“Non sarebbe bello provare a fare un Coast to Coast all’italiana, del buon cicloturismo da Roma a Pescara in bici?”

Quando me l’hanno proposto ho pensato che sarebbe stato bellissimo, non solo bello. Allora ho dato il via alle mie solite ricerche e all’organizzazione prima di salire in sella. Certe cose non vanno chieste due volte. Ho inziato subito a pianificare il mio viaggio da Roma a Pescara in bici.

La nostra base sarebbe stata Roma, partenza il sabato mattina dalla Capitale, rientro il lunedì sera da Pescara per un totale di tre tappe e circa 280 km così distribuiti:

Tre giorni in bicicletta pedalando alla scoperta di zone a me poco conosciute che ho notato essere poco frequentate, ma come tutte le cose che non ti aspetti, ti sorprendono e ti incantano ancora di più. Per me è stato così.

Questa pedalata da costa a costa mi ha affascinato per la sua varietà nei percorsi, per la bellezza dei paesaggi, la tranquillità delle vallate e dei borghi silenziosi, ancora una volta mi ha fatto capire quanto il nostro Bel Paese abbia tantissimo da offrire a viaggiatori curiosi.

Grazie alle mie approfondite ricerche su Airbnb.it ho trovato a Roma una base perfetta per la partenza di un giro cicloturistico in mezzo all’Appennino. Abbiamo dormito per una notte in uno studio che aveva parcheggio interno ad un tranquillo cortile in zona Ponte Milvio, lì avremmo potuto lasciare gratuitamente l’auto fino al nostro rientro lunedì sera da Pescara.

Comodissimo anche perché da Ponte Milvio passa la pista ciclabile del Tevere che avremmo preso per uscire in semplicità da Roma, per poi prendere la vecchia Salaria verso Rieti. In questo modo abbiamo evitato tutto il traffico caotico e abbiamo goduto del lungo Tevere pedalando lungo una ciclabile veramente ben tenuta. Che dire, posizione strategica (Io ve lo consiglio)!

Sabato mattina colazione da Mondi, un’istituzione romana in zona Ponte Milvio, insieme alla pasticceria Pompi che fa il tiramisù più famoso della Capitale, molto buono con tante varianti: il mio preferito quello alle fragole!

Siamo carichi prima della partenza ufficiale. Non potevo non attaccare un lucchetto a Ponte Milvio, per cui ho preparato il mio dedicato al “Coast to Coast” e ho lanciato la chiave nel fiume Tevere, un gesto che sarebbe veramente stato di buon auspicio per tre giornate spettacolari. All’alba delle 8:30 siamo in pista verso Rieti.

Prima tappa: ciao ciao Roma!

Cicloturismo Roma Pescara: l'immagine mostra la tappa del viggio in cicloturismo Roma RIeti

Cicloturismo Roma Pescara: la prima tappa da Roma a Rieti non è stata molto faticosa.

I chilometri non sono tantissimi (93km) e il dislivello complessivo è di circa 1.000 m e Rieti resta a 405m s.l.m. Abbandoniamo la ciclabile lungo il Tevere e all’altezza di Castel Giubileo prendiamo subito la via Salaria, praticamente seguiamo sempre la vecchia via fino a Rieti in modo da restare fuori dal traffico e pedalare tra ulivi, campagna e piccoli paesini del Lazio.

Non mi aspettavo questi borghi arroccati e questi paesaggi bucolici. Non manca molto a Rieti, una trentina di km e per non fare la statale deviamo scendendo a Rocca Sinibalda e poi via dritti fino a Rieti. La rocca è bellissima, incastonata sopra un colle, la vediamo alla nostra destra mentre proseguiamo pedalando.

Il sole splende, siamo a fine aprile e siamo fortunati perché ci sono i primi accenni di primavera. Incontriamo parecchi ciclisti che ci salutano e proseguiamo verso la nostra prima meta: Rieti.

Arriviamo in torno alle 16:00, il tempo per capire dove era la nostra “Casetta dei Sogni” (selezionata su Booking, appartamento completo in centro con possibilità di portare le biciclette in casa a 50 euro a notte, anche questo approvatissimo N.d.A.).

È sabato, ma Rieti sembra deserta per cui ci gustiamo un buon gelato e un po’ di relax prima di una buona cena, tutto assolutamente meritato. Chissà cosa ci sarà di tipico da mangiare a Rieti?
 Alcune volte per la cena mi affido al consiglio degli albergatori, questa volta ho scelto Trip Advisor e siamo finiti in una tipica trattoria, che si è rivelata veramente tale, si chiama Cantina Centro d’Italia, piccolissima ma curata e arredata come una volta.

Interessante l’assaggio di due primi (più che assaggi erano quasi due porzioni). Da menzionare i pizzicotti all’arrabiata (gnocchetti fatti con la pasta di pizza conditi al sugo rosso piccante N.d.A.) e le Fregnacce cacio e pepe. Mi sento veramente fortunata per la scelta. Sarà che la cena, quando fatichi tutto il giorno, la attendi, te la gusti e tutto ti sembra sempre guadagnato e deliziosamente buono.

Seconda tappa: altro giro, altra corsa

Cicloturismo Roma Pescara: dettagli della tappa Rieti Aquila

Cicloturismo Roma Pescara: la tappa da Rieti a L’Aquila presenta qualche salita, ma in fin dei conti non è stata durissima!

Partiamo verso le 8:00 da Rieti, vorrei arrivare abbastanza presto a L’Aquila per avere un po’ di tempo nel pomeriggio per visitarla. Sono circa 70km e il dislivello non è molto per cui calcolo di raggiungere la meta verso pranzo e così è stato, intorno alle 13:00 è previsto l’arrivo, finalmente riuscirò a vedere L’Aquila.

Si parte da Rieti ancora col sole, seguiamo il fiume Velino e una ciclabile che lo costeggia fino ad immetterci poi sulla statale praticamente deserta. È domenica ed è presto per cui siamo fortunati a pedalare senza auto a fare da contorno.

Arriviamo dopo poco alle Terme di Cotilia, lungo la statale sentiamo odore di zolfo e scorgo qualcosa che attira subito la mia attenzione: “Il tecnico della porchetta”.

Ci sono parecchi ambulanti posizionati lungo la strada coi loro furgoncini attrezzati per vendere panini, porchetta e pecorino, subito ne punto uno. Non mi posso perdere l’occasione di provare una porchetta locale, che sa veramente di genuino ed è qualcosa di tipico. Ci sono sapori che provi solo sul posto.

È vero, saranno le 9:30 di mattina e non ho pedalato molto, ma due panini li devo prendere e mettere nello zainetto, sicuramente a breve ci sarà tempo per una pausa.

L’ambulante inizia a tagliare sapientemente col coltello la porchetta e a imbottire due panini giganti, mi racconta che tempo fa erano già passate due altre persone in bici con un carrellino al seguito, ma non erano italiani… che strano, sono quasi sorpresa da questa cosa (sono ironica naturalmente N.d.A.). Il “porchettaro” si ricorda solo di due persone nell’arco di anni.

Scorta di cibo fatta, si riparte, L’Aquila ci aspetta. Proseguiamo senza troppe soste e con un po’ di saliscendi, per pranzo raggiungiamo la meta. Una strada statale nuova passa in mezzo alla zona residenziale ricostruita dopo il terremoto del 2009 e poi avvicinandoci al centro storico parte una breve salita per arrivare alle vie ciottolate e approdare direttamente in Piazza del Duomo.

È una sensazione un po’ strana, pedaliamo in silenzio, pedaliamo lungo strade nuove per poi iniziare a scorgere tutte le gru che salgono dal centro storico e iniziare a vedere tutti i cantieri e gli edifici tenuti in piedi da impalcature.

Passiamo a lato della Casa dello Studente e ci ricordiamo dei servizi visti al telegiornale, le immagini viste in televisione ci passano davanti agli occhi e sembra di essere in un luogo distante dalla realtà, invece la realtà è lì che ci guarda.

Case abbandonate, alcune ricostruite, altre impacchettate, poca gente nel centro storico. I negozi sono quasi tutti chiusi e hanno ancora le locandine che risalgono al 2009, tanta polvere e macerie. Sembra che nessuno sia più passato davanti a quelle vetrine. Le strade del centro storico sono strette, alcune sono così strette che con le impalcature è impossibile passare e sono state chiuse. Purtroppo non è un film alla TV.

Era il lontano 2009, sei anni fa, sei anni in cui la città ha tentato di rinascere ma non ce l’ha ancora fatta. Fortunatamente la speranza torna quando vedi alcuni edifici e chiese che sono stati ristrutturati e ricostruiti, come la Chiesa di San Bernardino ad esempio, che sarebbe stata inaugurata pochi giorni dopo la nostra visita.


Ci siamo mangiati i nostri panini alla porchetta in piazza Duomo seduti su delle panchine e poi siamo usciti dal centro per andare alla Chiesa di Santa Maria di Collemaggio, un capolavoro, duramente colpita nella parte opposta alla facciata e non ancora ricostruita. Purtroppo è chiusa quindi ci fermiamo ad ammirarla da fuori.

Abbiamo girato in bici intorno al Castello dell’Aquila purtroppo ancora chiuso, dove era possibile vedere il Mammuthus meridionalis, ritrovato nel giacimento paleontologico di Madonna della Strada, Scoppito (AQ) e scoperto nel 1954.

Dopo il nostro giro turistico ci siamo diretti verso il B&B, fuori dal centro storico, un posto vicino ad un laghetto, lontano dalle macerie, dove si respira aria di rinascita. Abbiamo il tempo per parlare con la signora Nicoletta che gestisce le camere della vecchia Cartiera di proprietà dei nonni, restaurata e adibita a ristorante per banchetti e B&B (La Cartiera del Vetojo).

Ci racconta del terremoto ed è impressionante vedere come tutte le persone che incontri e con cui parli ti raccontano degli aneddoti legati a quel tragico accadimento.

Dopo una notte di riposo è arrivato il momento della nostra terza tappa

Cicloturismo Roma Pescara

Cicloturismo Roma Pescara: la terza tappa da L’Aquila a Pescara attraverso vie secondarie.

Pescara e il mare ci aspettano, anche se alla fine scoprirete che il mare non riuscirò nemmeno a vederlo!
 Chiediamo consigli per la strada migliore per raggiungere Pescara in quanto non vogliamo fare la classica statale, ma strade secondarie.

Alla fine ci affidiamo al nostro senso dell’orientamento e ai percorsi che avevamo già guardato da casa. Da L’Aquila seguiamo per Barisciano e pochi chilometri dopo prendiamo una deviazione per Calascio. Entriamo nel Parco Nazionale del Gran Sasso, uno spettacolo, la strada è tranquilla, immersa nella natura con nessuna auto in giro.

Ad un certo punto urlo come una pazza perché ci attraversa la strada un animale, talmente veloce che penso sia un camoscio o un capriolo, non so riconscerlo esattamente. Effettivamente c’erano i simboli di pericolo passaggio animali sulla strada. Si respira serenità e penso che sembra di vedere le immagini di uno di quei Parchi Nazionali famosi negli Stati Uniti, e invece siamo in Italia, così bella perché sempre varia.

Arriviamo fino a vedere la famosa Rocca Calascio (vi ricordate l’ambientazione del famoso film Lady Hawke del 1985?). È una delle più elevate rocche d’Italia a 1.460 metri s.l.m. e si vede l’antico borgo sottostante disabitato.

Noi non saliamo fino alla Rocca, ma la vediamo dal basso e proseguiamo. La strada per Pescara è ancora lunga. Dopo avere fatto un piccolo gran premio della montagna iniziamo la nostra discesa fino ad arrivare ad Ofena (anche detta “forno d’Abruzzo” perché rimane in una conca molto calda). Da lì partirà un altro gran premio della montagna non così banale, che mi metterà a dura prova. Io che mi illudevo che da L’Aquila a Pescara avremmo quasi sempre pedalato in discesa fino al mare.

Piano piano e sotto il sole battente anche questa salita passa e arrivano le 13:00, ma mancano ancora più di 50km e alle 16:00 il nostro bus per Roma parte da Pescara. Bisogna iniziare a darsi una mossa o il bus diretto è perso, ci sarebbe l’alternativa del treno con cambi sui regionali e una lunga trafila.

Fortunatamente da questo punto gli ultimi 50km saranno veramente tutta discesa, bellissima, dolce, immersa nel verde e con piccoli borghi incastonati qua e là. Pedaliamo senza mai fermarci e il tempo scorre. Alle 15:30 iniziamo ad entrare a Pescara, trafficata e con quell’aria di mare che ci mette di buon umore, alla ricerca della stazione dove prendere il bus.

Ma dov’è il mare? Siamo troppo di fretta e non riesco ad andare a bagnare i piedi in acqua come avrei voluto per finire il mitico Coast to Coast.

Proprio accanto alla stazione centrale c’è il terminal per il pullman e quello per Roma è ben visibile. Ce l’abbiamo fatta, siamo in tempo, dobbiamo solo verificare che ci portino veramente le bici, dato che telefonicamente e per e-mail avevamo tentato di chiedere se era possibile il trasporto biciclette ma erano stati vaghi nelle risposte, della serie: “voi venite, poi al momento vediamo se c’è posto.”

Del resto l’Italia è anche questo. Si improvvisa. E noi siamo bravi ad arrangiarci, fortunatamente arriviamo, prendiamo i biglietti e il posto per le biciclette c’è, le stipiamo dove solitamente vengono messe le valigie, di posto ce n’è veramente tanto. Non ci fanno nemmeno pagare il biglietto extra e con 10 euro a testa arriviamo in 2 ore e 30 a Roma (Potete visitare il sito della compagnia utilizzata).

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Alle 18:30 siamo nella Capitale, pronti per goderci anche la serata romana, perché del resto “chi si ferma è perduto!”.

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A proposito dell'autore

Dopo otto anni di esperienza come Marketing & Communication Manager presso un’azienda multinazionale del mondo ciclo, decide che è ora di un cambiamento. Diventa così consulente freelance per progetti di marketing e comunicazione. Nel tempo libero la trovate in giro con la sua bicicletta verso mete sempre nuove. Cicloturista per caso, le piace pedalare con l’aria fresca che le solletica il viso, organizzare i suoi giri sempre con lo spirito della viaggiatrice curiosa. “Chi si ferma è perduto!”.