Foto cover: Matteo CappèSuperenduro B-Road: 10 domande per capire cos’è Matteo Cappè 30 Aprile 2015 Gare Superenduro B-Road è stato appena annunciato e subito ha suscitato curiosità sia tra i fan del circuito enduro più chiacchierato al mondo sia da ciclisti votati alla strada che, probabilmente, potranno trovare in questo nuovo format qualcosa di “diverso” dalle solite gare Abbiamo intervistato le due figure chiave del “format superenduro“Franco Monchiero ed Enrico Guala, noti soprattutto nel mondo off road, per capire qualcosa in più su questo nuovo format di gara su bici da strada. Franco Monchiero è secondo me un “romantico delle due ruote”, ma anche un visionario che non ha paura né di dire cosa pensa né di metterlo in pratica. Chi lo conosce da vicino sa che la passione per la bici gli esce dai pori della pelle, ma il suo corpo è attraversato anche da una vena agonistica ben marcata ed infatti i format da lui ideati hanno questi due aspetti ben marcati. Enrico Guala ha, sempre secondo me, una mente più votata alle strategie e ad individuare scenari oltreoceano che possono avere gran successo anche in Italia, in termini di “modi di usare la bici” in massa e di conseguenza di sviluppo del mercato. E’ un “business man” con tanta passione e un gran carisma. Bello il paesaggio, ma quanto pesa la tua bici? Enrico e Franco nelle loro risposte sottolineano molto l’aspetto paesaggistico, lo “stare insieme” e il godersi un giro in bici tra i vigneti e le colline delle Langhe, ma sappiamo bene che da qui in avanti saranno tutti con le orecchie tese per sapere chi si distinguerà tra le prime posizioni della classifica. L’animo agonistico ha sempre contraddistinto il format Superenduro ed anche qui, credo, non sarà da meno. Certo, la maggior parte parteciperà per pedalare-guardando-il-paesaggio, ma la bici sarà un elemento sempre al centro dell’attenzione sia del popolo dei ciclisti che delle aziende, anch’esse sempre con l’orecchio molto teso. E come è successo nell’enduro nasceranno nuovi “top racer” per sfidarsi sulle “strade secondarie” di chissà quali altre località italiane. Siamo proprio curiosi di vedere che sviluppo ci sarà, intanto auguriamo un grosso in bocca al lupo a tutto lo staff del Superenduro B-Road! Una cosa è certa, il ciclismo su strada ha davvero bisogno di una svecchiata! Questa è l’intervista. Alcune risposte di Enrico non sono state inserite perché molto simili a quelle di Franco. Trovate doppia risposta quando esprimono concetti diversi o danno informazioni in più. Matteo: L’idea del Superenduro B-Road, la versione su strada, vi è venuta dopo l’annullamento del Superenduro mountain bike? O bolliva in pentola da prima e per mancanza di tempo non eravate riusciti a concepirlo? La “B” di B-Road che cosa significa? Franco: L’idea di Superenduro B-Road è nata già da qualche anno, quando immagino un format di gara lo immagino nel mio territorio che sono le Langhe, come accadde nel Superenduro classico è nato anche per il Superenduro B-Road dove penso ad un modo di interpretare una categoria di bici. Quindi, essendo stato negli anni scorsi un agonista, penso ad un’interpretazione agonistica al modo di andare in bici. Certo, quest’anno il fatto di non aver portato avanti il Superenduro mountain bike ci ha dato il tempo di completare la cosa. Enrico: Superenduro B-Road sta per “back road”, cioè strade secondarie, è il lato B di tutto quello che è il lato A. Il lato A è quello che si fa sempre, quello che ascolti di più… che ti porta da un punto ad un altro nel modo più efficiente. La b-road è forse quella meno efficiente, ma più divertente. Il territorio delle Langhe è davvero spettacolare, piacevole da molti punti di vista: bello da pedalare, appagante per la vista ma anche per il palato, rinomato il tartufo di queste zone e soprattutto l’ottimo vino! Matteo: Come avete dichiarato, “Superenduro mtb è nato per aprire la mente ai biker” su una tipologia di bici che rischiava di non essere compresa, nel Superenduro B-Road , quale è la “bici incompresa”? Franco: No, non credo che Superenduro B-Road serva ad aprire la mente su una categoria di bici, ma soprattutto su un “modo” di andare in bici. Infatti non ci saranno preclusioni ed ognuno sarà libero di interpretare questo modo di andare in bici come preferisce. Enrico: Nel Superenduro B-Road non c’è una bici incompresa, ci sono bici che stanno nascendo per mano delle più importanti aziende. In America le chiamano “gravel”, o comunque anche da noi, ma in realtà non c’è una bici specifica. Si tratta di aprire la testa ad un modo di usare la bici diverso, legato al territorio, legato alle strade secondarie, allo stare insieme fuori dai canali principali. Matteo: Tutti fremono, come sarà il format di gara? Il regolamento? Trasferimenti, PS in salita? Tempi di partenza, cosa verrà cronometrato? Franco: Il format di gara sarà esattamente come una Superenduro: trasferimenti con PS, le speciali non saranno solo in discesa ma saranno anche salita, pianura, diverse situazioni. I trasferimenti non saranno il tratto più breve per raggiungere le prove speciali, ma avranno una componente più aperta, tratti più lunghi in cui la componente è data dal piacere di andare in bici, vedersi panorami e paesaggi stupendi e il piacere di condividerlo con vecchi e nuovi amici. Matteo: Il mezzo. Che caratteristiche dovrà avere la bici? Che limitazioni ci saranno? Franco: Come ho già detto, quando ho pensato a questo format non ho pensato ad un format specifico. Nel regolamento la bici sarà “open”, per assurdo ci si può presentare anche con una bici da downhill! Chiaro che poi, come è successo per il Superenduro i biker arriveranno ad utilizzare un tipo di bici che riterrà più idoneo. Il mio pensiero personale è quello di una bici da strada confortevole, dal punto di vista tecnico: freni a disco, gomme un po’ più larghe del solito… e poi si evolverà questo aspetto. Enrico: …il percorso in alcuni tratti sarà “quasi off road”, ma si possono affrontare con qualunque bici, non c’è una bici specifica, quando sarà annunciato il percorso ognuno potrà trovare o pensare la bici migliore per quel tipo di percorso. Matteo: Ci dobbiamo aspettare una “Parigi-Roubaix” tutta italiana? Franco: No, non c’entra nulla con la Parigi-Roubaix, che è in linea con partenza in massa, B-Road è una gara individuale su prove speciali… ci saranno dei tratti alternativi di strade sterrate. Ciò che significa back road è proprio “strade B, strade secondarie” non quelle aperte al grande traffico. Un’interpretazione differente. Matteo: I rider dovranno avere delle protezioni particolari? Si vedranno “stradisti” con ginocchiere e paraschiena? Franco: Non c’è bisogno di avere protezioni particolari, ogni concorrente è libero. L’obbligatorietà è quella delle gare classiche, dunque casco e abbigliamento tradizionale. Matteo: Credi che questo sarà anche un modo per avvicinare biker enduristi al mondo della strada? Franco: Non credo che sia un modo per avvicinare gli enduristi alla strada, vero che molti si allenano su strada, ma credo sia un bel modo di andare in bici, quindi come sempre avviene in questi casi l’obiettivo è quello di far andare in bici la gente e godersi ottimi scenari! Enrico: Molti fanno già uscite su strada per allenarsi, ma la strada più che per allenarsi offre delle bellissime prospettive, un modo diverso di vivere la bici. Sia io che Franco usiamo qualsiasi tipo di bici, crediamo che chiunque possa essere attirato da questo “modo” da questa esperienza. Matteo: Che tipo di rider bisogna essere per vincere una Superenduro B-Road? Granfondisti, ciclisti da crono, enduristi? Dovranno essere dei manici alla Peter Sagan? Franco: La figura ideale vincente per questo format è quella classica: un buon atleta, ma non è il focus fondamentale, credo che la chiave di lettura sia più il piacere di andare in bici. Enrico: Ci sarà un vincitore, ma non dovranno né essere dei manici alla Peter Sagan, né dei granfondisti, né ciclisti da crono, non lo sappiamo quale è il biker perfetto. Molto dipende da come verrà interpretata la gara. L’aspetto agonistico sarà l’obiettivo di pochi; per molti, per la maggior parte credo, sarà l’esperienza a contare. Matteo: E aziende e mercato italiano sono pronti? Ci sono già a catalogo categorie di bici adatte a questo format? O si vedranno bici modificate e adattate? Franco: Sul mercato ci sono già prodotti ottimi per fare questo tipo di attività, è pieno il mercato di questi prodotti sia in Italia sia all’estero. Non voglio pensare ad una categoria di bici, non mi piace pensare ad una categoria, il mio pensiero è quello di interpretare una categoria, perciò la gente utilizzi quello che preferisce. Enrico: Il mercato italiano è pronto, le bici a catalogo ci sono, le definiscono “gravel” con freni a disco, coperture più grosse, per affrontare i tratti più dissestati, geometria più rilassata. La bici deve essere confortevole, efficiente e probabilmente qualcuno adatterà la bici per partecipare a questo evento. Ognuno può venire con la bici che vuole! Matteo: Il vostro Superenduro ha tracciato una linea netta nella mountain bike a livello mondiale, credete sia possibile lasciare un “segno” così forte anche nel settore strada? Franco: E’ vero, il Superenduro ha tracciato una linea netta nel mondo della mtb e credo che il Superenduro B-Road traccerà una linea netta nel modo di interpretare la bici da strada, sì sono convintissimo di questo. Enrico: E’ vero che ha tracciato una linea netta a livello mondiale e mi fa piacere che questo ci sia riconosciuto anche in Italia e non solo all’estero. Sì, credo che lasceremo un segno importante anche nella strada. La visione enduristica, legata ad un certo format di gara, ma soprattutto ad un certo modo di concepire l’andare in bici può essere applicato a tutto. Credo sia il momento di aprire gli occhi al mondo della strada ma anche a tutto quello che sta in mezzo. Penso a tutti quelli che senza porsi troppi problemi del fatto che la bici che hanno funzioni o non funzioni per qualcosa, prendono la bici e vanno fuori e pedalano. Questo è il messaggio che Superenduro B-Road vuol lanciare. Franco: Per chiudere vorrei fare un saluto a tutti e fare un invito ad esserci e fidarvi di noi, perché sono sicuro che vi faremo divertire. Anche se in questo momento non è tutto perfettamente chiaro, fidatevi perché ci sarà da divertirsi! Franco ed Enrico, ri-eccoli insieme per una nuova “avventura”: hanno conquistato il mondo con il loro Superenduro mountain bike, adesso si buttano in un altro grande ramo della bicicletta, la bici da corsa. Una categoria molto più antica della mountain bike, con una tradizione e una storia ben più radicate della mtb e soprattutto un culto tutto italiano. Il sito Superenduro B-Road, non è ancora online, ma lo sarà presto. Potete seguire intanto la pagina FB.