Sabato 9 maggio, San Lorenzo al Mare. Comincia la febbre rosa con il Giro d’Italia 2015

Ci siamo. Ogni volta che parte il Giro sembra che non sia passato il tempo. Pare che quello dell’anno prima sia ancora qui, dietro l’angolo. Piace forse a pochi, molti han preso a snobbarlo il Giro d’Italia, ma poi quando arriva, tutti lo guardano. Magia rosa. Febbre senza tempo.

E allora, giù il sipario. Si parte sabato 9 maggio.

Nibali non c’è. Non aveva mai detto che ci sarebbe stato, ma molti di noi, quasi tutti, si erano illusi. Non ci sarà Quintana, vincitore dell’anno scorso, non ci sarà Froome. Puntano tutti e forte sul Tour. Ci sarà invece Alberto Contador: il pistolero proverà, con un impeto, sempre più raro, d’amore a correre entrambi i grandi giri. D’Italia e De France. Ammirevole.

Alberto Contador al Giro d'Italia

Alberto Contador del Team Tinkoff Saxo – Ph BettiniPhoto/tinkoffsaxo.com

Altri nomi sono quelli del nostro Fabio Aru (team Astana), rivelazione dell’edizione 2014 e del colombiano Rigoberto Urán (team Etixx Quick Step), folletto delle Ande dalla storia triste: cresciuto in una famiglia poverissima, perse il padre, ucciso in una sparatoria tra narcotrafficanti.

Ma attenti anche all’australiano Richie Porte e il belga Jurgen Van den Broeck del team Lotto Soudal.

Fabio Aru Team Astana

Fabio Aru Team Astana – Ph specialized.com

Edizione numero 98.

Sarà la Regione Liguria a dare il la. È la quarta volta nella storia che si parte dalla Riviera. La prima tappa una cronosquadre da San Lorenzo al Mare fino a San Remo, la seconda da Albenga a Genova, la terza da Chiavari a La Spezia. Tra Appennini, case color pastello e saliscendi cattivi. Dopo la Liguria, sarà la volta della Toscana, ignorata dall’edizione 2014. Le montagne, quelle vere, come al solito in fondo: il 24 maggio ritorno a Cervinia ed a Madonna di Campiglio: 165 km e 3900 metri di dislivello.

giro d'italia percorso

II 26 maggio, dopo l’ultimo giorno di riposo, la tappa più dura: da Pinzolo all’Aprica, 5 Gran Premi della Montagna, 5 ascese, non tutte cattive, ma tutte possibili trampolini di lancio per la maglia Rosa. Campo Carlo Magno, Passo del Tonale, Aprica una prima volta, il maledetto Mortirolo e poi di nuovo Aprica.

Una tappa che quest’anno è stata riproposta anche agli amatori con la Granfondo Giro d’Italia, in programma una settimana prima.

Ultima tappa: la Torino-Milano. Si arriva nella città dell’Expo. E come poteva essere altrimenti?

In totale 6 arrivi in salita. 6 tappe per velocisti e 59,2km a cronometro. Un frullatore di 3 settimane, che ci terrà compagnia fino 31 maggio.

Tra cadute, gesti eroici – si spera – e piccoli racconti di colore. E sono proprio questi ultimi a regalare le cose più belle. Cercheremo di raccontarveli, senza lasciarceli scappare. Di parlarvi di questa corsa come di un lungo viaggio in Italia. Un inciampo per parlarvi di bici e Belpaese.

Un viaggio in Italia, insomma, un po’ come quello di Goethe. Fatto non solo di corridori ma anche di pubblico, montagne, mari, colline, boschi, meteo imprevedibile, novità tecniche, soprese assortite.

Benvenuti al Giro d’Italia. Benvenuti nel paese delle meraviglie. Let’s Fight for Pink.

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A proposito dell'autore

Classe '72, scrittore, giornalista, blogger: le sue "Confessioni di un ciclista pericoloso" sono uno dei blog più letti dai ciclisti milanesi. È stato direttore editoriale di Bike Channel, il primo canale dedicato al ciclismo in onda su Sky ed è autore di 2 libri: "Il carattere del ciclista" (Utet 2016, in uscita nel 2017 anche in Olanda) e "Ma chi te lo fa fare – Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita" (Fabbri 2014). Socio di UpCyle, il primo bike cafè restaurant d’Italia, soffre di una dipendenza conclamata per le salite alpine sopra i 2000 metri.