, sul Frankfurter Allgemeine, su L’Équipe e sul Financial Times, solo per citarne alcune tra le più importanti. Anche in Italia questo evento è ed è stato sempre “coperto”, a parole o con immagini, pure da firme famose quali Marco Pastonesi, Massimo Franchi e Guido Rubino. Ed è stata affrontata da ciclisti famosi: tra i tanti, Francesco Moser, Italo Zilioli e Davide Cassani. Sempre rigorosamente su vecchie bici, alcuni con favoriti e baffi a manubrio come Luciano Berruti, diventato ormai un’icona tanto da essere invitato a far da apripista sabato 10 ottobre 2015 alla Red Hook, l’adrenalinica gara su bici a scatto fisso che si corre da anni a New York, Barcellona e Milano. Eroica vuol dire inoltre solidarietà Grazie alla sua Fondazione sono stati realizzati 100 pozzi in Burkina Faso, un liceo agricolo e sono state inviate 1000 biciclette, mezzo importante e spesso l’unico per poter raggiungere scuole e ospedali. In Sudan, insieme a Emergency, sono stati aperti un centro pediatrico e un servizio di assistenza prenatale. In questi giorni il Comune di Gaiole ha accolto 19 rifugiati, che daranno una mano nell’organizzazione dell’Eroica assieme ai tanti – bravissimi! – volontari locali. Dynamo Camp, l’unica struttura di terapia ricreativa per minori è sostenuta dall’Eroica, che invita tutti i ciclisti a partecipare alla Dynamo Challenge, la Gran Fondo nata per uno scopo sociale (dove vorrei portare l’anno prossimo i compagni di sgambata della Fulgenzio Tacconi, la mia squadra corse …). A Gaiole è nata l’idea dell’Erorica Una nota personale mi fa concludere questo reportage, iniziato all’Eroica caffè, con un’altra riflessione: Giancarlo Brocci, patron della corsa, nonché gran pedalatore (nel suo palmares 2 Parigi-Brest- Parigi, una Mille Miglia, Fiandre, Marmotte, Vuelta de Cuba, varie Gran Fondo del Deserto e 6 Prestigi consecutivi) ricorda spesso come l’idea dell’Eroica sia nata da “quattro amici al bar” e di come lui, proprio al caffè in piazza a Gaiole, da bambino, fosse costretto a leggere ad alta voce le pagine dei giornali, che raccontavano le gesta eroiche di Bartali e Coppi. E per uno che ora lavora anche come oste a Upcycle, il primo bike café d’Italia, questo accostamento fa amare ancora e sempre più la “vecchia” Eroica. Ma veniamo all’edizione 2015 dell’Eroica Si potrebbe riassumere con TANTO FANGO, TANTO ONORE!!! La partenza viene data alle 5.30 dopo venti minuti di coda per il primo timbro sul road book. Non fa molto freddo e decido di correre con maglia, smanicato e manicotti (e finirò così la gara senza mai neanche mettere la mantellina, nonostante la tanta acqua). La scelta mi pare buona, perché dopo pochi chilometri vedo già molti ciclisti accostare e togliere giubbotti e cerate. La salita al castello di Brolio, come sempre resa magica dai mille ceri accesi, è il primo strappo che sgrana un po’ i corridori, unitamente alla successiva discesa, dove vedo il primo fare una brutta caduta per una curva presa male e a velocità troppo sostenuta. Per fortuna, si rialza subito. Il tè caldo, che trovo all’arrivo al primo ristoro di Radi dopo 48 km, è comunque molto ben gradito tanto che getto l’acqua dalla borraccia e lo riempio di tè: dopo aver ingurgitato pane e miele, pane e marmellata, pane e nutella, dolci di tutti i tipi (panforte compreso), banane e crostata, riparto. Ed ecco la prima acqua: inizia una leggera pioggerellina, che poi si tramuta in un vero e proprio inferno di pioggia. La strada diventa subito una distesa di fango, rivoli d’acqua incominciano a scorrere ovunque e in alcuni tratti scavano solchi difficili da attraversare. Proprio lungo uno di questi il corridore davanti a me cade e io, nel tentativo di evitarlo, finisco nel canaletto a bordo strada: per fortuna c’è già un po’ di caldo fango e l’impatto è indolore. Mi rialzo, però ricoperto di uno strato di argilla, che fa diminuire il grip su sella e manubrio perché sia i miei calzoni alla zuava sia i guantini traforati sono completamente impastati. Comunque si va avanti e, sempre più bagnati, si arriva al ristoro di Asciano, dove una ciotola di ribollita calda e i piedi vicino al fuoco che alimenta la pentola, sono un ulteriore conforto e conferma della bellezza che si sta assaporando. La pioggia nel frattempo è cessata (ma non il vento) e in alcuni tratti esce addirittura un timido sole, che non è sufficiente ad asciugarmi, ma rende tutto più bello. Fino al successivo ristoro, dove stavolta è la zuppa di ceci il piatto forte (e caldo) che mi aspetta, insieme ai panini al salame, al prosciutto toscano e alla soppressata, nella suggestiva piazza medioevale di Castelnuovo Berardenga. Ma non sono solo i cibi e i paesaggi a rendere meravigliosa questa pedalata: ci sono pure e soprattutto gli incontri, come per esempio pedalare con i milanesi Diego di Casbah o Pietro di Officine Sfera, trovarsi accanto a Zabel o sentirsi chiamare “Robertò, Robertò” e ritrovare Fabrice “Fuego” Levannier, bike messenger di Parigi, conosciuto proprio all’Eroica quattro anni or sono! Quindi arrivo alle 14.45 al traguardo, ancora bagnato – ebbene sì, quando mancavano 25 km alla fine è arrivato un altro uragano!- e non importa se sono fradicio e intirizzito. Guardo soddisfatto l’ultimo timbro che attesta la mia impresa, accolgo orgoglioso la medaglia (di latta) che mi mettono al collo e penso già alla prossima edizione. Quella del 2 ottobre 2016. Quella dei 20 anni! (dell’Eroica, eh? non i miei, ahimè …).