5 mila “fortunati” per la granfondo più bella e dura d’Europa

Sul sito ufficiale dell’’Ötztaler Radmarathon campeggia bella grande una scritta: “Ich habe einen Traum”, “Io ho un sogno”. La massima di Martin Luther King. Un accostamento ardito o quantomeno sorprendente per una gara ciclistica amatoriale. Non per questa. L’Ötztaler è la granfondo più dura e ambita d’Europa.
Si tiene ogni anno l’ultimo weekend di agosto in Austria, a Sölden, nel cuore del Tirolo. L’edizione dell’anno scorso fu ancor più epica a causa delle condizioni meteo estreme: acqua, e addirittura neve in cima ai passi che costrinsero molti al ritiro. Un’edizione da “only the brave”. Come se già da sola, l’Ötztaler non bastasse.

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Già, questa è una granfondo diversa da tutte le altre. Non solo per la durezza che la rende davvero “Hors Catégorie”, ma anche e forse soprattutto, per il fascino che ha saputo conquistarsi negli anni. Grazie a una macchina organizzativa perfetta, studiata in ogni dettaglio. Dal più piccolo, la borraccia: quest’anno sarà disegnata, tramite concorso, dagli stessi partecipanti. Al più grande: la sicurezza stradale, i ristori e l’assistenza in gara. Curati in modo quasi maniacale.

Ma veniamo ai numeri nudi e (molto) crudi

L’Ötztaler Radmarathon prevede un solo percorso (niente “medio” o “corto” come alle nostre granfondo) di 238 km e 5.500 metri di dislivello. Astenersi femminucce, insomma.
Numeri da capogiro, cifre da far tremare le gambe a un professionista: nessuna tappa del Giro o del Tour è così impegnativa. Ne sa qualcosa l’ex campione tedesco Jan Ulrich, vincitore del Tour de France nel ’97 e testimonial doc della gara, presente ogni anno al via.

In sostanza: 7,8 ore di bicicletta per chi va forte. 11 o 12 per chi va piano (il tempo massimo previsto dall’organizzazione è di 13 ore, gli ultimi arrivano sempre con il buio e sono portati in trionfo).


Eppure, nonostante la durezza estrema, ogni anno decine di migliaia di cicloamatori da tutto il mondo si pre-registrano sul sito per partecipare al sorteggio che dà diritto a un pettorale. I posti a disposizione all’Ötztaler sono infatti limitati: “solo” 5.000. Le richieste di partecipazione molte di più. Così, come nel caso dell’italiana Maratona dles Dlomites, l’organizzazione austriaca ha optato per il numero chiuso già da diversi anni. Ragioni di sicurezza e di ospitalità.

Masochisti? Nient’affatto

Il fatto che incuriosisce, a questo punto, è come possano in così tanti voler partecipare a questa sfacchinata.

La risposta la si trova nella frase che campeggia là sul portale: “Ich habe einen Traum”
Tutti abbiamo bisogno di un sogno.
Tutti vogliamo sentirci “eroi per un giorno”, come cantava David Bowie. Soprattutto chi, come ripete l’organizzatore Ernst Lorenzi, vive tutto l’anno seduto dietro una scrivania o chiuso in un ufficio.
L’Ötztaler è dedicata soprattutto a costoro. Una sorta di ritorno alla natura e alle sensazioni primitive del corpo (e della mente). Fatica, sudore e adrenalina.
Emozioni che poi, durante l’anno, dimentichiamo. Ma che, allo stesso tempo, sono il sale della vita.

Questa granfondo – assicura chi l’ha portata a termine almeno una volta – regala ad ogni partecipante tutto questo e molto di più.


E così anche quest’anno anno migliaia di appassionati di tutte le età si sono pre-iscritti per avere diritto al proprio “Traum”. Un primo sorteggio è già avvenuto il 7 marzo, mentre un secondo, per gli ultimi “fortunati”, è previsto per il 6 maggio. Poi non resterà che allenare le gambe. E la mente.

Il via è previsto per le 6:45 di domenica 31 agosto. Partenza, dicevamo, da Sölden. Località sciistica, teatro della coppa del mondo e famosa per i suoi ghiacciai. Una perla incastonata nella valle dell’ dell’Ötz, il fiume impetuoso che ci scorre nel mezzo.

Guardando l’altimetria, i concorrenti hanno di fronte 4 salite in tutto: Kühtai, (quota 2020 metri), Brennero (quota 1377 metri) per poi passare in territorio italiano e affrontare Giovo (2090 metri) e infine, da San Leonardo in Passiria, il Timmelsjoch o passo Rombo (2509 metri). Quest’ultimo è il vero simbolo di tutta la corsa. Una salita lunga 30 chilometri, che si inerpica, con punte sopra il 10%, su due diversi versanti della valle. Chi arriva in cima, avrà conquistato il suo sogno.

All’attacco del Rombo, i concorrenti arriveranno con ben 180 chilometri nelle gambe: se non saranno riusciti a gestirsi bene per tutta la prima parte della corsa, il “sogno” diventerà quasi certamente un incubo.


Una volta raggiunta la cima del passo, però, all’arrivo mancheranno solo 25 chilometri: tutti in discesa. Prima in mezzo a una gola selvaggia, chiusa tra le Alpi, con scorci mozzafiato, poi con una serie di tornanti fino a Sölden. L’arrivo è tradizionalmente previsto alla Friezeit Arena, il palazzo del ghiaccio, dove verranno consegnate le maglie da finsher. Attenzione: solo a chi avrà portato a termine l’impresa.

Appuntamento per i “fortunati” estratti: domenica 31 agosto. Noi di BiciLive.it ci saremo !

Per maggiori informazioni: oetztaler-radmarathon.com

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A proposito dell'autore

Classe '72, scrittore, giornalista, blogger: le sue "Confessioni di un ciclista pericoloso" sono uno dei blog più letti dai ciclisti milanesi. È stato direttore editoriale di Bike Channel, il primo canale dedicato al ciclismo in onda su Sky ed è autore di 2 libri: "Il carattere del ciclista" (Utet 2016, in uscita nel 2017 anche in Olanda) e "Ma chi te lo fa fare – Sogni e avventure di un ciclista sempre in salita" (Fabbri 2014). Socio di UpCyle, il primo bike cafè restaurant d’Italia, soffre di una dipendenza conclamata per le salite alpine sopra i 2000 metri.