Qualche anno fa avrei voluto pedalare in numerose occasioni su una bici che fosse al contempo performante sia sull’asfalto sia sui sentieri sterrati ma purtroppo non ho mai avuto una bacchetta magica e le biciclette gravel non erano ancora state inventate.

Dunque, all’interno della stessa uscita, mi vedevo obbligato a una scelta decisa: o bici da corsa o mountain bike e credo di non essere stato l’unico ciclista nella storia desideroso di passare da un terreno all’altro nella medesima giornata.

Finalmente, ormai da diversi anni, alcuni telaisti americani hanno creato una tipologia di bici ibrida denominata gravel bike, adventure bike o enduroad, adatta a percorrere lunghi tragitti grazie alle sue geometrie più rilassate rispetto a quelle di una specialissima o di una bici da ciclocross e perfetta anche per pedalare su terreni sconnessi, ovviamente non enduro o downhill, per merito della sezione più ampia delle gomme e in alcuni casi di sistemi di ammortizzazione particolari.

Quali sono le caratteristiche principali di una bici gravel, è un mezzo realmente utile o solo una moda e inoltre per quale motivo dovremmo comprarne una?

Breve storia del fenomeno gravel bike

Anche se molti dicono che sono sempre esistite riferendosi alle bici da ciclocross o alla Parigi-Roubaix che esiste dal 1896, la nascita delle gravel bike è avvenuta ormai qualche decennio fa, presumibilmente negli USA, complice anche la pessima condizione dei manti stradali di una buona parte delle stradine secondarie, quelle in cui i ciclisti si sentivano più sicuri lontani dal traffico automobilistico e motociclistico oppure che usavano in inverno perché i sentieri nei boschi erano ghiacciati.

bicicletta gravel per lo sterrato

Ma le bici da strada erano inadeguate su questi fondi sconnessi, perciò che cosa fare, come agire?

Realizzando semplicemente una bicicletta comoda da guidare e contemporaneamente abbastanza resistente all’asfalto rovinato, in modo da permettere ai vari appassionati di continuare ad allenarsi sui propri percorsi preferiti senza rischiare ruote bucate, cerchi bozzati o peggio ancora.

A questo punto, visto il buon successo di questo mezzo tra l’utenza americana, alcuni grandi produttori hanno cominciato a puntare su questo settore investendo le proprie risorse tecnologiche alla ricerca del miglior compromesso tra comodità e performance sia su strada sia sui trail.

Spostandoci sul versante linguistico, la traduzione di gravel in italiano corrisponde a ghiaia, adventure ad avventura ed enduroad è il mix tra i termini enduro, disciplina in cui si utilizzano le mtb, e road cioè strada, anche se è stato usato solo nei primi anni di diffusione del fenomeno gravel.

Perciò, già da una veloce analisi di queste parole possiamo capire come queste biciclette siano adatte alla ghiaia, alla strada, alle discese su sterrato e alle lunghe ore in sella tipiche del cicloturismo.

Caratteristiche tecniche di una bici gravel: com’è fatta?

Una gravel bike è ben diversa rispetto alle bici da corsa, ciclocross o mountain bike.

Le differenze sono evidenti nella scelta di coperture, ruote, freni, movimento centrale, manubrio, sella, pedali, telaio, serie sterzo, trasmissione e altri piccoli dettagli.

Non dimentichiamo inoltre come spesso il passaggio dei cavi sia interno in modo da evitare possibili strappi o danni sui sentieri e mantenere più pulite le guaine.

Le aziende costruttrici propongono solitamente diverse possibilità di montaggio sui propri siti e cataloghi per tentare di soddisfare ogni tipologia di rider.

Così come nel mondo delle bdc e delle mtb, troverete quindi specifiche tecniche nettamente diverse tra una gravel e un’altra. Andiamo ad analizzarle.

Pneumatici gravel

La larghezza delle gomme può variare da 28 a 55 millimetri. La migliore scelta nel caso in cui voleste correre una granfondo dovrebbe ricadere sui 28 mm, mentre l’ideale per una buona tenuta sui sentieri sarebbero i 42 o 44 mm.

Possiamo comunque trovare anche coperture da 33 mm, da 38 mm e non solo.

Inoltre sono meglio le gomme tubeless o i copertoni con camera d’aria? Dal nostro punto di vista i tubeless, perché permettono una maggior sicurezza in caso di spine e piccoli tagli.

A riguardo, esistono sul mercato tra i sistemi di protezione del cerchio delle mtb anche dei modelli dedicati proprio al gravel, quindi degli inserti chiamati mousse o “salsicciotti” derivanti dal mondo moto fuoristrada che, utilizzati con il sistema tubeless, garantiscono maggior grip e protezione da stallonature e forature a fronte di una cinquantina di grammi di peso l’uno.

Tornando agli pneumatici, come per la larghezza e per la tassellatura (con tasselli alti e in basso numero miglior grip, viceversa miglior scorrevolezza), anche questa decisione dipende esclusivamente dal vostro uso.

I tubeless sono consigliabili per un impiego sui sentieri se vogliamo stare più tranquilli dalle forature dovute a spine o simili, mentre i copertoncini regalano una maggiore scorrevolezza su asfalto.

confronto ruote bici gravel

Detto ciò, la tecnologia riguardante le gomme è così avanzata che anche alcuni copertoncini resistono tranquillamente alle forature per diverse migliaia di chilometri pure su terreni non propriamente levigati.

Ruote

Qual è il parametro principale nella scelta delle ruote da gravel? Secondo la nostra esperienza è la capacità di attutire le vibrazioni, fondamentale durante la pedalata su sentiero.

Dunque, risulta preferibile acquistare un prodotto che garantisca un maggiore assorbimento delle sconnessioni, magari in alluminio (molto resistente e meno costoso del carbonio), piuttosto che uno dalla scorrevolezza e leggerezza estrema, ben più adatto alle bici da corsa.

I cerchi, come già accennato, misurano solitamente 28″ (700C) anche se diverse gravel bike montano una coppia da 27,5″ (650B) e devono poter ospitare pneumatici dalle dimensioni più disparate (in media dai 28 ai 48 mm).

Per il sistema di raggiatura si predilige solitamente la cosiddetta tecnica straight pull, cioè con testa del raggio dritta, che consente una maggiore reattività, rigidità e centratura della ruota, ma non è detto perché anche qui ormai ci sono diverse correnti di pensiero e fasce di prezzo.

Il sistema di fissaggio ruota più impiegato dalle aziende è quello con perno passante, grazie a cui è stato cancellato il grave rischio dello sgancio improvviso a causa delle forti vibrazioni sui trail più dissestati. Inoltre, per merito di questa tecnologia, si possono montare cuscinetti di maggiore dimensione, il mozzo è meno stressato e la rigidità della ruota è maggiore. Ne guadagna in tutto la precisione di guida.

Il diametro del perno posteriore è mediamente di 12 millimetri, cioè 3 millimetri in meno rispetto a quello anteriore, mentre in caso di sistema a sgancio rapido QR (quick release) il diametro dei perni raggiunge i 10 mm.

Spostandoci sulla battuta dei mozzi, in caso di perno passante abbiamo 135 mm all’anteriore e 142 mm al posteriore, in caso di sgancio rapido scendiamo a 100 mm all’anteriore e 135 mm al posteriore, mentre se il telaio fosse allestito per ospitare i mozzi maggiorati usciti recentemente saliremmo a 148 mm per il carro.

Perché queste misure sono così importanti?

Perché più aumenta la larghezza del mozzo e meno stress si ha sulla ruota: questa infatti avrà una campanatura, cioè un’inclinazione dei raggi, maggiore con l’aumentare della dimensione del mozzo. Il perno passante inoltre crea un legame maggiore tra foderi/forcellini e mozzo, garantendo più precisione in curva e sullo sconnesso.

Freni a disco

Uno tra i massimi punti di forza delle bici gravel consiste nella presenza dei freni a disco (meccanici o idraulici), di solito con rotori da 140 o 160 millimetri.

bici gravel con i freni a disco

Il freno a disco consente una frenata più potente e modulabile rispetto ai classici pattini, oltre a un mantenimento delle prestazioni e affidabilità incredibile anche in presenza di asfalto bagnato o sentieri fangosi.

Movimento centrale

Il movimento centrale di una gravel presenta un “drop” maggiore rispetto a quello di una bdc, per attutire meglio le vibrazioni e gli urti su terreni accidentati.

Diverse gravel sono dotate di una scatola movimento “oversize”, cioè dal diametro maggiorato, in modo da rendere il sistema più rigido e montano la tipologia press-fit, mentre altre hanno un BB filettato.

Manubrio

Essendo la posizione in sella più comoda e rialzata rispetto a quella da corsaiolo, il manubrio presenta un drop (altezza) maggiore di circa 2 cm ed è posto più vicino alla sella di 1 cm, ma anche qui ormai ci sono svariate soluzioni.

In questo modo il controllo del mezzo aumenta, mentre la stanchezza dovuta a una posizione troppo aerodinamica diminuisce nettamente.

Inoltre la presa risulta più alta ed è più semplice raggiungere le leve dei freni.

Leggi il nostro tutorial come scegliere il manubrio gravel e anche questo articolo sui manubri gravel di XLC.

Sella

Le selle delle biciclette gravel sono solitamente più comode, imbottite e pesanti rispetto a quelle tradizionali da corsa. Per quanto riguarda i parametri di misurazione, l’altezza sella non differisce rispetto alle bdc.

Ovviamente, nella scelta del sellino tenete conto della tipologia di terreni da voi più affrontata: un’imbottitura maggiore è utile in caso di lunghe uscite su sterrato, mentre se doveste passare più tempo su asfalto potreste optare per un’imbottitura minore.

Alcune gravel bike permettono il montaggio di un reggisella telescopico, strumento indispensabile se si provenga dal mondo della mtb enduro e trail e si voglia godere di maggior sicurezza in discesa.

Pedali

I pedali a sgancio rapido, tipici della mtb, sono i più comodi e al contempo offrono buone performance su ogni terreno. Per questi motivi sono i più utilizzati in ambito gravel. La scelta però resta libera sempre in base all’uso della bici. Noi della redazione abbiamo spesso montati i pedali flat perché li troviamo più idonei ad un utilizzo urbano, mentre montiamo gli sganci se dobbiamo fare una vera uscita gravel. Per saperne di più leggi il nostro tutorial come scegliere i pedali, flat o a sgancio.

Telaio

I telai vengono costruiti solitamente in fibra di carbonio, acciaio, titanio (più raramente) o in alluminio. Come per le bici da corsa, i modelli al top di gamma sono realizzati in fibra di carbonio, mentre quelli più economici in alluminio.

Il primo di questi materiali è consigliato per un uso più stradista, soprattutto per chi voglia utilizzare una gravel come forma di allenamento invernale su strade non propriamente in perfette condizioni.

il telaio di una bici gravel

I telai in acciaio sono perfetti per i cicloturisti alla ricerca di stabilità e comfort grazie alla capacità di questo materiale di assorbire le vibrazioni.

Spostandoci sulle geometrie, notiamo come l’angolo di inclinazione del tubo piantone rispetto al terreno sia maggiore rispetto alle bdc e l’angolo di sterzo sia maggiormente aperto, consentendo una posizione di guida più rilassata e più stabilità in discesa.

Inoltre lo spazio tra i foderi deve essere tale da consentire il montaggio di gomme maggiorate.

Da un punto di vista costruttivo, i foderi verticali risultano più lunghi rispetto a quelli da corsa in modo da garantire una migliore tenuta in caso di terreni accidentati, pur perdendo in reattività.

È molto importante anche lo spazio dedicato ai portaborraccia, estremamente utili soprattutto nel cicloturismo, poiché non penso che nessuno di voi vada in giro con un gilet portaborraccia da professionista.

Infine, nel caso in cui vi servano, guardate se il telaio sia attrezzato per fare posto ai parafanghi e al portapacchi, anche se sarebbe più confortevole e meno pesante l’adozione del sistema bikepacking.

Serie sterzo

Le serie sterzo integrate, cioè con l’introduzione a pressione dei cuscinetti nel canotto di sterzo, sono le più impiegate in assoluto. Essendo il canotto di forma conica vengono attenuate in maniera più efficiente le vibrazioni.

Trasmissione

Leggendo i cataloghi delle varie marche potrete notare le evidenti differenze tra le trasmissioni proposte dall’una e dall’altra.

Le gravel più stradali presentano una doppia davanti (52/36 e 50/34 ma anche 48/32, 46/33 e 46/30), mentre i modelli più da sterrato sono dotati di monocorona.

Nel reparto del pacco pignoni, le bici prodotte recentemente dispongono di 11 e 12 velocità, con il Campagnolo Ekar che arriva a 13 velocità. A quota 10 e 9 velocità troviamo modelli economici con doppia corona.

Così come per mountain bike e bdc, le gravel più costose montano un cambio elettronico ma oggi troviamo anche il nuovo gruppo Sram Rival eTap AXS a prezzi più abbordabili.

Qual è il compromesso migliore? Ancora una volta, dipende esclusivamente dai terreni che volete affrontare. Sulle difficili salite alpine, sia su asfalto sia su sentiero, sarebbe forse preferibile montare corone da 46/33 o 46/30 e pignoni da 11-34, mentre per effettuare giri con minore dislivello opterei per un 52/36 e 11-28.

A riguardo abbiamo effettuato il test del gruppo specifico per gravel Shimano GRX.

Guida all’acquisto: perché comprare una bici gravel?

Dopo avere esaminato dettagliatamente le caratteristiche tecniche di una bicicletta gravel andiamo ad analizzarne i possibili usi e se possano essere concepite come un mezzo a sé stante e non solo come fuggevole alternativa rispetto alle mtb, bici da corsa e da ciclocross.

La gravel si è ormai affermata come il nuovo mezzo di riferimento per gli amanti del cicloturismo, impossibilitati a pedalare per ore e ore sui telai dalle geometrie estreme delle bici da corsa e men che meno su una bici da ciclocross o su una mountain bike.

Questa tipologia di bicicletta permette di macinare chilometri a volontà mantenendo una posizione confortevole e rilassata, oltre alla concreta possibilità di affrontare le strade bianche o single track (non troppo estremi ovviamente) in alternanza all’asfalto senza alcun problema.

Ricordatevi di acquistare una sella adeguatamente imbottita, di utilizzare delle borse da telaio nel caso in cui vi portiate a presso i bagagli e di montare una coppia di pneumatici adatta al vostro scopo (portatevi sempre dietro alcune camere d’aria e toppe adesive di riserva se doveste optare per i copertoncini).

Per qualcuno di questi motivi, su certi tipi di percorsi, può essere scelta pure dai corridori delle randonnée, prove di lunga durata su strada che, talvolta, superano i 1.000 km di lunghezza.

un itinerario per gravel bike

Difatti, la comodità è una delle basi fondamentali per il randonneur il quale, se dovesse scegliere una gravel, opterà naturalmente per una versione stradale con copertoni adatti alle lunghissime distanze su asfalto.

Tra le altre cose, i freni a disco consentono generalmente una maggiore sicurezza rispetto ai classici pattini, soprattutto in presenza di terreni umidi e scivolosi.

Invece, sia per uno stradista sia per un biker è un ottimo mezzo di allenamento, grazie a cui cambiare un po’ scenari e divertirsi adoperando tecniche di guida e di pedalata diverse dal solito mixandole con le proprie abilità.

A tal proposito, uno specialista della mountain bike potrebbe prediligere l’acquisto di una gravel più performante sui trail, mentre un ciclista su strada di una gravel in conformazione più da asfalto.

Inoltre molti sentieri e strade tendono a rovinarsi notevolmente nei mesi invernali a causa delle condizioni climatiche più rigide, divenendo impraticabili i primi ed estremamente pericolose per le classiche bici da corsa le seconde, come detto nella parentesi storica sulla nascita del fenomeno negli USA.

Dunque, perché non comprarsi una gravel al posto che rovinare i trail, oppure rischiare grosso in certi periodi dell’anno o ancora piuttosto di restarsene tristemente chiusi a casa a pedalare due/tre ore sui rulli su Zwift (senza nulla togliere alla grande validità di questo strumento)?

Oltre ciò, vivendo ogni giorno la realtà di una grande città come Milano, una gravel garantisce buone velocità di percorrenza, ottima sicurezza su qualunque tipo di strada (buche, pavé…) e con qualunque meteo (come già detto, grazie ai freni a disco) oltre a un’incredibile comfort e alla possibilità di applicare una o più borse direttamente al telaio.

Quindi, al posto di raggiungere il posto di lavoro con la vostra bici da corsa, urban o mtb potreste pensare a una gravel bike, mezzo adatto a molteplici utilizzi in numerosi ambiti.

Bici gravel: ne abbiamo parlato spesso

Qui di seguito andremo a elencare gran parte dei nostri articoli dove abbiamo parlato di prodotti gravel, ordinati per data di pubblicazione:
Cube Nuroad 2021: modelli in carbonio o lega per il gravel a prezzi competitivi
Cannondale Topstone Carbon Lefty Oliver: la nuova gravel ammortizzata
Wilier Triestina Jareen: l’alluminio dedicato al gravel
Nuova Scott Addict Gravel 20: studiata appositamente per l’offroad
Cannondale Topstone Carbon Force eTap AXS 2020: la bici per le sfide del gravel
Nukeproof Digger 2020: una bici gravel ispirata dalla mtb
Colnago G3x 2020: la nuova bicicletta gravel di casa Cambiago
BMC URS UnReStricted 2020: il mini test della nuova bici gravel
Kona Rove ST 2020: la bici gravel con telaio in acciaio
Il mini test del gruppo gravel Shimano GRX
Il test Titici Flexy F-GR02: gravel in carbonio dalle elevate prestazioni
Centurion Crossfire Gravel 4000: bici in alluminio per l’offroad
Rondo Ruut AL Gravel Plus: la novità 2019 dell’azienda polacca
Orbea Terra H: telaio in alluminio per la gravel basca tuttofare
Wilier Jena: la nuova bici gravel con telaio in carbonio
Il mini-test della Cipollini MCM Allroad 2019: modello gravel al debutto
Rose Backroad: strada, gravel e ciclocross
Specialized S-Works Diverge 2018: gravel con geometria open road
Il test della bicicletta Scott Addict Gravel 20 Disc

Gare per gravel bike: le gravel race

Le gravel race sono nate negli USA, sviluppandosi ben presto anche nel Regno Unito e in altre nazioni. In Italia, tra le mille discipline ciclistiche votate all’agonismo, hanno incominciato a inserirsi da un po’ di tempo pure le competizioni gravel.

Per avere un’idea del panorama internazionale delle gare per bici gravel vi consiglio di leggere la sezione “Calendar” sul sito: Gravelcyclist.com.

Per esempio, sfogliando semplicemente il calendario gare di giugno 2016 troviamo ben 37 manifestazioni, di cui 32 negli Stati Uniti, 2 nel Regno Unito e una a testa in Spagna, Canada e Italia, rappresentata dalla 100miglia – Tuscany Gravel Road Race in provincia di Siena e aperta a ogni tipo di bici (ebike comprese).

Prove come Trans Iowa, The Oregon Stampede, Dirty Kanza 200, Ten Thousand, Barry Roubaix, Amish Country Roubaix, Green Mountain Double Century e non solo, sono già entrate a far parte dell’immaginario collettivo americano e rappresentano un sogno per molti ciclisti, stranieri compresi.

Da notare come Barry e Amish Country portino anche il nome Roubaix, luogo di arrivo della classica monumento Parigi-Roubaix, forse la prova da un giorno, mondiali esclusi, più ambita dai professionisti su strada.

In Italia hanno già raggiunto un’ottima fama, tra le altre, la Gravel Race Sesto Calende e la Lodi-Lecco-Lodi.

Dunque che cosa aspettate? Provate a pedalare su una gravel bike e scoprirete anche voi quanto sia entusiasmante!

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A proposito dell'autore

Ha gareggiato per diverse stagioni nel mondo dell'atletica leggera come velocista prima di dedicarsi al ciclismo amatoriale. Grande appassionato di storia e di cultura sportiva, ha intrapreso la carriera giornalistica dopo la laurea in Lettere e ha fondato il team dilettantistico Fondocorsa assieme ad alcuni amici. In estate potreste trovarlo su Stelvio e Gavia, ma la salita non è proprio la sua specialità migliore.