Un misto bici svizzero-francese Roberto Peia 12 Agosto 2014 Bike News Dai vieni… è bello… e poi facciamo anche un’altra cosa… Un amico giornalista mi propone una sgambata in Svizzera: lui ci va per fare un servizio sulle ciclabili per il suo ( bel) sito piediliberi.it, dove tratta con grande esperienza di bici, trekking, scialpinismo, canoa, ciaspole e mi fermo qui. Non ci vuole molto a convincermi se c’è da pedalare. Quindi treno più bici. Però sui treni svizzeri ci vuole la sacca da bici. Mai avuta una. Ma basta una mail agli amici della Fulgenzio Tacconi, storica e sgarrupata squadra corse di cui, immeritatamente, da poco faccio parte, ed ecco che Iamo e Toni ce ne procurano, in poche ore, un paio. Si arriva in stazione. Si smonta la bici, la si infila nella sacca e via: destinazione Ginevra. Appena arrivati, giusto il tempo di lasciare i bagagli in albergo (vicino alla sede di una società di corrieri in bici!), e via, subito a pedalare. Già solo uscire dalla città su delle bellissime piste ciclabili ti fa star bene. Mentre pedalo mi trovo a pensare: ”Immaginati un ciclista straniero che arriva a Milano e vuole andare a farsi il Ghisallo… sì, ciao, prima di uscire da Milano su una ciclabile decente gli cresce la barba!” Noi due invece ce la godiamo nonostante qualche goccia, soprattutto a staccarci dalla ciclabile principale per esplorare le rive del lago, paesini con fontane bellissime dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari e si possono ammirare parchi e ville tenuti alla perfezione. In una di queste deviazioni, stavolta non verso il lago, ma verso le montagne, ci imbattiamo in un percorso chiuso al traffico automobilistico, nastrato e con una sacco di ammiraglie. Scopriamo (meno male che siamo giornalisti) che proprio lì, a Nyon, si stanno svolgendo i Campionati europei juniores di ciclismo su strada! Ci fermiamo ad una curva poco prima di una salita insieme ad accompagnatori e tecnici italiani, spagnoli, sloveni e francesi e aspettiamo che i corridori arrivino. Ecco il primo gruppetto e vediamo subito una maglia azzurra tra i primi. L’orgoglio ciclistico nazionale scatta immediatamente, sorprendentemente e inaspettatamente e ci ritroviamo a gridare “Forza Italia!” (mai lo avrei pensato, sia per aver sempre avuto divergenti posizioni ideologiche , sia per un non aver avuto uno spiccato sentimento patriottico, soprattutto sul versante calcistico). Dopo aver visto passare il folto e coloratissimo gruppo riprendiamo la nostra pedalata, alternando qualche salita a qualche tirata in piano, fondo asciutto e fondo bagnato, pedalata veloce e pedalata rilassata fino alle porte di Losanna, dove, a quel punto, decidiamo di tornare a Ginevra perché i nuvoloni che si addensano all’orizzonte sembrano essere i fratelli maggiori delle nuvolette che ci hanno accompagnati fin lì. Giusto uno stop all’arrivo della corsa dei campionati juniores dove scopriamo che gli italiani si son comportati molto bene: oro e alla media di 41chilometri all’ora! ( su un percorso di 170 km!). Arriviamo all’albergo proprio mentre si scatena un furioso temporale. Contenti per lo scampato pericolo e per aver fatto comunque 150 chilometri, ci facciamo una doccia e poi cerchiamo un luogo dove poter placare la nostra fame e lo troviamo in un splendido ristorante indiano dove davanti ad abbondanti porzioni di riso, chutney e byriani il mio amico Vincent mi illustra la sorpresa dell’indomani: ”Come sai mia figlia lavora a Londra e con un bel gruppo di colleghi ha organizzato una pedalata benefica, quest’anno il percorso va da Parigi a Ginevra: che ne dici di farle una sorpresa e di andarle incontro?” L’ho già detto che a certe proposte non so dire di no, se poi si tratta di fare una sorpresa a Francesca e contribuire a qualcosa di benefico (una raccolta fondi per la London’s Air Ambulance, l’ambulanza aerea di Londra, ente no profit che si occupa del salvataggio con elicottero di persone vittime di gravi incidenti stradali) tanto meglio. “Ok, andiamo” e per il resto della cena mi illustra il percorso: Gex, Col de la Faucille ( dove passa spesso il Tour), ingresso nel Parco nazionale dei Monti Jura, discesa a Mijoux, risalita a Lajoux e poi discesona fino a St.Claud, dove dovremmo incontrarci con gli anglo/franco/italo/indi ciclisti. Quindi a nanna presto. Sveglia all’alba. Monumentale colazione e poi via, subito su una splendida ciclabile che in un attimo ci porta fuori da Ginevra, ci consente di aggirare l’aeroporto in un verde di De Gregoriana memoria e ci incanala sulla strada per Gex. Entriamo in Francia senza neanche accorgerci: ma dove sono finite le vecchie care frontiere dove ti chiedevano se stavi contrabbandando cioccolata svizzera! La salita al Col de la la Faucille è bella, senza strappi particolarmente duri e frequentata da molti ciclisti autoctoni. Unico neo: i nuvoloni che il giorno prima ci avevano graziato, ora sono lì, appostati sul crinale dei monti e stavolta hanno l’aria di non farci nessun sconto. Ed infatti, subito dopo aver scollinato il colle ecco le prime gocce. Ma non ci turbiamo: abbiamo una missione da compiere! Fuori le mantelline e giù per la discesa, che soprattutto nel primo tratto si presenta abbastanza tranquilla. Mentre per niente tranquilla è la situazione metereologica: dopo pochi chilometri siamo zuppi fradici, e lo restiamo a lungo finché finalmente incrociamo l’altrettanto fradicia Francesca . Ma lo stupore e il sorriso che le si stampa in viso quando riconosce il suo papà che improvvisamente le si palesa di fianco valgono ben qualsiasi lavata. Giriamo le nostre due bici e rifacciamo in salita la strada che abbiamo appena percorso in discesa, fino allo splendido ristoro a cui siamo invitai a partecipare dai bancari anglosassoni, allestito dagli organizzatissimi e simpatici ragazzi di Discover Adventure, che hanno fatto d’appoggio alla quattro giorni ciclistica. Al riparo da un acquazzone sempre più forte, ci ristoriamo con abbondante cibo e bevande calde e poi ancora i sella verso il Colle. Per fortuna a metà della discesa la pioggia inizia a diminuire e io mi stacco da padre e figlia che se la godono e prendo un po’ più velocità, forse un filo troppa, fino a quando, a metà di una curva ancora un po’ bagnata mi trovo davanti un cagnetto proprio in mezzo alla strada. Un tocco al freno e senza accorgermi mi trovo a terra. La botta è forte, ma mi rialzo subito e riparto, un po’ dolorante. Arrivato a Ginevra aspetto i due, controllo i danni (poca roba… una sbucciatura sul fianco) ed entriamo insieme sul lungo lago proprio in tempo per essere accolti dai giovani che partecipano all’annuale Parade du lac: musica a tutto volume, danze e birra a fiumi! Quindi, rigenerati da un paio di boccali, salutiamo Francesca e i suoi colleghi e prendiamo la via della stazione: arrivati lì, smontiamo le bici, le infiliamo nelle sacche, saliamo in treno e ci mettiamo… ad ascoltare la radiocronaca della finale dei Mondiali!