Dedicato alla memoria di Girardengo, Coppi e degli altri immortali del ciclismo da corsa…

Museo unico in Europa, il museo dei Campionissimi racconta tutto quello che c’è da sapere sul mondo delle due ruote a pedali, da Leonardo da Vinci alle più moderne bici in carbonio! Lo abbiamo scoperto per voi con Chiara Vignola, la sua giovane e dinamica Direttrice.

Al centro di quello che fu, un tempo, il mitico triangolo industriale del nordovest d’Italia, Novi Ligure – adagiata tra la pianura padana e le prime colline dell’Appennino ligure – è oggi famosa per il cioccolato (Novi, Pernigotti e almeno una decina di marchi più o meno conosciuti), i vini (il Gavi, per citarne uno) e alcune specialità gastronomiche (farinata e focaccia, per ricordarne due), oltre che per essere stata un centro importante dell’industria metallurgica (il nome ILVA vi dice nulla?).

Pochi ricordano invece che Novi è stata considerata fin dalla fine dell’Ottocento l’“Università del ciclismo” da corsa italiano, secondo una definizione coniata da Carlo Bergoglio, già direttore di Guerin Sportivo e Tuttosport. Una rinomanza, questa, che si deve certamente al fatto che Novi fu tra le prime città italiane a dotarsi di un “regolamento per la circolazione dei velocipedi” (datato 20 Maggio 1895) e, un anno prima, di un vero e proprio Club di appassionati, il Veloce Club Novese, capace di organizzare già una serie di Grandi Corse Internazionali.

È poi senza dubbio a due grandi campioni locali, Costante Girardengo e Fausto Coppi – i Campionissimi – che Novi deve la sua fama di città del ciclismo, oltre che per essere stata la palestra di molti altri campioni che di qui sono passati e che qui sono cresciuti come uomini e sportivi.

Qui si veniva per farsi allenare dai mitici Biagio Cavanna e Virginio Colombo; qui sono nate alcune delle nostre case costruttrici più gloriose: si pensi a nomi quali Santamaria, Fiorelli e, soprattutto, Girardengo.

Dal 2003, tutta questa storia fatta di uomini, ingranaggi, telai, fatica, vittorie e tanti ricordi, è confluita in una struttura destinata a celebrarla e a raccontarla alle future generazioni: il Museo dei Campionissimi.

Qualche tempo prima del passaggio della Milano-Sanremo abbiamo avuto modo di visitarne gli spazi espositivi in compagnia della Direttrice, Chiara Vignola, che ce ne ha raccontato la storia, accompagnandoci alla scoperta della sua straordinaria collezione.

Ne è scaturita una chiacchierata tra passato, presente e futuro di cui trovate qui le parti salienti.

Il Museo dei Campionissimi

[BiciLive.it] Chiara, perché un Museo dei Campionissimi a Novi Ligure?
L’idea è partita dalla volontà di valorizzare il patrimonio ciclistico della nostra Città oltre che di celebrare la memoria dei nostri Campionissimi – Costante Girardengo e Fausto Coppi – e, con loro, tutti i grandi campioni della storia del ciclismo italiano: da Giovanni Gerbi, il mitico “diavolo rosso” e pioniere del Giro d’Italia, fino a Francesco Moser, Mario Cipollini, ecc. Il Museo è stato inaugurato nel 2003 ed ha quindi festeggiato lo scorso anno i suoi primi 10 anni di vita.

[BiciLive.it] Il Museo costituisce l’elemento principale di un vero e proprio centro polivalente, dotato di numerosi servizi. Ci dai qualche dettaglio?
Sì, il Museo è nato all’interno degli spazi che sono stati creati recuperando le strutture di alcuni capannoni dell’ex Italsider (oggi ILVA, il cui moderno stabilimento si trova oggi a qualche km dal Museo, ndr): qui la fatica della bicicletta ha incontrato idealmente la fatica della fabbrica. Questi spazi ex-industriali ospitano poi, oltre al Museo, un centro fieristico, l’Ufficio Informazioni Turistiche, un bookshop, un ristorante e un negozio di produzione di abbigliamento sportivo: una struttura aperta al turismo locale a 360°, con un’ampia gamma di servizi. A tutte queste strutture si accede attraversando un viale alberato (il Viale dei Campionissimi, dove transita di norma la Milano-Sanremo, ndr), lungo il quale sono installate una serie di opere scultoree in legno e fusioni bronzo e acciaio ispirate al mondo del ciclo.

[BiciLive.it] Quanto al Museo, si tratta di una realtà espositiva unica in Europa, non è vero?
Se si esclude la sezione dedicata al ciclismo del Musée Olympique di Lausanne, in Svizzera e il piccolo Museo del ciclismo della Madonna del Ghisallo, il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure è l’unica realtà museale europea ad essere totalmente consacrata alla storia della bici e dei campioni del ciclismo; per di più, è dotata di quella che è forse la più grande collezione di biciclette e di documentazione relativa alla storia del ciclo.

[BiciLive.it] Quantifichiamo … quante sono le bici esposte?
Le bici in mostra sono 200 circa, ma ve ne sono altre che teniamo normalmente nei magazzini per necessità di rotazione o che esponiamo solo in occasioni particolari. La nostra collezione copre peraltro 200 anni di storia della bicicletta, dai primi modelli e prototipi fino alle più recenti bici da corsa in carbonio.

[BiciLive.it] Com’è organizzata l’esposizione?
Il Museo è organizzato in tre sezioni principali. Al centro, un percorso su un’ideale “linea del tempo” presenta la storia della bicicletta dalle sue origini fino agli anni più recenti. Al percorso principale ne è associato un secondo, dedicato alla storia e all’evoluzione tecnica dei componenti della bicicletta. Questi ultimi sono presentati nel dettaglio e montati su finti telai realizzati in legno. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, realizzate in legno e plexiglass, il cui design ispirato agli stili liberty, cubista, ecc. evoca i periodi storici cui risalgono queste innovazioni tecniche. Infine, la terza sezione, disposta attorno al percorso principale, è incentrata sulla storia dei grandi campioni del ciclismo, permettendo di approfondirne la vita e le imprese.
A tutto ciò si aggiungono gli spazi dell’Auditorium di alcune salette che vengono utilizzati per particolari presentazioni, convegni, eventi editoriali, oltre che per alcuni corsi specifici legati al mondo della bici, quale quello per direttori sportivi, attualmente in corso.

[BiciLive.it] Nella sezione dedicata alla storia del ciclo sono visibili alcuni modelli davvero straordinari. Puoi accennare brevemente a quelli più significativi?
Da non perdere il modello che riproduce in tre dimensioni il disegno del foglio 133 di Leonardo da Vinci che costituisce il più antico progetto di bicicletta noto. Poi si segnalano, tra i primi prototipi, la Draisina e i primi bicicli e velocipedi, con cui inizia la storia delle due ruote propriamente detta. Sicuramente interessante l’Italina prodotta dall’artigiano torinese Vianzone, che in tempo di guerra assembla una bici con un telaio in legno sagomato e assemblato con colla e spine metalliche (un’anticipazione, per così dire, di più recenti progetti che utilizzano il bambù, come quello di Hero Bike che vi abbiamo presentato qualche tempo fa, ndr;). Ancora notevole la CF3 prodotta da Colnago in collaborazione con Ferrari che presenta un esclusivo telaio monoscocca in carbonio.
Ci sono poi le bici dei campioni, vere rarità visibili in tutto il loro splendore, che raccontano l’evoluzione della bici al servizio dell’agonismo e per la ricerca delle massime performances: la Maino di Girardengo, le bianchi di Coppi e Gimondi, la Legnano di Massignan, fino alle specialissime realizzate per i record di Moser, caratterizzate da soluzioni tecniche assolutamente uniche.

[BiciLive.it] Si tratta per lo più di bici da corsa su strada…
Sì, abbiamo anche qualche modello MTB ma da questo punto di vista la collezione è ancora un elemento in fieri (collezionisti di MTB siete avvisati! Ndr).

[BiciLive.it] Dove si possono reperire tutte queste informazioni, oltre che dai pannelli in mostra?

Tutte le informazioni sono reperibili in un catalogo, in vendita presso lo spazio di accoglienza dei visitatori.

[BiciLive.it] Vi sono anche alcune sezioni speciali…
Sì, ad esempio la sezione dedicata al ciclismo femminile, di solito poco noto: nata come mostra temporanea è divenuta in seguito un’installazione permanente. Qui, personaggi mitici come Alfonsina Morini – il “diavolo in gonnella” – fino alle più moderne campionesse del XXI secolo hanno trovato il giusto spazio dedicato alla commemorazione delle loro imprese.
Non dimentichiamoci poi della sezione (davvero una delle più suggestive, ndr) dedicata alle “bici dei mestieri”, i cui telai particolari erano stati realizzati per adattarsi ai dispositivi del venditore di bombole, dell’arrotino, del vigile urbano, ecc.

[BiciLive.it] Accanto all’esposizione permanente il Museo organizza anche mostre temporanee…
Il ricco deposito di bici in nostro possesso e la possibilità di contare sul contributo di prestatori privati ci ha permesso di realizzare numerose mostre temporanee che hanno affrontato i vari aspetti della storia e del mondo del ciclo, come quella da poco conclusasi, dedicata alla storia della Bianchi (guardatevi su Youtube questo video dell’amico Luigi Fiorone, ndr.). Un elenco delle mostre fino ad oggi realizzate (una quarantina, dal 2003 ad oggi), con i relativi dettagli, è consultabile sulla pagina internet ufficiale del Museo.

[BiciLive.it] E non si è parlato solo di bici, vero?
Come si legge nel Catalogo del Museo “(…) la bicicletta è simbolo di eterno movimento (…)”, ciò che permette di dar vita, all’interno del percorso museale, a un vero e proprio laboratorio d’arte, “uno spazio in cu l’arte sposa la bicicletta”. È stato così possibile presentare al pubblico, accanto al mondo del ciclo, una serie di mostre volte a valorizzare alcuni tesori del patrimonio artistico cittadino.

[BiciLive.it] Il Museo vuole diventare sempre più un polo d’attrazione per eventi legati al ciclo a 360°…
Sì! Fin dalla sua nascita il Museo dei Campionissimi ha cercato di diventare il centro nevralgico di tutto ciò che gira intorno al mondo della bicicletta sul nostro territorio. Ciò si deve a iniziative proprie del Museo e del Comune di Novi, ma anche a una serie di fruttuose collaborazioni con associazioni e gruppi sportivi. Queste hanno permesso di organizzare numerosi eventi sportivi che confluiscono ogni anno nel programma del contenitore Novinbici (di cui vi abbiamo dato recentemente notizia, ndr.). L’obiettivo è di continuare prossimamente nel solco di questa tradizione, se possibile ampliando gli orizzonti e aprendo a altre iniziative, rivolte a tutte le classi di età, che puntino a valorizzare la bicicletta dalla Strada al Gravity.

Non ci resta quindi che rimanere sintonizzati e, quando avete occasione… correte, o meglio, pedalate a visitare il Museo dei Campionissimi… ne vale davvero la pena!

Informazioni sul museo

Viale dei Campionissimi, 2 – 15067 Novi Ligure (AL)
Tel: 0143 322634 – email: museodeicampionissimi@comune.noviligure.al.it
Orari di apertura: venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10-19; altri giorni su prenotazione (IAT 0143 72585). Chiuso il 25 dicembre e l’1 gennaio.
Ingresso: 7 euro (intero); 4 euro (ridotto). Ingresso libero per i bambini fino a 5 anni e per i titolari di Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card. Riduzione per i gruppi, i soci del Touring Club Italiano, Dopolavoro Ferroviario, Coop Liguria e Novacoop.

Foto credit di tutte le foto nell’articolo: © Marco Fusarò

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A proposito dell'autore

Metà Indiana Jones, metà biker: Egittologo e Archeologo, Matteo nutre parallelamente una morbosa passione per mezzi a due ruote, come Ducatista e incallito praticante della MTB a 360 gradi, dall’XC al Gravity.