Il fascino dei viaggi fai da te: la mia esperienza in Baviera in bici con il cane Raul e carrellino al seguito, sempre alla scoperta di nuove avventure

Quando mi dedico al cicloturismo, ai miei viaggi con cane e carrellino al seguitouno dei momenti più eccitanti è la ricerca dell’alloggio per la sera.

Non ho nulla contro le vacanze organizzate da agenzie che ti forniscono bicicletta, albergo con cena inclusa e veicolo di affiancamento: il pulmino che scorta i gitanti è utilissimo non solo per non avere l’impiccio dei bagagli, ma anche per soccorrere qualche infelice ciclista che scoprisse all’improvviso di avere un… lato B più sensibile del previsto.

In quei casi il veicolo è pronto per concedere al dolente deretano il morbido e rigenerante contatto con un sedile automobilistico, ben più confortevole di quello della bicicletta.

Sul pulmino, mentre il lato B riposa, è assente pure la fastidiosa incombenza del pedalare.

Sono fantastiche le vacanze così: in auto, comodi, con la bicicletta nel bagagliaio e poi il racconto agli amici al bar di come sia bello ed ecologico il turismo su due ruote. Tutto confortevole, pianificato, prenotato, ma… il piacere di cercare il posto dove dormire e la locanda dove gustare una deliziosa cena, viene a mancare nella vacanza all inclusive.

Io amo il viaggio finalizzato alla scoperta, all’avventura, senza per questo cercare guai. Per me, sia nelle impegnative pedalate nel lontano oriente sia nelle distensive vacanze cicloturistiche in Europa, è magico il momento in cui si comincia la ricerca della doccia, della cena e del letto per la notte; non mi piacerebbe avere già tutto predisposto a priori.

Alcuni posti non ispirano, altri sembrano chiamarti e, solo quando scatta quel “certo non so che”, la magia appunto, allora si molla la bici e si va a chiedere, curiosare, indagare. L’attrazione diventa incantesimo in questi luoghi speciali, in cui si vivono sensazioni memorabili.

Già alla prima occhiata o alle prime parole scambiate con chi ci accoglie si pregusta l’ambiente che dovrà ospitarci e subito l’ispezione iniziale si carica di aspettative. Ci sono delle incognite, è vero, ed è un nonnulla scoprire in ritardo come il paradiso sia in realtà un purgatorio.

Sarò stato fortunato o, forse, con uno speciale sesto senso, ma nella mia lunga esperienza le “fregature” patite si contano sulle dita di una mano. In Asia, ho spesso soggiornato in bellissimi alberghi a prezzi che in Italia non sarebbero bastati neppure per una stamberga mentre in Europa, la scelta è sempre caduta su semplici Bed&Breakfast, dove l’accoglienza stupisce piacevolmente nove volte su dieci.

foto di un cortile con il cane Raul e la bici pronta a partire

Raul in una delle sue pose preferite

Un cane e un carrellino al seguito, come avrete letto nel mio viaggio sul Danubio di luglio, generano tanta curiosità nella gente ma anche un po’ di diffidenza nel momento in cui si cerca alloggio. Tuttavia non sono mai rimasto all’addiaccio e ho sempre trovato persone disposte ad accogliermi. Il Bed&Breakfast ti mette a contatto con famiglie che offrono questo servizio per arrotondare le loro entrate, non per mestiere, e la loro ospitalità forse è meno professionale, ma più calorosa e ricca di valori umani.

Ricordo l’arrivo in uno sperduto villaggio bavarese lungo la sponda del Danubio. La mia compagna e io avevamo pedalato dal mattino fino a pomeriggio inoltrato e Raul aveva galoppato accanto a me per un sacco di chilometri. Anche lui anelava il riposo. In una fattoria scorgemmo il segnale tipico “Zimmer frei“, equivalente germanico dell’internazionale B&B o, se preferite, del nostro “let&lat”, che in altre regioni diventa lecc&lacc (con le “c” rigorosamente dolci), cioè “letto e latte”.

foto del cortile del bed&breakfast della baviera

La tranquilla atmosfera dei B&B bavaresi è ciò che più attira il cicloturista

La padrona era una matura, bella donna dai modi gentili. Ci ospitò in una tipica casa bavarese, pulitissima, graziosissima e con il caratteristico profumo di legno sprigionato da mobili e perlinature che contrassegnano quelle regioni. In Germania è normale dormire in posti così, pagare un costo ragionevolissimo e incontrare persone di grande gentilezza e cordialità. Adoro i pernottamenti nelle Zimmer frei.

Al mattino successivo, la signora ci fece trovare nella caratteristica stube una colazione principesca: uova, pancetta, affettati vari, formaggio, verdure fresche, succhi di frutta, burro, marmellate, miele, pane bianco e nero, caffè, latte e tè, accompagnati con tre o quattro diversi tipi di torta. In Baviera la torta non è un dolce, ma è una cattedrale innalzata a un dio goloso!

Con molta discrezione la Frau tedesca si interessò a noi: da dove venissimo, dove andassimo e come ci rifocillassimo a mezzogiorno. Rispondemmo come la nostra prassi consistesse nella sosta in un qualunque supermercato per acquistare un po’ di frutta o qualcosa del genere, senza pretese. Non mangiavamo mai molto a pranzo.

La signora, costernata, ci ricordò come quel giorno fosse ferragosto e che non avremmo trovato nessun negozio aperto. Ce ne eravamo dimenticati, ma la cosa non ci turbava: avremmo mangiato comunque in un bar o Gasthaus lungo la strada. Al momento di pagare e accomiatarci, la sorpresa: la donna ci aveva preparato due ricchissime sporte per la “sopravvivenza”, con varietà e quantitativi che avrebbero sfamato ben più di due persone e un cane. Tutto senza chiederci un centesimo in aggiunta al pattuito.

E pensare che la sera prima quasi non voleva accoglierci! Mi ero presentato bussando alla sua porta e lasciando compagna, bici, carrellino e Raul accanto al cancello al di là di un ampio cortile. Lei aveva subito notato l’amico a quattro zampe e con gentilezza mi aveva informato che avrebbe avuto una stanza da darci, ma era preoccupata dal cane perché la casa e il suo arredamento erano nuovi e temeva danni.

Le assicurai come quell’innocua bestiola fosse educata e totalmente sotto il mio controllo, ma lei rimase perplessa e indecisa. Volli allora fornirle una prova con la collaborazione di Raul. Andai a metà cortile e chiamai il boxer, che accorse prontamente al richiamo, scodinzolando frenetico il codino.

«Seduto e resta!» – ordinai perentorio.

Raul eseguì prontamente, cosa su cui non avrei avuto alcun dubbio. Non mi sarei però aspettato che rimanesse seduto per così lungo tempo, ma non lo dissi alla signora. Questa, rasserenata e sorridente, mi fece vedere la stanza, che mi piacque senza esitazioni. Il prezzo era onesto e ci accordammo subito. Quindi, tornai fuori dalla mia compagna, dicendole come anche per quella sera il tetto fosse garantito, eccome!

Con mia grande sorpresa e con stupita ammirazione della signora, Raul era fermo immobile nella posizione in cui gli avevo ordinato di restare. Sembrava la statua in gesso a grandezza naturale del “boxer fedele nei secoli”. La signora si complimentò.

«Ero certo che non si sarebbe mai mosso» – millantai, strafacendo in modo sfrontato.

Noi, bagagli e cane entrammo dunque trionfanti nella bella casa e nella deliziosa stanza.

Epilogo

Accadeva raramente, ma accadde. Raul quella sera ebbe un noioso rigurgito di cibo che depositò tragicamente sulla pulitissima moquette della camera. Assunse poi quell’aria falsamente contrita tipica di quelle situazioni, senza che ciò contribuisse a risolvere il problema. Io e la mia compagna passammo un tempo interminabile a pulire con acqua e sapone la moquette fino a fare scomparire ogni infinitesima traccia del misfatto. Era il minimo che potessimo fare.

Raul si limitò a guardare, inscenando una perfetta rappresentazione de: “Il cane più avvilito e mortificato del mondo”. In realtà sonnecchiava beato sulla linda moquette. Pure lui adorava le Zimmer frei, anche se parlandone preferiva chiamarle “let&lat”.

 

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A proposito dell'autore

Marco Zuccari dopo una carriera in ambito tecnico, ha virato verso attività umanistiche amatoriali: attore, presentatore, cantante di coro, fotografo e scrittore. È ciclista ma solo per vacanze avventurose. Da una prima pedalata in India è nato un fortunato libro, La ferocia della capra, e, recentemente, è uscito il secondo, Bicincina. Entrambi catturano il lettore per l’ironia con cui l’autore narra le proprie avventure turistico/sportive.