Cicloturismo a Napoli: vibrazioni partenopee Michela Fenili 7 Maggio 2015 Cicloturismo “Ma vai a Napoli con la bicicletta? Dopo dieci metri verrai asfaltata!” Questo il primo commento quando gli amici hanno capito che avrei portato la bici da strada durante il mio week-end lungo a Napoli, lo scorso anno a fine maggio. Per fortuna ho trovato un compagno di viaggio intrepido come me, per cui: io vado lo stesso! Il mio intento non è fare chilometri in bicicletta e vincere il Queen of The Mountain su Strava, io voglio girare, assaporare, vivere la città, ma da un punto di vista diverso, quello della bici, che mi permette spostamenti più veloci e mi fa vedere il paesaggio da vicino, io voglio fare un’esperienza, un viaggio che ricorderò, del sano cicloturismo a Napoli! “Che c’hai un cadavere nella borsa?” Frecciarossa Milano-Napoli, bicicletta sapientemente impacchettata nella borse porta bici, zaino in spalla e in 4 ore partendo da Milano siamo a Napoli. Un servizio che funziona, questo! Come base ho scelto il B&B Quattro Palazzi (70 euro la doppia con prima colazione), economico, accogliente, pulito e soprattutto strategico. La zona da cui prende il nome è a dieci minuti a piedi dalla stazione centrale di Napoli, percorrendo Corso Umberto. Ci arriviamo facilmente con le persone che ci guardano incuriosite: “Che c’hai un cadavere nella borsa?”. Questa sarà la nostra base, da qui si raggiungono a piedi o in bici tutti i punti più importanti di Napoli. Punto di forza, la vicinanza al centro storico per le scorpacciate di vera pizza la sera dopo una giornata a pedalare; punto debole, è al terzo piano e dobbiamo portarci su e giù le biciclette! Questa città ci accoglie con il sole e da qui organizzeremo tre fantastiche gite per un bellissimo week-end lungo, che ci ha proprio permesso di vivere un’altra realtà. Bruno, titolare del B&B ci prepara la cosiddetta colazione dei campioni e ancora non si capacita di come due italiani del nord abbiano scelto di venire a visitare la sua città in bicicletta. Ci racconta orgoglioso di quando il Giro d’Italia è partito da Napoli (“io c’ero e vi assicuro che è stato spettacolare” n.d.a.) e di come sia nata da poco una ciclabile sul Lungomare Caracciolo. Io voglio andare sicuramente a percorrerla: saluti di rito e si parte! Il nostro cicloturismo a Napoli! Partenza da Napoli, salita al Vomero, Posillipo e il Parco Virgiliano, Monte di Procida, Pozzuoli, L’isola di Procida e rientro a Napoli. Totale 70 km circa più due spostamenti in traghetto (Pozzuoli —Isola di Procida e Isola di Procida — Napoli). Il primo impatto non è facile perché gli automobilisti non hanno la consapevolezza del ciclista e noi vorremmo salire al Vomero, quartiere collinare di Napoli. Impariamo subito che bisogna chiedere e ascoltare le indicazioni, perché tra vie, viette e motorini impazziti, rischiamo di non arrivare nemmeno alla prima tappa. Il Vomero è la parte alta di Napoli, quartiere residenziale molto bello dove si trova Castel Sant’Elmo e si ammira Napoli dall’alto. Per terra ci sono dei segni dipinti a forma di bicicletta, probabilmente indicano strade ciclabili, ma vengono bellamente ignorate! La salita non è banale, ad un certo punto iniziano i sampietrini che non sono proprio quadrati e piccoli come quelli che vediamo solitamente, sono lastre di pietre belle grosse con buche da non sottovalutare in bici. Ci facciamo coraggio e pensiamo che se la nostra bici da strada resisterà anche a questo, abbiamo fatto un ottimo test per il telaio, coperture e tutte le componenti! Che vibrazioni! Ne vale la pena, il Castello lo vediamo da fuori, ma il quartiere ci piace proprio e ci fermiamo per una seconda colazione ampiamente meritata. Dalla posizione collinare la vista è proprio bella e scorgiamo il Vesuvio! Vuoi perderti le sfogliatelle e il caffè a Napoli adesso? Assolutamente no. Lo sapevate che a Napoli le sfogliatelle sono di due tipi? Quella riccia e quella liscia o frolla. Da provare entrambe. Quella riccia è fatta con la pasta sfoglia, quella liscia invece con la pasta frolla, entrambe ripiene di una crema a base di ricotta. Pausa fatta, ripartiamo, scendiamo verso il lungomare Caracciolo dove finalmente troviamo la ciclabile di cui ci aveva parlato Bruno e risaliamo per Posillipo, fino ad arrivare al Parco Virgiliano. La vista è veramente spettacolare, con Nisida che ci saluta dal basso, vediamo la strada che avremmo percorso poco dopo lungo la costa per arrivare a Pozzuoli e al Monte di Procida. Usciamo dalla città, la strada è asfaltata, il traffico non è molto e iniziamo a tenere un’andatura più sostenuta per arrivare al Monte di Procida passando da Pozzuoli. Proseguiamo per Baia e raggiungiamo Bacoli. I paesaggi sono molto belli, il sole batte, ma l’aria primaverile è fresca. Prima di attaccare la salita per il Monte di Procida passiamo il Lago Miseno. Continuiamo il nostro giro arrivando al culmine del Monte di Procida e scendiamo verso il Lago del Fusaro per poi ritornare a Pozzuoli dove prendiamo il traghetto per l’Isola di Procida. Siamo a maggio e non ci sono tanti traghetti per cui siamo un pò di corsa, ma riusciamo a salire su quello delle 14:25. Ci sono diverse compagnie che fanno la tratta, basta arrivare al porto e vedere quella che parte prima! Ogni mezz’ora, massimo un’ora c’è un collegamento e in circa 35 minuti si raggiunge l’isoletta! Bellissima, quasi deserta essendo primavera, piccola, ma non per questo non faticosa da girare in bici. Ci sorprendono degli strappi corti, ma ripidi e il ciottolato spesso presente. La giriamo in lungo e in largo, valutiamo anche la possibilità di fare un tuffo, ma non fa ancora così caldo e ci basta bagnare i piedi, sdraiarci in spiaggia ad ascoltare le onde del mare per riposarci un po’. E’ ora di rientrare, ci stupiamo di quanto siamo riusciti a vedere in una giornata. Risaliamo sul traghetto che ci porta dritti al porto di Napoli in un’ora di traversata. Da lì, ultima pedalata di cinque minuti e siamo al nostro B&B. Stanchi ma felici e con la voglia di uscire a mangiarci una vera pizza napoletana! I nomi che tutti consigliano e che spesso sentirete sono: Pizzeria di Matteo, Pizzeria Sorbillo in via Tribunali 94 e 32 e Da Michele in Via Cesare Sersale 1. Tutte e tre nel centro storico. Le abbiamo provate tutte. Pizza buona, leggera, sfiziosa. Salsiccia e friarielli la più tipica, da non saltare. Per mangiare da Sorbillo la lista era lunghissima e siamo riusciti a sederci alle 11.00 di sera. Ne abbiamo approfittato per prendere un cartoccio di fritti lungo la strada e girare per il centro storico a piedi la sera, aspettando di essere chiamati. I fritti sono buonissimi, sicuramente si integrano le calorie perse durante la pedalata! Mi sembra un pò di essere tornata ai tempi delle elementari quando la maestra ci faceva tenere il ‘Diario dei segreti’ e al lunedì bisognava scrivere una storia su qualcosa che si era fatto durante il week-end. Qualsiasi cosa ci avesse colpito. Avevo un quaderno a righe e mi piaceva proprio scrivere, ne valeva la pena, condividere mi rendeva più leggera. Quella maestra me la ricordo ancora, si chiamava Loretta. Oggi non ho più un quaderno a righe, ho un computer e mi è stata data la possibilità di condividere i miei racconti di viaggio con più persone, non solo con la maestra e i compagni di banco. Spero siano utili e li condividerete. I viaggi che racconto a me hanno portato momenti felici, magari ispirerò qualcuno di voi a ripeterli o a inventarne di nuovi. Se avete letto tutto e siete arrivati fin qui, vi ringrazio! Al prossimo giro!