In attesa dell’edizione 2015 della Vuelta, ripercorriamo le fasi storiche principali del movimento tricolore alla famosa corsa a tappe spagnola.

Aspettando con fremito l’inizio della Vuelta a España 2015, piena di grandi protagonisti quali Chris Froome, Nairo Quintana, Alejandro Valverde, Mikel Landa Meana e i nostri Vincenzo Nibali e Fabio Aru, immergiamoci nella storia italiana all’interno della gloriosa gara a tappe iberica, partendo dai lontani anni ’30 fino a raggiungere i giorni nostri, passando per campioni del calibro di Magni, Gimondi, Battaglin, Giovannetti e … tanti altri.

Che le imprese di Vincenzo Nibali e Fabio Aru in queste ultime edizioni siano entrate nella leggenda è fuor di dubbio, ma il pubblico casalingo ha potuto ammirare alcuni eroi nostrani sulle proprie strade sin dagli anni ’30, quando la Spagna era in subbuglio e in preda a una terribile guerra civile, da cui sarebbe uscito vincitore il generale Francisco Franco.

Vuelta Italiana

Anni ’30: le scalate di Molinar e il podio di Bertola

Il primo campione tricolore a mettersi in mostra fu l’antico Edoardo Molinar, trionfatore nella tredicesima tappa dell’edizione inaugurale nel 1935 e primo nella classifica riservata agli scalatori.

Il piemontese fu seguito un anno dopo da Antonio Bertola, terzo nella generale e autore di due splendidi successi a Valencia e Zamora.

Anni ’40 e ’50: dalle volate di Adriano al trionfo di Conterno

A causa della quasi contemporaneità tra Vuelta e Giro d’Italia, i nostri maggiori assi non si fecero mai vedere sui Pirenei, ma anche senza Fausto Coppi (in verità presente per pochi giorni solo nel 1959 a quasi quarant’anni) e Gino Bartali i nostri tifosi si tolsero delle grandi soddisfazioni.

Difatti, pur dovendo aspettare fino al 1956 per ascoltare l’inno di Mameli sul podio di Bilbao grazie ad Angelo Conterno, poterono assaporare gli eccezionali successi di Felix Adriano, prim’attore nel 1947 con un poker, Umberto Drei, a sua volta alla quaterna nel 1950 e le nove affermazioni del 1955, anno in cui Fiorenzo Magni calò il tris in frazioni individuali e primeggiò nella classifica a punti, accompagnato ai vertici anche da Pierino Baffi e Giuseppe Buratti, miglior scalatore assoluto.

Forse meno celebre dei successivi “Re di Spagna” Felice Gimondi, Giovanni Battaglin, Marco Giovannetti e Vincenzo Nibali, il primo ciclista del Belpaese a imporsi fu il sopraccitato Angelo Conterno nel 1956, leader dalla seconda tappa sino alla fine ed eternamente ricordato dal povero Jesus Loroño, alle sue spalle per soli 13 secondi, mentre al terzo posto chiuse il belga Raymond Impanis a 1’54”.

Mai nessun azzurro aveva vestito il simbolo del primato prima del torinese, mentre il coraggioso Nino Defilippis si tolse la gioia di indossare a Bilbao la casacca di miglior grimpeur. Un’edizione d’oro!

Due stagioni più tardi, sempre in pieno clima franchista, l’epico Pasqualino Fornara terminò secondo a 2’51” dal transalpino Jean Stablinski, mentre solo nel 1967 saremmo tornati in vetta alla generale per merito di Michele Dancelli, maglia gialla per appena un giorno, ma nel 1968.

La Vuelta e gli italiani

Vuelta 1968: continua la leggenda di Gimondi

Nel periodo passato alla storia per le rivoluzioni studentesche e per le incredibili vicende olimpiche in quel di Città del Messico, l’irriducibile Felice Gimondi dominò la corsa, mettendosi alle spalle gli agguerriti padroni di casa José Pérez-Francés (a 2’15”) ed Eusebio Vélez (a 5’08”), divenendo così il secondo di ogni epoca dopo Jacques Anquetil a realizzare la tripletta Giro-Tour-Vuelta, poi riuscita solamente a Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador e Vincenzo Nibali.

L’unico successo di tappa del sedrinese avvenne nell’infinita crono di 67 km da Hernani a Tolosa, con l’ottimo Vittorio Adorni quinto al termine della manifestazione a rendere ancor più grande la nostra scuola.

Gli italiani e la Vuelta nella storia

Anni ’70: l’invincibile Marino Basso

Il top nell’era post Gimondi fu toccato dal fantastico campione iridato di Gap ’72 Marino Basso, il quale alzò le braccia al cielo per ben sei volte nel 1975, umiliando gli avversari nelle volate tra la quarta e l’undicesima giornata di gara, nulla però rispetto al record in seguito conseguito dal belga Freddy Maertens, tredici volte primo nonché trionfatore nel 1977.

Anni ’80 e ‘90: la gioia di Battaglin, i sigilli di Saronni e Moser e le lacrime di Delgado dinnanzi a Giovannetti

Finalmente arriviamo al 1981, anno in cui Giovanni Battaglin era in grande forma e l’affermazione nella dura crono di 30,5 km tra Granada e Sierra Nevada ne fu la piena conferma, ma non tutti avrebbero scommesso sul suo trionfo finale a Madrid.

Dopo aspre lotte sulle vette più alte, il capitano della Inoxpran riuscì a domare Pedro Muñoz e Vicente Belda, rispettivamente a 2’09” e 2’29”, risultando in questo modo il primo a festeggiare nella capitale poiché sia Conterno sia Gimondi avevano stappato le bollicine nei Paesi Baschi.

Infine, avvicinandoci ai giorni nostri, possiamo annoverare le prodezze di Giuseppe Saronni al bis nel 1983, Francesco Moser alla doppietta nel magnifico 1984 e Gianbattista Baronchelli nella benedetta Santiago de Compostela nel 1985, prologhi della splendida vittoria conclusiva di Marco Giovannetti nel 1990, quando il fortissimo Pedro Delgado pianse amare lacrime dinnanzi ai sudditi di re Juan Carlos.

Vuelta Italia: le vittorie italiane alla corsa a tappe spagnola

Dal 2000 a oggi: Ale Jet ne fa venti e Nibali è campione, ma ci sono anche Simoni, Cunego e Aru

Da allora, gli azzurri avrebbero conquistato un numero enorme di prove parziali, guidati dalla ventina di Alessandro Petacchi e dalle sette di Nicola Minali oltre alle imprese ascensionali di Gilberto Simoni (Alto del Angliru nel 2000 e Alto de Abantos nel 2001) e Damiano Cunego (Alto de Aitana e Sierra de la Pandera nel 2009), ma nessuno sarebbe più salito sul podio fino al commovente Vincenzo Nibali del 2010, stoico nel tener testa al carneade Ezequiel Mosquera sulle pendenze di Bola del Mundo e sorridente con il basco in testa alla festa madrilena.

La seguente squalifica per doping dell’avversario avrebbe regalato allo “Squalo dello Stretto” la prima piazza pure in quell’indimenticabile tappa. Dopo ciò, sarebbe giunto un altro nobile piazzamento per il siciliano nel 2013, quando terminò secondo e incredulo alle spalle del quasi 42enne marziano Chris Horner per 37 secondi, mentre il 2014 avrebbe consacrato il sardo Fabio Aru, invincibile sulle salite di media lunghezza e con pendenze non impossibili come dimostrato al Santuario de San Miguel de Aralar e a Castrove Meis oltre al quinto posto finale a 4’48” dal “Pistolero” Contador.

Fabio Aru alle Vuelta 2013

Che cosa accadrà alla Vuelta 2015?

Sulla carta sembrerebbe un’edizione estremamente difficile e aperta a diverse soluzioni. Nibali, Aru e gli altri italiani sono pronti!

Attendendo le emozioni dei prossimi giorni, vi proponiamo alcuni video riguardanti le imprese di Vincenzo Nibali e Fabio Aru nelle ultime stagioni.

Finita la Vuelta 2015, vi riproponiamo il nostro articolo conclusivo sul trionfo del sardo Fabio Aru.

Classifica generale 2014 (i primi cinque e i primi cinque azzurri)

1 Contador Alberto
2 Froome Christopher a 1’10”
3 Valverde Alejandro a 1’50”
4 Rodríguez Joaquim a 3’25”
5 Aru Fabio a 4’48”
9 Caruso Damiano a 12’50”
15 Caruso Giampaolo a 25’27”
33 Tiralongo Paolo a 1h37’47”
67 De Marchi Alessandro a 2h46’04”
68 Quinziato Manuel a 2h47’07”

 

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A proposito dell'autore

Ha gareggiato per diverse stagioni nel mondo dell'atletica leggera come velocista prima di dedicarsi al ciclismo amatoriale. Grande appassionato di storia e di cultura sportiva, ha intrapreso la carriera giornalistica dopo la laurea in Lettere e ha fondato il team dilettantistico Fondocorsa assieme ad alcuni amici. In estate potreste trovarlo su Stelvio e Gavia, ma la salita non è proprio la sua specialità migliore.